Il Tempo (S. Pieretti) – Una benedizione papale verso la panchina. Non capita tutti i giorni sentire un eccellente commento ecclesiastico sugli allenatori, amati, odiati, contestati, esonerati.
Papa Bergoglio li abbraccia tutti, investendoli di una responsabilità enorme: quella della formazione dei giovani. «Un allenatore può dare un contributo assai prezioso per creare un clima di solidarietà e di inclusione, anche nei confronti di giovani emarginati e a rischio di deriva sociale – ha affermato Papa Francesco inviando un messaggio in occasione del seminario internazionale sul tema “Allenatori educatori di persone” – se l’allenatore ha equilibrio umano e spirituale, saprà preservare i valori autentici dello sport, la sua natura fondamentale di gioco e di attività socializzante impedendo che esso si snaturi sotto la spinta di interessi economici oggi sempre più invadenti. L’allenatore può essere un valido aiuto per i giovani accanto ai genitori, ma ogni buon formatore deve ricevere una sua solida crescita: è necessario formare i formatori».
Non basta il Supercorso di Coverciano per certificare la bontà del tecnico. L’intero mondo del calcio sposa le parole del Santo Padre accogliendo con sorpresa il messaggio papale. «Se il Papa vuole, gli invio la tessera di allenatore – afferma il presidente dell’Assoallenatori Renzo Ulivieri – ne saremmo tutti onorati. Le sue parole mi emozionano».
Il presidente della Lazio Claudio Lotito rafforza il concetto espresso dal Santo Padre. «L’allenatore non basta che sia tecnicamente valido, ma deve essere soprattutto una persona esemplare, di specchiata moralità e onestà – sottolinea il presidente laziale – l’allenatore è un punto di riferimento che dovrebbe lavorare in stretta sinergia con le famiglie, ha un ruolo determinante nella formazione del giovane, che non può essere unicamente atletica e tecnica, ma che deve essere anche caratteriale e morale».