La Repubblica (M. Pinci) – Quando alcuni mesi fa il Paris Saint Germain ha valutato la possibilità di ingaggiare José Mourinho, non ha telefonato al procuratore Jorge Mendes. Ma a Dan Friedkin. Il motivo è semplice, quasi banale: il proprietario della Roma ha un legame stretto, addirittura strettissimo, con Nasser Al Khelaifi, plenipotenziario del club parigino.
Calcio e business, un discorso avviato da più di un anno per condividere la realizzazione di strutture alberghiere a Cannes. E una comune visione sulla politica sportiva. Quando Nasser ha scelto di farsi il portabandiera del movimento conservatore, contro i separatisti della Superlega, Friedkin si è schierato ciecamente al suo fianco. Non a caso, quando il potentissimo manager qatarino è diventato presidente dell’Eca, l’associazione europea dei club, Friedkin stato eletto vice presidente.
Non solo: martedì e mercoledì la Roma ospiterà un evento di due giorni organizzato proprio dall’Eca, l’Associazione europea dei club, sullo sviluppo degli allenatori delle giovanili. Una scelta, quella di sostenere le sue politiche, che ha portato anche a delle conseguenze. Perché Al Khelaifi ha eletto il Real e il Barcellona — le ammiraglie spagnole del progetto di scissione dalla Uefa — a nemici pubblici. Basti pensare allo “scippo” parigino di Lionel Messi e all’affare Mbappé, blindato a Parigi con un contratto fuori da ogni logica umana proprio mentre a Madrid stavano per andare in stampa le magliette con il suo nome.
Ma la sua posizione ha contagiato anche la Roma. E non indirettamente. A giugno infatti la società aveva accettato l’invito del Barcellona per il trofeo Gamper, l’evento più “in” dell’estate catalana. Ma dopo un paio di settimane, Friedkin ha imposto il cambio di rotta: la Roma ha preteso di stracciare il contratto anche al prezzo di pagare una penale.
Il motivo? Ovvio: Friedkin non voleva che quell’amichevole sembrasse un atto ostile verso il suo amico Al Khelaifi. I più maliziosi, suggeriscono che, più o meno nelle stesse ore, per la Roma si è spalancata la possibilità di acquistare il centrocampista olandese Gini Wijnaldum. Ma per sbloccare l’affare è servito comunque un colloquio tra Friedkin e Nasser. Vicini, vicinissimi. Nel presente e, c’è da giurarci, anche nel futuro.