Corriere della Sera (M.Colombo) – Abituata a programmare in anticipo, pianificando strategie e acquisti in contropiede sulla concorrenza, la Juventus, nonostante ufficialmente spenga i rumors di un imminente divorzio da Allegri, in pratica ne ha già individuato il sostituto. Mentre il tecnico livornese, legato ai bianconeri fino al 2018, ammicca alla Premier League, auspicando di sedersi sulla panchina dell’Arsenal che fino a giugno è di Wenger, il management bianconero ha sondato Luciano Spalletti. Di più, se è prematuro parlare di pre-accordo siglato, esiste fra i vertici della Vecchia Signora e l’allenatore della Roma una sorta di impegno. Da tempo Spalletti è sotto la lente di ingrandimento di Beppe Marotta che ne valutò il profilo nel 2011 per il dopo Delneri e pure nel 2014 quando, partito Conte, l’a.d. juventino non trovò con il tecnico di Certaldo un’intesa economica: esonerato, ma ancora a libro paga dello Zenit, preferì non rinunciare ai 6 milioni di ingaggio dei russi per accettare uno stipendio ridotto.
Ora le strade si stanno per incrociare di nuovo, tanto che a Roma c’è chi fatica a trattenere l’insofferenza per l’atteggiamento di «melina» del tecnico. «A Roma è un imperativo vincere, se non ci riuscirò andrò a casa» va ripetendo da settimane. «E lo farò pure se Totti non rinnova», come se non volesse passare agli occhi dei tifosi come il boia del re di Roma. Un bel pasticcio insomma, considerando che la squadra è reduce da tre sconfitte consecutive, il rinnovo con i giallorossi è in una fase di stallo e James Pallotta viene segnalato in arrivo in Italia per dirimere la matassa. Poi è ovvio che ogni mossa dipenderà dal futuro di Massimiliano Allegri, in corsa in tutte le competizioni e atteso martedì dalla sfida clou con il Porto. Voci di corridoio narrano che dopo lo screzio epocale con Bonucci i vertici bianconeri abbiano tranquillizzato il giocatore inducendolo a più miti consigli, in vista dell’imminente partenza del tecnico. Che, nonostante l’apprezzamento dell’Arsenal o del Barcellona, non ha nulla di concreto in mano. Ogni discorso con il presidente Agnelli è stato rinviato a primavera inoltrata quando si potranno stilare bilanci più definiti della stagione. È una partita a scacchi, non resta che aspettare.