Pallotta: “Senza lo stadio della Roma, qualcun altro dovrà andare fino in fondo. A Totti serve tempo per pensare al suo ruolo”

Se la Regione Lazio non approverà il nuovo progetto proposto dal Comune sulla costruzione del nuovo stadio, il presidente della Roma, James Pallotta, ribadisce un intervista ad Associated Press di essere pronto a vendere il club:

Lo stadio della Roma? Se non venisse approvato venderete il club?
Non vogliamo vendere, pensiamo che ci sia una grande opportunità per noi di costruire una squadra competitiva con uno stadio e un centro di intrattenimento. Ma se non approveranno il progetto allora qualcun altro dovrà andare fino in fondo.

Su Francesco Totti…
Ha bisogno di un po’ di tempo per pensare in quale area del club voler lavorare. Abbiamo avuto molte conversazioni: siamo abbastanza aperti ad aiutarlo e lavorare con lui per il bene di entrambi, suo e del team. 

Ad agosto saranno cinque anni dal suo insediamento…
Allora avrei voluto conoscere il calcio come lo conosco ora, così come i giocatori. Ci sono davvero molte cose da imparare. Nei primi anni ho speso davvero tanto tempo per il lato finanziario del club, con le banche… Ho ereditato molte cose che hanno avuto bisogno di una sistemata, ma adesso siamo in ordine su molte cose.

Com’è il suo rapporto con la stampa italiana?
La loro capacità di manipolare le storie van ben oltre quello che succede negli States. E’ da molto tempo che quando mi sveglio non leggo più i giornali. Non li raccolgo neanche più. Ogni volta che leggo un articolo o qualcosa di simile vorrei solo buttarmi dalla finestra. Scrivono solo cose sbagliate.

Spalletti aveva un rapporto difficile con i media…
Lui ci pensava spesso. Io andavo nel suo ufficio e dicevo “Luciano come va oggi?”, poi uscivo e andavo da qualcuno a chiedere “cosa pensi che significhi?”. Io lo amavo, ma la stampa lo ha fatto impazzire. Voleva solo litigare con loro.

Di Francesco?
Eusebio ha giocato con la Roma, era molto apprezzato, lo conoscevano. Ogni tanto quando prendi un nuovo allenatore senti qualcuno della stampa dire “brutta scelta, brutta scelta”. Ma tutti pensavano che lui fosse bravo. Ero scioccato.

 

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