Pallotta: «Io vendo il club? Follia»

pallotta-baldissoni zanzi

Il Messaggero – Proprio mentre Spalletti sta per sedersi per la seconda volta sulla panchina giallorossa, lasciata il 30 agosto del 2009 dopo 4 anni e 2 mesi e dopo il 3 a 1 della Juventus che sarà la prossima avversaria domenica sera, l’indiscrezione che fa subito il giro dell’Olimpico e della Capitale, rimbalzando ovviamente negli Usa: la Roma è in vendita. E’ il sito Dagospia a mettere in rete quella che sembra un’inaspettata uscita di scena della proprietà statunitense. Poche righe per spiegare, da Boston, che Dagospia ha ricevuto i primi segnali di un disimpegno di Pallotta & soci che, senza usare il condizionale, «hanno dato incarico a un loro rappresentante di vendere la squadra giallorossa». Elencati, nel breve articolo, pure i motivi che spingerebbero il presidente giallorosso a farsi da parte. Tecnici ed economici: 1) il periodo nero della squadra; 2) l’impossibilità di guidare una società calcistica decisamente caotica da oltreoceano; 3) il progetto del nuovo stadio a Tor di Valle arenatosi nei cunicoli del Comune di Roma; 4) la difficoltà a fare business. Il 4 ̊ motivo sembra essere quello che più può pesare nell’eventuale decisione di cedere il club giallorosso. Si legge su Dagospia: “lo sport-impresa, come in Gran Bretagna Germania e Stati Uniti, in Italia non funziona. Meglio, dunque, vendere. Anche perché è appena stato chiamato un nuovo tecnico per migliorare la classifica“. Dagospia insiste: “il cambio di guardia sulla panchina – fuori Garcia, dentro Spalletti – è solo un tentativo di dare una ripitturata a una squadra messa sul mercato“. Pallotta, quando ha saputo dei rumors che ieri hanno creato un po’ di disorientamento tra i dipendenti di Trigoria, si è messo a ridere. E ha subito negato la sua possibile uscita di scena anticipata: «Le voci di un mia vendita della Roma sono ridicole! Mai e poi mai ho pensato all’idea di vendere. Non ho mai avuto colloqui con nessuno». Già il dg Baldissoni, prima dell’inizio della gara contro il Verona, era intervenuto per sminuire l’indiscrezione di Dagospia, garantendo che il ribaltone è da escludere: «Io non sono il proprietario e non sono tenuto a saperlo ma dagli incontri che facciamo direi che è poco credibile, perché con Pallotta continuiamo a parlare di progetti da qui a 20 anni».

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti