La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Se non è la settimana decisiva, ci si avvicina. Perché domani tornano dal summit di Boston i dirigenti della Roma e perché entro la fine del weekend il Sassuolo vuole che la situazione di Eusebio Di Francesco prenda una piega definitiva. Ieri, però, James Pallotta ha spiegato perché finora la Roma non ha pagato la clausola di 3 milioni al Sassuolo. «Stiamo parlando con un paio di tecnici, c’è stata qualche problema – ha detto a Sirius XM, radio Usa – Ma entro una settimana pensiamo di dare l’annuncio». Di Francesco, dunque, non corre da solo. Con lui papabili: in pole Emery e Paulo Sousa, poi Blanc e Tuchel.
L’ALLENATORE, IL D.S – Ecco che le ansie di Di Francesco erano giuste, la Roma sta temporeggiando per studiare una soluzione più affidabile. «Un tecnico vincente», aveva detto il d.s. Monchi. Intanto, ieri Pallotta ha salutato Spalletti: «Un uomo molto complicato, ma anche un genio, un tipo creativo. Non l’ho mai criticato, perché mi ha salvato il culo (testuale, ndr) nella scorsa stagione e quest’anno. Ma sapevamo da un po’ che se ne sarebbe andato». Tranne negarlo quando la stampa lo aveva anticipato da tempo. Del resto, Pallotta fa spesso così. Nega e poi ammette molto più in là. Come i contatti con Monchi: «La prima volta l’ho incontrato 9 mesi fa a Londra, ci siamo piaciuti subito. Siamo fortunati che ci abbia scelto: aveva offerte più ricche, crede nel progetto».
LA JUVE E I GIOVANI – Progetto che dovrà avvicinare la Roma alla Juve, tramite però i giovani: «La Juve più di noi ha una tradizione e una proprietà consolidata. A centrocampo hanno grandi giocatori, ma anche noi. Sono più forti in attacco, ma in difesa la differenza è che stanno insieme da tanto tempo. Sono come i Boston Celtics o i Golden State Warriors: si conoscono e ogni anno ne inseriscono uno o due. È quello che dovremo fare anche noi, senza tante compravendite». Chiaro il riferimento a Walter Sabatini, con cui non si è lasciato bene. E poi, appunto, la sfida dei giovani: «Le nostre squadre sono tutte nei playoff e in America, con le 11 accademie, siamo i migliori. Troveremo qui quelli da mandare a Roma. E i nostri giovani migliori andranno nella prima squadra, non più altrove».
TOTTI BRANDIZZATO – Intanto in settimana la Roma dovrà vedersi anche con Totti per capire quale sarà eventualmente il ruolo dell’ex capitano: direttore tecnico o vice di Monchi? Pallotta ha un’altra idea: «Fossi in lui ora me ne andrei al mare. Poi, vista la sua grande reputazione, cercherei di trarne il massimo vantaggio. Può essere un ottimo ambasciatore dei nostri brand e fare un sacco di soldi con i suoi sponsor in giro per il mondo». Non è proprio quello che si aspettava Totti.
IL MERCATO – Infine le cessioni. Ad iniziare da Salah, a un passo dal Liverpool per 40 milioni: «Vedremo cosa fare, ci chiedono molti giocatori. Per migliorare ci servono 4-5 rinforzi di peso. In questa stagione ci hanno penalizzati gli infortuni, quello di Florenzi è valso 4 punti. E poi non avevamo profondità in attacco: Dzeko ha fatto 39 gol, ma se si fosse infortunato non so dove saremmo finiti». Già, peccato solo che un’alternativa a gennaio non l’ha voluta proprio Spalletti. Quel «genio che gli ha salvato il culo».