Pagine Romaniste (E.Bandini) – Come Superman anche la Roma di Eusebio Di Francesco ha la sua kryptonite. La più grande debolezza dei capitolini è un mix tra guai muscolari e legni colpiti con un pizzico della solita dea bendata, quasi mai a favore dei colori giallorossi. La Roma esce dal k.o. di ieri sera contro il Napoli con delle certezze: quest’anno per vincere gli scontri diretti bisogna essere fortunati o quanto meno avere gli episodi chiavi dei match a favore. Perché la squadra, dopo i problemi di inizio stagione, sta iniziando a seguire quelle che sono le indicazioni del mister e partita dopo partita il livello del gioco cresce. Anche se va sottolineato che il primo tempo di ieri è stato sicuramente un passo indietro rispetto alla convincente prestazione di San Siro di due settimane fa. I giocatori, dopo la ramanzina dell’intervallo nello spogliatoio, hanno reagito tenendo botta ai partenopei sia sotto l’aspetto fisico che su quello mentale. La squadra finalmente sembra essere cresciuta anche di testa. Purtroppo tutto questo non è bastato perché la Τύχη (nella mitologia greca era la personificazione della fortuna, ndr) non ha bussato alla porta di Trigoria.
Direttamente da Krypton l’arma letale della Roma ha attraversato l’universo per arrivare fino all’Olimpico: i giallorossi sono stati fermati ancora una volta dai pali o dalle traverse. Prima sul colpo di testa a botta sicura di Federico Fazio, deviato anche da un Pepe Reina con le sembianze di Lex Luthor, e poi sulla zuccata di uno stremato Edin Dzeko. Con quelli della buia serata di ieri sono già 9 i legni colpiti in campionato. Aspettando il recupero con la Sampdoria (possibile tra dicembre e gennaio) e le altre gare di questa giornata, nessuna squadra di Serie A è stata fermata dai pali quanto la Roma. Nell’altro big match perso in casa contro l’Inter furono Aleksandar Kolarov, Radja Nainggolan e Diego Perotti a non trovare la gioia del gol. L’argentino è rimasto fermo al palo anche contro l’Udinese, mentre Dzeko si è fatto dire di no dai montanti due volte contro il Benevento al Ciro Vigorito. Infine tra i giallorossi sotto l’effetto mortifero della kryptonite vi è anche il neo-acquisto Cengiz Under. Il turchetto contro l’Hellas Verona per pochi centimetri non ha trovato il suo primo gol in maglia giallorossa ed è tornato a casa con un inutile +3 a tedesca, peccato però che collezionare paletti non ti faccia iscrivere alla classifica dei marcatori.
La sfortuna però in casa Roma non si ferma qui: Di Francesco contro il maestro Sarri ha perso a gioco in corso Kostas Manolas. Il guerriero greco ha alzato bandiera bianca al 14′ del secondo tempo per un problema all’adduttore della gamba sinistra dopo uno contrasto con Lorenzo Insigne. Con il forfait del numero 44 salgono a quota 13 gli infortuni muscolari stagionali della Roma. L’infermeria in questi primi mesi dell’era Difra purtroppo è sempre stata piena: dai vari Bruno Peres, Nura, Moreno, passando per El Shaarawy, Pellegrini, Perotti, Defrel, Strootman, fino ad arrivare ai fragili Schick e Karsdorp. Ennesimo record negativo per i capitolini che ieri sera si sono scontrati invece con la squadra meno colpita dagli infortuni. Ad eccezion fatta per lo sfortunatissimo Arkadiusz Milik, i partenopei vantano un eccellente rapporto con gli stop dei propri giocatori: ad esempio il bionico José Maria Callejon da quando è arrivato dal Real Madrid ha saltato soltanto una partita a causa di un attacco febbrile o Dries Mertens che in carriera è stato fermo ai box soltanto in 14 partite.
Probabilmente le strategie di Aurelio De Laurentiis e Maurizio Sarri quest’anno stanno finalmente portando i frutti sperati: niente tournée in giro per il mondo e solida preparazione atletica per 20 giorni a Dimaro ai piedi delle Dolomiti di Brenta. I dirigenti della Roma invece hanno optato esattamente per un’estate opposta a quella degli azzurri divisa tra Pinzolo, Stati Uniti e qualche giorno in Spagna. Non si vuol di certo addossare tutta la colpa ad una preparazione atletica sbagliata e confusionaria ma il viaggiare e cambiare spesso sede del ritiro sicuramente ad ora non è stato un punto a favore dei giallorossi, anzi chiedere al povero Di Francesco. Il tecnico abruzzese adesso non ha il tempo per lamentarsi, ma dovrà essere bravo nel gestire questa situazione delicata e trovare una cura alla kryptonite che in questo momento è in pianta stabile dentro Trigoria. Perché alla fine siamo soltanto all’inizio della stagione e la Roma, come Superman, deve ancora mostrare i muscoli per superare gli ostacoli della galassia.