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Roma-Fiorentina Coppa Italia: i convocati di Delio Rossi

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Il tecnico della Fiorentina, Delio Rossi, ha diramato la lista dei 21 giocatori, convocati per la sfida di Coppa Italia, in programma mercoledì 11 gennaio all’Olimpico, contro la Roma di Luis Enrique. Questi i nomi dei calciatori pubblicati sul sito ufficiale della società viola, violachannel.tv:

BEHRAMI, BORUC, CAMPORESE, CASSANI, CERCI, DE SILVESTRI, GAMBERINI, JOVETIC, LAZZARI, LJAJIC, MONTOLIVO, MUNARI, NASTASIC, NATALI, NETO, PASQUAL, PAZZAGLI, ROMULO,ROZZIO, SALIFU, VARGAS.

Allenamenti Roma – Squadra in campo per la rifinitura. Assente Cassetti, Totti e De Rossi in gruppo

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Seduta di rifinitura per la Roma, alla vigilia della sfida di Coppa Italia contro la Fiorentina. Luis Enrique non potrà contare sugli infortunati Burdisso, Osvaldo e Cassetti. Da verificare le condizioni di Rosi. Presenti, fuori dai cancelli del Fulvio Bernardini, una decina di tifosi.

14.10 – La squadra scende sul campo B per iniziare la rifinitura. Assente Cassetti, oltre a Pizarro, volato in Cile, e agli infortunati di lungo corso Osvaldo e Burdisso.

14.15 – Inizia il riscaldamento atletico con esercizi di stretching. Intanto i portieri Curci, Lobont e Stekelenburg si allenano a parte sul campo C con il preparatore Nanni.

14.25 – Il gruppo, diviso in due, si dedica al classico torello.

14.35 – Luis Enrique ha distribuito i fratini per il lavoro sulla circolazione palla con due squadre. Ecco gli schieramenti:
BIANCHI: Rosi, Juan, Heinze, José Angel, Gago, Simplicio, Greco, Lamela, Totti, Borini.
ROSSI: Cicinho, Kjaer, Heinze, Taddei, De Rossi, Viviani, Perrotta, Bojan, Pjanic.

14.55 – La squadra prosegue il lavoro con un’esercitazione tecnico-tattica. Nel circuito predisposto dallo staff tecnico, i calciatori provano schemi col pallone.

15.05 – Dopo palleggi e tiri in porta, i giocatori rientrano negli spogliatoi. In campo sono rimasti i soli Taddei e Lamela che si divertono nelle acrobazie di tecnica individuale con la sfera.

FINE

Coppa Italia: Roma-Fiorentina (mercoledì 11 gennaio, ore 20.45, Stadio Olimpico).
Indisponibili: Cassetti, Burdisso, Pizarro, Osvaldo.
Squalificati: /
Diffidati: /
In dubbio: Rosi.
Probabile formazione (4-3-3): Stekelenburg; Taddei, Kjaer, Heinze, Josè Angel; Greco, Gago, Simplicio; Bojan, Lamela, Totti.

Ag. Amauri: “Marotta è stato chiaro: non andrà alla Roma”

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Dopo l’infortunio di Osvaldo, la Roma continua a valutare la possibilità di poter prendere un attaccante. Tra i nomi che circolano c’è anche quello di Amauri. L’agente del giocatore, Giampiero Pocetta, al sito notiziariosportivo.com ribadisce la posizione del giocatore. “La Roma? Tutti dimenticano che il cartellino di Amauri è di proprietà della Juventus e che sono i bianconeri a decidere. Se Marotta ha dichiarato che Amauri non approderà ai giallorossi non posso sicuramente smentirlo”.

Conferenza stampa Luis Enrique: “La Coppa Italia è stimolante. Pallotta? Vuole fare bene alla Roma”

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Dal Fulvio Bernardini di Trigoria la conferenza stampa integrale del tecnico della Roma Luis Enrique, alla vigilia della sfida degli ottavi di finale di Coppa Italia contro la Fiorentina (stadio Olimpico, ore 20.45).

Che scelte farà per la Coppa Italia?
“Non cambierà niente per la mentalità . La competizione non disturba, è stimolante. Dopo l’allenamento di oggi vedremo lo stato dei calciatori. Vogliamo vincere questa partita. Per noi è stimolante”.
Cosa pensa del gesto di Pallotta di tuffarsi in piscina vestito?
“E’ importante sentire dalla sua voce cosa vuole e pensa sulla Roma. Ieri c’è stata una riunione con tutti i dipendenti della società. Hanno spiegato cosa si può fare nella Roma. E’ importante sapere la strada in cui camminiamo. Il gesto finale è simpatico. Rispecchia la sua personalità. Un uomo aperto al mondo che vuole fare bene qui a Roma”.
Si aspettava un Pjanic subito decisivo?
“Sì, me lo aspettavo. Sapevo della sua grande qualità. E’ normale che ci siano giocatori con più peso specifico. Speriamo che siano tanti. Lui può essere un bell’esempio di quello che vogliamo. Anche il piano difensivo è  importante. Ci sono molti giocatori che fanno un lavoro che non si vede in difesa ma questo è altrettanto importante”.
Hai idea di cambiare portiere in Coppa Italia? Come sta Bojan?
“Domani vedremo. Quello del portiere è un ruolo diverso. Si può avere una rosa con venti calciatori tutti utili. Quello della porta non so se è lo stesso. Lo so ma non lo dico. Per Bojan voglio vederlo oggi. Domani farò le scelte migliori per vincere la partita. Una volta che ti metti la maglia della Roma devi giocare al cento per cento”.
E’ una Roma da podio in campionato?
“Non lo so. Noi dipendiamo dai risultati. Mi piace vedere quello che vedo. Mi è piaciuta la squadra anche a Firenze. Mi era piaciuto l’atteggiamento. Vogliamo vincere in modo bello. La classifica la vedremo”.
Kjaer e Borini sono pronti?
“Kjaer è pronto, si sta allenando in maniera incredibile. Borini mi piace molto ma sono preoccupato per una ricaduta. Potrebbe anche giocare. Vedremo domani”.
La Roma può ambire alla Coppa Italia?
“Perché no. Il calendario non è facile. Adesso mi preoccupa questa partita. Siamo nella competizione e quindi di può vincere”.
Avere in campo molti romani è importante?
“E’ sempre importante sapere la storia della società e quello che stai rappresentando. Con il calcio moderno è quasi impossibile. C’è la possibilità di lavorare con giocatori di casa. Quando c’è qualità si può fare. A tutti piace vedere come gioca la squadra. Alla fine quello che vogliono è vedere la squadra ad alti livelli. Avere giocatori di qualità che hanno un livello ottimo”.
La Roma giocherà con la Fiorentina ricordando la sfida di campionato?
“Sì. È un ricordo amaro. Credo che possa essere una motivazione extra. E’ un riferimento chiarissimo. Aver giocato con un uomo in meno dall’inizio. La Fiorentina è una squadra che adesso sta ottenendo migliori risultati. Hanno Montolivo, Jovetic e Vargas, giocatori di qualità. Non sarà facile, ma siamo fiduciosi”.

FINE

Corriere dello Sport – Rinascita Roma grazie alla difesa

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La Roma ha sistemato le statistiche. Nel calcio i numeri non sono sentenze, ma aiutano a capire i cambiamenti di una squadra. Nel caso della Roma, c’è stato un progresso evidente che ha influenzato in senso positivo i risultati dell’ultimo mese (…) Colpisce, oltre alla qualità del gioco e alla brillantezza atletica, la solidità difensiva che la squadra ha acquistato nelle ultime partite. La Roma non prende gol da 189 minuti, due partite e un pezzetto di Napoli, nonostante un calcio propositivo che pensa sempre ad aggredire gli avversari. I dati di Roma-Chievo, in cui Stekelenburg è stato graziato da Moscardelli ma per il resto non ha dovuto quasi mai impegnarsi, sono da…Barcellona: 72% di possesso palla nella metà campo avversaria (la cosiddetta supremazia territoriale), soltanto un debolissimo tiro concesso nello specchio della porta. Sicuramente è vero che tenendo palla con profitto si rischia meno, e quindi che la miglior difesa è l’attacco, ma è altrettanto vero che il rendimento difensivo dei giocatori della Roma è molto migliorato.(…) Da Roma-Juventus è nata una Roma che cammina alla velocità della Juventus. «I giocatori hanno compreso che si attacca in undici e si difende in undici, ora comincio a vedere la squadra che voglio io» ha spiegato Luis Enrique alla fine della splendida performance di Bologna, esempio migliore di qualità ed equilibrio applicate a una vittoria.

Il sacrificio delle punte e il concetto di squadra – La svolta è nella testa, perché parte tutto da lì. (…) Nella Roma che funziona, funzionano tutti. Da Totti, che non correva a questi ritmi dagli anni di Zeman, a Lamela, che contribuisce sempre alla copertura di una fascia, a Osvaldo, che rientra costantemente e spende centinaia di calorie in ogni partita (è uno di quelli che sui calci d’angolo in difesa colpiscono più frequentemente la palla di testa). Naturalmente, poi, ci sono gli aggiustamenti tattici, senza i quali l’atteggiamento non sarebbe sufficiente a conquistare risultati: gli esterni che tornano terzini, una maggiore densità a centrocampo, un esercizio più frequente nei calci piazzati. Con il Chievo, poi, ecco un’altra novità. Bojan centravanti, come sostituto sui generis di Osvaldo; Lamela a girargli attorno, come un fantasista per ogni occasione; Totti arretrato sulla linea di Pjanic e Simplicio. «L’interpretazione dei giocatori è fondamentale, non lo schema di gioco» ha spiegato Luis Enrique domenica pomeriggio, attribuendo alla squadra i meriti dell’evoluzione. Concetto generoso ma falso: senza la sua capacità di comprendere gli errori delle prime settimane, la nuova Roma non si sarebbe mai vista

Stekelenburg è tornato a essere Stekelenburg – Ai portieri serve un po’ di fortuna e Stekelenburg nei primi mesi di Roma non ne ha avuta. In allenamento, a sentire i suoi stessi compagni, scattava come una molla e parava tutto. In partita, perdeva l’orientamento e concedeva gol abbastanza banali. A peggiorare le cose, poi, è arrivata la pedata di Lucio in Inter-Roma, che lo ha costretto a interrompere il processo di adattamento al nuovo mondo. Appena la ruota ha cominciato a girare, Stekelenburg è diventato una certezza per Luis Enrique. La correzione sul sinistro di Estigarribia contro la Juve, il palo di Lavezzi a Napoli, la deviazione su Diamanti a Bologna, dimostrano che a volte la vita è legata al millimetro. Ma sarebbe ingiusto e limitativo parlare solo di destino. Stekelenburg ha messo molto di suo nella crescita che lo ha riportato ai livelli della stagione 2009-10, chiusa con la finale mondiale giocata con l’Olanda. Ha imparato a comunicare con i compagni della difesa, grazie all’applicazione nello studio della lingua italiana. Ha preso confidenza con gli schemi di Luis Enrique, che richiedono un’attenzione quasi maniacale. Si è allenato sempre di più in tutte le specialità; uscite, parate, rilanci. Guardate adesso come calcia il pallone: per precisione sembra un trequartista, non un portiere. E dentro alla porta è padrone di ogni situazione, trasmettendo tranquillità con quell’aria da gigante gelido.
La Roma ha imparato a fidarsi di lui. Che come prometteva Sabatini in estate, «risolverà i problemi della squadra per molti anni». Sono attese conferme, perché gli esami non finiscono mai. Però nessuno più mostra segni di pentimento per averlo pagato – bonus inclusi – quasi otto milioni all’Ajax. Ed è già tanto

L’invenzione Taddei, Juan riscoperto e la fiducia a Rosi – La mossa Taddei, il recupero di Juan, la centralità di Heinze, la scoperta di Rosi. Nell’emergenza, creata dal crac di Burdisso e dai problemi muscolari di Kjaer, senza contare i misteri di Cicinho, Luis Enrique ha trovato un quartetto di difensori di buona affidabilità.
Soprattutto con i brasiliani, non è stato un lavoro facile. L’allenatore ha dovuto convincere Taddei a fare l’esterno a tutta fascia e Juan ad aspettare di ritrovare la migliore condizione prima di essere rimesso in pista. Nessuno dei due inizialmente era contento delle indicazioni che arrivavano dall’alto (…). Alla fine i risultati della Roma e la bravura dei giocatori premiano la gestione di Luis Enrique. Che nei fatti ha dimostrato di non negare a nessuno una possibilità. E se il corridore fatto in casa, Rosi, è stato valorizzato con il concorso del nuovo preparatore Chinnici, che ne ha migliorato dieta e condizioni fisiche, Heinze è stato fondamentale nella crescita del gruppo. Non solo per le partite di discreto livello che ha giocato, ma anche per il ruolo di guida all’interno dello spogliatoio che tutti i compagni (specie gli argentini) ormai gli riconoscono. Il prossimo obiettivo di Luis Enrique sarà rivitalizzare Josè Angel, asturiano come lui, acquistato perché c’era lui. Contro il Chievo il giovane Cote ha mostrato di essere in ripresa, piano piano riprenderà confidenza e raggiungerà il rendimento degli altri.
Corriere dello Sport – Roberto Maida

Il Tempo – Al centro c’è sempre Totti

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L’ennesima rinascita è completa. Adesso ci sono anche i gol a certificare il ritorno di Totti al centro dell’universo romanista. Non gli era mai capitato di metterci così tanto: 231 giorni di astinenza interrotti con due rigori segnati al Chievo. Un inizio di 2012 da favola ma il «più» era stato fatto alla fine dell’anno passato. Da Firenze in poi, «il momento della svolta» secondo il capitano, qualcosa è cambiato. È Totti il simbolo dell’inversione di rotta della Roma: numeri, parole e comportamenti stanno lì a testimoniarlo. Con lui in campo i giallorossi hanno raccolto 21 dei 27 punti totali in campionato, di cui 10 nelle ultime quattro partite coincise proprio con il suo rientro in campo dopo il noioso infortunio muscolare.

Domani un’altra occasione in coppa Italia: dopo l’assenza per squalifica l’anno scorso, con la Fiorentina vuole esserci. «Il fatto che mi sia sbloccato è importante per me e anche per la Roma» ha ripetuto ieri il capitano, tornato a giocare in un ruolo che credeva non gli appartenesse più. Invece gli calza ancora a pennello, anche se di volta in volta cambiano i compiti e gli spazi da occupare. Contro la Juventus e il Napoli è stato spesso il riferimento più avanzato dell’attacco, l’altro ieri ha giocato quasi da centrocampista. Luis Enrique lo ha convinto e stregato, lasciandogli la necessaria libertà di interpretare il ruolo come meglio crede. Eloquenti le parole di Totti nei suoi confronti: dopo il crollo in casa della Fiorentina ha deciso di dare una mano all’allenatore, non solo in campo. Il rapporto tra i due è finalmente decollato. «Ma – precisa il capitano – il feeling c’è sempre stato: mancavano solo i risultati, bastava aspettare». Baldini, tutto sommato, ha ottenuto il suo scopo – avere il massimo da Totti giocatore – ma non si è potuto esimere dalle scuse pubbliche per quell’intervista estiva dagli effetti deflagranti.

Dopo l’abbraccio dell’Olimpico, ieri è stata la giornata dei vecchi amici in un contesto inedito per Totti: il rituale incontro a Fiumicino tra capitani, allenatori, dirigenti e arbitri al quale non aveva mai partecipato. Un caffè con Montella, «però lo paghi te Vincé, non lo facevi mai», prossimo avversario sabato nella partita di Catania, i saluti agli altri ex compagni della cavalcata tricolore del 2001, Tommasi, Amelia e Lupatelli, l’abbraccio con Buffon che lo ha prolungato la sua sofferenza con quel rigore parato in Roma-Juve, i buffetti affettuosi di Ranieri. «A Milano stai meglio eh? Lì è tutta un’altra cosa», ha scherzato Totti con il vecchio allenatore che ha fatto i complimenti a Luis Enrique, presente insieme a Baldini e Fenucci. Il numero 10 giallorosso ha rivolto i suoi pensieri a De Rossi. «Da quello che so Daniele vuole restare. È un grande tifoso». E due: dopo l’allenatore spagnolo, un altro parere illustre da Trigoria conferma l’ottimismo sul rinnovo del centrocampista. La Roma dei giovani, presa per mano da Totti e De Rossi: questo, in fondo, era l’obiettivo sin dall’inizio della nuova società. Potevano solo spiegarlo un po’ meglio.
Il Tempo – Alessandro Austini

Corriere della Sera – Pallotta, tuffo in piscina «Roma non aver paura»

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«Vogliamo una Roma che non abbia paura di niente». Questo ritornello, nei primi mesi di gestione americana della società giallorossa, è stato una vera e propria linea guida ed è finito sulla bocca di tutti i dirigenti romanisti, soprattutto per dare alla squadra quella convinzione che mancava in passato. La Roma vista negli ultimi tempi sembra rispecchiare in pieno le idee della nuova proprietà e James Pallotta si è potuto rendere conto di persona — domenica pomeriggio, nel suo esordio all’Olimpico con la vittoria contro il Chievo — dei miglioramenti che ci sono stati sotto questo punto di vista.  Nessuno, però, poteva immaginare che ieri James Pallotta volesse dare personalmente una dimostrazione di quello che intendeva. Alla fine di un incontro che ha voluto fare con i dipendenti di Trigoria — c’erano tutti nella sala ristorante, dai giocatori allo staff tecnico, dagli addetti alla sicurezza ai magazzinieri — per spiegare insieme a Mark Pannes nei minimi dettagli il progetto della proprietà, l’imprenditore americano ha stupito tutti con un tuffo nella piscina scoperta di Trigoria.

Un vero e proprio «colpo di testa», visto che la temperatura ieri era di poco superiore allo zero, con tutti i vestiti ancora indosso, davanti alla squadra che è rimasta profondamente colpita dal gesto, per dimostrare che «questa Roma non si deve fare intimorire da niente e da nessuno». Pallotta — che ha rilasciato un’intervista a Roma Channel che andrà in onda questa sera alle 19.30 — si è fermato a parlare a lungo con Daniele De Rossi. Segnale, questo, che lascia ben sperare per il futuro del centrocampista, che ha dichiarato di «avere le idee chiare» ma non ha ancora dato una risposta definitiva all’offerta della Roma: 6 milioni di euro netti a stagione, per cinque anni.  Del contratto di Daniele ieri ha parlato anche Francesco Totti, intervenuto all’Hotel Hilton di Fiumicino al raduno di allenatori, arbitri, dirigenti e capitani della Serie A, organizzato dalla Figc. Con il capitano giallorosso c’erano anche il d.g Franco Baldini, l’a.d. Claudio Fenucci e l’allenatore Luis Enrique. «Da quello che so — sono state le parole del capitano — Daniele vuole restare alla Roma perché è un grande tifoso di questa squadra, ma la decisione spetta a lui».

I due gol contro il Chievo sono stati i primi di una stagione che, da oggi in poi, può essere solo in discesa per il capitano, giunto a 209 gol in serie A, 264 totali con la Roma. «Essermi sbloccato è importante per me e per la squadra. Con Luis Enrique c’è sempre stato feeling, mancavano solo i risultati». Ora che sono arrivati anche quelli — la vittoria contro il Chievo è stata la terza consecutiva e non succedeva da un anno esatto — si può guardare con maggiore serenità al futuro. D’altronde, con un proprietario che in pieno inverno si tuffa in piscina, tutto può succedere.
Corriere della Sera – Gianluca Piacentini

Corriere dello Sport – Montella: “Nessuna rivalsa, solo la stessa voglia di vincere”

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La sconfitta con il Bologna ancora brucia. Vincenzo Montella candidamente lo ammette ma non può far finta che questa settimana sia uguale alle altre. «No, contro la Roma sarà una partita diversa, speciale. Anche se ora continuo a pensare alla sconfitta con il Bologna. Ora torno a Catania ed entreremo subito in clima».

(…)  Francesco Totti lo segue a Fiumicino per un caffé («Se paga Vincenzo annamo», testuale), gli abbracci con Elena Turra e con Franco Baldini, che è stato dirigente del Montella giocatore.

Montella ha respirato giallorosso, tra vecchi amici che sabato sera saranno tutti avversari da battere. La Roma da avversaria?
«Nessuna se vi riferite a sentimenti di rivalsa. Se invece parliamo della voglia di vincere da parte mia c’è tutta. Fa parte di me, io sono competitivo anche dentro casa».

E pensare che c’è una partita spartiacque nella storia delle sfide tra Roma e Catania: quel 7-0 con Montella in campo…
«Segnai pure in quella partita, ma vi posso assicurare che non mi feci troppe domande».

Ma i tifosi del Catania le hanno fatto qualche richiesta particolare, ripensando a quel 7-0?
«Sinceramente no, ma (sorride, n.d.i.) è anche vero che a Catania non sono ancora tornato… Quello che posso garantire è che per noi la voglia di vincere sarà la stessa».

Da esperto di vicende romane, che farà De Rossi?
«Domanda scomoda, difficile. Voi sapete come me quanto Daniele sia innamorato della Roma e ne sia soprattutto tifoso. Altro non voglio e non posso aggiungere».

Preoccupato dal fatto che Francesco Totti si sia rimesso a segnare?
«Sapete cosa penso? Che è meglio così. Avevo il timore che si potesse sbloccare proprio contro di noi, invece è già successo».

Montella e Catania, sembra proprio scoppiato un idillio. E’ davvero così?
«Io a Catania sto molto bene e ho trovato un ambiente ideale».

Parliamo un attimo di mercato: che ne sarà di Maxi Lopez?
«So che c’è una trattativa in corso, non so di più. Di queste cose dovete parlare con la società».

Beh, quelle lacrime però sembravano lacrime di addio, non congiuntivite…
«Non so (sorride ancora, n.d.i.) , anche io oggi ho gli occhiali scuri perché mio figlio mi ha graffiato con un foglio…».

Sorpreso dal campionato della Juventus?
«Sinceramente no, non sono per niente sorpreso. La Juventus ha un allenatore di tempra che trasmette grinta alla sua squadra».
Corriere dello Sport – Fabio Massimo Splendore

Francia, Cantona si candida all’Eliseo

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L’ex stella del Manchester United, Eric Cantona, ha annunciato di volersi candidare alle elezioni presidenziali in Francia che si terranno nella prossima primavera. Cantona, dopo l’addio al calcio nel 1997, aveva intrapreso una carriera da attore, mostrandosi però sempre attento alle tematiche sociali. Oggi, con una lettera al sito del quotidiano Liberation, annuncia la sua sfida a l’attuale presidente Nicolas Sarkozy e al socialista Francois Hollande.

Il Tempo – Con la Fiorentina senza De Rossi e Juan

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Il «TotoLuisito» scopre la Coppa Italia. Domani c’è la Fiorentina (arbitra De Marco) e un po’ di turnover non mancherà. Molto probabile un turno di riposo per l’affaticato De Rossi e Juan.

Possibili il rientro in difesa di Rosi e Kjaer, a centrocampo di Gago dal primo minuto e in avanti una chance per Caprari. Stavolta ci sarà anche il dubbio in porta: Luis Enrique sta ancora studiando se dare una chance a uno tra Lobont e Curci o affidarsi a Stekelenburg. Ieri, sotto gli occhi di Baldini, Pallotta, Pannes e Zecca, seduta defaticante per i reduci di Roma-Chievo, standard per tutti gli altri.
Il Tempo – Matteo De Santis

Gazzetta dello Sport – La partita di Lucho: dal rischio crisi alla consacrazione

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«Una profonda ingiustizia». Quel 3-0 dello scorso 4 dicembre proprio non gli è andato giù. E dopo la vittoria di domenica contro il Chievo, Luis Enrique non ha fatto neanche nulla per nasconderlo. «È una partita che voglio vincere in ogni modo», si è fatto sfuggire nell’impeto il tecnico della Roma. Per poi chiarire subito: «Bueno, voglio vincere nel modo migliore, è chiaro». Del resto, che quella sconfitta bruci ancora come sale sulle ferite è cosa certa. Basti pensare che proprio Firenze è stato il punto più basso della gestione del tecnico asturiano, che mai come dopo quella sconfitta si è sentito (e forse è anche stato) in discussione.

Metamorfosi
Da quel 3-0 alla sfida di domani sera in Coppa Italia è cambiato però un mondo intero. Quello giallorosso, che dalle mille polemiche e dall’ambiente infiammato è passato agli applausi e all’entusiasmo dei dieci punti raccolti tra Juventus, Napoli, Bologna e Chievo. E la foto più emblematica della metamorfosi è proprio quella di Luis Enrique, passato di colpo dal tecnico «sbandato» alla ricerca del filo della matassa all’allenatore capace di «insegnare» un nuovo calcio. Ma da Firenze a Roma è cambiato anche molto altro. A cominciare, ad esempio, dalla considerazione di Juan, che al «Franchi» provocò in apertura il rigore dell’1-0 con quel fallo su Jovetic e che oggi, invece, è tornato ad essere considerata una pedina insostituibile. «Il mio problema era solo una questione di allenamento, di forma», ha detto il difensore brasiliano. Sta di fatto che oggi anche quelli che avevano invocato a voce grossa la sua immediata cessione, hanno dovuto fare dei passi indietro. E qualcuno anche molti.

In attacco
Firenze resta forse il punto più basso anche dell’avventura giallorossa di Bojan, espulso per il fallo di mano da cui è scaturito il rigore del 3-0 viola. La reazione dello spagnolo, istintiva e rabbiosa, è stata quella di gettare a terra la maglia, gesto che parte della tifoseria ha condannato fermamente. Bojan se ne è subito scusato, ma probabilmente domani ci terrà ancora di più a fare bella figura anche per questo, per esorcizzare definitivamente quella pagina amara. «Grande capitano», ha scritto su Twitter lo spagnolo subito dopo la vittoria con il Chievo. Già, perché a Firenze mancava anche Totti. Da quando è rientrato lui (con la Juve), la squadra «va che è una meraviglia», come ha chiosato Daniele De Rossi. Ed allora, la Fiorentina è avvertita. In ballo c’è una Coppa Italia, ma anche quella «profonda ingiustizia».
Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese

Gazzetta dello Sport – Parola di Totti: “De Rossi vuole restare alla Roma”

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Di gioie ne ha vissute tante, molto più grandi. Ma tornare al gol dopo 231 giorni di digiuno per Francesco Totti è stata una liberazione. Che ieri ha festeggiato in famiglia, con Ilary e i bambini, dopo aver partecipato agli impegni istituzionali (la riunione di Fiumicino, dove ha scherzato a lungo con Claudio Ranieri, suo ex allenatore) e aver svolto a Trigoria una seduta defaticante. «Quanto è importante essermi sbloccato? Lo è per me e per la squadra», ha detto Francesco, che l’ultima partita che non ha giocato (per l’infortunio alla coscia destra) è quella di campionato del 4 dicembre contro la Fiorentina (k.o. per 3-0).

Feeling e rinnovo
Da allora, e con Totti in campo, la Roma ha ripreso a correre (dieci punti in 4 partite), quasi a volare. «La scintilla è scoccata proprio dopo Firenze», ha detto il capitano, forse pensando anche alla Coppa Italia. Già, perché domani all’Olimpico arriverà proprio quella Fiorentina che ha dato sonore spallate al futuro italiano di Luis Enrique. «Il feeling con il tecnico c’è sempre stato, bastava solo aspettare», ha detto Totti (che domani potrebbe giocare uno spezzone), toccando il primo argomento caldo dell’universo giallorosso. L’altro, quello che fa capo a De Rossi, Francesco l’ha affrontato così: «Il rinnovo di Daniele? Da quello che so io vuole restare, è un tifoso giallorosso. Anche se poi la scelta spetta solo a lui».

Il progetto Pallotta
Of course, direbbe James Pallotta, che oggi volerà a Londra, per poi tornare a casa sua, a Boston. La decisione spetta a De Rossi, con cui Pallotta (che ha assistito a bordo campo all’allenamento) si è fermato a parlare anche ieri. Del resto, il rinnovo di Daniele è il primo vero tassello per il programma che il tycoon americano ha in mente per la Roma. «Cosa vogliamo fare per migliorare la società?», ha chiesto a Baldini a Trigoria, dove Pallotta ha anche illustrato le linee guida del futuro. Il manager ha convocato tutta la famiglia giallorossa (dirigenti, giocatori, dipendenti, collaboratori e staff tecnico) e (insieme a Mark Pannes, uno dei due a.d.) in una mezz’ora ha espresso sogni e desideri. Insieme agli obiettivi: a breve termine (biglietteria e-ticketing, allenamenti aperti alla tifoseria, assestamento del marchio), medio termine (sviluppo del marchio stesso e successi nazionali) e lungo termine (costruzione dello stadio e ampliamento del prestigio internazionale, legato ai successi in Europa). «Pallotta lo conosco bene, mi sembra più passionale di DiBenedetto — dice l’ambasciatore americano David Thorne, che con Pallotta ha passato molto tempo — vuole fare della Roma un grande brand internazionale». Per riuscirci, si vuol partire da De Rossi. Il presidente federale Abete se lo augura («È importante che il campionato non perda un campione del genere, ho fiducia che resti alla Roma»). Pallotta lo ha lasciato detto, Totti lo ha ribadito.
Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini

Il Messaggero – Pallotta si butta vestito in piscina

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Un tuffo nella piscina scoperta di Trigoria. Ieri pomeriggio, intorno alle ore 16. Tutto vestito. E, ovviamente, incurante del freddo pungente e della temperatura gelida dell’acqua. James Pallotta, l’uomo forte della cordata statunitense, ha voluto lasciare il segno, e che segno, prima dell’odierna partenza per gli States, facendo restare a bocca aperta tutta la Roma. Una volta terminato di controllare da bordo campo l’allenamento della prima squadra, Pallotta, con il manager Mark Pannes sempre al suo fianco, ha fatto radunare nella grande sala-ristorante del Bernardini tutti i tesserati, i dipendenti e anche i collaboratori della società giallorossa. In totale oltre cento persone, ma c’è chi assicura quasi duecento. Con l’obiettivo, grazie alla traduzione simultanea di Franco Baldini, di spiegare i programmi futuri del suo gruppo, le linee guida e i progetti a breve e lungo termine della società, che saranno poi sviluppati dai dirigenti designati.

Pallotta, pantaloni scuri, camicia chiara, gilet e mocassini, cioè la stessa mise con la quale al freddo aveva seguito il lavoro di Luis Enrique, ha cominciato a parlare con il freno a mano tirato, poi pian piano ha alzato i ritmi facendo un discorso molto coinvolgente per tutti, giocatori e impiegati. Chi c’era, racconta di un Pallotta in stile ”Ogni maledetta domenica”, capito? «Roma unita», ecco il suo motto, «perchè le fortune di una squadra non dipendono soltanto dai giocatori, ma da tutti coloro che lavorano per la società. Tutti devono sentirsi coinvolti». Quindi, con tono solenne, ha annunciato che il suo programma prevede al primo punto l’impresa di far smettere di fumare Walter Sabatini, che era assente. (…) Poi, ha invitato tutti a uscire dalla sala (…) si è avvicinato alla piscina, si è piazzato sul bordo e, tra l’incredulità generale, si è tuffato. All’indietro, con bello stile. (…) Poi, come sulla avesse fatto, Pallotta dopo una manciata di secondi trascorsi in acqua è uscito dalla piscina con i vestiti fradici appiccicati al corpo, ha chiesto di farsi portare da un magazziniere un accappatoio e una tuta e, nell’attesa dei panni caldi, ha continuato tranquillamente a parlare alla platea. Ed è andato avanti per un’altra manciata di minuti, snocciolando idee e consigli. A seguire ha invitato tutti a rientrare nella sala per un brindisi e lì, raccontano, ha strappato applausi. Convinti. Con i giocatori impazziti per quel gesto del loro ”presidente”.
Pallotta oggi lascerà Roma, rientrerà negli States via Londra portandosi dietro il ricordo di un week end ricchissimo di emozioni, la maglia di De Rossi e una camicia ancora un po’ umida.
Il Messaggero – Mimmo Ferretti

Il Romanista – Dal Padova a Balotelli, 17 anni per una stella

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La stella più luminosa a caccia di un’altra stella, quella d’argento. Domani sera parte la corsa di Francesco Totti e della Roma alla decima Coppa Italia della storia giallorossa. Il Capitano ci arriva forte del gol ritrovato grazie alla doppietta di rigore di domenica contro il Chievo e ricomincia facendo un salto indietro di 20 mesi. Risale infatti al 5 maggio 2010 la sua ultima apparizione in una sfida di Coppa Italia. Un giorno non qualsiasi, ma uno di quelli, tanti a dire il vero, nei quali Francesco ha dovuto essere più forte di tutto e di tutti per sconfiggere le critiche nei suoi confronti. Ci è abituato, lo ha sempre fatto, prima e dopo quella data, ma in quella occasione il polverone alzato attorno al suo nome fu davvero esagerato. 5 maggio, si diceva, giorno della finale contro l’Inter, giorno in cui la Roma di Ranieri era ancora aggrappata ai residui sogni di rimonta scudetto. (…) A pochi minuti dal termine Totti si lascia andare ad un gesto di frustrazione. Un calcione a Balotelli e cartellino rosso. Apriti cielo… Non l’avesse mai fatto, contro di lui si scaglia tutta Italia. Perfino il presidente della Repubblica Napolitano viene tirato per la giacchetta sulla vicenda.

Francesco vacilla, ma non molla e torna ancora una volta, più forte di prima. Non in Coppa Italia, però. Quella non l’ha più potuta giocare, a causa delle 4 giornate di squalifica che gli vennero inflitte per quel gesto. Lo scorso anno la corsa della Roma nella competizione è durata giustappunto quattro partite. Ora Francesco può tornare a giocare nel torneo che in carriera gli ha regalato gioie e dolori. Le sconfitte, i gol vanificati dalle ingiustizie arbitrali, ma anche le vittorie, le coppe alzate al cielo. L’ultima volta che lo ha fatto è stato il 24 maggio del 2008, all’Olimpico, ricevuta dalle mani del presidente della Repubblica Napolitano.  Un anno prima, il 17 maggio 2007, Francesco aveva alzato la sua prima Coppa Italia, quella volta da capitano giocatore, da protagonista, sollevata al cielo di Milano dopo una finale di ritorno resa facile dal 6-2 dell’andata al quale aveva dato il via con la prima rete dopo un solo minuto di gioco. Domani Francesco ricomincia la corsa verso certe serate, verso certe emozioni. Come se fosse la prima volta. Ma prima volta non è. Di partite in Coppa Italia ne ha giocate 45 (con 17 gol). La prima nel lontanissimo 28 ottobre 1993 contro il Padova. Stava cominciando a brillare una stella che è ancora oggi la più luminosa. Una stella d’oro a caccia di quella d’argento.
Il Romanista – Daniele Giannini

Il Messaggero – “De Rossi deve restare”

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«So che Daniele vuole restare alla Roma. È un grande tifoso di questa squadra, ma la decisione spetta a lui». Francesco Totti più che da capitano giallorosso parla da amico di De Rossi. Anche da romano e da calciatore cresciuto a Trigoria proprio come il compagno che adesso ha il contratto in scadenza. Sono i due simboli della squadra di Luis Enrique, guarda caso i migliori in campo nella prima partita del nuovo anno, domenica pomeriggio contro il Chievo. (…)

Il giorno di Natale, cioè poco più di due settimane fa, Totti, intervistato da Panucci per Sky, spiegò come si sarebbe comportato lui al posto della società per risolvere la questione De Rossi: «Se fossi Baldini, prenderei Daniele da parte, lo metterei seduto davanti alla scrivania e gli direi: “O firmi o firmi”. Questo farei». Ieri, invece, il capitano è stato più delicato, nel senso che ha lasciato al compagno almeno la libertà di scegliere. Ma pure Francesco, come negli ultimi giorni ha fatto Luis Enrique, è sicuro che alla fine De Rossi resterà in giallorosso. «Perché lui vuole così: so bene che cosa sia la Roma per Daniele» la certezza dell’asturiano. Che si tiene strettissimo il suo campione: «Un progetto senza lui è un’ipotesi che non mi piace». Nel dibattito sul rinnovo del contratto di De Rossi quasi tutti sono d’accordo. Il cuore giallorosso può fare la differenza in una negoziazione, definita da Franco Baldini «una partita ancora aperta», da minimo 70 milioni di euro e, se prendiamo per buone le cifre che offre il City, quasi da 100.

A Fiumicino, ieri mattina, anche Vincenzo Montella, ex compagno ed ex allenatore del centrocampista (e prossimo avversario, sabato sera, da tecnico del Catania), ha sposato la tesi di Totti e di Luis Enrique. «Il futuro di Daniele? Lui è innamorato della Roma. Oltre non vado». Anche perché lui più di tutti conosce benissimo Sergio Berti, il manager di De Rossi. (…) «Dobbiamo trattenere i nostri campioni» l’appello del presidente federale Giancarlo Abete. Che difende il calcio italiano e al tempo stesso ragiona anche da sostenitore giallorosso. «C’è grande fiducia che De Rossi possa giocare ancora in Italia, naturalmente a Roma. È quello che sperano tutti i tifosi romanisti». Precisando: «Fermo restando il fatto che siamo in una dimensione internazionale è fondamentale che il nostro campionato mantenga giocatori che rappresentano un riferimento di immagine e qualità. Il nostro torneo deve mantenere il suo ruolo di leadership. Per questo speriamo fortemente che De Rossi resti qui». Ma, ovviamente, da dirigente navigato, aggiunge: «Fair-play finanziario permettendo».

E considerando «la difficoltà economica del nostro Paese e la maggiore potenzialità di altre nazioni». Se, comunque, il centrocampista della Roma di Luis Enrique e dell’Italia di Prandelli «le porte della nazionale per lui resterebbero aperte a trecentosessanta gradi». Daniele, dunque, non rischierebbe mai di perdere l’azzurro se dovesse dire addio. Da Milano anche Rino Gattuso ha detto la sua sul futuro di De Rossi. Come Montella, però, non si sbilancia: «Daniele ha cucita addosso la maglia della Roma: secondo me la vive male, ma è forte e non può sottovalutare altre proposte. È strano che si parli del suo rinnovo di contratto solo ora, a quattro mesi dalla scadenza. Ho visto che è arrivato Pallotta dall’America, ma non c’è mica bisogno di Padre Pio che fa i miracoli…». Fin troppo scontato che lo vorrebbe al Milan: «Certo, a tutti piacerebbe». Si discute tanto, in Italia e all’estero, di questo rinnovo, con il calciatore che dai primi di gennaio può trattare anche con club diversi da quello di appartenenza e che da inizio febbraio, se non avrà firmato con la Roma, si potrà accordare con un’altra società (andrebbe via gratis). Mancano tre settimane esatte. Per questo la Roma nei prossimi giorni, magari già entro il weekend o all’inizio della nuova settimana, si aspetta una risposta da De Rossi. Con anche un leggero ottimismo dopo le dichiarazioni di Daniele al termine della gara con il Chievo. «Adesso ho le idee più chiare, ma del mio contratto non parlo». Ieri non si è allenato. Solo lavoro defaticante. Ha da un mese un’infiammazione al muscolo tendineo della coscia destra. Da verificare oggi le sue condizioni, come quelle di Bojan, Rosi e Borini in vista della gara di domani sera con la Fiorentina. (…)

Mercato: Sabatini, a Milano, sta cercando di piazzare Cicinho in Brasile e Antunes al Panionios. Al momento Barusso non vuole lasciare Trigoria per il Modena. In settimana Okaka sarà del Parma. Su Pizarro la Juve è tiepida. Amauri chiama la Roma, ma è probabile che l’attaccante finisca al Galatasaray.
Il Messaggero – Ugo Trani

Pallotta show: “La Roma non deve temere nulla”. Poi bagno in piscina

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Per un giorno, i calciatori della Roma non sono stati gli unici protagonisti a Trigoria. A rubare la scena ci ha pensato James Pallotta il quale, al termine della riunione nel quartier generale giallorosso con tesserati e dipendenti del club (GUARDA LE FOTO), ha fatto un brindisi e tenuto un discorso in cui ha spiegato che la Roma non deve aver paura di nulla. Poi, riferisce l’Ansa, si è lasciato cadere all’indietro completamente vestito nella piscina adiacente ai campi del Fulvio Bernardini, suscitando lo stupore di tutti i presenti.

Amauri apre alla Roma: “Mi piacerebbe giocare con Totti e De Rossi”

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Dopo l’infortunio di Osvaldo, e la cessione di Borriello alla Juventus, la Roma guarda con interesse al mercato degli attaccanti. Tra gli obiettivi di Sabatini c’è l’italo-brasiliano Amauri, che gradirebbe il trasferimento in giallorosso: “La voce dell’interessamento della Roma è tanta roba. Se arrivasse un’offerta della Roma sarei ben contento. Totti e De Rossi sono due grandi campioni – le parole di Amauri a Romagiallorossa Magazine – Totti è un grande campione, di livello assoluto. Giocare con dei giocatori così diventa tutto più facile, De Rossi negli anni è diventato un fenomeno. Osvaldo? Non è un oggetto misterioso, già in Italia aveva fatto bene. Gli faccio l’in bocca al lupo per una pronta guarigione”.

Malagò: “Sono basito, smentisco ogni voce sulla mia presunta presidenza della Roma”

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Giovanni Malagò, da qualche giorno affiancato alla Roma come possibile futuro detentore della carica di presidente, ha concesso un’intervista a Pagineromaniste.com. Il presidente di uno dei circoli più antichi e prestigiosi di Roma, il Circolo Canottieri Aniene, ha risposto ad alcune domande, dimostrando anche un tono un po’ risentito.

Presidente, quanta verità c’è sulla sua possibile carica di presidente giallorosso?
Nessuna, assolutamente tutto inventato, io non ho parlato con nessuno neanche in termini di confidenza, sono basito e non riesco a capire come abbiano potuto prendere piede voci così false“.

Come si sente?
Non avrei voglia di rilasciare alcuna dichiarazione. Ripeto, non ho parlato con nessuno e dal nulla sono trapelate queste notizie già da sabato mattina. Anzi chiedo a voi della stampa di smentire. Sono un tifoso giallorosso, ma da qui a passare alla presidenza è davvero un’invenzione“.

 

 

Messi vince il terzo pallone d’oro consecutivo

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Lionel Messi ha vinto il Pallone d’oro 2011, precedendo Cristiano Ronaldo e Xavi. Il fuoriclasse del Barcellona entra nella storia avendo vinto per tre volte l’ambito premio, come lui solo Michel Platini (1983,1984 e1985). A quota tre ci sono anche gli olandesi Johan Cruijff e Marco Van Basten. Tra gli allenatori premiato Pep Guardiola come miglior allenatore del 2011. Lo spagnolo ha preceduto  Josè Mourinho e Alex Ferguson.

Allenamenti Roma, il programma settimanale

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L’As Roma ha reso noto il programma degli allenamenti della prima squadra dal 10 al 16 Gennaio presso il centro sportivo “Fulvio Bernardini” di Trigoria.

10 gennaio ore 14

11 gennaio Tim Cup: Roma-Fiorentina h 20,45

12 gennaio  ore 14

13 gennaio  ore 14

14 gennaio Serie A: Catania-Roma h 20,45

15 gennaio Riposo

16 gennaio  ore 14