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Il Romanista – Per sabato già 8mila biglietti. Obiettivo 40 mila

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Un altro Roma-Chievo. Nel risultato. Ma pure al botteghino. È quello che sognano a Trigoria, dove ieri hanno registrato un altro più duemila per la prevendita di Roma-Cesena. L’obiettivo, ufficioso, sono le quarantamila presenze. Abbonati compresi, chiaramente. Per ora siamo così: ottomila biglietti venduti, la Sud esaurita, i Distinti Sud quasi. Ma con appena diciassettemila abbonati, di spazio ce n’è quanto ne volete. C’è un Olimpico che vi aspetta. I tagliandi potranno essere comprati nelle ricevitorie Lottomatica e nei Roma Store di piazza Colonna 360, via Appia Nuova 130, via Vincenzo Cesati 76-80, via Sestio Calvino 26- 30, più in quelli all’interno dei centri commerciali “Dima” alla Bufalotta e “Parchi della Colombo” a Casal Palocco. E poi c’è il punto vendita del Foro Italico, il “Ticket Office” di viale delle Olimpiadi 61, dove però sabato potranno essere acquistati solo i tagliandi di tribuna. Sennò, se avete una carta di credito, c’è l’ozione internet. Ma solo fino alle 18 di oggi. Basta andare su listicket.it e seguire le indicazioni del sito di Lis Lottomatica. «I biglietti – ricorda la Roma sul suo sito – potranno essere stampati contestualmente all’acquisto in modalità “Hometicketing” (ma fino alle 18 di domani), oppure ritirati direttamente allo stadio il giorno dell’evento». Il giorno dell’evento. Sabato. L’ultima possibilità di acquisto, ma sempre con carta di credito, è il call center di Lottomatica. Fino alle 18 di oggi potete chiamare l’892.982 per tutti i settori, anche per quello spazio della Tevere destinata ai Non Deambulanti e/o Invalidi 100%.

I prezzi. Sono assolutamente modesti per Curve e Distinti (rispettivamente, 13 e 20 euro). Si sale un po’ invece in Tevere Laterale (37 euro), Tevere Centrale (54 euro), Monte Mario (68 euro) e Monte Mario Top (84 euro). A fare da contraltare ci sono però le riduzioni per donne e over 65, che pagano 6 euro in Curva (Curva Nord, perché la Sud è esaurita), 12 in Distinti, 30 in Tevere Laterale (gli under 14 solo 20), 38 in Tevere Centrale (25 i baby), 49 e 54 euro in Monte Mario e Monte Mario Top (30 e 35 euro gli under 14).
Il Romanista – Bartolo De Vecchi

Pizarro nel mirino della Fiorentina

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David Pizarro sembrava ad un passo dalla Juventus, poi alcuni problemi familiari e i dubbi dei bianconeri hanno frenato la trattativa. Ora, secondo quanto riporta il quotidiano La Nazione, ci sarebbe la Fiorentina sulle tracce del cileno. Corvino punterebbe al prestito secco visto che la Roma ha ormai mollato il centrocampista di Valparaiso.

 

Corriere dello Sport – Totti-Antonioli, che ricordi

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Aveva un limite importante: non trasmetteva sicurezza. Un po’ perché qualche errore lo faceva davvero, un po’ perché con quell’aria tristanzuola dava l’idea di un portiere ansioso. Ma era un portiere normale, costante, lineare. Nell’estate dello scudetto, quindi nel 2001, il rapper Brusco gli dedicò un verso poco gratificante di una canzone di successo:  “che la palla vada fuori…” . Come a dire: lui non ti salva mai, meglio che sbaglino gli altri. Eppure Francesco Antonioli gioca ancora in serie A, a 42 anni e mezzo è il più anziano calciatore in attività, e ha dimostrato con altre undici stagioni da professionista di non essere così male. (…)

IL RITORNO –  Sabato Antonioli torna a Roma con il Cesena, un anno e mezzo dopo averla fermata in tutti i modi, con ogni parata lecita. Nella prima giornata dello scorso campionato, impose lo 0-0 ai vecchi amici, chiudendo ogni spiffero soprattutto nella ripresa, sotto la Curva Sud. Soprattutto contro Francesco Totti, l’unico collega che resta della Roma campione d’Italia, che provò con qualsiasi trucco a fargli gol. Invano.

LA DIFESA –  Antonioli, Totti e la Curva Sud, ancora loro. Un triangolo di amore e rabbia esploso in tutta la sua passione il 14 aprile del 2001, mentre la Roma correva verso lo scudetto e inciampò sul Perugia del romanista Cosmi. Antonioli sbagliò una presa facile facile consegnando a Saudati, il centravanti avversario, il pallone dell’1-2. In quel momento, dopo mesi in cui era rimasta latente, venne fuori dal popolo della Sud la rumorosa contestazione contro il portiere considerato, diciamo così, inadeguato al ruolo: fischi, insulti, cori. E così Totti, che aveva segnato poco prima il gol dell’1-1, prese posizione a favore del compagno in difficoltà. Andò immediatamente sulla linea di fondo davanti alla curva, scosse le mani e urlò: «Ma che state facendo, siamo primi!». (…)

SEPARAZIONE –  Ma il rapporto tra il portiere e l’Olimpico, già freddino, non si ricompose più, nonostante un rigore decisivo parato a Mihajlovic in un derby. Antonioli sarebbe rimasto altri due anni, alternandosi con Pelizzoli, per andare via a parametro zero nel 2003, assoldato dalla Sampdoria, con un curioso score: 102 partite, 102 gol subiti. Ma si portò via anche una medaglia indimenticabile al valore: è stato uno dei tre portieri ad aver vinto da titolare uno scudetto nella Roma, dopo i grandi Masetti e Tancredi. E’ l’iscrizione a un club d’elite che avrebbe meritato più attenzione. Totti l’aveva capito già undici anni fa.
Corriere dello Sport – Roberto Maida

Gazzetta dello Sport – Inesauribile Taddei, l’uomo dei ribaltamenti

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«Il campo paga più di ogni altra cosa, solo lì ogni giocatore può dimostrare tutto il suo valore». Sembra una banalità, è l’essenza di Rodrigo Taddei. L’uomo che ha allontanato la crisi del settimo anno con la fatica, il sacrificio e la dedizione. E se a Riscone di Brunico Luis Enrique (quasi) non lo conosceva, oggi ha imparato ad apprezzarlo così tanto che Rodrigo è diventato la prima opzione per il tecnico spagnolo sugli esterni difensivi. Sinistra o destra non fa niente, l’importante è che lui ci sia.

Polivalente La favola di Rodrigo ha il suo segreto proprio nella sua immensa disponibilità. Dove lo metti, Rodrigo sta. Senza fare storie. «In Brasile ho fatto anche il portiere», ha detto durante il ritiro di Riscone di Brunico. A Roma no, quello ancora gli manca, ma per il resto i ruoli li ha ricoperti tutti: esterno alto o basso, intermedio, prima punta, laterale, centrale di centrocampo. «Quando faccio la formazione, dò prima la maglia a Taddei e poi agli altri dieci», disse una volta Luciano Spalletti, per risaltare la grande versatilità ed adattabilità di Taddei. Rodrigo, del resto, la benzina nei muscoli la mette con l’entusiasmo e la positività. Le stesse qualità che hanno colpito Luis Enrique, proprio quando lo lasciava ai margini della squadra. Tribuna o panchina, l’inizio di stagione è stato durissimo, fuori dal nuovo progetto. Ma dopo sei stagioni (Taddei arrivò alla Roma nel 2005 dal Siena), Rodrigo non ne voleva sapere di cambiare aria, nonostante in corsa si fosse già concretizzata una sistemazione di livello (Tottenham). E stringendo i denti, ha ribaltato ogni gerarchia.

Applausi «Rodrigo è il miglior esempio di come dovrebbe essere un giocatore professionista — disse di lui Luis Enrique prima della gara di Udine — È uno di quelli che ha giocato di meno, ma si è sempre comportato come titolare o come se fosse la stella della squadra: sorridente, positivo. Questo significa che ha grande qualità come giocatore e come persona. Ed è stato sempre d’esempio a tutta la squadra». Ed infatti Rodrigo non ha mollato mai, da quando Luis l’ha spostato di ruolo («Il mio è quello di esterno alto, ma la squadra gioca in modo diverso», ha detto), mettendolo in concorrenza con José Angel, uno degli acquisti più costosi dell’estate. «Per me è cambiato poco, la mia forza è il sacrificio», ha detto lui. E nel faccia a faccia con lo spagnolo, Rodrigo alla fine ha vinto. Sarà per la sua disponibilità, sarà perché la vita gli ha già riservato tante amarezze (la vita nelle favelas, la morte del papà e del fratello) che nulla può più piegarlo. Sta di fatto che dalle sabbie mobili dell’anonimato è arrivato fino alla collina. E lì vuole restarci.

Sogno Entrato spesso nelle future trattative di mercato, Taddei ora è fuori da ogni discorso. Rimarrà alla Roma (ha il contratto fino al 2014), cercando di cullare presto il suo sogno. «Vincere lo scudetto o qualcosa di importante con questa maglia — ha detto —. Qui c’è una città che ti dà tanto e una tifoseria importante, che merita molto di più». Ecco, l’essenza di Rodrigo è proprio questa. Il sacrificio, la disponibilità, ma anche il grande cuore. Quello che gli ha permesso di conquistare tutti, anche Luis Enrique.
Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese

Il Tempo – Marquinho: Roma sto arrivando

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«Sto arrivando». Non è una minaccia e nemmeno una promessa, ma quello che succederà a Marquinho fra pochi giorni. Anzi, fosse stato per lui, a Roma ci sarebbe arrivato già ieri. Anche perché il biglietto aereo per l’Italia era stato prenotato, il viaggio pianificato e il ritiro del Fluminense a Mangaratiba salutato. Un piccolo problemino burocratico, invece, ha rimandato lo sbarco. Ma solo di qualche giorno. «Spero di essere a Roma nei prossimi 3-4 giorni», dice Marquinho, all’anagrafe Marco Antônio de Mattos Filho, con le valigie pronte per partire. E senza nessuna voglia e nessun motivo per disfarle. Infatti, nonostante da Trigoria (a parole) continuino a fare melina, la trattativa è già chiusa da qualche giorno con un accordo totale.

C’è quello tra la Roma, il Fluminense e la società del procuratore Marcio Rivelino: 450mila dollari (quasi 350mila euro) per il prestito fino a giugno e 2.7 milioni di euro per il riscatto (che la Roma inizialmente non voleva accettare) a giugno. E pure quello tra il giocatore e il club giallorosso: quasi 500mila euro d’ingaggio, premi compresi, per i prossimi cinque mesi. Una cifra non lontana dai 750 mila più premi annuali del rinnovo firmato lo scorso luglio col Fluminense. Ora Marquinho può finalmente parlare: «Non vedo l’ora di arrivare, da quando ho saputo che la Roma mi voleva non ho preso in considerazione nessun altro club e mi sono visto tutte le partite dei giallorossi in tv». Da un passato recente da spettatore interessato a un futuro prossimo da attore protagonista: «Conoscevo già la Roma. Mi piace la squadra e mi piace molto l’impostazione tattica di un tecnico come Luis Enrique. Questa è l’occasione della mia carriera. Nei prossimi cinque mesi voglio dimostrare tutto il mio valore, giocarmi le mie chances e convincere i dirigenti romanisti a tenermi. Io, in fondo, sono pronto a giocare e a mettermi a disposizione da subito. Fino a tre giorni fa mi sono allenato con il Fluminense e mi sento in forma». Se il brasiliano annuncia il suo arrivo, Franco Baldini continua a gettare acqua sul fuoco. «Marquinho – ha detto il dg ieri alla serata conviviale dell’Airc – non è stato tesserato. La priorità della Roma è sfoltire la rosa. Il prolungamento del contratto a Luis Enrique? Gli è stato proposto, per la bontà del suo lavoro, dopo Firenze». Sabatini, intanto, è volato a Milano. Nell’agenda appuntamenti col Pescara per sancire il prestito con diritto di riscatto della metà per Caprari, col Parma per Okaka e col procuratore Bozzo per Pizarro.
Il Tempo – Matteo De Santis

Corriere dello Sport – Il ritorno degli argentini

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L’ATTACCANTE: Al derby ci sarà. Forse anche prima –  Qualche giro di campo per conto suo, per sentirsi di nuovo un calciatore, mentre i compagni preparavano la partita con il Cesena. Daniel Osvaldo aveva già lavorato nei giorni scorsi sul tapis-roulant e sulla cyclette, ma non era mai uscito dalla palestra di Trigoria dopo l’infortunio del 4 gennaio. I progressi degli ultimi giorni hanno convinto lo staff del dottor Gemignani ad assecondare la voglia del giocatore, che si sentiva pronto ad alzare il ritmo. […] E’ una grande notizia per la Roma, che potrebbe riabbracciare il suo attaccante preferito prima di quanto temesse: tra un mese circa.

TEMPI –  Non è un decorso così sorprendente per i medici di Trigoria, che avevano previsto in 6-8 settimane il ritorno di Osvaldo. Ma Osvaldo sta rispettando le tabelle più ottimistiche. Ieri, dopo il primo allenamento sul campo, non aveva dolore alla coscia. Facendo i conti, potrebbe tornare a disposizione di Luis Enrique intorno al 18-20 febbraio. A ridosso di Roma-Parma, partita che aveva deciso con un colpo di testa all’andata. […] Se poi Luis Enrique volesse tergiversare ancora per evitare il rischio di ricadute, Osvaldo rientrerebbe nel derby contro la Lazio, fissato per il 4 marzo.

IL PRECEDENTE – A incoraggiare il suo recupero c’è un infortunio simile capitato in Spagna, quando giocava nell’Espanyol. Osvaldo anche in quella situazione sembrava destinato a un lungo stop, invece rientrò dopo poche settimane. La Roma aspetta il bis

IL DIFENSORE –
 Cammina da solo e lavora tutti i giorni –   Non si può parlare di miracolo,ma la signora Burdisso ha ringraziato Dio attraverso il solito social network [… ]Sono passati due mesi dal tremendo contrasto con James Rodriguez, durante la partita di qualificazioni mondiali tra Colombia e Argentina del 15 novembre, e Burdisso ha superato la fase più dura dell’infortunio al ginocchio. Cammina da solo, anche se non in maniera perfetta, e lavora tutti i giorni a Trigoria con il fisioterapista Silvano Cotti per guarire il prima possibile, come aveva promesso ai tifosi da una sedia a rotelle della clinica romana Villa Margherita dopo l’intervento che gli aveva restituito la speranza di tornare in campo.

IL PIANO – Comprensibile l’entusiasmo della signora Maria Belen, che ha seguito passo dopo passo (è il caso di dirlo) i miglioramenti del marito. La coppia è rientrata la scorsa settimana dalle vacanze in Argentina. Da allora Burdisso non si è fermato un attimo, sotto il controllo del professor Cerulli che lo ha operato (tre giorni fa l’ultima visita). Ha recuperato morale perché vede i progressi tangibili del ginocchio. La Roma, d’accordo con il giocatore, ha stabilito che la riabilitazione si svolga integralmente a Trigoria, fatte salve le ferie estive. La speranza di Burdisso è tornare a disposizione all’inizio del ritiro: servono ancora circa quattro mesi per la guarigione completa. E la certezza è che tornerà a giocare. Ma i medici vanno cauti perché il suo trauma, con rottura del legamento crociato posteriore e del piatto tibiale, non ha precedenti nella storia del calcio professionistico. Se Burdisso, che ad aprile compirà 31 anni, ritrovasse la piena efficienza a settembre, sarebbero tutti contenti.
Corriere dello Sport – Roberto Maida

Gazzetta dello Sport – Totti quasi sul tetto

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In attesa che Daniele De Rossi decida se vestire la calzamaglia virtuale di Capitan Futuro e guerreggiare così per sempre alle latitudini attuali, c’è un Capitan Presente che macina da vent’anni giorni giallorossi. Si chiama Francesco Totti ed ha alle spalle una storia costellata di tanti «no grazie» (al Milan, all’Inter, al Chelsea, al Barcellona, al Real Madrid) ed un solo sì: alla Roma. Sarebbe estremamente retorico per chi ha la fortuna di svolgere un lavoro remuneratissimo come il calciatore abusare di termini come amore e fedeltà, ma di certo ci sono traguardi che in qualche modo danno un senso alla storia personale di un atleta. Quello che si staglia davanti a Totti è uno di questi: diventare il cannoniere italiano che ha fatto più gol per la stessa squadra.

Solo Nordahl In questa speciale classifica il capitano della Roma ha staccato già Riva, Del Piero, Boniperti e Meazza. Davanti gli resta solo un mito: Gunnar Nordahl. L’ex attaccante svedese (che negli anni del tramonto giocò anche in giallorosso) con la maglia del Milan dal 1949 al 1956 realizzò 210 reti in campionato, solo una in più di Totti, che però come si sa non è nato cannoniere, ma a lo è diventato, soprattutto da quando — grazie a Spalletti — è diventato il prototipo del centravanti a tutto campo. Inutile dire che il Cesena, prossimo avversario nell’anticipo di sabato, ha tutto il diritto di fare gli scongiuri, visto che il numero dieci sembra avere gli stimoli dei giorni migliori, soprattutto adesso che — dopo aver consumato il più lungo ritardo della sua carriera — a inizio gennaio contro il Chievo si è finalmente sbloccato, realizzando una doppietta su rigore.

Fischi & Feeling Una stagione particolare, quella di Totti. Cominciata con una esclusione e una (immeritata) sostituzione in Europa League — che costò a Luis Enrique la contestazione dell’Olimpico — e virata invece verso un felice rapporto con l’allenatore spagnolo. L’impressione è che anche le ultime vacanze alle Maldive, vissute casualmente a stretto contatto con alcuni vip della politica italiana — Fini, Casini, Rutelli, Schifani e Alemanno — abbiano giovato al capitano, che ha ritrovato feeling anche con la nuova leadership dopo le incomprensioni estive con la nuova proprietà, scioltesi col progredire della stagione. Meglio così, perché alla scadenza del suo contratto da calciatore (2014), si attiverà il quinquennale da dirigente. In che ruolo? Tutto da definire, ma i sussurri diTrigoria raccontano come sia pronta una vicepresidenza che lo faccia diventare una sorta di ambasciatore romanista nel mondo. «Per ora non ci penso — ha comunque sempre detto Totti —. Ora ho davanti altri record e voglio provare a batterli».

Superare il record-fedeltà di Nordahl, infatti, significherebbe riprendere il cammino verso la storia dei cannonieri della Serie A, visto che a precederlo restano solo Piola (274), lo stesso Nordahl (225), Altafini e Mezza(216). Restano due campionati e mezzo per riscrivere una classifica punteggiata di stelle. L’impressione è che di irraggiungibile ci sia solo Piola, mentre tutti gli altri, probabilmente, sono a portata di piede. Eppure tempo fa Totti confesso un suo piccolo cruccio. «Se avessi cominciato a giocare da centravanti già ad inizio carriera, forse sarei arrivato a 300 gol».Possibile, ma probabilmente non sarebbe stato così universale, così completo, in una sola parola così unico. Basta questo, in fondo, per non avere rimpianti.
Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini

Il Messaggero – Roma, l’ora dei sì

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A Trigoria aspettano due sì. La Roma li vuole incassare al più presto. Magari già entro il weekend. Il peso delle due risposte è diverso, ma il significato alla fine è simile. Ed è quello che conta per chi sta lavorando in queste ore. Perché il rinnovo di Daniele De Rossi e l’arrivo di Marquinho darebbero forza al progetto societario e a quello tecnico che combaciano nelle idee e nei metodi.

Sono ore cruciali: Franco Baldini sul primo fronte e Walter Sabatini sull’altro stanno accelerando per andare a dama. Già oggi il direttore generale potrebbe vedere Sergio Berti, il manager del calciatore. C’è un appuntamento di massima, ma gli uomini più vicini a Baldini, a Trigoria e non solo, fanno sapere che «si vedranno presto, in queste ore». Genericamente: «Ogni giorno è buono». E anche se la Roma la sua offerta l’ha già presentata, con l’amministratore delegato Claudio Fenucci che frena sulle cifre ormai uscite dai binari del nuovo corso, sempre di soldi si parlerà nell’ennesimo confronto/scontro per il rinnovo del contratto di De Rossi. I bonus, questo è chiaro, saranno facilissimi da incassare per il giocatore.

Che ha sempre guardato più alla parte fissa, quella che il club giallorosso aveva inizialmente tenuto bassa e che ha dovuto potenziare proprio rendendo i premi quasi scontati. In più c’è la clausola. Che si abbassa ogni volta che si nomina. Il procuratore del centrocampista deve dire qualcosa di definitivo al suo interlocutore: anche se la Roma è ancora la prima scelta, Daniele tra due settimane può mettersi d’accordo con un altro club. Il dg giallorosso, dall’inizio di gennaio, ripete a Berti che è il momento di pronunciarsi: il weekend in questo senso è di sicuro decisivo. «Trattiamo questa partita con la cura che necessita e col tempo necessario» chiarisce Baldini. De Rossi, in questa fase così delicata della negoziazione, rischia però di uscire di scena. Ha un fastidio muscolare all’adduttore della coscia destra. Ieri è sceso in campo, evitando però la partitella (…). Colpa del dolore, insistente e permanente. Lo staff medico ha deciso che il giocatore dovrà fare un lavoro differenziato. (…) Ma se dopo 48 ore non si sentirà meglio, salterà la partita di sabato contro il Cesena all’Olimpico. E’, insomma, da considerare out, ma il tentativo va fatto. Marquinho, intanto, sta per imbarcarsi per l’Italia. Dal Brasile (…) assicurano che domani sarà a Trigoria. Sabatini, però, deve ricevere il fax in cui il Fluminense e il manager del centrocampista accettano le condizioni della Roma. L’intesa non c’è sulla cifra per il riscatto: 4,5 milioni offre il club giallorosso, circa nove ne chiedono a Rio, dove è adesso il giocatore che arriverà in prestito (quasi) gratuito, cioè versando 300 mila euro (…).

Sabatini è a Milano a trattare la cessione di Okaka al Parma in comproprietà. Dal club emiliano prenderà metà del cartellino di Borini. Intanto, però, ha congelato nuovamente il trasferimento di Caprari che ieri ha salutato i compagni della Primavera: il giovane attaccante andrà al Pescara solo quando sarà ufficiale Marquinho. Nuovamente smentito l’interesse per Leto, centrocampista argentino del Panathinaikos: per Luis Enrique è da 4-4-2. Pizarro, invece, aspetterà fino all’ultimo alla Juve. Se il club bianconero rinuncerà, gli sarà proposta una destinazione in Sudamerica. Baldini ammette: «Ci siamo resi disponibili per una cessione ma dipende dagli interlocutori». Il dg conferma anche il rinnovo offerto a Luis Enrique: «Fin dall’inizio volevamo fare un programma più lungo, ma lui voleva aspettare di vedere l’impatto col calcio italiano ed essere pienamente soddisfatto. Il prolungamento gli è stato proposto dopo Firenze, per la bontà del suo lavoro».
Il Messaggero –  Ugo Trani

Gazzetta dello Sport – De Rossi out. Quanti dolori per la Roma tra contratto e pubalgia

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Anche i bookmakers non sanno più che pesci pigliare sul futuro di Daniele De Rossi, e onestamente vanno capiti. Già sfiancati dalla lunghissima telenovela contrattuale, possono andare definitivamente in tilt col rischio — per la verità ancora minimo — che il resto della stagione del centrocampista sia condizionato pure dalla pubalgia. Ieri De Rossi ha abbandonato l’allenamento dopo i primi minuti della partitella per ilriacutizzarsi del fastidio all’adduttore, comparso la prima volta il 25 novembre durante Udinese-Roma. Il dolore è concentrato proprio nella zona inguinale, terreno fertile per la pubalgia. Ora lo attendono 48 ore di fisioterapia e lavoro differenziato. Potrà al massimo sostenere una corsa lineare. perciò, la sua presenza in campo sabato contro il Cesena è quasi da escludere. Ma non è tanto questo che preoccupa la Roma, quanto il rischio che il ragazzo debba rivivere il problema che ebbe per mesi a cavallo tra 2004 e 2005. Allora De Rossi si fece curare dal fisioterapista Antonio Pagni, poi ritrovato in Nazionale. Oggi lo segue Silvano Cotti, pure lui «azzurro». I medici della Roma — che pure registrano i progressi di Osvaldo, ieri rivisto in campo — scongiurano l’ipotesi peggiore, ma ammettono un «sovraccarico funzionale». In altre parole, De Rossi è affaticato. Forse, ha chiesto troppo a se stesso anche ieri, quando ha provato a sostenere l’allenamento completo.

Nuovo incontro Intanto, i bookmakers si dividono sul suo futuro. Chi offre quote stracciate sulla sua permanenza in giallorosso, chi viceversa nemmeno contempla questa possibilità, e chi abbina quote simili a Roma, Manchester City e Real Madrid. L’ipotesi più probabile resta il rinnovo da 6 milioni netti con via di fuga, ma è proprio sul valore della clausola di rescissione che la trattativa si è nuovamente incagliata. Le ultime danno Franco Baldini e il procuratore Sergio Berti impegnati in un nuovo confronto nelle prossime ore. Ma non sarà l’ultimo. «Trattiamo questa vicenda con la delicatezza e il tempo necessari», annuncia il d.g, che conferma di avere offerto il rinnovo a Luis Enrique «dopo il ko di Firenze».
Diktat Marquinho Sul mercato, da segnalare che Sabatini ieri a Milano attende uno sconto dalla cifra del riscatto da 9 milioni a 4-5 dal prestito per portare a casa Marquinho della Fluminense. Si attendono sviluppi a breve.
Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini

Il Romanista – Tanti anni fa, sembra ieri

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Gennaio 1987, un quarto di secolo fa, Dino Viola (di cui oggi ricorre il 21° anniversario dalla morte), rilascia un’intervista a tutto tondo di cui mi sembra giusto riproporre i passaggi salienti, non solo per ricordare la figura di uno dei più grandi personaggi della storia giallo-rossa, ma anche per evidenziare la modernità del suo pensiero, lo spirito “veggente” con cui sapeva leggere il futuro del calcio italiano e della sua amata Roma.

Un’intervista dicevamo, pubblicata dalla rivista ufficiale del Club, “La Roma”, che assomiglia molto di più ad un monologo, ad un flusso ininterrotto di pensieri, tanto che l’estensore del pezzo non è neanche citato, né nel sommario, né tanto meno nelle sei pagine dedicate a questo “A tu per tu”. Viene la tentazione di credere che sia le domande che le risposte siano il frutto della penna di Viola o che, al massimo, si debbano ad una trascrizione fedele, effettuata non da un redattore del mensile ma, ad esempio, da Riccardo Viola, vale a dire un figlio, appartenente alla cerchia familiare più intima. Prima di dare conto di quanto pensava …. e scriveva, Dino Viola nel gennaio 1987, è appena il caso di inquadrare storicamente il momento in cui questo articolo vide la pubblicazione. La Roma, dopo lo scudetto sfiorato al termine della stagione 1985/86, stava vivendo un momento difficile. Il 21 dicembre 1986 Viola e i tifosi romanisti avevano dovuto ingoiare il boccone amaro della sconfitta interna con il Milan. Una sconfitta per lo più, che aveva visto il passato (in rosso-nero si erano rivisti i volti amati di Agostino Di Bartolomei in campo e di Nils Liedholm in panchina) giustiziare il presente e che aveva riproposto il solito, beffardo, gol partita di Pietro Paolo Virdis. Il 4 gennaio, l’anno si era aperto ancora in tono minore con un pareggio a reti bianche a Marassi, contro la Sampdoria di Cerezo e Vierchowod, che ad una sola gara dalla conclusione del girone d’andata, aveva relegato la Lupa al quinto posto, a parimerito con il Verona, a quattro punti dal Napoli primatista. E’ proprio dopo il pareggio con i doriani del 4 gennaio e prima del match interno con l’Avellino del giorno 11, che Viola rilascia “l’ intervista” per “La Roma”.

Chiarire la tempistica di questo intervento è importante anche per quanto sveleremo alla fine di questo articolo. La pagina 16, la prima, è dedicata al passato, in pieno “violese” il presidente che dice come nella precedente stagione il «collettivo è stato capace di arrivare alle soglie dello scudetto, nonostante due partite (Verona-Roma e Roma-Lecce) perse non per demerito della squadra, bensì per motivi oscuri, che comunque fanno parte della logica “opinabile” del calcio (anche in Roma – Lecce, ricordiamolo, vi fu una rete r egol a r e annul l a t a a l l a Roma . N.d.R.)».C’è poi tutta una lunga parte in cui Viola si sofferma a difendere il progetto tecnico legato ad un allenatore giovane e molto discusso: «Il rapporto con Eriksson era e resta quello dei tempi in cui accettò la proposta della Roma, in linea con le aspettative iniziali (…) il collettivo di questa Roma è formato in maggioranza da giovani che garantiscono il futuro». Una Roma giovane e con una forte priorità: lo stadio: «Sappiamo quali sono i motivi della riduzione delle presenze negli stadi, riduzione che si può annullare solo permettendo agli interi nuclei familiari di ritornare ad assistere ad uno spettacolo calcistico senza paura e con il confort indispensabile per vivere una giornata di sport dalla mattina alla sera». Viola aggiungeva inoltre di aver già avuto incontri con il Presidente del Coni e con il pro-sindaco Redavid e di attendere «entro poche settimane la risposta».

Il congedo non poteva che essere dedicato ai tifosi: «A loro, come sempre, non chiedo nulla, a me basta che continuino a comportarsi come hanno sempre fatto, cioè civilmente. Continuino, in questo senso, ad essere un esempio (…)» Alla fine di gennaio, esattamente nei tempi che Dino Viola aveva preventivato, arriverà la risposta delle autorità competenti sulla questione del “megastadio”. La Giunta del Comune di Roma boccerà il progetto. Viola emanerà un comunicato ufficiale in cui, tra l’altro, diceva: «Prendo atto della decisione della Giunta, che pur significando la sua preferenza per l’iniziativa della Roma, non ha ritenuto di poterle dare seguito. Sono profondamente dispiaciuto che una iniziativa privata, coraggiosa e di largo respiro, che avrebbe dato non soltanto grandi prospettive alla Roma, ma grande impulso alla crescita sportiva della città, a costo zero per l’amministrazione, non possa essere realizzata. (…) vengono frustrate le prospettive della società che non potrà contare per l’immediato futuro, su strutture che le consentano di competere alla pari con i club delle altre grandi città italiane (…)».
Il Romanista – Massimo Izzi

Quarti Coppa del Rey amari per Mourinho. Il Barça vince ancora

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Josè Mourinho e la maledizione Barça! La formazione allenata dall’ex giallorosso Joseph Guardiola si impone per due reti ad una sulla ‘Casablanca‘ nel match di andata della Coppa del Rey. I madridisti si erano portati in vantaggio con il solito CR7 all’11’ del primo tempo, ma nella seconda frazione di gara Capitan Puyol ed Erik Abidal hanno ribaltato il risultato. Meraviglioso l’assist al bacio della ‘PulceLeo Messi per il francese che, con un esterno sinistro chirurgico, ha battuto Casillas.

Il ritorno sarà disputato al Camp Nou il 25 gennaio. Sarà dura per gli uomini di Mourinho passare il turno.

Alberto De Rossi: “Con Luis Enrique c’è unità di intenti”

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Alberto De Rossi, dopo la vittoria per 6-1 contro il Milan nel match di Coppa Italia Primavera, ha parlato ai microfoni di Radio Manà Manà Sport 24.Il tecnico della Primavera giallorossa ha rilasciato alcune importanti dichiarazioni anche in merito ai suoi rapporti con la dirigenza e il personale tecnico della Prima Squadra. “A ottobre ci siamo incontrati con lo staff della prima squadra e la collaborazione con Luis Enrique sta portando i suoi frutti. Con Sabatini c’è un ottimo rapporto umano e professione, è un grande conoscitore di calcio. E’ vero che il campionato Primavera ha qualità ma una cosa è giocare con i pari età e una cosa è giocare con i campioni della Serie A”.

De Rossi sostiene che l’esordio e il contatto di un giocatore in Prima Squadra sia un traguardo importante e allo stesso tempo un ottimo punto di partenza. Il ruolo della Primavera è quello di formare i giocatori poi, secondo il tecnico, spetta alla dirigenza della squadra professionistica valutare gli obiettivi: “Le idee dello staff tecnico devono essere sempre supportate dalla dirigenza e qui alla Roma accade e con Luis Enrique c’è unità di intenti. Sono soddisfazioni per me quando vedo un ragazzo della Primavera che esordisce in prima squadra, certo, la panchina non mi ha mai allettato. Non dobbiamo fermarci agli obiettivi appena raggiunti. Il giovane va inserito sempre in un contesto solido e in tempi giusti. Ma è chi gestisce la prima squadra che deve avere il termometro della situazione. Da parte nostra è importante infondere entusiasmo e dare i consigli giusti, come è stato fatto con Viviani“.

Alberto De Rossi, aggiunge che nel corso della sua carriera non sono mai mancate proposte per assumere il controllo tecnico della prima squadra ma questo non rientra nei suoi progetti. Per il mister della Primavera la vera ambizione è trovare nuove esercitazioni e nuovi metodi di preparazione e di gioco per i suoi ragazzi della Roma: “Onestamente non ho mai tentennato e di non proseguire questa strada che sento mia. La prima squadra è diversa, ci sono troppe cose che del ‘grande’ calcio non mi piacciono perché c’è troppa fretta“.

Gianluca Caprari è in partenza per il Pescara: “Caprari al Pescara avrà una grande opportunità, va alla corte di Zeman che è uno dei migliori che c’è in circolazione. Gli auguro il meglio“.

Il tecnico della Roma Primavera, in conclusione, esprime delle considerazioni e dei giudizi personali su due grandi giocatori della serie A. A partire da Nego: “E’ un difensore esterno che predilige la qualità alla quantità. Il sesto gol che ha segnato contro il Milan è la giusta fotografia di questo giocatore che fa tutto con i tempi giusti. Per approdare in prima squadra servono delle qualità che sono Luis Enrique deve vedere in lui“.

E ancora su Nico Lopez: “E’ un ragazzo molto tecnico, si sta inserendo. E’ un ragazzo giovane, ha cambiato tutto nella sua vita, aspetteremo il transfert e piano piano
lo porteremo al giusto livello. Per arrivare all’altro campo ce ne passa però“.

Cena As Roma-AIRC. Baldini: “Rinnovo Luis Enrique? Gliel’ho proposto dopo Fiorentina-Roma”. Pjanic: “Ho fiducia nella squadra”

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Dall’inviato Marco Calò

Il Park Hotel Mancini è la sede dell’evento dell’AIRC. Questa sera l’Associazione Italiana Roma Club ha organizzato una cena conviviale a cui partecipano calciatori e dirigenti dell’AS Roma.

20.20 – Arriva Miralem Pjanic. Il giocatore rilascia alcune dichiarazioni: “Catania-Roma, impossibile giocare in quelle condizioni? È stata difficile, con quel tempo quasi impossibile, speriamo di fare gli ultimi 25 minuti alla grande e speriamo di vincere. Cosa è cambiato da Roma-Juve? Abbiamo fatto risultati positivi, abbiamo più fiducia in noi stessi. Lavoriamo molto in allenamento, continuiamo così , anche per i tifosi. È il mio primo anno qui, mi trovo bene e voglio dare il meglio di me per squadra e tifosi. Il colloquio col mister ieri prima della seduta? Abbiamo parlato  della gara, come succede dopo ogni partita. È vero che non è stata la migliore partita disputata, ma sarebbe importante vincere nei minuti che restano. La Roma che abbiamo visto a Catania non era come quella delle partite precedenti, il campo non ci ha aiutati. Ho fiducia nella squadra”.

20.30 – arrivano Scaglia e Baldini.

Il dg ha rilasciato alcune dichiarazioni, anche in merito alla partita di Coppa Italia, disputata questo pomeriggio dalla Primavera che si è affermata per 6-1 sul Milan: “Siamo orgogliosi della Primavera, i ragazzi hanno giocato a pallone, con un  grande atteggiamento che ha fatto felice anche Luis Enrique. Dobbiamo dare particolare attenzione ai nostri giovani. Prolungamento a Luis Enrique? Con lui fin dall’inizio volevamo fare un programma più lungo, lui voleva aspettare di vedere l’impatto col calcio italiano ed essere pienamente soddisfatto. Il prolungamento gli è stato proposto dopo Firenze, per la bontà del suo lavoro. Mercato? Non ne parlo sennò Sabatini mi toglie la fiducia. Marquinho? La priorità di Luis Enrique è avere una rosa con un numero ridotto di calciatori per lavorare durante gli allenamenti in maniera ottimale, contestualmente potremmo fare altre operazioni in entrata ma Marquinho non è stato tesserato. Pizarro? Ci siamo resi disponibili per una cessione ma dipende dagli interlocutori. De Rossi? Trattiamo questa partita con la cura che necessita, col tempo necessario“.

20.35 – Arriva al Park Hotel Mancini anche Erik Lamela. L’attaccante giallorosso si ferma e rilascia qualche dichiarazione: “Buon periodo per la Roma? Non so se è merito mio, ma dobbiamo continuare così . Stiamo andando molto bene. Il mio rapporto con Totti? Francesco è un ottimo giocatore e una brava persona. Speriamo di fare bene nei prossimi impegni: quarti di coppa Italia e campionato“.

21.10 – Franco Baldini lascia il Park Hotel Mancini.

21.15 – E’ in corso la cena.

23.30 – Termina l’evento organizzato dall’AIRC.

Rizzitelli: “Roma, attenta al Cesena”

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Sabato pomeriggio alle ore 18 si si giocherà Roma-Cesena. Partita importante sia per i giallorossi che devono continuare nella loro striscia positiva in campionato sia per il Cesena che deve assolutamente allontanarsi dal terz’ultimo posto in classifica. PagineRomaniste.com ha contattato un doppio ex per l’occasione, l’indimenticato idolo della Curva Sud Ruggiero Rizzitelli. Dalle giovanili fino alla prima squadra con il Cesena  poi 6 campionati con la casacca giallorossa, hanno fatto di “Rizzi-Gol” il commentatore perfetto della sfida tra emiliani e capitolini.

Roma-Cesena che partità sarà?
Credo sia una partita dove la Roma abbia tutto da perdere. Sembra una partita facile ma non è assolutamente così. Ho seguito come commentatore Cesena-Novara (vinta dai bianconeri per 3-1) e si stanno riprendendo. Non avranno nulla da perdere all’Olimpico. La Roma non deve prendere sotto gamba la sfida contro i bianconeri, dovrà stare molto attenta e non sottovalutarli…

Quali sono i giocatori che potrebbero fare la differenza?
Nel Cesena penso chiaramente a Mutu che è un giocatore straordinario, ma non voglio dimenticare Candreva. Non è molto continuo ma ha tantissima qualità. Nella Roma spero si sblocchi Bojan che fino ad oggi mi sembra nè carne nè pesce.

Un giudizio sulla Roma fino ad oggi
Fino a Firenze un disastro totale. I primi mesi sono stati veramente deludenti, poi credo che qualcuno sia intervenuto e abbia parlato con l’allenatore. Luis Enrique ha fatto qualche passo indietro e si
sono visti miglioramenti. In Italia non si può fare un gioco basato esclusivamente sul possesso palla.

Roma-Cesena, per chi tiferà Ruggiero Rizzitelli?
E’ dura. Tifo sempre la Roma ma mi dispiacerebbe per il Cesena. Vorrà dire che guarderò la partita e basta…
Francesco Bianchini

Colucci: “Incontrare la Roma ora è difficile per tutti”

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Giuseppe Colucci, in vista del match di sabato ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla Roma e su Luis Enrique. Il capitano del Cesena, che ha parlato ai microfoni di Radio Ies, sabato sarà impegnato con la sua squadra nella sfida contro i giallorossi allo stadio Olimpico, sabato 21 gennaio, alle 18.

Colucci ha parlato della difficoltà e del grande impegno che la partita contro la Roma richiederà al Cesena: “Sarà una partita difficile: abbiamo passato un periodo non facile e cercheremo di fare di tutto per affrontare questa partita al meglio. Giocare alla pari con la Roma penso non sia facile, la differenza dovrà essere la voglia di portare a casa il risultato, come l’anno scorso quando strappammo un punto dopo una grandissima prestazione“.

Il capitano del Cesena dimostra stima e riconosce merito al tecnico giallorosso. Luis Enrique ha portato avanti un progetto ed è riuscito a motivare una squadra che da qualche match è davvero competitiva per tutti: “Leggendo i giornali, ho notato che c’era un grande progetto con un allenatore con una mentalità propositiva dove bisogna di cercare di capire che il calcio spagnolo è molto tecnico. Bisognava far metabolizzare questo tipo di calcio e ora penso che non sia facile per nessuno incontrare la Roma. Luis Enrique è stato bravo ad insegnare la sua metodologia. Incontrare la Roma ora è difficile per tutti“.

Colucci ricorda ancora la dura sconfitta di 7 a 0 che il Cesena subì contro la Roma di mister Spalletti. Il capitano del Cesena era in campo e ai tifosi che dissero che già sul 4 a 0 la sua squadra avrebbe potuto arrendersi e proseguire con dei palleggi rispose che lo spirito agonistico non cessava di esistere neanche in occasione di un risultato così drasticamente definito: “La roma era una grande squadra al top e noi facemmo la partita piu brutta nella storia del calcio Catania, la Roma invece fece la piu bella partita della sua stagione. Due coincidenze particolari che portarono ad un risultato cosi eclatante. Mi ricordo che Spalletti mi diede la mano e io apprezzai molto“.

Le ultime dichiarazioni all’emittente radiofonica del capitano del Cesena sono in merito ai due capitani giallorossi, Francesco Totti e Daniele De Rossi: stima e ammirazione per il primo, la cui carriera non avrebbe bisogno, secondo lo stesso Colucci, di commenti, e speranza per il rinnovo di De Rossi alla Roma, anche per mantenere alto il prestigio del calcio italiano: “Totti non ha bisogno di un commento di Colucci. E’ un giocatore straordinario, un vero leader, non solo per l’As Roma ma per tutta una città che si identifica in lui. Ha la capacità e la forza di prendere sulle sue spalle la squadra di un intera citta sulle spalle non è da tutti. Ha avuto qualche problemino ma ora è ritrovato. Il suo valore non si discute. Non puo essere un rigore sbagliato a mettere in discussione uno come lui. In merito a De Rossi, spero resti qui in Italia, lo dico per i tifosi romanisti e per il campionato italiano: è un patrimonio e per un giocatore come me che gioca e incontra De Rossi è un valore in più. Sono sicuro che lui e la società abbiano gia fatto passi importanti verso il rinnovo“.

Borini: “Con Luis Enrique tutti hanno una possibilità”

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Oggi la Nazionale Under 21 dell’Italia ha disputato un’amichevole contro l’ischia, formazione di serie D, al termine di uno stage alla Borghesiana durato tre giorni, cui hanno preso parte Borini, Crescenzi, Florenzi e Antei. Proprio l’attaccante della Roma ha sbagliato un calcio di rigore durante la partita, terminata 3-0 con le reti di Gabbiadini, Paloschi e Insigne. Al termine della sfida ha parlato Fabio Borini, che ha toccato vari argomenti, dall’esperienza romana con Luis Enrique alla prima rete all’Olimpico contro la Fiorentina, dal rinnovo di contratto di De Rossi  al mercato. Ecco le sue parole:

IL RAPPORTO CON LUIS ENRIQUE – “Con Luis Enrique c’è sempre la possibilità di partire titolare, non si sa mai la formazione quindi tutti possono giocare dall’inizio. Anche se finisci in tribuna alla partita seguenti puoi giocare dal primo minuto. Vedi l’esempio di Simplicio. Il mister non ti fa mai sentire escluso. Si sta molto bene perchè riesce a creare una bellissima atmosfera che a mio avviso va al di fuori del normale gioco del calcio. E’ un allenatore sereno che cerca la positività. Arrivare alla Nazionale maggiore è l’obiettivo di tutti i giocatori”.

IL FUTURO – Il mio futuro? Fino a giugno la Roma, poi la mia volontà è quella che questa avventura possa continuare. Mi ispiro ad Inzaghi, siamo molto simili”.

IL GOL ALLA FIORENTINA – “L’esultanza contro la Fiorentina era molto sentita, era tento che ero fuori per infortunio e ho avuto qualche problema fuori dal campo. La mia esultanza ha un significato, avere sempre il coltello tra i denti.  Quand ho segnato con la Fiorentina non ho visto dove si trovava Totti, ma lui il giorno dopo mi ha detto in romanesco cosa mi avrebbe fatto se non avessi fatto gol”.

CATANIA-ROMA – “A Catania non era più una partita, giusto interromperla”.

IL MERCATO – “La Roma non sta cercando attaccanti sul mercato perchè ha fiducia in quelli che sono già nella rosa. Un giocatore che porterei a Roma? Forse Destro, è un giocatore che consco molto bene”.

RINNOVO DE ROSSI – “De Rossi lo vorrebbero tante squadre, non so cosa farà, io spero possa rimanere a Roma“.

Problema all’adduttore per De Rossi. Domani farà differenziato

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Daniele De Rossi ha lasciato l’allenamento odierno prima della conclusione. La Roma, attraverso il proprio sito ufficiale, asroma.it, comunica che il centrocampista è ancora alle prese con un fastidio all’adduttore destro, per colpa del quale prova molto dolore. Il programma di recupero prevede due giorni di lavoro differenziato, quindi De Rossi non tornerebbe ad allenarsi con il gruppo prima della partita di sabato contro il Cesena. A questo punto, nonostante il “congelamento” dell’ammonizione, con conseguente squalifica, subita contro il Catania nell’ultima giornata di campionato, dovrebbe comunque essere assente per la prossima partita dei giallorossi.

Stekelenburg: “Roma, voglio vincere!”

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Maarten Stekelenburg fa il bilancio della sua esperienza alla Roma, la prima lontano dall’Olanda per il portiere della Nazionale degli Orange, che proprio nel suo paese con la maglia dell’Ajax ha vinto 3 campionati, 4 coppe nazionali e 4 Supercoppe. Queste le dichiarazioni di Stekelenburg a Sky:

Questa che sto vivendo a Roma è un’esperienza fantastica, sono migliorato tantissimo. Il mio obiettivo con questa maglia è quello di vincere dei titoli, per questo motivo gioco a calcio. Non ho paura di nessun avversario, noi dobbiamo guardare solo a noi stessi e mai agli avversari“.

Una folla per De Rossi a via del Corso

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Questa mattina nei pressi di un negozio di sport in via del Corso, a Roma, una folla di tifosi ha accolto Daniele De Rossi. Come riportato dalla trasmissione radiofonica “Te la do io Tokyo”, il numero 16 della Roma era presente per girare uno spot pubblicitario legato al lancio della nuova scarpa Adidas ZX750. Al termine delle riprese il centrocampista giallorosso si è recato a Trigoria per sostenere la consueta seduta di allenamento con la squadra e con mister Luis Enrique, prevista per le 14.

Caprari: “A Pescara per tornare più forte”

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Al termine della semifinale di andata di Coppa Italia Primavera Roma-Milan, terminata 6-1 per i giallorossi, parla Gianluca Caprari, che tra poche ore lascerà la squadra di De Rossi per andare a fare esperienza in serie B con il Pescara di Zeman. Queste le parole di Caprari a Sportitalia:

Abbiamo fatto un ottima partita, un primo tempo un po’ spento, ma un secondo tempo fantastico. Oggi volevo aesserci a tutti i costi. A Pescara sarà una bella esperienza, dovrò mettercela tutta come ho fatto finora con questa maglia. Vorrei tornare a giugno e giocarmi le chances di giocare con i grandi in giallorosso, Alla Roma c’è un tecnico preparato che punta sui giovani, ora vado questi mesi a Pescara per tornare più fote di prima“.