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Assemblea degli azionisti As Roma, DiBenedetto e Tacopina a Trigoria. Pannes e Klein nominati consiglieri.

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Da Trigoria Marco Calò

Si è svolto oggi a Trigoria l’assemblea degli azionisti di As Roma. Presenti fin dalla mattina Thomas DiBenedetto, Joe Tacopina e l’avvocato Cappelli, che hanno partecipato al consiglio di amministrazione della società. L’ordine del giorno dell’assemblea prevedeva: la discussione dell’aumento di capitale da 80 mln (con una prima tranche da 50 mln), il cambiamento del nome della società (che si chiamerà AS Roma SVP LLC e non più DiBenedetto AS Roma LLC)  e l’ingresso nel CdA della Roma di Mark Pannes e Brian Klein.

15.00DiBenedetto entra nella sala Champions, dove si svolgerà l’assemblea.

15.10 – Alle 16.30 verrà interrotta l’assemblea. Durante la pausa verranno forniti dettagli sul CdA andato in scena alle 13.

15.40 – Iniziata assemble degli azionisti. Il primo a prendere la parola è l’avvocato Roberto Cappelli che presenta i lavori. Primo punto all’ordine del giorno: cooptazione nel CdA di Mark Pannes e Brian Klein.

Iniziano gli interventi degli azionisti:

15.55Quinzi: “Migliorata la vendita dei biglietti nel botteghino dello Stadio Olimpico. Propongo l’avvocato Grassetti come consigliere della Roma“.

16.00Palermo: “Nell’assemblea del 27 ottobre si indicava il signor Miceal Ruane e Richard D’Amore come consiglieri di AS Roma. Tali consiglieri sono azionisti ciascuno per il 25%, il primo per via diretta e indiretta e il secondo solo per via diretta, i due erano consiglieri di grande caratura. Successivamente hanno rassegnato le dimissioni poco tempo dopo il loro insediamento. Questo accadimento è evento raro nel contesto di società quotata in borsa. Chiedo le motivazioni perchè i due consiglieri hanno declinato il loro incarico in tempi così brevi. Vorrei sapere anche se Ruane e D’Amore mantengono la loro partecipazioni nell’AS Roma llc e se la loro quota rimane inalterata, come il compenso annuale complessivo deliberato di 1,28 milioni sia stato ripartito tra i singoli componenti del consiglio. Si chiede se i compensi di Ruane e D’Amore sono gli stessi di Pannes e Klein. I poteri del presidente, dell’amministratore delegato, del comitato esecutivo e del direttore generale. Vorrei sapere perchè l’avvocato Baldissoni è stato nominato consiglieri indipendente ”.

16.05Ponziani:  “Sono soddisfatto del nuovo consiglio della Roma. Importante la fusione tra il consorzio americano e la Banca Unicredit, approvo i nuovi ingressi nel CdA. Ho sentito che c’è un’iniziativa per aprire gli allenamenti al pubblico; verrebbero in questo modo paralizzate la via Pontina e Via di Trigoria per l’affluenza massiccia “.

16.13 – Di Alicicco: “Dobbiamo prendere atto del fatto che i nostri amministratori delegati hanno gestito la Roma quotata in borsa per dodici anni, con un ritorno, in termini finanziari, che ha ridimensionato i piccoli azionisti
. Chiedo alla società di conseguire successi sportivi ed economici
“.

17.00Fenucci: “Quello delle 13 è stato un Consiglio di ordinaria amministrazione, all’ordine del giorno l’aumento di capitale che verrà approvato dall’assemblea e dal nuovo consiglio. Sono stati  formalizzati 2 comitati: uno per le remunerazioni, che sarà composto da me e Pannes, e l’altro per il controllo interno, con Klein, Tacopina e Cappelli al suo interno“.

18.00Pizzicaria: “Potrebbe diventare un  pericoloso precedente rinnovare il contratto di De Rossi a determinate cifre. Se vuole andare via, andasse, per non essere più schiavi di determinati contratti”.

18.10 Di Alicicco: “Capitan Futuro è un nomignolo che significa l’attaccamento e il fatto che ha dato qualcosa a questa squadra. Grazie a Bruno Conti il nostro vivaio ha una grande importanza.L’ aumento di capitale: a cosa è mirato? Risorse umane o struttue ”.

18.15Palma: “Quanto i giocatori, le cosidette bandiere, hanno a cuore i tifosi? De Rossi non si è ancora espresso sul suo futuro con un atteggiamento scorretto. Sbatterci il fatto che sono romani non serve. Loro devono ringraziare la Roma per quello che gli ha dato, soldi e amore”.

18.25Campanile: “ E’importante implementare i servizi della società verso i tifosi, creare un contatto fra tifosi e club. Ricordardando anche la figura di raccordo tra tifoseria e club oltre al fair play finanziario. La maglia tornerà con i colori sociali della Roma, ovvero giallo ocra e rosso.C’è il bisogno di iniziare una campagna “No al falso” contro prodotti falsi, con maglie originali più economiche. Si richiede la presenza di un traduttore per la compagine americana simultaneo nelle prossime assemblee”.

18.55Fenucci: “L’aumento di capitale deriva da due fattori: la Roma non partecipando alle coppe europee ha visto una caduta dei ricavi durante l’esercizio in corso, a fronte di costi relativamente stabili. I margini tra costi e ricavi sono diventati negativi. Il secondo riguarda gli investimenti per gli acquisti che hanno portato un saldo negativo di 40 milioni. La volontà è costruire una squadra di livello mondiale, vincente, perché molti ricavi sono legati ai successi sportivi e al brand. L’aumento è svincolato dal progetto di costruzione del nuovo stadio, per il quale verrà presentato un piano alternativoFenucci poi continua : “Sullo stadio non ci sono novità rilevanti, stiamo lavorando con degli esperti che stanno studiando le aree disponibili. Vorremmo rendere questo processo il più veloce possibile, ricordo però che la legge sui finanziamenti ai club è ferma alla Camera. Sul merchandising, siamo convinti che bisogna lottare contro i prodotti falsi, chi compra prodotti falsi crea un danno alla Roma. Tutto questo va accompagnato ad una crescita culturale dei tifosi, mentre da parte nostra bisogna stare attenti alla qualità dei nostri prodotti. Le maglie della Roma? Torneranno ai colori storici. Sulla convenzione con lo stadio Olimpico? Abbiamo un ottimo rapporto con il Coni, l’obiettivo è la creazione di nuovi spazi commerciali all’interno dello stadio“.

19.37 – Approvazione dell’aumento di capitale per un massimo di 80 milioni, con la prima di tre tranche del valore di 50 milioni.

Alle ore 19.50 si conclude l’Assemblea degli azionisti dell’As Roma.

FINE

Allenamenti Roma – Assenti Pjanic, Totti e Borini. De Rossi lavora in palestra

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Da Trigoria Marco Calò

La Roma scende in campo a Trigoria per preparare la sfida contro il Cagliari, dopo la battuta d’arresto contro il Bologna ieri pomeriggio. Da verificare le condizioni di Pjanic, uscito durante la partita di ieri per colpa di un infortunio, e di De Rossi, ancora alle prese con la pubalgia.

14.20 – Iniziano gli allenamenti. Assenti, oltre ai lungodegenti Osvaldo e Burdisso, Totti, De Rossi, Borini e Pjanic.

14.30 – Dopo il riscaldamento, i giocatori che hanno giocato ieri svolgono lavoro differenziato sul campo B. Il resto del gruppo prova gli schemi d’attacco sul campo C.

15.10Osvado prosegue il recupero dal suo infortunio. L’attaccante argentino, è sceso in campo per svolgere un lavoro differenziato, alternando lavoro ateltico a movimenti con il pallone.

15.20 – Distribuiti i fratini da mister Luis Enrique, per una partitella a campo ridotto.
Verdi: Kjaer, Simplicio, Josè Angel, Bojan
Rosso: Cicinho, Perrotta, Viviani, Cassetti
Bianco: Pizarro (nel ruolo di playmaker)
Con Curci e Lobont tra i pali.

(AGGIORNA)

SERIE A: CAGLIARI-ROMA (Stadio Sant’Elia – 1 febbraio 2012 – ore 20.45)
ARBITRO: Romeo di Verona
INDISPONIBILI: N. Burdisso, De Rossi, Osvaldo.
IN DUBBIO: Pjanic, Borini, Totti.
SQUALIFICATI: /
PROBABILE FORMAZIONE (4-3-3): Stekelenburg; Rosi, Juan, Heinze, Taddei; Simplicio, Gago, Greco; Bojan, Totti, Lamela.

Totti incontra gli operai della Sigma-Tau che protestavano a Trigoria

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Una settimana fa il pullman della Fiorentina era stato bloccato in strada per una manifestazione degli operai dell’Alcoa. Dopo qualche giorno la storia si ripete, questa volta a Roma. Gli operai della Sigma Tau, infatti, sono in piazza a manifestare: 569 operai in cassa integrazione, disperati si schierano sulla carreggiata e costringono all’arresto anche il pullman della Roma che da Trigoria si stava dirigendo verso lo stadio Olimpico, per disputare il match contro il Bologna.

Toni pacifici quelli degli operai che mai si sarebbero aspettati una reazione simile a quella dei giallorossi, soprattutto in un pre-partita. Francesco Totti, infatti, insieme ad un dirigente, è sceso dal mezzo per ascoltare le voci di quella povera gente.

Francesco, io sono della Lazio però ti stimo, ti voglio bene. Non è perchè vogliamo farvi ritardare la partita però, ragazzi, stiamo nella m…”  Gli operai vanno incontro al capitano, lo ringraziano di essere sceso dal pullman e parlano a lui della loro triste condizione: “Sappiamo che la colpa non è la vostra, che voi non potete cambiare la situazione però siamo tanti e abbiamo tutti moglie, figli e famiglie. Dateci una mano“.

Totti li ascolta con disponibilità e comprensione, sorride quando uno degli operai gli dichiara la sua stima nonostante la sua fede calcistica sia laziale. Il capitano non si può trattenere molto ma le sue sono parole chiare di risposta: “Non so come possiamo fare, se si potrà fare qualcosa la faremo. Faremo il possibile“.

 

Prandelli: “Complimenti alla Roma per i comportamenti”

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Il commissario tecnico della Nazionale italiana, Cesare Prandelli, fa i complimenti alla dirigenza della Roma. Presente al seminario Ussi Figc a Coverciano parla del codice etico cui tiene tanto il tecnico e di come i dirigenti della società giallorossa hanno gestito il caso-Osvaldo, non convocato per Fiorentina-Roma dopo la lite con Erik Lamela avvenuta negli spogliatoi di Udine. Queste le parole di Prandelli riportate dall’ansa:
Codice etico? Quando abbiamo iniziato questo percorso gli obiettivi erano riavvicinare la gente alla nazionale e se un giocatore si comporta in maniera non corretta è giusto che non venga convocato. Nel mondo del calcio poi le cose sono esasperate. Volevo fare i complimenti ai dirigenti della Roma, per il caso Osvaldo. Non lo hanno convocato ed hanno fatto un lavoro per tutti, dovrebbe essere facile seguire questo comportamento. Avere dirigenti consapevoli può essere un vantaggio“.

Zamparini: “Luis Enrique? Non l’avrei mai preso”

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Maurizio Zamparini, presidente del Palermo, dice la sua su Luis Enrique:
Luis Enrique? Non l’avrei mai preso“, le sue parole a Radio Manà Manà Sport.
Zamparini, che da luglio ha già cambiato sulla panchina del Palermo ben tre allenatori (in ordine cronologico: Pioli, Mangia e Mutti), parla delle idee del tecnico spagnolo e della mancanza di pazienza che caratterizza (quasi) tutti i tifosi e i presidenti italiani:
Il gioco che propone Luis Enrique è un bel vedere ma ha bisogno di troppo tempo per essere ben assimilato. Il problema è che in Italia questo tempo non c’è. La sua fortuna è di avere un ds come Sabatini che gli mette a disposizione il materiale migliore su cui lavorare“.

Roberto Carlos annuncia il suo addio al calcio

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Roberto Carlos si ritira dal calcio giocato. Il terzino brasiliano ricopriva il ruolo di calciatore e vice-allenatore nell’Anži Machačkala, la squadra russa che ha acquistato Eto’o nello scorso giugno. Sarà lo stesso Roberto Carlos ad annunciare ufficialmente il suo addio al calcio in una conferenza stampa nella giornata di oggi, come riporta calciomercato.com.

Cagliari-Roma, arbitra Romeo

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Sarà Andrea Romeo, sezione di Verona, il giudice di gara per l’incontro di mercoledì 1 febbraio, allo stadio Sant’Elia che vedrà in campo Cagliari e Roma, in programma alle 20.45. Il fischietto di Romeo sarà accompagnato da Manganelli e Stefani. Il IV uomo sarà Brighi.

CdA As Roma terminato. Tra poco l’assemblea degli azionisti

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Da Trigoria Marco Calò

Questa mattina si riunisce a Trigoria il Consiglio d’Amministrazione della Roma. Prevista la presenza del presidente Thomas DiBenedetto, l’amministratore delegato Claudio Fenucci, il vicepresidente Joe Tacopina, dei consiglieri Pannes e Klein e di Shergul Arshad, appena tornato nella Capitale proprio per l’occasione. Probabilmente oggi verrà annunciato il cambiamento del nome della LLC che detiene il 60% della Roma: da oggi in poi non si chiamerà più DiBenedetto AS Roma LLC, ma AS Roma SVC LLC.

12.15 – Arriva Joe Tacopina.

13.10 – L’avvocato Cappelli entra a Trigoria con la sua vettura

La Repubblica – La meglio gioventù

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Come per la formula della Coca Cola. Tutti a cercare l’ingrediente segreto di quella parola magica, la cantera; tutti dietro il made in Barcellona, che un giorno gioca la Champions con 9 ragazzi del suo vivaio e spingeil mondo sulla via dell’emulazione. C’è chi ne copia la struttura, chi corre a soffiargli i tecnici delle giovanili: da Hong Kong (Josep Gombau) alla Polonia (Bakero), da Tblisi (Garcia) a Dubai, dove la squadra allenata da Maradona ha affidato i ragazzini allo scopritore di Iniesta, Albert Benaiges. Fino a Liverpool (l’Accademia a Rodolf Borrell) e alla Roma. Dove da tempo ha sede una delle fabbriche italiane di talenti, uno dei vertici del triangolo Roma-Milano-Bergamo.

MODELLO TRIGORIA Mezza serie A ha mandato in campo almeno un giocatore formato a Trigoria. Luis Enrique ne ha utilizzati sette, altri arriveranno: “Il mercato? Se prendiamo qualcuno, bene: altrimenti c’è la Primavera che ha giocatori di qualità. Preferisco lavorare così, penso che la squadra possa migliorare in questo modo“. È il trapianto più diretto, più consistente e più recente del dna barcellonese nel nostro calcio.

LA FABBRICA ATALANTA Ben 20 giocatori dell’attuale serie A vengono da qui. Hanno avuto a che fare con Mino Favini, che da vent’anni gestisce il più prolifico settore giovanile d’Italia. “Spendiamo 2 milioni l’anno, che per noi non sono pochi. Ma possiamo permetterci di far esordire molti più giovani rispetto a Milan, Intero Juve: lì se non offri garanzie, non rischiano. Da noi invece i ragazzi conquistano visibilità e interesse, il rientro c’è sempre, a volte è strepitoso“. Dopo Scirea e Donadoni sono venuti Pazzini e Montolivo. I prossimi sono Gabbiadini e Bonaventura. L’ingranaggiofunziona, dietro c’è un’organizzazio-ne che pesca talenti a Bergamo e nelle province confinanti.

INTER DA CHAMPIONS L’Inter investe 5 milioni l’anno, cifra analoga a quella di Milan e Juve. Una ventina di osservatori, una rete di società affiliate cui appoggiarsi, due persone all’estero (così sono stati scoperti Martins e Pandev). Nella neonata Champions per squadre Primavera— la Next Generation Series — l’Inter è in semifinale: la giocherà a marzo contro il Marsiglia. Roberto Samaden, responsabile del settore, racconta: “La metà dei ragazzi della rosa sono con noi da quando avevano 8 anni. È la nostra filosofia. Dai 14 ai 17 anni vivono tutti insieme in una villa gestita da una famiglia di nostra fiducia: così ricreiamo l’ambiente di casa. Non credo che i nostri vivai siano così poveri come si dice, anche se il Barca è lontano: spende il triplo di noi“.

RITORNO AL MADE IN ITALY I più esterofili di tutti stanno facendo marcia indietro. Per anni gli osservatori dell’Udinese hanno importato talenti: Felipe è arrivato a 15 anni dal Brasile, Sanchez dal Cile a 17. Ora l’obiettivo è un vivaio made in Friuli, d’altronde patron Pozzo lavora a Barcellona e conosce bene il modello originale. Andrea Trevisan, che cura il settore, spiega: “Ogni anno lasciavano il Friuli trai 10 e i 15 calciatori di 14 anni, età in cui per regolamento ci si può trasferire fuori regione. Andavano all’Inter, alla Juve, al Milan. Ma quanti di questi sono arrivati in A? Nessuno. Ci siamo detti: invece di girare il mondo, cominciamo a trattenere qui i più forti. Ora vogliamo portare ragazzi friulani in serie A”.

RINCORSA DEL CHIEVO Ambizione simile in casa Chievo, da anni “favola” italiana, ma ancora senza giovani suoi nel grande calcio. Maurizio Costanzi, responsabile del settore, spiega: “Il nostro è un progetto re, cente, appena partito con ragazzi del ’90. Dobbiamo affrontare la concorrenza delle grandi anticipandole sulle scelte, convincendo calciatori e famiglie che anche un piccolo club come il nostro può garantire un percorso foriativo, magari meno esasperato e più tranquillo“. Ed è già al secondo posto del suo girone Primavera dietro il Milan.

PORTIERI Ne cercate uno? Fate un giro a Monza. Hanno dato alla attuale serie A Abbiati, Antonioli e Castellazzi. Qui è cresciuto anche Castellini, oggi preparatore portieri dell’Under 21. Sull’onda di questa tradizione, da ottobre è partita una scuola dedicata esclusivamente alla formazione di giovani numeri uno. “Abbiamo 11 preparatori che si dedicano a 100 ragazzi tra gli 8 e i 16 anni iscritti al corso” spiega Gianluca Andrissi, dt del settore giovanile. II Monza spende 200 mila euro annui per i costi di gestione (dai pullman agli stipendi dello staff) e poche migliaia di euro per gli acquisti.

IL FATTORE PROVINCIA L’ambiente familiare spiega gli exploit di provincia. Il Piacenza ha prodotto negli anni gli Inzaghi, Gilardino e Lucarelli; altri 3 giocatori di A provengono da una realtà come il Cittadella. Un vero e proprio caso è la Renato Curi di Pescara (oggi fusa con l’Angolana): la prima squadra mai più su della serie D, ma ben 6 scudetti fra gli Allievi dilettanti e due campioni del mondo, Oddo e Grosso. Niente male per un club che gioca nello stadio da 2000 posti di Città Sant’Angelo.

L’EMERGENTE DANESE Il Varese ha costruito quasi da zero lo scorso anno. Ed è stata subito finale scudetto. In panchina Devis Mangia, poi in A con il Palermo. Racconta: “L’errore è ritenere il settore giovanile un obbligo. Se lo vivi così, lo fai male e con fastidio. A Varese abbiamo puntato sul talento, su quei ragazzi ostacolati nella loro crescita dal carattere, magari scartati dai grossi club. A Palermo avevo iniziato il lavoro con lo stesso criterio“.

LA MODA DEL PRECOCISMO Su 511 calciatori Primavera in Italia, ben 349 sono nati nei primi sei mesi dell’anno: il 68%. E si sale all’80% comprendendo le altre categorie. Significa che fra ragazzi dello stesso anno, si reclutano quelli con maggiori doti fisiche. Un setaccio alla base. E la filosofia del “precocismo“. Forse perché Messi, Iniesta, Xavi, Piqué, Fabregas, Puyol e Thiago sono tutti nati fra gennaio e giugno. E pazienza se Maradona e Pelé erano di ottobre.

La Repubblica – Carotenuto/Fasiolo

Brocchi: “La Lazio merita più spazio della Roma”

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Cristian Brocchi, centrocampista della Lazio, parla della Roma e della differenza di attenzione e di interesse che, a suo dire, ci sarebbe tra le due squadra capitoline. Parlando a Sky, Brocchi dichiara che le vicende della sua squadra dovrebbero avere più risalto di quelle di altre, in particolar modo di quelle della Roma, tra l’altro adducendo come motivazione anche la data di nascita della squadra biancocelesta:
Più spazio alla Roma? E’ accaduto così anche lo scorso anno, non so perchè, e i giallorossi sono arrivati sotto. Anche quest’anno e’ così. Meritiamo maggiore considerazione non solo nei confronti della Roma, ma anche di altre squadre. Noi comunque dobbiamo continuare a far bene e a farci valere in campo, poi tanto lo dice la storia quale delle due è la prima squadra della Capitale. Stiamo facendo un grande campionato, ci sono state partite in cui non abbiamo raccolto quanto meritato e altre magari in cui siamo stati fortunati“.

Il Messaggero – Mira alla Juninho

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Il ragazzo dai piedi d’oro si è fatto coraggio, si è avvicinato al proprio capitano e, in un italiano ancora stentato, gli ha detto: questa la tiro io. Francesco Totti, conoscendolo, gli ha dato il via libera, anche se era convinto che da quella posizione, una venticinquina di metri dalla porta, avrebbe potuto far male a Gillet. Invece, con una punizione provata e riprovata mille e mille volte a Lione, Miralem Pjanic ha superato prima la barriera (posizionata a soli sette metri dal pallone!) e poi anche il portiere belga, regalando alla Roma la rete del pareggio.

Un vero e proprio capolavoro, il terzo gol italiano del bosniaco. Un colpo che ha imparato da un maestro straordinario come Antônio Augusto Ribeiro Reis Júnior, meglio noto come Juninho Pernambucano, il brasiliano maestro dei calci piazzati che Pjanic ha incrociato in Francia. Colpo secco, palla che non gira ma che – dritta per dritta – vola alta prima di abbassarsi in maniera repentina. Un gol, e che gol, per confermare un dato che, alla prima di ritorno, appare ormai indiscutibile: Miralem, classe 1990, è tra i migliori colpi di mercato degli ultimi anni del club giallorosso. Questione di tecnica, certo, ma anche di carattere, e basta rivedere con quale personalità ieri ha detto a Totti di lasciargli quel tiro per averne un’ampia conferma. Una personalità ancora da perfezionare e talvolta esagerata, visto che Pjanic è stato costretto a saltare la partita di Napoli per una squalifica rimediata per somma di ammonizioni, tutte per proteste.

(…) Pjanic s’è legato al club giallorosso fino al 30 giugno del 2015 e in questa stagione (e lo farà anche nella prossima) guadagna 3,6 milioni lordi, bonus esclusi. Luis Enrique l’ha impiegato quasi sempre da intermedio, sia a destra che a sinistra, ma l’impressione è che il ruolo più adatto alle sue caratteristiche sia quello di trequartista, di rifinitore. Del resto, il primo a tessere le lodi di Pjanic era stato proprio Francesco Totti che, in un’ intervista concessa in questa stagione a Trigoria, lo definì fenomenale per la sua capacità di nascondere il pallone agli avversari. Un concetto ribadito, poi, da Daniele De Rossi, che ha etichettato il bosniaco come il miglior acquisto della nuova Roma. Mira, come lo chiamano i compagni, ha confezionato tutta una serie di assist e ha segnato tre gol, tutti allo stadio Olimpico, contro Lecce, Cesena e appunto Bologna. (…) La sua analisi della gara contro il Bologna (che ha chiuso con il 79% di passaggi riusciti, 41) è molto serena. E sincera. “Abbiamo avuto le occasioni migliori soprattutto dopo la mia rete del pareggio ma dovevamo essere più pericolosi. Il Bologna ha difeso molto bene e così non siamo riusciti a segnare ancora. La differenza con la gara dominata prima di Natale? Loro hanno cambiato molto, si difendono bene marcando anche a uomo in mezzo al campo. Forse eravamo un po’ stanchi, perché avevamo giocato contro la Juventus martedì: loro avevano riposato e questo si è fatto sentire nel finale. Avevamo tanta voglia di vincere, è un risultato ovviamente negativo” (…).

Il Messaggero – Mimmo Ferretti

Il Romanista – “Cuore e sole”, è la nuova Roma

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«Welcome to our Village». È con queste parole che il Presidente della Roma, Thomas Richard DiBenedetto, ha inaugurato ieri il “Cuore Sole Village by As Roma”, nuova area d’intrattenimento pensato per le famiglie, i bambini, le scuole, i tifosi che si dirigono allo stadio. Il tycoon americano, intorno alle 12, ha tagliato il nastro giallorosso, dando il via alla cerimonia di apertura nel nuovo spazio adibito allo svago dei piccoli tifosi a due passi dall’Olimpico, per la precisione in via Canevaro (tra viale delle Olimpiadi e Lungotevere Maresciallo Cadorna). Un villaggio per divertire, interagire, comunicare attraverso una serie di attività di intrattenimento e svago, che verrà aperto in occasione di tutte le partite in casa della Roma. «Il gruppo di lavoro, io insieme a Pannes e agli altri, crediamo che questo genere di iniziative siano molto importanti per la Roma» ha detto Mister Tom. E ancora: «Siamo costantemente alla ricerca di nuovi progetti per migliorare l’esperienza dello stadio per i tifosi. Questa è una vera e propria priorità per noi».

Lo Juventus Stadium, visitato martedì scorso in occasione della sfida di Coppa Italia fra bianconeri e Roma a cui DiBenedetto ha assistito, ha lasciato un’importante e positiva impronta: «Stiamo valutando la fattibilità finanziaria e dei vari luoghi che potrebbero ospitare un nostro stadio di proprietà, ci stiamo lavorando». Gli obiettivi? «Il primo è vincere, e per questo tutti stanno lavorando molto bene. Il secondo è rendere l’esperienza dei tifosi la migliore possibile».

Nel pomeriggio di oggi Mr Tom presiederà il Cda convocato dalla società giallorossa, assemblea volta a deliberare una prima macchia di ricapitalizzazione della Roma. Si parla di una prima tranche da 50 milioni di euro, a cui faranno seguito altre due da 20 e 10 milioni, il tutto entro il 2012. Sarà presente anche Claudio Fenucci, che ieri ha accompagnato il tycoon americano alla cerimonia di inaugurazione nella nuova area-svago dell’Olimpico. L’ad giallorosso ritiene soddisfacente questo primo passo verso l’apertura dello stadio alle famiglie: «La direzione è quella giusta, lo scopo è permettere a tutti, dai più piccoli ai più grandi, di vivere lo stadio anche prima e dopo la partita». Il vero obiettivo però è avere un proprio stadio: «Resta un obiettivo primario, è un mezzo per rendere uno sviluppo anche economico, ma soprattutto per legare di più i tifosi alla squadra. Quella di oggi è una delle iniziative che stiamo portando avanti grazie al Coni e a Petrucci, con il quale stiamo avviando una collaborazione intensa per rendere l’Olimpico già da ora più vivibile. Ce ne saranno altre e riguarderanno anche una ristrutturazione delle aree ospitalità dello stadio, in modo da poter coinvolgere in maniera più continua anche i nostri sponsor».

Ma che cos’è nel pratico il “Cuore Sole Village by As Roma”? “È un posto divertentissimo, ci starei tutto il giorno” ha spiegato Giulio, tifoso undicenne accompagnato dal papà. “I giochi sono tantissimi e tutti fatti bene. Papà ci torniamo sempre, vero?”. L’obiettivo della società era proprio questo: incentivare anche i più piccoli ad andare allo stadio, fornendo loro la possibilità di svagarsi e interagire con il mondo del calcio da un nuovo punto di vista. Di possibilità ce ne sono tante: dal biliardino, alle mini-porte da insaccare col pallone, piccoli campetti da basket, giochi gonfiabili, spettacoli di freestyle e coreografie delle cosiddette “lupacchiotte”. In più, l’opportunità di essere fotografati con la maglia di alcuni giocatori o di ottenere un video che poi potrebbe comparire sui maxi schermi dell’Olimpico nel prepartita. “L’idea di poter passare del tempo con mio figlio divertendoci insieme proprio qui allo stadio mi stuzzica molto” racconta il padre di Lucaè un bel modo per provare a ricreare di nuovo una bella atmosfera, cosa che per un motivo o per un altro sta un po’ scomparendo“. “L’area è molto carina, molto organizzata e ben fatta – spiega il papà di Luigi, nel frattempo impegnato ad attaccare le figure nell’album che gli è appena stato regalato in uno stand -, ma secondo me manca un punto vendita di gadget della Roma: a mio parere la società farebbe bene a inserire anche uno spazio dedito al merchandising. Sarebbe un bel modo per monetizzare“. Infine Andrea, 12 anni, racchiude in poche parole la conferma dell’idea che si era posta la società nell’avviare questa iniziativa: “Giocare a pallone e pensare che fra un po’ a due passi da me Francesco Totti farà lo stesso è una bella sensazione” racconta tra un tiro e un altro con gli amici. “Spero di tornare qui ogni domenica“.

CURIOSITA’E ci sono anche le star del freestyle

L’arte del palleggio acrobatico, l’unione tra spettacolo e tecnica, “corpo e sfera che si muovono come fossero uniti da un filo invisibile“: il freestyle soccer è stato uno degli show di maggiore interesse tra quelli di ieri durante l’inaugurazione del “Cuore Sole Village by As Roma”. I protagonisti sono stati Swann Ritossa e Antonio Colella, due componenti del team “Fast Foot Freestyle Soccer”, che hanno divertito il pubblico con uno spettacolo di abilità, fantasia, coordinazione, equilibrio e simbiosi con il pallone. “Probabilmente saremo qui tutte le domeniche” ha detto Swann, che ha anche avuto la fortuna di girare uno spot pubblicitario con Ronaldinho grazie al suo talento. “Credo che faremo una sorta di rotazione tra i 5-6 componenti del nostro team. Noi abbiamo una scuola di calcio freestyle che lavora per diverse società. Al momento stiamo collaborando con la Roma, abbiamo già lavorato per il Barcellona e prossimamente voleremo verso Manchester, sponda City, intorno alla seconda metà di febbraio“.

Dal puro spettacolo al rafforzamento delle più fini tecniche del calcio il passo è breve: “Noi abbiamo un progetto: integrare il calcio freestyle nell’allenamento dei calciatori, quindi un nuovo sistema di allenamento per la tecnica in modo tale da riuscire ad aumentare coordinazione, controllo e consapevolezza del pallone“. Per il momento è solo un’idea, ma la predisposizione c’è: “Non abbiamo ancora stabilito alcun accordo preciso, però si tratterebbe della prima volta che questo tipo di disciplina, nata pochi anni fa, va direttamente a relazionarsi col mondo del calcio e non solo dal punto di vista spettacolare come ad esempio abbiamo fatto oggi. Diventa proprio un sistema di allenamento principalmente per tecnica e controllo di palla

Il Romanista – Valeria Vercillo

Il Romanista – Taddei: “Una partita brutta”

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Pensavamo di fare tre punti, ma non non abbiamo espresso al meglio il nostro gioco”. La Roma ha giocato male e Taddei lo ammette con assoluta franchezza. Colpa un po’, colpa si fa per dire, anche degli avversari. “Le squadre che affrontiamo sono preparate. Oggi (ieri, ndr) il Bologna aveva sempre cinque uomini in area di rigore”, commenta l’esterno (una volta alto, adesso basso) brasiliano. Dice Rodrigo: “È stata una partita brutta. Abbiamo disputato un primo tempo bloccato, il secondo siamo usciti ma non siamo stati fortunati. Dispiace non avere fatto il nostro compito, volevamo i tre punti punti sul nostro campo ma questo è il calcio italiano, uno dei più difficili del mondo”. Il Bologna ha chiuso tutti gli spazi. “Ma ci saranno sempre delle partite difficili – avvisa Taddeidobbiamo uscire da questa situazione che non riusciamo a giocare quando siamo marcati a uomo”. Continua il brasiliano: “Abbiamo sempre voluto giocare palla a terra. Nel secondo tempo lo abbiamo fatto di più ma non abbiamo finalizzato“.

Secondo Rodrigo, non c’è un problema atletico. “Chi ha seguito la partita ha visto che abbiamo corso 90’. Non è semplice giocare contro chi ha cinque uomini nell’area di rigore e va solo in contropiede. Il Bologna ha fatto questo per tutta la partita”. Ma come si risolve il problema? “Il nostro modo di giocare sarà sempre lo stesso, ma si deve accelerare la situazione. Cercheremo di dare più alternative a chi ha il pallone”.

Stekelenburg ha tenuto a galla la Roma. Rodrigo è entusiasta di questo gigante della porta. “È una grande sicurezza, ti dà tranquillità giocare con un portiere del genere. Anche Juan e Heinze sono dei giocatori con un grande bagaglio tecnico. Dei nazionali. Danno tranquillità. Però dobbiamo dare una mano tutti, perché loro tre da soli non possono fare miracoli. Dobbiamo riequilibrare la squadra: tutti che difendono e tutti che attaccano”.

STEKELENBURG – “Trasmette sicurezza”, dicono a Trigoria. Se ne sono accorti da un pezzo anche sugli spalti dell’Olimpico. Stekelenburg è amato dai tifosi, ma ancora di più dai compagni. E lui che dice? Beh, Maarten è deluso dal risultato. “Sì, sono soddisfatto della mia partita”. La sua è andata benone, quella della Roma decisamente meno. “Nel primo tempo – spiega il portiere – siamo stati troppo lenti. Ci hanno messo pressione. Nella ripresa siamo stati più rapidi, ma è andata così”. Il suo intervento su Di Vaio ha evitato il disastro. “Io cerco sempre di fare il meglio per me e per la squadra”. Questa è una certezza. Una garanzia. Come lo è lui ogni volta che si piazza lì a difendere la nostra porta.

Il Romanista – Bartolo De Vecchi

Toni va negli Emirati Arabi, ufficiale il passaggio all’Al Nasr

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Luca Toni ha lasciato nuovamente l’Italia per andare a giocare negli Emirati Arabi, più precisamente nell’Al Nasr di Walter Zenga, dove milita anche l’ex Lazio e Palermo Mark Bresciano.
Toni, che ha giocato per 6 mesi nella Roma, tra gennaio e giugno del 2010, realizzando 5 gol in 15 partite nell’anno dello scudetto sfiorato dalla società giallorossa, giocava nella Juventus ed è stato ceduto a titolo definitivo.

Il Tempo – Borini e gli stravizi: “Meglio stare a casa”

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Ogni riferimento a quello che è successo durante la scorsa settimana è o non è puramente casuale? La domanda è da un milione di dollari e ognuno può dare la risposta che vuole. Così come ieri ha fatto Fabio Borini. “Io non ero alla cena e quindi non posso parlarne“.

Può farlo, invece, a proposito di una Roma apparentemente stanca. “Si chiacchiera molto ma le chiacchiere restano tali. Nella ripresa abbiamo fornito la migliore reazione possibile“, è il primo commento buono per la “tv di statoRoma Channel. Poi, rispondendo alla stessa domanda in zona mista, c’è qualcosa di diverso. “Si gioca ogni tre giorni – spiega Borinie non è facile, anche grazie ai continui viaggi, essere sempre al massimo. Quindi dobbiamo restare accorti a casa e fare quello che dobbiamo fare“.

Meglio fermarsi qui. Sulla partita, invece, il pensiero è sempre lo stesso: “Il Bologna ci ha tolto gli spazi e mi dispiace aver sprecato due occasioni“. Taddei vuole trovare le contromisure per vincere le prossime partite di questo genere. Questa è andata così, meglio inventarsi qualcosa per quelle successive: “Tutte le squadre che affrontiamo ci hanno studiato. Il Bologna, ad esempio, aveva sempre cinque uomini in area di rigore. Dobbiamo trovare una soluzione per riuscire a giocare anche contro chi ci aspetta, si chiude e marca a uomo. Abbiamo provato a giocare come sempre palla a terra, nonostante il campo non fosse proprio in ottime condizioni, ma non siamo stati bravi a finalizzare“. Juan, invece, assolve in parte la Roma: “Un’occasione persa. Dopo il gol di Di Vaio abbiamo reagito come dovevamo reagire, ma non siamo riusciti a vincere. La squadra, però, non mi è sembrata stanca. Abbiamo dato tutto, creato tante occasioni e giocato veloce. Merito del Bologna che ci ha pressato alto e ci ha dato fastidio“. Per fortuna che, in un paio di occasioni, ci ha pensato Stekelenburg. “Sono soddisfatto della mia gara – dice il portierone olandese – anche se non siamo riusciti a vincere. Nel primo tempo siamo stati troppo lenti“. A fine gara brutto siparietto in zone mista: Raggi esce zoppicante, una giornalista gli chiede come sta e lui risponde “é colpa di quella m…a di Totti“. Qualcuno lo sente e volano un altro paio di parolacce. Solo quelle, per fortuna.

Il Tempo – Matteo De Santis

Il Romanista – Quarto pareggio del campionato, sesta gara utile di fila

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Alla luce dei risultati delle dirette concorrenti in classifica è chiaro che il pari casalingo di ieri con il Bologna è un’occasione persa. Spesso, però, siamo portati a valutare le prestazioni della nostra squadra del cuore come se gli avversari non ci fossero, dimenticando se questi hanno giocato male o bene. Nel caso della partita di ieri questo errore non va fatto, perché la Roma ha disputato una gara al di sotto delle aspettative anche per merito di un bellissimo Bologna, aggressivo in ogni zona del campo, propositivo il giusto e sempre pronto a chiudere ogni varco, con raddoppi di marcatura sempre o ovunque. Un Bologna che, non dimentichiamolo, si esalta con le grandi, come dimostrano i pareggi pesanti ottenuti in trasferta, peraltro tutti per 1-1. Prima di quello di ieri in casa della Roma, infatti, aveva conseguito questo risultato al San Paolo con il Napoli lo scorso 16 gennaio e addirittura a Torino con la Juve il 21 settembre. Tre pari importanti per i rossoblu ai quali si deve aggiungere il 2-2 casalingo con il Milan dell’11 dicembre. Segno che contro le grandi il Bologna sa come si fa, anche perché in squadra ha molti giocatori tecnici che se hanno campo riescono ad esaltare al massimo le loro doti. Contro le squadre più forti gli spazi ci sono sempre, mentre contro le medio-piccole questi si restringono inevitabilmente. E così il Bologna resta imbattuto nel 2012, visto che dopo quella sconfitta con la Roma del 21 dicembre ha collezionato la vittoria casalinga con il Catania e tre pareggi consecutivi contro il Napoli, il Parma e i giallorossi. Insomma, sul suo cammino la Roma ha incontrato una delle squadre più in forma del momento. Così è arrivato il suo quarto pari in campionato dopo quelli con l’Inter a Milano (0-0), il Siena e la Juve all’Olimpico. Questi ultimi entrambi per 1-1 come quello di ieri, che porta a sei le gare utili consecutive.

Il Romanista – Franco Bovaio

AS Roma SPV LLC: non più DiBenedetto, cambia il nome della società americana

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Si chiamerà AS Roma SPV LLC e non DiBenedetto AS Roma LLC: cambia il nome del veicolo americano che detiene il 60% del pacchetto di maggioranza del club giallorosso. La novità dovrebbe essere annunciata nel corso del cda o dell’assemblea dei soci che delibererà l’aumento di capitale da 80 milioni di euro (50 saranno chiamati nell’immediato, per essere disponibili a ridosso dell’estate).
Questioni tecniche“, motivi di opportunità: fonti vicine al consorzio Usa giustificano così il cambio di denominazione della società a stelle e strisce. La notizia darà sicuramente adito a sospetti sul ruolo di DiBenedetto, che vede sparire il proprio nome dalla LLC americana: in realtà, l’uomo venuto da Boston non ha alcuna intenzione (almeno per il momento) di lasciare la carica di presidente. Per di più, lo zio Tom continuerà a far parte del comitato esecutivo della Roma, assieme a Paolo Fiorentino (vice direttore generale Unicredit) e James Pallotta. Il tycoon, tuttavia, di fronte ad una domanda posta in occasione dell’inaugurazione del Cuore Sole Village della Roma (“C’è qualcosa che le ha dato fastidio in queste settimane vissute lontano dall’Italia? Soprattutto in relazione alla sua carica di presidente, vuole chiarire il suo ruolo?“), ha rinunciato a togliersi un sassolino dalla scarpa e ha preferito evitare polemiche: “L’unica cosa che non mi è piaciuta è la crisi economica italiana…“, il dribbling di Thomas Richard DiBenedetto.
Anna Giulia Ruggeri

Il Romanista – Luis Enrique: Pari giusto

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Grande Bologna, Roma in difficoltà e risultato che considero giusto”. Non si nasconde, Luis Enrique, e sintetizza così i 90’ giocati, nel momento in cui gli si chiede di analizzare il perché di un pareggio non preventivato e, soprattutto, di una squadra, la sua, non all’altezza delle aspettative. “E’ vero – ammette, sia ai microfoni di Sky che in sala stampa. – E’ stata una partita tosta fin dall’inizio. Anche per il grande pressing del Bologna, che ha fatto il suo ottimo lavoro. Si vedeva facilmente che eravamo imprecisi e lenti. Abbiamo rischiato tantissimo nel primo tempo, perché non siamo stati capaci di combattere contro quel tipo di situazione, ma nel secondo abbiamo migliorato. Normale che si sia commesso qualche errore in una partita del genere. Nel momento migliore nostro, abbiamo preso gol. Ma anche dopo il pareggio, grandissimo, di Pjanic, la partita è rimasta comunque apertissima”.

Un atteggiamento, quello del Bologna, che potrebbe riproporsi con altre squadre. “E’ il panorama che vedremo sempre di più all’Olimpico. Con la squadra avversaria che si chiude dietro e aspetta la ripartenza”. Alla vigilia – gli fanno notare – aveva pronosticato un Lamela esplosivo e autore di una doppietta. Deluso? “No, avevo solo previsto male – risponde il tecnico. – La verità è che mi aspetto sempre il miglior rendimento da un giocatore, si tratti di Lamela come di qualsiasi altro titolare”. Anche Bojan non sembra aver avuto un impatto positivo sulla gara. “Dopo un pari o una sconfitta non mi piace parlare a livello individuale. Preferisco parlare invece di cosa dobbiamo migliorare a livello di squadra, perché è così che la si costruisce, sapendo che qualche volta si può soffrire, come è stato oggi. Si vede che mancano tantissime cose e su questo dobbiamo lavorare. I giocatori devono soprattutto imparare a convivere con il grande pressing che c’è intorno alla società. E che è normale in una squadra di questo livello. Ma è qualcosa che si supera solo con il lavoro e la voglia di fare, che è ciò che vedo ogni giorno nella mia squadra”. L’impressione è che si sia perso un treno utile per avvicinarsi al terzo posto. “Peccato, perché guardando i risultati delle squadre davanti a noi, è stata senza dubbio un’occasione persa, ma siamo solo alla prima giornata del girone di ritorno. E mancano ancora tantissime partite”. Teme una stagione nel segno dell’anonimato? “Spero di no. Spero che la squadra faccia ancora quello che ha fatto nell’ultimo mese. E poi, vedremo dove andrà”.

Non ha dubbi, invece, il tecnico, riguardo alla condizione fisica del gruppo. “Come l’ho vista? Bene, come al solito. Fino alla fine siamo stati vicini a vincere. Abbiamo creato almeno due-tre palle gol nitide, con Bojan e Fabio Simplicio, ma non siamo stati fortunati. Anche il Bologna ha creato le sue, ed è per questo che considero giusto il risultato”. Di sicuro, le avversarie sembrano aver preso le misure alla Roma. “Tutti sanno oggi come giochiamo. E noi faremo qualcosa in più per migliorare la nostra proposta. Continuo però a pensare che è più facile andare a vincere quando hai il controllo della partita. Quanta più qualità c’è e tanto più hai delle possibilità. Non sono molesto con la squadra, perché c’è sempre un avversario che può essere più bravo di te. Ma qui si entra in tema di analisi e controanalisi. E io non vengo a dire come combattiamo questo tipo di situazioni. Sulla lavagna è tutto facile, ma poi devo convincere i calciatori, perché sono loro quelli che trovano la soluzione dentro al campo”. Per chiudere, un giudizio su Stekelenburg. “Il nostro portiere è il primo giocatore, e deve saper giocare come qualsiasi altro. Abbiamo preso lui perché è un professionista. Ed è sempre un piacere – e soprattutto una garanzia, quando, attaccando, lasciamo ampi spazi dietro – avere un grande portiere”.

Il Romanista – Mauro Macedonio

Il Messaggero – Frenata Roma, un punto e basta

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L’Olimpico si fida quasi per cento minuti. Di più no. Perché, pesata la prestazione, poi comunica direttamente e con sincerità il suo pensiero. Fischi a fine partita per la Roma: l’1 a 1 contro il Bologna, non piace al suo pubblico. (…). Il pari ci sta tutto e bisogna pure ringraziare Stekelenburg che evita la figuraccia ai compagni. Non serve però a nulla. La prima giornata del girone di ritorno che avrebbe potuto regalare un ruolo diverso ai giallorossi in campionato, considerando le sconfitte dell’Udinese e dell’Inter. Sarebbe stato possibile avvicinarsi alla zona Champions. Ora, invece, c’è il pericolo di vivere questa stagione nell’anomimato, dopo l’eliminazione dall’Europa League ad agosto e dalla Coppa Italia martedì scorso. (…)

La Roma del primo tempo è irriconoscibile. Anche se Totti ci prova subito e Gillet si fa riconoscere. Pioli, con molta umiltà, vuole cancellare la gara del 21 dicembre: a sentire il tecnico rossoblù, la peggiore della sua gestione. E, forse la migliore dei giallorossi. Tatticamente il Bologna si presenta meglio. E anche fisicamente. Con il 3-4-2-1, manda in tilt i rivali. Si affida alla marcatura personalizzata in difesa e a centrocampo, alla copertura delle fasce e, grazie alla maggior freschezza, al pressing offensivo su chi imposta. La Roma, con l’alibi dello sforzo infrasettimanale a Torino contro la Juve, balbetta in ogni reparto. E’ lunga e scontata. Spesso si fa trovare impreparata quando ripartono i giocatori offensivi del Bologna, soprattutto Di Vaio e Taider. I brividi più forti, dopo la mezzora, anche se al dodicesimo è bravo, per due volte Heinze, a impedire la conclusione a Di Vaio: Mudingayi, liberato da Garics, calcia centrale e fiacco; su corner di Diamanti Di Vaio sfiora di testa e Raggi buca a porta vuota sul secondo palo. Sono avvertimenti in una frazione che i giallorossi lasciano agli ospiti. Tra l’altro fanno cilecca quando arrivano in area: Borini è l’unico a concludere, ma sempre a lato. Taddei fa un tiretto di sinistro, bloccato da Gillet. Lamela non è in giornata: fatica nella fase difensiva, si nasconde al momento di ripartire e sbaglia i palloni più semplici. (…). A centrocampo solo Gago, nei primi quarantacinque minuti, resta lucido. Greco è come se non ci fosse, Pjanic è seguito a uomo da Perez. Sulle fasce spinge un po’ più Rosi di Taddei. (…)

La ripresa della Roma è lievemente migliore. Anche se il Bologna, a forza di presentarsi davanti a Stekelenburg, riesce a trovare il vantaggio. Juan fa un errore dietro l’altro. (…). Di Vaio, proprio su gaffe del brasiliano, arriva a saltare Stekelenburg, ma in questa circostanza Juan recupera e respinge il tiro del capitano rossoblù a porta spalancata. Raggi, invece di prendersela con Totti come farà a fine match, si pappa il secondo gol del pomeriggio: tocco moscio su punizione di Diamanti. Su lancio di Gillet, al dodicesimo, passa il Bologna: liscio di testa di Juan e Di Vaio si presenta solo in area a piazzare il sinistro incrociato dell’1 a 0. Luis Enrique, sbagliato il pronostico della vigilia quando aveva giurato sulla doppietta di Lamela, fa uscire l’argentino e Greco dopo un’ora, dentro Bojan e Simplicio. Sarebbero stati cambi provvidenziali, se i due non si fossero mangiati i gol per la vittoria. Anche perché Pjanic, punizione a giro di destro, firma in fretta l’1 a 1: è la prima volta, in quest’annata, che la Roma rimonta e non perde. Ma il Bologna è sempre vivace: Juan non intercetta un altro pallone per Di Vaio che però trova, sul destro facile, la manona di Stekelenburg.

Davanti sbagliano anche i giallorossi. Totti potrebbe tirare, ma vede Bojan libero a centro area: tocco in laterale per lo spagnolo che però conclude centralmente e Gillet si salva respingendo. Pjanic lievita e, dopo uno slalom, calcia ancora in porta: Gillet si distende, ma non trattiene. Irrompe Simplicio che, a porta vuota, sbuccia il pallone e spreca sul fondo. E’ il ventunesimo: la Roma dura cinque minuti, come ritmo e pericolosità. Dalla rete del pari alla chance del brasiliano. Perrotta prenderà il posto di Pjanic che riceve una ginocchiata alla coscia. (…) La sterilità giallorossa dipende anche dal ritmo, sempre più basso, e dai singoli, spenti e stonati. Gago perde palla a centrocampo. Meno male che ha la forza per andare chiudere Taider sul più bello. Ai giocatori del Bologna, per tenersi stretto il punto, non resta che perdere tempo. Così l’Olimpico perde la pazienza. Ma pure con la Roma che lascia il campo bocciata dal suo pubblico.

Il Messaggero – Ugo Trani

Il Romanista – Pjanic: “Poco pericolosi”

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È stato senza dubbio uno dei migliori in campo. E non solo per quel gol su punizione, (una novità per la Roma, non certo per lui che a Lione di reti così ne faceva tante) che ha consentito quantomeno di pareggiare una gara che si era messa malissimo. È stato l’atteggiamento che ha tenuto per tutti i 90 minuti che ha fatto sì che Miralem Pjanic uscisse dal campo con gli applausi di tutto l’Olimpico. Oltre al gol, anche tanta classe – splendido il modo con cui ha lasciato sul posto tre difensori del Bologna sotto la Curva Sud prima di tentare il tiro col sinistro – e una grinta che è stata necessaria nei momenti più difficili della partita, quelli in cui il Bologna pressava a uomo e a tuttocampo. Il bosniaco, al terzo gol con la Roma – il primo su calcio da fermo -è in dubbio per Cagliari visto che è stato costretto a uscire dal campo per un problema alla coscia che, almeno ieri sera, ancora gli faceva molto male. Oggi si valuteranno le sue condizioni. Lui al Sant’Elia vuole esserci anche se non si sbilancia. Così come non si sbilancia nel giudicare la prestazione della Roma contro il Bologna, così diversa da quella del Dall’Ara di un mese fa. Poche parole, quelle dette dall’ex centrocampista del Lione a fine partita, ma lucide: “Loro hanno difeso molto bene. Noi abbiamo avuto alcune occasioni per passare in vantaggio, soprattutto dopo l’1-1, ma dovevamo essere decisamente più pericolosi. Il gol? Mi interessa fino a un certo punto, avrei preferito vincere questa partita. Non è stata una bella giornata”. C’è qualcosa, secondo Pjanic, da salvare nel pareggio casalingo contro la squadra di Pioli: “Il Bologna è un’ottima squadra, ma noi abbiamo fatto un buon possesso palla creando anche delle occasioni che potevamo e dovevamo sfruttare meglio. Noi – aggiunge – eravamo un po’ stanchi perché abbiamo giocato in settimana contro la Juventus mentre loro erano certamente più riposati. Questo aspetto si è fatto sentire nel finale anche se a conti fatti siamo stati noi la migliore squadra in campo. Adesso mettiamoci questo pareggio alle spalle e pensiamo a vincere la prossima partita”. Come detto, a Cagliari la sua presenza non è certa. Luis Enrique a lui rinuncia sempre malvolentieri ma, considerando che sabato prossimo all’Olimpico arriva l’Inter e che la sua esperienza è preziosissima – nonostante debba ancora compiere 22 anni – non verrà rischiato in alcun modo.

Il Romanista – Chiara Zucchelli