Miralem Pjanic è uscito al 57esimo minuto della partita Roma-Lazio per un infortunio muscolare. Per il centrocampista si dovrebbe trattare di un problema ai flessori della gamba sinistra. Nelle prossime ore saranno verificate le condizione del bosniaco e l’entità del suo infortunio. Distorsione al ginocchio per Juan dopo uno scontro con Klose. Nella giornata di oggi verranno effettuati ulteriori esami strumentali
Problema ai flessori per Pjanic, distorsione al ginocchio per Juan
Roma-Lazio, le pagelle
di Lorenzo Pompili
Stekelenburg s.v.: Gioca 5 minuti facendo solo un’intervento abbastanza facile su Matuzalem. Viene espulso per il fallo su Klose che causa il rigore del vantaggio laziale.
Taddei 4,5: La sua partita è pessima, sbaglia una marea di passaggi e spesso anche la copertura senza mai provare ad andare sul fondo.
Juan 5,5: Macchia una partita splendida con un errore gravissimo che, alla fine della partita, costa il derby alla Roma. Esce dopo un pestone subito da Klose e l’ennesimo esempio di ignoranza dei tifosi avversari che gli hanno dedicati ululati e cori razzisti. Dal 77′ Bojan 6: Chi in settimana aveva assicurato che l’attaccante spagnolo era in splendida forma ha avuto la conferma nei dieci minuti in cui è stato impiegato. Ha sempre saltato il primo avversario e si è beccato un cartellino giallo per aver subito fallo. Forse senza l’inferiorità numerica avrebbe potuto giocare qualche minuto in più.
Heinze 5: Conferma quanto di brutto visto a Bergamo, soffre tantissimo gli attaccanti della Lazio e non riesce a conquistare nemmeno un duello aereo.
Josè Angel 5: E’ la mossa a sorpresa di Luis Enrique e nel primo tempo riesce anche spesso a dare fastidio alla difesa laziale. Sempre preciso ed elegante quando deve stoppare il pallone, ma spesso non sa cosa farci. Inspiegabile, se non per la stanchezza, il lancione sballato a fine partita.
Simplicio 5,5: Lotta tanto, ma alla fine combina poco. Nel secondo tempo, probabilmente accusando molto la stanchezza sbaglia qualche passaggio di troppo, ma resta in campo fino alla fine nonostante i crampi.
De Rossi 6: Si dice che non senta più il derby come una volta, ma l’esultanza al gol di Borini sembra dimostrare il contrario. Gioca la solita partita davanti alla difesa prendendo tantissimi calci, ma senza mai andare in difficoltà. Quando c’è, si sente.
Pjanic 5,5: In Bosnia con la sua Nazionale gioca 80 minuti, nel derby nemmeno 60. Affaticato per i tanti impegni e il poco riposo continua a vivere un periodo di appannamento. Dal 57′ Marquinho 5,5: La velocità non sarà sicuramente la sua caratteristica fondamentale, ma è da apprezzare il fatto che tenti sempre la giocata e cerchi spesso la profondità. Interessanti un paio di cross con il sinistro.
Lamela s.v.: Gioca poco meno di 10 minuti, Luis Enrique decide di togliere lui per far entrare il secondo portiere. Dal 9′ Lobont 6: Incolpevole sul gol subito, è più impiegato con i piedi che con le mani.
Totti 6: Ha il compito difficilissimo di unica punta tra i due centrali laziali vista l’inferiorità numerica. Subisce tanti falli, ma non riesce ad incidere come vorrebbe. Sfortunatissimo quando a pochi minuti dalla fine il suo colpo di testa termina a pochi centimetri da palo di Marchetti (che non ci sarebbe mai arrivato).
Borini 7: Rappresenta tutto quello che i tifosi della Roma vogliono in un calciatore: ha grinta, voglia e capacità tecniche per diventare un idolo della Curva Sud. Corre come un indemoniato dal primo all’ultimo minuto e trova anche il gol del momentaneo 1-1 (il terzo consecutivo, l’ottavo in campionato, il nono nella sua stagione). 6 degli ultimi 10 gol della Roma portano la sua firma.
Luis Enrique 5,5: Non si può giudicare il suo lavoro in settimana quando dopo 10 minuti si trova in inferiorità numerica, per giunta togliendo dal campo il portiere e dovendo rinunciare ad un giocatore di movimento. La squadra si impegna senza dubbio, ma per ambire a qualcosa di più importante c’è ancora bisogno di tanto lavoro. Dimostra di accusare la tensione di questi mesi romani rispondendo a muso duro in conferenza stampa.
Roma-Lazio: tutte le interviste. Luis Enrique: “Vorrei finire un derby in 11”. Juan: “Siamo forti, non è ancora finita”. De Rossi: “Servono i campioni”
Roma-Lazio, ecco tutte le dichiarazioni dei protagonisti al termine della gara:
Luis Enrique a Sky Sport:
“Stato d’animo? Mancano 12 partire. Il nostro lavoro è continuare fino alla fine della stagione. Mi piacerebbe finire i derby in 11. Non parlo di arbitri, ma mi piacerebbe giocare con tutti gli uomini fino alla fine. Tanto cuore? Abbiamo commesso degli errori infantili, come in occasione del primo gol, ma non posso dire niente di male dei miei calciatori perché hanno provato fino alla fine a pareggiare. Ho visto che i nostri tifosi avevano una voglia incredibile di aiutarci. Non so cosa ho fatto per meritarmi questo ma ripeto, mi piacerebbe giocare un derby in parità numerica. Subiamo con i calci piazzati? Sono d’accordo, però tutta la settimana abbiamo preparato una partita diversa. Quando c’è un errore penso che sia giusto che l’allenatore dia delle spiegazioni. Il rigore? Non voglio parlare degli arbitri, non voglio dare giudizi in merito. Pensavo di poter vincere la partita, ma al minuto 5 abbiamo dovuto buttare tutto via. Le mie idee? Io sono sempre convinto del lavoro che devo fare con la mia squadra”.
Luis Enrique a Mediaset:
“Una partita come questa che diventa importantissima per noi, aver perso complica le cose. Succede l’impensabile, va via ogni possibilità di riuscire, la seconda sconfitta di seguito e oltretutto il secondo derby. Mi dispiace tantissimo. Abbiamo fatto tutto quello che può fare una squadra in 10, molto gioco a palla ferma, forse troppo. Non ho critiche o lamentele verso la squadra, il derby è partito male. In 5 partite abbiamo avuto importanti espulsioni. Oggi è stata un’espulsione che ci può stare perchè è stata impressione dell’arbitro. Noi non siamo una squadra aggressiva e più di tutto siamo concentrati a giocare a pallone, non a colpire l’avversario. Non parlo male oggi dei miei calciatori, anche solo per il cuore che hanno messo in campo non posso che parlare bene. Calci d’angolo e punizioni devono essere piazzati bene, il secondo gol di oggi è stata una disattenzione. Tutte le squadra soffrono i nostri gol su calci piazzati. Noi difendiamo in un modo le punizioni, in un altro i calci d’angolo. Ho parlato con i miei calciatori a fine primo tempo perchè giocare in 10 è tutt’altro modo, l’atmosfera e l’ambiente incredibile sono bellissimi e tutti erano affamati di fare una bella partita. Li ho spronat a fare il nostro gioco perchè mancava solo una punta ed ho apportato delle modifiche sul piano difensivo. Per il risultato non buono sono io il primo responsabile. Ho dovuto purtroppo sostituire Lamela, sono stato costretto. La performance di Bojan è stata molto buona. A fine stagione trarremo le nostre conclusioni, sono solo 7 mesi che sto in Italia e sto facendo del mio meglio. Un mio obiettivo e desiderio sarebbe di riuscire a giocare un derby in 11″.
Luis Enrique a Rai Sport:
“Non so cosa ho fatto per meritare questo schifo, per giocare un derby in dieci. Avevamo preparato bene la partita. Non uso parlare degli arbitri, ma giocare in undici sarebbe stato meglio… Mi dispiace, la vita è fatta di cose belle e di cose brutte, purtroppo per ora sono arrivate soprattutto cose negative, spero che il futuro ce ne riservi di migliori. Adesso mi interessa recuperare per la partita del Palermo, lavorare sulla mente della squadra che sarà triste, però ora pensiamo alla prossima partita con il Palermo, le somme le tireremo a fine stagione. Con chi me la prendo oggi? Certo non con i giocatori, avrei preferito non giocare in dieci dal quinti minuto, sappiamo che è una partita particolare”.
Luis Enrique in conferenza stampa:
“Dobbiamo preparare le 12 partite che mancano e rialzarci di nuovo. Domani sarà più difficile, ma dovremo farlo. Tra 12 partite vedremo dove saremo. Oggi era una partita che poteva rilanciarci per la corsa al terzo posto, abbiamo perso, ma finchè c’è speranza dobbiamo crederci. Per me è molto importante ciò che pensa la società, ma ovviamente anche ai tifosi, io non voglio essere un allenatore che non piace ai dirigenti o ai tifosi, io penso di essermi guadagnato la conferma fino al termine della stagione. Dobbiamo rialzarci e ai ragazzi dico che per diventare grandi manca ancora tanto, oggi nonostante il risultato, che è schifoso, ho visto alcune cose interessanti. Non ho niente da rimproverare alla mia squadra, l’atteggiamento è quello giusto. Una squadra che ha il possesso di palla e che cerca di giocare è inevitabile che faccia degli errori, il primo gol è stato preso per un errore nostro. Il mio rammarico è quello di non poter giocare mai un derby in 11, io non parlo mai degli arbitri, ma vorrei vedere un derby senza giocare in 10 dal terzo minuto. La squadra ha fatto tutto quello che poteva per non perdere la partita. La Roma sa cambiare atteggiamento. Quando noi lavoriamo per fare questo tipo di gioco diventa pure difficile da capire, ho visto la squadra fare delle ottime cose in alcune partite, e potrebbe farlo anche più spesso. Oggi abbiamo fatto un errore terribile, ma non devo rimprovarare niente ai miei giocatori, hanno faticato tanto. Se mi sento accettato? Per quel che riguarda la società, i giocatori e i tifosi sì, assolutamente. Io penso che questa squadra possa vincere le 12 partite che restano, alla fine della stagione il massimo responsabile, nel bene o nel male, sarò io. Non so cosa ha detto Taddei, ma è normale che dopo una partita come questa siano delusi. Io non piangerò mai per le decisioni dell’arbitro, credo che sia sbagliato farlo. Io controllo quello che posso controllare e dico ai ragazzi di fare la propria partita e vedere ciò che possono fare con le loro forze. Io non devo dire niente ai tifosi hanno avuto fiducia nei nostri confronti, credo che l’avvicinamento allo stadio di oggi sia stato il migliore sia da calciatore che da allenatore. Se si dovesse bloccare la partita ogni volta che c’è un coro razzista non si giocherebbe mai. Il razzismo c’è ovunque, ma dobbiamo combatterlo. Non so qual’è la soluzione, nè se ce n’è una”.
Luis Enrique a Roma Channel:
“Io non parlo degli arbitri, prima di tutto inizi a piangere come alcuni, e non dobbiamo farlo. Dobbiamo migliorare ciò che possiamo migliorare noi, non è facile fare l’arbitro. Non pensavo dopo il derby d’andata di giocare nuovamente in 10, ma oggi è successo all’inizio della partita. Dopo il pareggio eravamo lì con l’opportunità di fare qualcosa di più, nei calci piazzati abbiamo sbagliato, non si dovrebbe sentire l’inferiorità numerica, ma è stato così. Poi abbiamo anche avuto delle occasioni per pareggiare. Non credo che sia stata una disattenzione, è stato un errore, è difficile parlare per un allenatore di un errore del singolo. No siamo responsabili di ciò che succede in campo, ogni tanto l’avversario vince perchè è più bravo di te, ma spesso loro vincono per nostri errori. Se giochi tanto tempo nella metà campo avversari loro fanno tanta densità e poi possono ripartire in velocità. La Lazio è una squadra forte, da tutto il campionato stanno in alto in classifica, sono esperti, ma noi lo sapevamo che era difficile, e nonostante tutto non mi sembra che siamo stati inferiori sul campo nelle due gare. Il nostro obbligo è quello di rialzarsi, pensare che mancano 12 partite, che siamo lontani dal terzo posto, ma dobbiamo crederci fino alla fine della stagione”.
Juan a Sky Sport:
“Non avevo mai subito “buu” razzisti, neanche in Germania o in Brasile. Pensare che eravamo entrati con le maglie contro il razzismo. Mi dispiace più per questi tifosi, io ho la mia personalità. Mi hanno abbracciato i miei compagni, ma anche gli avversari. Era un derby molto sentito. L’infortunio al ginocchio? Ho fatto una scivolata su Klose, domani facciamo la risonanza, speriamo non sia nulla di grave. Spero di tornare al più presto. Come si è comportato Bergonzi? Non so come si è comportato l’arbitro, ho parlato un po’ con Mauri. Mi dispiace per il gesto subito dai tifosi della Lazio. Abbiamo giocato e vinto tanti derby ma abbiamo sempre portato rispetto ai tifosi avversari. Gli errori nell’uno contro uno? Ci alleniamo tutta la settimana per aiutarci a vicenda. Quando ripartiamo possiamo rischiare di più, ma dobbiamo stare attenti a non perdere il pallone e non subire il contropiede. Cerchiamo di lavorare e andare avanti. Siamo forti non è ancora finita”.
Juan in mixed zone:
“Abbiamo lottato, come si doveva in ogni derby. Ha condizionato l’espulsione? Sicuramente. Giocare in 10 dal primo tempo e difficile, dopo aver subito un gol è ancora più difficile. Siamo stati forti, abbiamo pareggiato, dopo hanno fatto un gol, sicuramente ci dispiace. Dobbiamo vincere, cercheremo di farlo a Palermo, non facciamo punti da 2 giornate. Gli ululati razzisti? No, non voglio dire niente. Durante la partita ho parlato con alcuni giocatori della Lazio che mi hanno detto di stare tranquillo. Il mio gesto non era una mancanza di rispetto, solo perché erano rivolti verso di me. Giusti rigore ed espulsione? La regola va interpretata, la palla sicuramente l’attaccante la prendeva dopo aver saltato Stekelenburg. Dopo non so cosa ha pensato l’arbitro, se era ultimo uomo o meno. Ma adesso non possiamo farci nulla”.
Juan a Roma Channel:
“Sicuramente ci piacerebbe giocare in 11, in entrambi i derby abbiamo preso rigore ed espulsione e gol subito. Dobbiamo continuare a lottare e cercare di vincere, l’anno prossimo proveremo anche a vincere. QUello che più dispace è prendere gol da palla inattiva, ma purtroppo è andata così, cerchiamo di rialzarci Perdere una partita come il derby non è facile, ma dobbiamo andare a Palermo per vincere. Quando si gioca in inferiorità numerica ti stanchi molto più dell’avversario. Le decisioni dipendono dall’interpretazione dell’arbitro. E’ un derby sempre bellissimo, ma se continuano con i cori razzisti dovrebbero proibirgli di andare allo stadio, facendo peggiorare lo spettacolo”.
De Rossi a Roma Channel:
“Quest’anno non ci gira bene per quel che riguarda gli episodi e ci mettiamo del nostro. Siamo molto dispiaciuti, io in particolare. Dell’arbitro ne ho parlato per una vita, ma non cambia niente non è produttivo, lo lascio stare. Non credo abbia fatto cose clamorose, giocando una partita in 10 per 90′ non è una partita, devi rinunciare a Lamela che è nu giocatore importante, rinunciare a qualcosa ed è frustrante giocare una partta così. La fatica era sul volto di tutti, ma se all’ultimo la butti in area la prendono loro, sono più alti di no, cercavamo di trovare gli spazi, quegli spazi che ci hanno permesso di risolvere le partite. Stiamo qua a parlare di una partita maledetta, è un annata in cui le cose non vanno bene. Giochi in 10 e se c’era una squadra che doveva vincere era la Lazio, ma alla fine hai preso gol su un calcio piazzato. Io posso lavorare per migliorare i miei errori, io ho vissuto una stagione (nel 2008) in cui ho visto cose vergognose e l’ho detto, ma non è questo il caso, ora è un po’ diverso. Quando perdi uno scudetto come abbiamo perso noi, gli arbitraggi di adesso sembrano quadi perfetti. Loro quest’anno sono un po’ più squadra di noi quest’anno, e non puoi concedergli un uomo. Prendere gol di testa ci può stare, ma così no, ci mancava poco che rimbalzasse per terra. E’ un errore grave, la fatica si faceva sentire, non dovrebbe avvenire, ma è così. Si riparte come sempre, come abbiamo fatto all’andata, non è una stagione esaltante, ma io vedo che ci sono tante cose che ci girano contro. Quando un pizzico di fortuna ci aiuterà le cose andranno in modo diverso. Ripartiremo martedì e cercheremo di allenarci ancora più seriamente”.
De Rossi a Mediaset:
“Oltre ad essere una sconfitta grande il derby ci allontana anche dalla zona Champions, molto ambizioso sì ma ci puntavamo. Ora non dobbiamo fare altro che lavorare più duramente per non abbandonare del tutto l’Europa. Dobbiamo lavorare, essere più smaliziati. La partita è cambiata tra il 7′ e il 9′ minuto. Poi ci siamo impegnati per rimetterla in piedi. Io credo molto nel progetto, non è una partita che cambia la fiducia nel progetto e nell’allenatore. Ovviamente si parla del derby, la stracittadina è sempre importante ma il mio rapporto con lui non cambia, nonostante le polemiche. Diventa difficile vedere tutto il resto che di buono c’è. Oggi la partita è stata molto alterata dal rimanere in 10. Il problema non è solamente o soprattutto difensiva anche perchè la maggior parte dei gol che prendiamo sono quando abbiamo noi la palla e la perdiamo. Le squadre che vincono solo quelle con esperienza e personlità. Quando si fa un progetto di una casa però, ci vuole tempo, non si parla di progetto e il giorno dopo la casa è pronta, c’è tutto un lavoro dietro. L’attenzione, l’esperienza e la personalità non si trovano di più nella primavera. la qualità di gioco è alta e non lo dico solo perchè l’allenatore è mio padre. Bisognerà buttare dentro qualche campione, in generale e senza sostituire definitivamente nessuno però ci vogliono giocatori con esperienza. I campionati li vinci con un a rosa superiore. Non dico che bisognerebbe comprare Ibra -sarebbe un bel sogno- però servono campioni. Oltretutto Luis Enrique inserisce spesso i giovani della Primavera, e questo per loro è molto stimolante. Non voglio essere ruffiano e patetico ma l’emozione che sento ogni volta che aspetto una partita è forte, sono rimasto aldilà del progetto, è la passione che mi lega alla mia squadra, non c’è bisogno di comprare 10 fuoriclasse, bisogna assestare la squadra e renderla da bella e intrigante a vincente. La pressione positiva c’è, i tifosi non sono scemi che accettano di perdere le partite, la squadra oggi ha dato il massimo, tutto quello che aveva da fare e solitamente i nostri tifosi apprezzano questo”.
De Rossi a Sky Sport:
“Qualcosa che non va ci sta ma il bilancio non si fa adesso, semmai a maggio. La squadra ha avuto una grossa crescita, poi un piccolo arresto di risultati. Le prestazioni sono stati altalenati. La squadra è giovane, forse questo influisce. E’ sicuramente deludente perdere due derby in un anno. Deludente è il terzo posto a 10 punti, per noi e per i nostri tifosi. Però non possiamo piangerci addosso. Gli ululati razzisti contro Juan? Lui è stato bravo a rimanere tranquillo, ci sarà qualcuno che valuterà per quanto accaduto. Non è il caso di accanirsi solo contro i tifosi della Lazio perché in mezza Serie A succede quello che è accaduto oggi”.
Baldini a Sky Sport:
“Dubbi sul presente? Non ne abbiamo. Siamo molto poco felici, ma anche orgogliosi dell’atteggiamento della squadra, di come il mister prepara le partite. Poi non l’abbiamo potuta giocare come volevamo per il cartellino rosso a Stekelenburg. Eravamo riusciti a pareggiare e ce la siamo giocata pur avendo un uomo in meno per tutta la gara. Non parliamo mai delle decisioni degli arbitri? E’ un investimento che tutti dovremmo fare. Non c’è un’idea di fare i professorini con questi atteggiamenti, ma vogliamo rendere l’arbitro superficiale rispetto alla partita. Noi non possiamo lavorare sugli arbitri. Possiamo solo lavorare sui calciatori. Il rigore ci poteva stare, è stato bravo e scaltro Klose, ma ritengo l’espulsione eccessiva”.
Baldini a Mediaset:
“Non è vero che non c’è mai stato nessun bisogno di spostare Kjaer in tribuna, non come conseguenza dell’esclusione di De Rossi, in studio da voi sono state dette delle stupidaggini, vanno bene le indiscrezioni giornalistiche ma tenete presente le smentite, Kjaer è stata piazzato dove era stato previsto fin dall’inizio per quanto riguarda la formazione contro l’Atalanta. Ai tifosi dico che è nei programmi intraprende un percorso, una strada precise, le sconfitte fanno molto male ma non abbiamo nessun tipo di ripensamento nè reticenze, dobbiamo intervenire sulla preparazione dei giocatori ma siamo complessivamente contenti del lavoro svolto finora. Ci manca e ci penalizza la poca continuità. L’occasione da gol di Klose dopo 7 minuti si può commentare, come anche l’espulsione non è stata per carenza difensiva, la strada fatta però è tanta, come mentalità atteggiamento e proposizione del gioco. La gente può manifestare gioia o disappunto nella maniera che ritiene più opportuna però noi ci impegnamo nonostante i commenti, non temiamo nulla e abbiamo intrapreso con coscienza un percorso, non siamo nemmeno a metà di dove abbiamo programmato di essere. Di cosa parliamo? Di una società che altrimenti non ci sarebbe stata per niente. E’ stato cercato un acquirente da una dirigenza che ha dovuto vendere per non fallire e noi qui stiamo cercando di portarla avanti al meglio ma in caso non dovesse essere ne prenderemo atto. La nostra tranquillità non è una condizione per essere lascivi, la nostra piazza di tifo non è difficile o peggiore di altre, anzi abbiamo una tifoseria matura. Quando si parla di qualità ci sono tanti tipi di qualità, di persone, di giocatori, di mentalità, non solo tecnica. Stiamo cercando di ottenere il meglio di quello che possiamo avere dai giocatori, quest’anno denunciamo alcune carenze, ci lavoreremo”.
Baldini a Roma Channel:
“Quando parliamo di non cercare scuse nell’arbitraggio è perchè pensiamo che sono cose che non possiamo migliorare. Parlare degli arbitri è spesso un alibi, quello che vorremmo è renderli il più sereno possibile per aiutarli ad arbitrare meglio. Lo scopo è quello di cercare di fargli commettere il minor numero possibile di errori. Oggi avremmo fatto di tutto per vincere, ma anche se si vede a più largo tratto, nel medio lungo periodo qualcosa che può portare miglioramenti bisogna crederci. La squadra ha lottato, è stata in partita per tutta la gara, nonostante abbiamo giocato 90 minuti in 10 contro 11. E’ una partita er la quale ci si può ritenere soddisfatti, anche se il risultato dice il contrario. Bisogna lavorare per cercare di vincere tutte le partite con il nostro calcio propositivo, dopo due tre partite vinte ci si illude che si possa competere per alti livelli, ma l’idea iniziale per questa stagione era cercare di costruire una squadra con un identità ben precisa e renderla attrattiva, e devo dire che il lavoro del nostro allenatore ci sta portando verso questa direzione, c’è chi non lo vede, ma io sì. Nessuno si aspettava che con questa squadra si potesse competere a livelli molto più alti di questi che stiamo raggiungendo, per avere una progressione negli anni successivi con alcuni innesti”.
Taddei a Roma Channel:
“Rammarico per aver perso la partita, il derby. Abbiamo lottato fino alla fine ma non è stato possibile. Dopo un pò è normale che i tifosi si lamentino. Qualche palla in più dentro l’area potevamo metterla. Cercavamo di giocare per non buttare palle a caso dentro l’area. Cercavamo di arrivare per vie laterali ma abbiamo fatto meno di quello che potevamo. Prima dobbiamo essere arrabbiati con noi, ripeto a 6 minuti perdere un uomo con il rigore rende tutto più difficile. Siamo risuciti a pareggiare, ma poi gli episodi sempre a sfavore non ci hanno aiutato. Abbiamo cercato di giocare ma non è stato possibile. Ci dispiace soprattutto per i nostri tifosi. Bojan ha preso tanti calci ed è stato ammonito. Non sapevamo quale regolamento stesse seguendo l’arbitro. Non è una scusa, ma è così. Fuori campo vedo tutte le squadre che quando finisce la partita lo massacrano. Siamo solo noi che siamo troppo buoni. Questo deve cambiare, sta diventando una cosa monotona e triste. Per arrivare in Champions dobbiamo cambiare marcia, sappiamo cosa possiamo fare ma questo dipende solo da noi. Abbiamo tanto bisogno dei nostri tifosi ora”.
Trigoria, martedì alle 14 la ripresa degli allenamenti
Dopo la sconfitta per 2-1 nel derby con la Lazio Luis Enrique ha concesso ai suoi uomini un giorno di riposo. La squadra tornerà ad allenarsi sui campi del “Fulvio Bernardini” martedì prossimo. L’appuntamento a Trigoria è fissato per le ore 14.00, in vista del prossimo impegno ufficiale contro il Palermo.
Cori razzisti contro Juan, il brasiliano: “Certi tifosi non dovrebbero entrare allo stadio”
Nel corso del derby tra Roma e Lazio andato in scena oggi pomeriggio allo stadio “Olimpico”, ripetuti cori e ululati razzisti sono partiti da uno spicchio della curva Nord, il settore più caldo del tifo biancoceleste, nei confronti del brasiliano Juan. Il difensore giallorosso ha richiamato l’attenzione del quarto uomo, poi, portandosi il dito sulle labbra, ha zittito la curva laziale. Al termine dell’incontro il centrale della Roma si è sfogato così davanti a microfoni e telecamere: “E’ un derby sempre bellissimo, ma se continuano con i cori razzisti dovrebbero proibirgli di andare allo stadio, facendo peggiorare lo spettacolo. Non avevo mai subito una situazione del genere, neanche in Germania e Brasile. E pensare – l’amara considerazione di Juan – che oggi eravamo entrati in campo indossando le maglie contro il razzismo”. Il calciatore verdeoro, che ha raccontato di aver ricevuto l’abbraccio di compagni e avversari, ha aggiunto: “Mi dispiace per il gesto che hanno fatto i tifosi della Lazio perchè in cinque anni abbiamo vinto tanti derby e non abbiamo mai detto nulla, da loro mi aspetto lo stesso”.
Serie A, vincono Fiorentina e Cesena. Solo pari per Udinese e Inter
Sono terminate le gare delle 15.00 della 26a giornata di Serie A. La Lazio si è aggiudicata il derby battendo la Roma per 2-1 e si è portata solitaria al terzo posto in classifica, approfittando del mezzo passo falso dell’Udinese. I bianconeri non sono andati oltre lo 0-0 in casa contro l’Atalanta. In chiave salvezza da registrare i successi di Fiorentina e Siena, rispettivamente contro Cesena (2-0) e Cagliari (3-0). E’ terminato 2-2 il match tra Lecce e Genoa, mentre nell’anticipo delle 12.30 il Napoli ha raccolto 3 punti sul campo del Parma grazie alla vittoria per 2-1. In serata gli ultimi due posticipi: Bologna-Novara (1-0) e Inter-Catania (2-2). Ecco tutti i risultati della 26a giornata:
Palermo-Milan 0-4 (sabato, ore 18)
Juventus-Chievo 1-1 (sabato, ore 20.45)
Parma-Napoli 1-2 (domenica, ore 12.30)
Fiorentina-Cesena 2-0 (domenica. ore 15)
Lecce-Genoa 2-2
Roma-Lazio 1-2
Siena-Cagliari 3-0
Udinese-Atalanta0-0
Bologna-Novara 1-0 (domenica, ore 18.30)
Inter-Catania 2-2 (domenica, ore 20.45)
Roma-Lazio, accoltellato turista spagnolo fuori dall’Olimpico
Un turista spagnolo di 25 anni è stato accoltellato fuori dallo stadio Olimpico. L’episodio è avvenuto in tarda mattinata quando in via Boselli, all’angolo con il Lungotevere Diaz, si sono verificati alcuni momenti di tensione tra gruppi delle due tifoserie. La vittima, che non è in gravi condizioni, è stata trasportata in codice giallo al Policlinico Gemelli in seguito ad una ferita superficiale riportata alla coscia.
Borini: “Tiriamo fuori rabbia e carattere”
Ecco le parole di Fabio Borini, autore del momentaneo 1-1, al termine del primo tempo contro la Lazio. Così l’attaccante giallorosso ai microfoni di Sky Sport:
Cosa è cambiato dopo il gol della Lazio?
“Abbiamo messo un po’ di rabbia e carattre che dobbiamo tirare fuori tutti quanti, anche chi sta in panchina e sugli spalti”.
Inferiorità numerica?
“Stiamo bene, dobbiamo continuare così nel secondo tempo”.
Totti: “Il derby è la partita a cui tengo di più”
Dopo il turno di stop contro l’Atalanta, inflitto dal giudice sportivo, Francesco Totti è pronto a prendere per mano la Roma nella partita più importante della stagione: il derby contro la Lazio. Nel mirino del 10 giallorosso, arrivato a quota 8 gol nelle stracittadine, c’è Dino Da Costa (11 reti ai biancocelesti, 9 in campionato e 2 in Coppa Italia) centravanti della Roma tra gli anni ’50 e ’60. Ecco le dichiarazioni del capitano a pochi minuti dall’inizio del match.
Totti a Sky Sport:
Ultimo treno per la Champions League?
“Sì, potrebbe essere l’ultima occasione. Sarebbe difficile poi recuperare se andassimo a -10”.
E’ il tuo 34° derby…
“Ne ho fatti tanti, non ho paura. Non è la parola adatta. Rispetto sì, ma non ho paura di nessuno”.
Come hai raccontato il derby agli esordienti?
“Alcuni hanno giocato l’andata… speriamo bene”.
Totti a Rai Sport:
L’ultimo derby in cui hai giocato, hai segnato una doppietta…
“Una sensazione bellissima. Il derby è la partita a cui tengo di più, da romano e romanista cerco sempre la vittoria anche se non sempre si riesce”.
Totti a Roma Channel:
Vent’anni di derby. Per te è una partita speciale?
“Sì, differente da tutte le altre. Dobbiamo assolutamente vincere, per squadra città e tifosi”.
Come ci arrivate dopo la sconfitta di Bergamo?
“Sereni e vogliosi di far vedere di che pasta siamo fatti. Dopo la sconfitta con l’Atalanta ci sono state tante critiche, a me dispiace perché diamo sempre il massimo per questa squadra”.
Oggi si decide il finale di stagione?
“In buona percentuale sì. Se perdiamo andiamo a -10 dal terzo posto e sarebbe tutto più complicato. Ma vincendo si aprirebbero buoni spiragli per la Champions”.
Roma-Lazio, sfiorato scontro tra tifosi all’esterno dell’Olimpico
Secondo quanto riportato da Sky Sport un centinaio di tifosi della Lazio, nelle vie tra la Farnesina e il Ponte Duca D’Aosta, ha cercato il contatto con alcuni supporters della Roma. L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine ha evitato che la situazione degenerasse.
Roma-Lazio: le formazioni ufficiali. Josè Angel e Simplicio dal 1′ minuto. In attacco Totti-Borini-Lamela
Ecco le formazioni ufficiali del derby Roma-Lazio, gara della 26a giornata di Serie A, in programma domenica pomeriggio (ore 15.00, stadio “Olimpico”):
ROMA (4-3-3): Stekelenburg; Taddei, Heinze, Juan, Josè Angel; Simplicio, De Rossi, Pjanic; Lamela, Totti, Borini.
A disposizione: Lobont, Kjaer, Rosi, Marquinho, Greco, Piscitella, Bojan.
Allenatore: Luis Enrique.
LAZIO (4-5-1): Marchetti; Scaloni, Biava, Dias, Garrido; Ledesma, Matuzalem, Gonzalez, Hernanes, Mauri; Klose.
A disposizione: Bizarri, Diakitè, Sbraga, Zampa, Candreva, Kozak, Alfaro.
Allenatore: Edy Reja.
Derby, Da Costa: “Totti merita di battere il mio record”
Dino Da Costa, bomber della Roma fra gli anni ’50 e ’60, ha parlato del derby di ritorno in programma oggi pomeriggio. L’ex attaccante italo-brasiliano, tuttora detentore del record di marcature, ben 11, nelle sfide contro la Lazio, auspica una vittoria dei giallorossi magari con un gol di Totti. Che a quota 8 reti segnate ai biancocelesti è l’unico che può insidiare il suo primato. Ecco le dichiarazioni di Da Costa:
Un augurio per questo derby?
“Ovviamente che lo vinca la Roma. Magari con un gol di Totti”.
Il capitano, con 8 gol, è l’unico che può raggiungere il suo record. Cosa prova?
“Non ne sono geloso, anzi spero che venga presto battuto. Chi meglio di di una bandiera come Totti?”
Un giudizio sulla nuova Roma.
“E’ una squadra giovane, di conseguenza anche inesperta. Deve migliorare la fase difensiva. Luis Enrique? Anche lui è giovane, viene dalla B spagnola e cimentarsi in un campionato difficile come quello italiano non è facile. Sembra avere le idee chiare, anche se io De Rossi a Bergamo l’avrei fatto giocare. Una multa per il ritardo poteva bastare”.
Che ricordi ha dei derby?
“Bellissimi: io segnavo sempre e la Roma vinceva. Ero un incubo per il mio amico Lovati. Gli feci gol ovunque, in campionato e in Coppa Italia. Anche in un’amichevole a fine carriera: ricordo che quella volta se la prese molto. Ricordo un derby in cui vincemmo con un autogol di Janich provocato da un mio tiro. Quel gol, oggi, verrebbe assegnato a me”.
(Centro Suono Sport)
A Trigoria una scritta di minacce contro Alessandro Catapano
Ieri su un muro del centro sportivo della Roma è comparsa la scritta: “Catapano ore contate. Tic toc”. La Roma ci ha spedito questa nota: “La AS Roma si dissocia da ogni forma di contestazione scritta o verbale che vada al di là dei confini di una civile polemica dialettica. Coerentemente con questa convinzione, è stata immediatamente cancellata una scritta dal tono minaccioso nei confronti di un giornalista della Gazzetta apparsa su un muro di Trigoria”. La Digos è stata informata dell’episodio.
Le nuove, inaccettabili, minacce al nostro giornalista Alessandro Catapano dimostrano come alcune frange estreme del tifo romanista continuino ad ignorare il diritto all’autonomia del lavoro dei giornalisti. La Direzione della Gazzetta, nell’appoggiare in toto l’operato di Catapano, chiede attenta vigilanza su tutta la vicenda da parte degli organi di polizia e da parte della stessa società AS Roma.
(Gazzetta dello Sport)
Roma-Lazio: i convocati di Luis Enrique. Fuori Perrotta
Il tecnico giallorosso Luis Enrique, come si legge sul sito ufficiale asroma.it, ha diramato la lista dei convocati per il derby in programma oggi alle ore 15.00. Out Perrotta, mentre è stato aggregato il giovane Piscitella.
BORINI Fabio
CURCI Gianluca
DE ROSSI Daniele
GRECO Leandro
HEINZE Gabriel
JUAN
KJAER Simon
KRKIC Bojan
LAMELA Erik
LOBONT Bogdan
MARQUINHO
PJANIC Miralem
PISCITELLA Giammario
ROSI Aleandro
SIMPLICIO Fabio
STEKELENBURG Maarten
TADDEI Rodrigo
TOTTI Francesco
VALDES Josè Angel
Il Romanista – Whittle: “Totti è eterno come la Roma”
“The King of Rome is not dead”. Questo è stato il tormentone dopo il derby di ritorno dello scorso anno. Le parole erano di Richard Whittle, telecronista nord irlandese di Al Jazeera, che commentò così il secondo gol di Totti nel derby vinto dalla Roma per 2-0. Il Capitano, ed era proprio un anno fa, rimase colpito dalle parole che il telecronista pronunciò per celebrare il suo gol, tanto che fece stampare la frase su una maglietta. Maglietta con cui celebrò la doppietta che, contro il Bari, gli permise di superare Baggio nella classifica dei marcatori di tutti i tempi in serie A. Dopo Roma-Milan dello scorso maggio il Capitano conobbe Richard Whittle e gli regalò la maglia, oggi potrebbero incontrarsi di nuovo visto che il telecronista inglese sarà di nuovo allo stadio per raccontare il derby.
Che effetto le ha fatto l’incontro con il Capitano?
“Mi ha fatto molto piacere ma sopratutto mi ha stupito. Non mi aspettavo tutto questo. È stata un frase che mi è venuta spontanea, non avevo preparato nulla. Sapevo che Totti veniva da un periodo non particolarmente bello e mi è venuto di commentare così il gol… L’incontro è stato fantastico, è stato molto gentile”.
Oggi sarà allo stadio per commentare il derby?
“Sì, parto da Milano in mattinata. Non vedo l’ora. Il derby è fantastico”.
Ha pronta un’altra frase per domani?
“No (ride). È impossibile preparare qualcosa su Francesco. Lui è imprevedibile, un grande giocatore. È eterno come Roma”.
Cosa ne pensa del “progetto Roma”?
“Secondo me è un progetto interessante, bello. L’idea della Roma è importante per il calcio italiano. Sono pochissime le squadre in Italia che fanno giocare i giovani come fa la Roma. Vedo che giocano spesso giocatori come Lamela (19 anni), Bojan (21 anni), José Angel (22 anni) e Borini (20 anni) che a me piace molto”.
Cosa le piace di Fabio Borini?
“È un giocatore fantastico. Mi piace la sua mentalità, molto inglese. Non a caso ha giocato in Inghilterra. È arrivato al Chelsea giovanissimo e poi è andato allo Swansea in Championship aiutando la squadra gallese a salire in Premier. Ho visto la partita contro l’Atalanta, sul 4-1 Borini giocava come se il risultato fosse sullo 0-0. Gran bel giocatore. Ha la giusta mentalità”.
Oltre a Borini chi l’ha colpita di più nella nuova Roma?
“Lamela, Pjanic e tanti altri ma poi c’è Totti che il più forte di tutti, sempre. Quando gioca lui la squadra è più forte, gioca meglio. È come se si sentisse protetta dal suo capitano. Basta la sua presenza in campo per far stare più tranquilli i compagni”.
Dove deve migliorare questa Roma?
“Secondo me la Roma deve completare la rosa. Servono giocatori d’esperienza da mettere accanto ai giovani. Io prenderei almeno due difensori e un centrocampista che possa aiutare De Rossi in mezzo al campo”.
Il Romanista – A. F. Ferrari
Il Tempo – Panucci: un’emozione unica. “Non dimenticherò mai quel pallonetto di Totti a Peruzzi”
Approdato nell’anno del secondo scudetto giallorosso, Christian Panucci ha indossato la maglia della Roma per otto stagioni. Il suo score da romanista parla di 229 presenze e 20 reti tra campionato e coppe. Dopo l’avventura al Milan, è stato il primo calciatore italiano in assoluto ad essere ingaggiato dal Real Madrid. Panucci, quindi, è uno che di derby e della Roma alla «spagnola» può parlarne con cognizione di causa.
Qual è il primo ricordo che le viene in mente quando si parla di derby?
“Il pallonetto di Totti a Peruzzi in quel 1-5 storico. Se ci ripenso mi vengono i brividi”.
È stato il suo derby più bello?
“Si, è stato fantastico. Ne ho giocati tanti ma quello è stato il più emozionante”.
Ci racconta un aneddoto legato a quella sera?
“Ricordo la corsa di Lima verso Montella dopo il quarto gol. Era così contento che lo colpì un pugno sull’occhio. Lo costrinse a uscire (ride ndr)“.
La settimana d’avvicinamento alla partita è più una carica o un peso?
“Dipende dal carattere che hai. Io mi caricavo”.
Due città con diversi modi di interpretare il calcio?
“Il derby della Capitale è unico, si vive dal lunedì alla domenica. I tifosi ti trasmettono qualcosa che da altre parti non si avverte. A Milano dura novanta minuti”.
E questo cosa comporta?
“Che devi vincere non solo per la squadra ma anche per i tifosi”.
C’è un episodio in particolare che ti ha legato fortemente a questa città?
“Ho visto gente piangere dopo una vittoria, è l’unico posto al mondo dove questo evento ti sposta l’umore di tutta la città”.
Compresi gli sfottò?
“Ma scherzi? Io mi divertivo troppo a sentire e a vedere quello che succedeva in città. Ogni romanista ha un amico laziale, se presa nel modo giusto diventa quasi una necessità (…)”.
Come arriva la Roma di Luis Enrique a questa partita?
“Non nel migliore dei modi. Ci arriva singhiozzando e questo crea ulteriore ansia nei tifosi”.
Darebbe un particolare consiglio a Totti e De Rossi?
“No, loro sono il derby stesso. Se sei romano lo senti di più, ma col tempo si matura l’esperienza anche in questo”.
Pronostico e uomo derby?
“Nessun pronostico, ma non voglio essere banale, dico Stekelenburg”.
Il Tempo – Adriano Serafini
La Repubblica – Reja insegue Eriksson, 14 anni dopo
Alle 15 di oggi pomeriggio, inizierà il derby numero 170 della storia della capitale: Roma-Lazio, 82° confronto in cui i giallorossi saranno i padroni di casa. Situazione indigesta per la Lazio, che insegue da 14 anni un successo nell’Olimpico “romanista”: l’ultima volta nel ‘97-’98, stagione dei 4 derby vinti con Eriksson in panchina. Ci riproverà oggi, anche se dovrà fare i conti con un bilancio non certo favorevole: nelle 169 gare disputate sin qui, la Roma è in vantaggio per 63 vittorie a 46.
Avversario, oltre al campo, un orario che negli ultimi anni ha portato fortuna ai colori giallorossi. Da quando nel ‘93-’94 la pay-tv è sbarcata nel calcio imponendo orari serali ai match clou, il derby di Roma (in campionato) si è giocato alla luce del sole soltanto 13 volte: 5 le vittorie romaniste, soltanto 3 i successi laziali. L’ultimo risale all’aprile 2009: 4-2 nel sabato di Pasqua. A Roma è invece ospite indesiderato il pareggio: da 10 gare, infatti, la stracittadina della capitale termina senza che i club si dividano la posta. L’anonimo 0-0 del 2007 l’ultimo “X”. Netta inversione di tendenza, rispetto alla moda degli anni Novanta, con i 7 pari in fila tra il ‘90 e il ‘93. E se la Roma vuole tornare a vincere dopo i 5 successi di fila — miglior striscia di sempre — tra 2009 e 2011, la Lazio insegue l’en-plain stagionale che le manca dal poker del ‘97-’98.
La Repubblica – Matteo Pinci
Il Messaggero – Quelle vigilie alla camomilla
Dall’acqua santa alla birretta, dalla camomilla alla barretta di cioccolato al latte. C’è chi si tappa dentro casa per una settimana, chi si fa un doppio segno della croce, chi entra in campo sempre con il piede destro, chi con il piede sinistro, chi bacia Gesù, la Madonna o qualsiasi santo.
Da Liedholm a Capello, da Di Bartolomei a Totti, ognuno ha il suo rito: chiamiamole scaramanzie. È quel “non è vero ma ci credo” che fa parte di ognuno di noi. Difficile pensare che gente come José Angel, Bojan e Lamela facciano gesti scaramantici prima di un derby. Difficile, anche perché non sanno a fondo cosa significhi giocare una partita come questa. Tutti però, per non sbagliarsi, prima della partita si mettono in cerchio abbracciati. Fa strano pensare come il posato Di Bartolomei, chiuso in una stanza con il suo silenzio, amava mangiarsi una barretta di cioccolato al latte prima di ogni partita, derby compreso. Portava bene, diceva. Ma era anche buona, vagli a dare torto.
E Giannini? Lui era talmente teso che aveva bisogno di una camomilla la sera prima del derby: il bisogno diventa abitudine, l’abitudine diventa rito scaramantico. Guai se il papà di tutti, Giorgio Rossi, non gliela portava: una volta gli ha dato il tè. Apriti cielo. S’è innervosito prima di berlo. E Totti? Francesco in questa settiman a ha scelto di non parlare: all’andata lo ha fatto e ha portato male. Poi, nei giorni che precedono la sfida con la Lazio, il capitano non esce di casa. È teso, non gli va di parlare, vuole solo rilassarsi in famiglia. E l’altro capitano, De Rossi? Lui entra in campo e si fa due segni della croce. Sempre. Velocissimi. Un bacio verso il cielo e via. Montella era molto tranquillo, ma da buon napoletano, era avvezzo a qualche scaramanzia-religiosa: gli bastava baciare l’immagine sacra della sua catenina. Il re delle scaramanzie, Liedholm. Bagnava con l’acqua santa, che gli mandava la mamma di Perinetti, le maglie prima di ogni partita. Ecco un derby, la bottiglia si rompe nello spogliatoio.
Al festino si aggregava Rizzitelli, un altro che i derby li sentiva un bel po’. Bere per dimenticare, il motto. La Roma di Zeman attuava una scaramazia di gruppo: faceva sempre il riscaldamento sotto la Sud (ha cominciato dopo i quattro derby di fila persi ovviamente…). E la Roma di Capello? Il tecnico di Pieris faceva finta di niente, diceva di non essere scaramantico ma lo era a livelli estremi, quasi come Liedholm.
Il Messaggero – Alessandro Angeloni
Gazzetta dello Sport – Totti a caccia del nuovo gol. E di Delvecchio
Alla fine, viene da pensare per fortuna che c’è lui. Anche perché i numeri sono impietosi e dicono che senza Francesco Totti la Roma quest’anno ha perso 6 volte su 8. Così, se i laziali si augurano che sia un bel settebello, i romanisti sperano di festeggiare con un suo gol. “Vincerà la Roma 1-0 con un gol del capitano”, è la previsione di Vincent Candela, uno rimasto nei cuori giallorossi. Del resto, sarebbe un bel modo per festeggiare il suo 34° derby (30° in campionato).
NEL MIRINO – Nel derby d’andata Francesco non c’era, complice il problema muscolare al flessore della coscia che l’ha tenuto fuori per un bel po’. Ecco perché oggi ci tiene da matti, anche per rimettere le cose a posto e pareggiare la sfida con Klose (che decise quella gara sul filo della sirena). E poi per spostare la bilancia dalla sua parte, visto che il bilancio nei derby è di perfetta parità: dieci vittorie e dieci sconfitte in campionato, che diventa 12-12 considerando anche la Coppa Italia. Considerando come era iniziata (nei primi dieci Francesco ne perse ben 7, pareggiando gli altri tre), va bene anche così. E se dovesse arrivare un gol, per Francesco ci sarebbe da festeggiare anche l’ennesimo record della sua carriera, visto che diventerebbe il giallorosso più prolifico nella storia del derby (è ad un passo dalle 9 reti di Delvecchio e Da Costa). Del resto, forse, non è neanche un caso che l’ultima vittoria giallorossa in una stracittadina porta la sua firma: 2-0 il 13 marzo 2011, con una rete su punizione e una segnata su calcio di rigore.
QUANTE SFIDE – È chiaro che nella sfida di oggi pomeriggio Totti dovrà vincere più di un duello. Prima di tutto quello con Dias, al centro della difesa, ma soprattutto quello con Ledesma, il centrocampista della Lazio che si «abbasserà» per cercare di limitarne estro, fantasia e giocate. E poi quella a distanza con Klose, con cui tornerà a sfidarsi 536 giorni dopo la gara di Monaco di Baviera, Champions League, in cui il Bayern Monaco affondò la Roma per 2-0 (gol nel finale di Muller e proprio Klose). Quella era la terza volta che Totti si incrociava con il centravanti tedesco, in precedenza c’erano state le due vittorie conseguite con la nazionale (tra cui la storica semifinale di Dortmund, nel 2006). Ed allora, invece, che settebello, che oggi arrivi un bel tris.
Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese
Il Messaggero – All’Olimpico in cinquantacinque mila
Come era prevedibile, non ci sarà il tutto esaurito. Tuttavia il colpo d’occhio che presenterà lo stadio Olimpico nel pomeriggio sarà certamente di primo livello. Tra abbonati (poco più di diciottomila) e biglietti venduti, saranno circa cinquantacinquemila i tifosi che non mancheranno all’appuntamento con il derby.
Esauriti da giorni i settori popolari, curve e distinti, senza contare la Tribuna Tevere – dove per le limitazioni decise ad inizio settimana, i biglietti sono acquistabili solamente dalle donne, dagli under 14 e over 65, dai non deambulanti e dagli invalidi al 100% con accompagnatore – sono rimasti a disposizione almeno tremila tagliandi di Monte Mario, lato nord, mentre il lato sud, quello riservato ai tifosi della Roma, c’è una disponibilità di almeno millecinquecento biglietti. Come stabilito dalla Questura, potenziato il numero degli steward che saranno affiancati anche da personale in borghese della Polizia per assicurare i controlli al prefiltraggio ed al filtraggio e confermata l’apertura anticipata dei varchi allo stadio alle ore 12.
Il Messaggero – Stefano Carina