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La Gazzetta dello Sport – Quel rosso nel mirino. Rigore ed espulsione: eccessivo?

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Neanche il tempo di discutere, o criticare, le decisioni dell’International Board, e subito tre casi scuola nel campionato italiano. Dopo il “gol fantasma” di Muntari non visto la settimana scorsa, tre episodi tutti ben giudicati dagli arbitri ieri. Anche se le polemiche — filosofiche più che altro, perché il regolamento parla chiaro — non sono mancate. 1) L’espulsione di Stekelenburg per fallo in area che impedisce chiara occasione da gol (derby Lazio-Roma). 2) I due “gol-non gol” di Borini e Sculli per fortuna convalidati nel derby romano e in Lecce-Genoa.

Tripla sanzione? Sì L’azione di Stekelenburg non lascia dubbi: Klose è in area e ha davanti soltanto il portiere. Insomma, chiara occasione da gol. Stekelenburg lo atterra nei sedici metri: da regolamento è rigore, espulsione e — terza sanzione —squalifica per un turno. Troppo? A sentire la Task Force Fifa (Beckenbauer, Albertini, Hierro…), la risposta è sì. A sentire i protagonisti in campo, idem. Non solo Luis Enrique: anche Reja e Marchetti giudicano eccessiva la triplice punizione, anche se un eventuale cambio della regola sarebbe entrato in vigore dal 1o giugno. Il bello è che la pensano tutti così: allenatori, giocatori, Task Force, Blatter. E allora perché la regola non è stata cambiata sabato?

Vecchio Board Intanto, perché il Board, prima di cambiare, ci mette 126 anni (la sua età, è nato nel 1886). E perché non sempre alle parole corrisponde la volontà politica. Da un anno la Task Force lavorava alla proposta: due sanzioni (rigore e ammonizione) bastano. A meno che non si tratti di fallo violento o di “parata” sulla linea di un giocatore.Ma quando la Fifa ha compilato il documento da presentare al Board, è spuntato un terzo caso da espulsione: “rosso” se il difensore che commette il fallo non può raggiungere il pallone. Il che avrebbe complicato tutto, lasciando troppo spazio all’interpretazione arbitrale (poteva arrivare sulla palla o no?) e alle polemiche.

Si cambierà Il “no” deciso è stato delle britanniche. Gli inglesi hanno addirittura rilanciato con una proposta più bizzarra: rigore più espulsione senza però squalifica. Un evidente non senso giuridico. Tutto resta comeprima anche se qualcosa, vedrete, succederà: se Blatter vuole evitare una crisi politica, o addirittura le dimissioni di Beckenbauer, dovrà riaprire il discorso presto. Altrimenti Albertini & c. si sentiranno inutili e manderanno al diavolo i prossimi inviti Fifa. Chissà, forzando un po’ la mano, il testo potrebbe rientrare nel Board straordinario di luglio.

Board straordinario Solo che il 2 luglio a Kiev, il giorno dopo la finale, l’agenda sarà già stracolma. Due punti: 1) gli arbitri di porta; 2) i test finali delle due tecnologie sul “gol fantasma“. Per gli arbitri sarà decisivo l’Europeo che farà da cassa di risonanza a errori e valutazioni giuste: la sperimentazione in Champions, purtroppo, conterà meno. E poi “occhio di falco” (sistema di proiezioni grafiche) e goalref (misto sensori/ pallone intelligente) da approvare o meno. I gol di Borini e Sculli, ieri, sarebbero stati oggetto di analisi tecnologica, ma è bastato un occhio umano attento. Più che i “gol fantasma“, una tantum, sono i fuorigioco i casi frequenti e difficili. Ma qui Blatter e Platini dicono “no!”.

La Gazzetta dello Sport – Fabio Licari

La Gazzetta dello Sport – Festa Lazio, rabbia Roma

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Derby sull’orlo di una crisi di nervi. Due espulsi, otto ammoniti e un rigore con annesso cartellino rosso che spacca la partita e la consegna dopo appena otto minuti alla Lazio. Che vince con merito perché la sua difesa combina meno guai di quella della Roma. Tutto quasi come all’andata: là, il rigore trasformato come ieri da Hernanes e l’espulsione (di Kjaer) arrivarono all’inizio del secondo tempo dopo lo 0-1 di Osvaldo e poi ci pensò Klose; qui il vantaggio dal dischetto e l’espulsione di Stekelenburg che esclude subito Lamela (dentro Lobont) sono immediati come la veemente risposta della Roma che pareggia con Borini.Ma 80 minuti di inferiorità numerica, e una difesa colabrodo a prescindere, prima o poi si pagano. Giustiziere E’ il redivivo Mauri, da palla inattiva, una di quelle punizioni da metà campo che fanno fare bella figura ai reparti arretrati. I colpevoli, nell’ordine, Juan, Taddei e Lobont. Otto minuti conclusivi in ritrovata parità numerica, causa espulsione di Scaloni, non bastano alla Roma, da tempo esausta, per rimettere un’altra volta a posto le cose. La Lazio consolida così il suo terzo posto Champions che diventa solitario ed elimina dalla corsa la Roma. Derby e dimissioni sembrano diventati per Reja le chiavi giuste di una stagione indimenticabile. A Luis Enrique la sconfitta numero dieci, dodici contando le coppe, per il modo in cui è venuta sposta poco nei rapporti con la società, ma vaglielo a spiegare ai tifosi.

Regola sbagliata Dio ci salvi dall’International Board. Proprio sabato aveva bocciato, sbagliando, la proposta di eliminare la tripla sanzione, rigore, espulsione e squalifica. Niente da fare, si va avanti così. Il rigore c’è, anche se Bergonzi, lontanissimo, si fa aiutare dal guardalinee Niccolai. Il resto lo fa il regolamento. Klose è solo, dopo il disimpegno sbagliato di Heinze e l’imbucata di Hernanes, Stekelenburg cerca la palla ma prende il piede destro. Il designatore Braschi era stato chiaro, a suo tempo. Qui sta il rosso e l’inizio di un altro derby.

Cuore Roma – Luis Enrique l’aveva preparato limitandosi alla sorpresa Josè Angel preferito a Rosi,ma il problema è che cambiando l’ordine dei fattori il rendimento disastroso della difesa giallorossa non cambia. I ritorni di De Rossi e Totti dovevano dare la giusta carica temperamentale e lo hanno fatto. Colpita al cuore la Roma proprio col cuore reagisce, mettendo sotto una Lazio intimorita quasi quanto l’arbitro Bergonzi, che comincia a pasticciare coi cartellini (grazierà Biava dopo avergli riservato un primo giallo gratuito) e non la finirà più. Il pareggio è un premio a tanto ardore e a quel piccolo e micidiale attaccante che è Borini, il cui tap in dopo la traversa di Juan è ributtato fuori dalla porta da Biava. Ma qui non c’è il Romagnoli di Milan- Juventus: Copelli è bravissimo a chiamare il gol. Per tutto il primo tempo la Roma regge col suo 4-3-2 giocando su ritmi altissimi. Esagerati. E infatti, ripresa col fiato grosso, Marquinho per Pjanic, e dopo il 2-1 di Mauri, Bojan per Juan. Un avventuroso 3-3-3 che produrrà solo una palla gol contro le cinque-sei della Lazio.

Equilibrio Lazio – E’ la parola giusta e Reja la userà anche negli spogliatoi. Più che un 4-2-3-1 quello della Lazio è un 4-4-1-1, con Gonzalez e Mauri che per proteggere Scaloni e Garrido, difensori laterali dell’emergenza, restano bassi sulla linea di Ledesma e Matuzalem, i veri uomini-partita, sempre in controllo del centrocampo. Rispetto dell’avversario ma anche stratagemma per affondarlo con le ripartenze. L’1-0 è emblematico.Ma equilibrio è anche non stravolgere la squadra in omaggio alla superiorità numerica. Kozak e Alfaro stanno in panchina e lì restano ben oltre il 2-1 firmato Mauri. Che noi avremmo sostituito già da un po’. Bravo Reja a non farlo.

Razzismo schifoso – Non è un derby stravinto. A straperderlo, in compenso, quei deficienti che in curva nord riservano ripetuti cori razzisti a Juan. Un modo per farsi sempre riconoscere.

La Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese

Corriere dello Sport – Taddei: “Basta tacere sugli arbitri!”

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Lo stile imposto da Baldini resiste anche dopo il derby ma le emozioni negative hanno rotto gli argini dell’indifferenza. La Roma stavolta è seccata per l’arbitraggio di Bergonzi. Non è soltanto l’espulsione di Stekelenburg ad aver provocato il disappunto dei dirigenti, ma anche la gestione dei cartellini gialli e un atteggiamento giudicato troppo permissivo nei confronti dei giocatori della Lazio, soprattutto Biava e Dias.

I COMMENTI –  In passato, tutti avevano volutamente dribblato i commenti sulle decisioni degli arbitri, preferendo non alimentare polemiche che possono minare la serenità di chi fischia. Ma questo Roma-Lazio aperto da un cartellino rosso  borderline ha spinto Baldini e Luis Enrique a concedersi una leggera deroga dialettica. Baldini:  “Il rigore su Klose ci poteva stare, perché lui se lo va a prendere scaltramente, ma l’espulsione di Stekelenburg è eccessiva“. Luis Enrique: “Mi piacerebbe una volta giocare un derby in undici contro undici…”, tornando sul rigore con espulsione di Kjaer, determinante per il risultato all’andata. E’ solo un momento di sconforto o la filosofia del fair play incondizionato sta per terminare? La sensazione è che la Roma non diventerà mai un grillo urlante (“Non siamo missionari, non critichiamo gli arbitri per non creare alibi a noi stessi” ha ripetuto Baldini) ma che presto la questione arbitrale verrà affrontata in Federazione e in Lega. Non c’è vittimismo da parte della società, in ossequio alla famosa rivoluzione culturale, solo l’esigenza di essere rispettati anche senza lamentarsi. Nessuna squadra di serie A ha tanti espulsi quanto la Roma (sono già otto) e questo è sorprendente, per una squadra che quasi sempre vince le partite del possesso palla.

LA SQUADRA – E se De Rossi preferisce evitare l’argomento, bollandolo come “non produttivo“, Rodrigo Taddei decide di attaccare sia Bergonzi che la politica educata della società:  “Siamo solo noi a essere troppo buoni. Le altre squadre quando finisce la partita massacrano l’arbitro. Questo deve cambiare, sta diventando una cosa monotona e triste. Non capivamo quale regolamento seguisse Bergonzi: Bojan in un’azione ha preso una serie di calci ed è stato ammonito“. Queste frasi non sono piaciute ai dirigenti, che lasciano trapelare solo informalmente la loro irritazione per l’arbitraggio. Taddei, anzi, rischia una multa, perché sulle dichiarazioni la società non fa sconti: i commenti sugli arbitri vanno eliminati. A Siena, una  twittata di Kjaer a proposito del rigore decisivo era stata stigmatizzata. E nel derby d’andata era toccato a Pizarro essere rimproverato per un’espressione molto dura rivolta a Tagliavento (“Non parlo dopo un furto“).

APPLAUSI –  Dal punto di vista della prestazione, invece, i giocatori non sono stati ripresi. Né dai dirigenti né da Luis Enrique. In questa domenica di sofferenze sono considerati innocenti. La convinzione diffusa in casa Roma è che non si potesse fare di meglio per contrastare la Lazio con un uomo in meno per tutta la partita. E questo, agli occhi dei tifosi, è ancora più preoccupante.

Corriere dello Sport – Roberto Maida

La Repubblica – Luis Enrique: “Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?”

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Mancano dodici partite, io continuo a lavorare, almeno fino al termine della stagione”. Luis Enrique non intende mollare e neanche il secondo derby stagionale perso (1-2) sembra farlo vacillare. “Mi piacerebbe finire una partita in undici, anche se non parlo degli arbitri”. Non ne parla, ma si mostra piuttosto scosso dalle decisioni di Bergonzi, dall’espulsione di Stekelenburg arrivata dopo soli sette minuti. “Sono molto deluso, pensavo di poter vincere la partita, facendo del nostro meglio, ma tutto va via dopo pochi minuti: non so cosa ho fatto per meritare questa merda”. Se non lo sa lui, figurarsi i tifosi, ancora una volta costretti a doversi sorbire lo spettacolo di una squadra fragile e brutta da vedere. “Il giudizio sul mio lavoro lo daremo a fine stagione — si difende lo spagnolo — e non in base a una sola partita. Mi son meritato di finire almeno l’anno, solo per quello che ho vissuto. Mi rialzo, adesso, mancano 12 partite, anche se per essere una grande squadra ci manca tanto. Riprendiamo a lavorare”.

Non vacilla Luis Enrique e non vacilla la società, schierata a difesa del tecnico. “Siamo orgogliosi dell’atteggiamento che squadra e allenatore hanno avuto — spiega Baldinigiocare l’intera gara in dieci è stato dispendioso, non ha concesso nulla alla Lazio, salvo negli ultimi minuti. Abbiamo intrapreso una strada convinti di poter fare bene. Se non sarà possibile portare avanti questo progetto ne renderemo conto. L’arbitro? Continuiamo a non parlarne. Diciamo che il rigore ci poteva stare, ma è stato eccessivo espellere Stekelenburg”. E ancora: “Nessuno si aspettava traguardi più alti di questo, aggiungeremo qualcosa ogni anno per avere una progressione costante sulla qualità”. Cosa che auspica De Rossi. “La soluzione per vincere i campionati è mettere qualche campione, per far crescere il livello d’esperienza. Adesso è tutto deludente: perdere due derby, essere a 10 punti dal terzo posto, tutto quanto”. La squadra tornerà a lavorare domani pomeriggio per preparare la trasferta di sabato sera a Palermo.

La Repubblica – Francesca Ferrazza

Corriere dello Sport – Per la Lazio ci sarà una multa, ma non la squalifica del campo

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Cosa rischia la Lazio per i buuu razzisti dei propri tifosi nei confronti di Juan? Una multa, magari forte, ma non di più. Non ci sono gli estremi per salire nella gamma delle sanzioni.

IL GIUDICE – L’art. 11 del Codice di Giustizia Sportiva sancisce la responsabilità delle società “per cori, grida e ogni altra manifestazione espressiva di discriminazione”. L’ammenda che si applica alle società di serie A va da 20 a 50 mila euro. Perché il club biancoceleste non ha precedenti né è recidiva. Fra l’altro, il giudice solitamente tiene comunque conto di quanto le società fanno per prevenire atti come questi, applicando le attenuanti generiche previste dal codice. Perché, in caso di recidiva o particolare gravità, un club potrebbe trovarsi a dover disputare una o più gare a porte chiuse, con alcuni settori dello stadio chiusi, fino alla squalifica del campo.

IN CAMPO – Corretto il comportamento dell’arbitro ieri in campo, due anni fa uscirono delle linee guida per gli arbitri fornite dall’Uefa sul comportamento da adottare: annuncio con l’altoparlante; nuova sospensione della gara (cinque, dieci minuti), con richiesta alle squadre di rientrare negli spogliatoi; sospensione definitiva del match, in accordo con le autorità presenti sul campo. A Bergonzi, ieri, è bastato seguire solo il primo step.

Corriere dello Sport

Il Messaggero – Borini non si ferma più, sette gol in otto partite

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Ad una decina di minuti dalla fine, si è arreso. Alla fatica, prima ancora che alla sconfitta. Ha chinato il capo, ha fatto un respirone e, per la prima volta dal fischio d’avvio di Bergonzi, ha guardato gli altri correre. Fino ad un attimo prima, era stato lui a scattare mille volte da una parte all’altra del campo, anche rincorrendo pallone e avversari, al punto di far sembrare talvolta che la Roma stesse giocando in undici contro undici e non con un uomo in meno. E, non contento, Fabio Borini aveva segnato anche la rete del pareggio giallorosso, il suo ottavo gol in campionato, nono stagionale, il settimo nelle ultime otto partite.

Sognava di chiudere in maniera diversa una settimana che mai e poi mai potrà dimenticare, per via dell’esordio con la Nazionale di Cesare Prandelli: ha provato con tutto se stesso ad aiutare la Roma, ma (…) non c’è riuscito fino in fondo. Archivia il suo primo derby romano con una sconfitta e una prestazione da applausi, e non v’è dubbio che se fosse stato possibile avrebbe optato per il contrario. Se non altro, (anche) la partita contro la Lazio ha dimostrato, confermandolo, che la Roma ha messo a segno, i due tempi, un acquisto davvero azzeccato. Sebbene sia ancora giovane, Borini è uno di quelli su cui si può contare da subito.(…). Ha margini di miglioramento notevoli, ma vede la porta e, soprattutto, sfrutta le proprie qualità mettendole al servizio della squadra. Non gioca per se stesso, ma in funzione di un calcio collettivo.

Un attaccante moderno, un rompiscatole, un generoso: nelle ultime settimane si sono sprecate le etichette per inquadrarlo per bene, però la faccenda non è ancora arrivata alla parola fine. Ogni volta, del resto, Borini regala una novità e visto che ha un contratto con la Roma fino al 2016 avrà tempo per stupire ancora.

Il Messaggero – Mimmo Ferretti

Corriere dello Sport – Juan e Pjanic Ko: niente Palermo

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Come spesso capita, la sfortuna si accanisce su chi è in difficoltà: nella domenica in cui consegna il secondo derby alla Lazio, la Roma perde Juan e Pjanic per infortunio. Tutti e due, con ogni probabilità, salteranno la trasferta di sabato prossimo a Palermo.

IL BRASILIANOJuan si è fatto male in un contrasto aereo con Klose, nel primo tempo. E nella ripresa, in occasione del salvataggio sul contropiede di Hernanes, ha sentito un’altra fitta al ginocchio destro: si tratta di una distorsione. Esclusa l’ipotesi più grave (lesione al crociato), la risonanza magnetica che verrà effettuata nelle prossime ore accerterà i danni alla capsula, al menisco e ai legamenti. Al suo posto, contro il Palermo, tornerà titolare Kjaer, che tra l’altro è un ex.

IL BOSNIACO – Pjanic invece ha un problema muscolare alla coscia sinistra. Dopo i problemi dei giorni scorsi all’altra gamba, si è bloccato nel secondo tempo del derby ed è stato costretto a chiedere il cambio. “Temo uno stiramento” ha confessato prima di allontanarsi dallo stadio Olimpico. I medici di Trigoria lo esamineranno probabilmente domani, per valutare l’eventuale lesione.

I RIENTRI – La Roma riprenderà il lavoro domani alle 14. La buona notizia è il ritorno di Gago, che ha scontato la squalifica. Ancora fuori invece Osvaldo e Cassetti (…)

Corriere dello Sport – Roberto Maida

Corriere della Sera – Pensare al presente e (troppo) al futuro

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Alla Lazio è riuscito quello in cui la Roma ha completamente fallito: vivere una sola dimensione, quella del presente. Nessun fronzolo, nessun sogno, nessuna concessione alla parte “ideale” del calcio: solo sostanza. Non è poco, soprattutto se si considera che al tecnico Edy Reja mancavano otto giocatori e che la panchina era ridotta ai minimi termini. Potrebbe essere poco per un salto di qualità definitiva nel futuro, ma questa è una parola che al presidente Claudio Lotito non interessa. Ed è difficile dargli torto, con due derby vinti su due e con il terzo posto in solitario. La Roma, invece, è rimasta nella terra di nessuno, pagando caro e pagando tutto. L’errore più grande, adesso, sarebbe buttare tutto all’aria e rinunciare all’idea che ha comunque portato giovani dal sicuro futuro come Fabio Borini, l’argentino Erik Lamela e il bosniaco Miralem Pjanic a giocare da titolari praticamente per tutto il campionato. Però si deve comprendere il tifoso che oggi si sente umiliato da una stagione disastrosa (10 sconfitte in campionato, subito fuori dalla Europa League e presto dalla Coppa Italia). Qualcosa deve cambiare. Difficile dire se l’allenatore oppure i giocatori. Chi scrive pensa i secondi, ma il dibattito è aperto. Dal derby della gioia biancoceleste e della depressione giallorossa escono così due domande “temporali“. La Lazio si deve chiedere come dare un futuro a un presente bello ma che rischia di essere un po’ miope. La Roma deve imparare a vivere l’attualità e non solo il progetto. Inutile dire che si viva molto meglio con la prima domanda che con la seconda. Lo ha già spiegato, con dovizia di particolari, il risultato.

Corriere della Sera – Luca Valdiserri

Il Messaggero – De Rossi: “Ok il progetto con i campioni”

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Ancora una volta con poche parole Daniele De Rossi fotografa perfettamente la situazione che sta vivendo la Roma. A partire dagli obiettivi, quelli più nobili, che con la sconfitta di ieri sembrano oramai prossimi dall’esser disattesi: “È la fine delle ambizioni Champions? Sì, stavolta credo di sì o ci siamo molto vicino. Dobbiamo comunque arrivare assolutamente in Europa e dunque fare più punti possibili. Non vogliamo volgere verso la mediocrità: non se lo meritano la città e la tifoseria“. (…) “Sicuramente l’esperienza e la personalità non le trovi nei ragazzi primavera che sono bravissimi ed eccezionali. La soluzione per vincere i campionati non credo sia quella di buttare dentro questi ragazzi, cosa che il nostro mister fa comunque spesso. Nel futuro sarà importante inserire qualche campione, per fare crescere il livello di esperienza e di personalità della squadra. Mi riferisco all’esempio che ha dato il Milan sabato, con Ibrahimovic troppo superiore. Dobbiamo preparare una grande Roma per il prossimo anno“. Tradotto: va bene con la linea verde ma per fare il salto di qualità servono calciatori d’esperienza e qualità. In una parola (…) campioni.

De Rossi, come suo costume, non cerca alibi e non accetta di ridurre la seconda sconfitta consecutiva nel derby (la decima in campionato, la dodicesima in stagione) con la direzione, seppur pessima, dell’arbitro Bergonzi: “Non penso che il direttore di gara abbia fatto cose clamorose, ha sbagliato qualcosa ma ci può stare. Il problema è giocare in 10 tutta la partita e rinunciare a Lamela che per noi è un giocatore importante. È frustrante: prepari la partita per una settimana e dopo cinque minuti devi completamente stravolgere tutto. Quando nel 2008 ne vidi di cotte e di crude, cose vergognose, sono stato il primo a dirlo, prendendomi delle grosse responsabilità. Bergonzi ha sbagliato ma non a quel livello: se ci fossero state cose come quattro anni fa gli saremmo saltati addosso. In confronto, questo è stato un arbitraggio perfetto (…) Intervenire? Ci penserà la società quando e se vorrà. Abbiamo perso contro una squadra forte, che è più squadra di noi quest’anno e a cui non puoi concedere un uomo“. Non si tira indietro nemmeno quando gli vengono fatti notare gli errori sulle reti subite: “Prendere gol di testa contro di loro ci può stare perché sono tutti grossi fisicamente. Ma il secondo che abbiamo subito è stato un errore grave. La stanchezza per aver giocato in dieci si è fatta sentire anche in questi piccoli episodi. È stato frustrante prendere un gol su calcio piazzato, dopo aver corso così tanto. La Lazio quest’anno è più squadra di noi“.

Nel momento della difficoltà, il centrocampista non abbandona Luis Enrique: “Il progetto, proprio perché tale, ha bisogno di tempo per essere produttivo. Io ci credo molto, non è una partita che cambia il giudizio e la stima che abbiamo verso l’allenatore”.(…) “Quest’anno non ci gira bene con gli episodi. Siamo tutti profondamente dispiaciuti“. E un gruppo di tifosi ieri sera ha contestato la squadra a Trigoria al rientro dopo la partita persa contro la Lazio. “Proveremo a ripartire, come accadde dopo il derby perso all’andata. Purtroppo non è una stagione entusiasmante, né per i tifosi tantomeno per noi. Qualcosa che non va c’è, lo sappiamo, ma il bilancio si fa a maggio perché dopo una sconfitta si potrebbe travisare lo stato oggettivo delle cose. La squadra ha avuto una crescita ma le prestazioni sono state comunque troppo altalenanti. Lo ripeto: c’è bisogno di inserire esperienza perché è una squadra molto giovane e questo si sente in campo“.

Il Messaggero – Stefano Carina

Il Messaggero – La società rinuncia alla Mazzoleni

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La nuova proprietà rinuncia alle prestazioni della dottoressa Cristina Mazzoleni, la Signora dei conti giallorossi durante l’éra Sensi. Sono stati Fenucci e Pannes, sabato pomeriggio, a comunicarle la decisione di sollevarla dall’incarico, con sei mesi di preavviso. (…) Improvvisa l’interruzione del rapporto: ha colto di sorpresa soprattutto gli uomini di UniCredit che hanno sempre avuto la Mazzoleni come riferimento, prima dell’insediamento degli americani a Trigoria e anche adesso. Solidarietà alla Mazzoleni, invece, da diversi dirigenti di altri club e da alcuni del nuovo management della Roma. Del resto, fino all’ultimo, si è sempre occupata di tutti i contratti. Non solo quelli dei calciatori.

Il Messaggero – Ugo Trani

Il Romanista – Bergonzi vergognoso: non ha fatto niente contro i razzisti

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Dieci leoni non sono bastati ad abbattere una pecora che ha lanciato sibili letali dal suo subdolo fischietto. E’ questa l’estrema sintesi del misfatto condotto a termine dal sig. Bergonzi, il quale forse eviterà di guardarsi allo specchio per non vergognarsi. Dopo il tuffatore Brocchi, premiato dall’amico Tagliavento, ci mancava pure il tedesco Klose ad esibire l’arte del tonfo. Era evidente a tutti, come ha confermato l’esercito delle moviole, che egli era già in caduta libera quando è stato toccato da Stekelenburg. Ma la “pecora” ha preso al volo l’occasione per uscire dall’anonimato che le assegna per tradizione la natura. Ha rovinato il derby. Ha falsato la partita. Spesso si cerca nella conduzioe arbitrale il comodo alibi per giustificare una sconfitta.

Ma quando l’errore assume le vesti gigantesche della malafede, ogni discussione diventa inutile. Parole grosse? No, perchè nel proseguio della gara, con sottile impudenza, questo signore ha continuato ad imperversare. Se avesse posseduto un minimo di dignità professionale, non avrebbe consentito ad una folla becera di marca nazista, di insultare a piacere Juan che ha il torto di essere venuto al mondo con la pelle nera. L’etica, prima del regolamento, imponeva la sospensione della gara e tutti a casa. Nei casali di Formello, dove i “prodi” guerrieri, per rinfrancare la voce razzista, spesa per insultare prima di incitare la loro squadra, si saranno abbandonati ai festeggiamenti conditi di caciotte, cotiche e pecorino. Tutta roba che appartiene al grezzo mondo degli idioti confermando il detto: “La mamma dei cretini è sempre incinta“. Si meritano questo di linguaggio che facciamo forza ad usare. Ma quando è necessario, non si deve esitare ad uscire dagli schemi, che spesso sono ipocriti, nascosti dietro la falsa maschera della civiltà.

Il Romanista – M. Bianchini

 

La Gazzetta dello Sport – Buu razzisti, Juan zittisce la curva laziale

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E pensare che solamente venerdì scorso c’era stata l’iniziativa in Campidoglio, con Roma e Lazio unite per dire “No al razzismo e all’antisemitismo”. Tutto inutile, o quasi, almeno vedendo quanto successo ieri all’Olimpico, quando dopo pochi minuti della ripresa un intervento difensivo di Juan sotto la curva Nord è stato subissato dai buu razzisti dei tifosi della Lazio. Juan ha reagito d’istinto, con il dito indice sul naso a volerli zittire. “Mi dispiace, credo dimeritare rispetto—dice alla fine il difensore della Romacome io ne ho sempre avuto per i tifosi della Lazio, anche ogni volta che abbiamo vinto un derby”.

Tutto inutile – Ed invece i buu sono andati avanti, ogni volta che Juan toccava il pallone. “Una cosa che non mi era mai successa, neanche in Brasile o Germania—continua JuanMi dispiace perché eravamo entrati con lamaglia contro il razzismo, volevamo trasmettere qualcosa di buono, in un derby sentito,ma bellissimo da giocare e vedere. Il gesto? Io ho rispetto della Lazio e dei suoi tifosi, credo di meritare lo stesso”. In campo, la solidarietà è stata immediata. Da De Rossi, ma non solo. “Non solo dalla mia squadra, ma anche da giocatori come Klose, Dias eMatuzalem. Mi dicevano tutti di stare tranquillo, ma io lo ero: ho la personalità giusta per esserlo, anche in questi casi”. Allora meglio pensare al ginocchio destro, che lo ha costretto ad uscire e che oggi sarà sottoposto a risonanza magnetica. “Mi fa male, ho avuto una distorsione, spero di tornare presto e di dare una mano alla Roma fino alla fine”, chiude il giallorosso.

Reazioni – Al brasiliano l’abbraccio più bello glielo ha offerto Daniele De Rossi, in campo. “Juan è stato bravo, credo si sia anche limitato molto—dice De Rossi —. Ci sarà chi prenderà delle decisioni a riguardo e che, se vedrà e sentirà questi cori, saprà punirli.Mai cori razzisti li fanno i tifosi di mezza Serie A, sarebbe da cambiare la mentalità”. O sospendere le partite, come ha minacciato Bergonzi a Mauri. “Ma questa non è la soluzione, non si giocherebbe mai — chiude Luis EnriqueSuccede in tutti i paesi, non solo in Italia. Cerchiamo di combattere il problema, ma non so quale possa essere la soluzione”. Vero. Del resto, l’intelligenza non è un dono proprio di tutti.

La Gazzetta dello Sport – Alessandro Pugliese

Il Messaggero – Baldini: “Non temo il giudizio della nostra gente”

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Franco Baldini torna a parlare e nel momento più difficile della stagione non abbandona Luis Enrique. “Dubbi sul presente? No, non ne abbiamo assolutamente. Siamo poco felici per la sconfitta nel derby ma orgogliosi dell’atteggiamento della squadra, del nostro allenatore, di come prepara le partite. Il piano era impostare una squadra nuova che avesse una sua identità e che potesse offrire qualche orizzonte. E questo, grazie al nostro tecnico, io lo vedo”. Una difesa, quella effettuata dal dg nei confronti di Luis Enrique, che indirettamente è anche una difesa del suo operato, essendo stato proprio lui ad aver scelto l’allenatore spagnolo, al quale imputa poco o nulla della sconfitta contro la Lazio: “In 10 era il massimo che potevamo fare. La Champions? Nessuno si aspettava che con questa rosa potessimo ambire a traguardi più grandi”. Valutazione diameralmente opposta rispetto a quella del 23 febbraio: “Noi non abbiamo mai parlato di stagione di transizione – aveva dichiarato – semplicemente non ci sentivamo di fissare degli obiettivi perché non conoscevamo le reali potenzialità della nostra squadra. Ora è cambiato tutto: adesso il traguardo può essere l’ingresso in Champions”. Baldini è consapevole che la sconfitta nel derby può iniziare a scalfire la fiducia della tifoseria: “La gente può manifestare come crede la sua gioia o il suo disappunto. Non temiamo il giudizio dei nostri sostenitori, avendo intrapreso con coscienza questa strada. Se non sarà possibile portare avanti questo progetto, ce ne renderemo conto“. Passerella finale sulla direzione dell’arbitro Bergonzi: “Non è che non ne vogliamo parlare per uno spirito missionario ma perché non ci possiamo lavorare. Possiamo farlo su noi stessi ma parlare dell’arbitro è spesso un alibi. Il rigore? Eccessiva l’espulsione”.

Il Messaggero – Stefano Carina

Il Romanista – Dopo 14 anni addio imbattibilità in casa nel derby

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Alla ventiseiesima giornata dello scorso campionato la Roma di Ranieri perse malamente 4-3 a Marassi con il Genoa provocando le dimissioni del tecnico. Nello stesso turno, quest’anno, è caduta per la seconda volta stagionale nel derby, mandando all’aria due lunghe serie positive alle quali tutti i romanisti tenevano tantissimo: i 14 anni di imbattibilità casalinga nella stracittadina e le 12 stagioni nelle quali la Lazio non era più riuscita ad aggiudicarsi entrambi i derby di campionato. Serie positive che duravano entrambe dal 1998, quando sulla panchina giallorossa sedeva un altro integralista del gioco d’attacco come Luis Enrique: Zdenek Zeman.

Quindi chiariamoci subito: o accettiamo in toto il modo di pensare di questi allenatori (che hanno bisogno di molto tempo per mettere in pratica le loro idee), o li ripudiamo a priori. E qui ogni tifoso ha diritto di fare le sue scelte, tenendo conto di tutto, però. Bello o brutto che sia. Dunque accanto ai 2 derby persi e alle 5 sconfitte nelle 12 partite ufficiali giocate tra campionato e Coppa Italia dopo la sosta di Natale bisogna anche mettere le 5 vittorie casalinghe (e un pareggio) che la squadra aveva collezionato prima della sconfitta di ieri. La prima del 2012 all’Olimpico, che finora era stato un vero e proprio fortino giallorosso.

E poi vanno anche messe le difficoltà di giocare in dieci contro undici l’intero derby, anche se questa non deve essere una scusante che giustifica tutto. Perciò, a differenza di un anno fa, riteniamo che bisogna andare avanti con Luis fino alla fine del campionato, quando, come dice De Rossi, si tireranno le somme della stagione e si prenderà una decisione in merito. E speriamo che il Signore ci conservi questo Borini, autore di 8 gol in campionato di cui 6 nelle ultime 6 giornate.

Il Romanista – Franco Bovaio

Roma contestata a Trigoria al rientro in pullman

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Anche la pazienza ha un limite. E’ ciò che devono aver pensato i circa 50 tifosi giallorossi che, dopo la sconfitta nel derby con la Lazio, hanno deciso di attendere il rientro della squadra a Trigoria. Nel pullman c’erano pochissimi giocatori, tra cui Stekelenburg, Greco e Piscitella, mentre altri, come il tecnico Luis Enrique, hanno fatto rientro a casa dallo stadio con le proprie vetture. Cori di scherno e insulti sono stati rivolti dai supporters a calciatori e dirigenza. Presenti nel quartier generale della Roma molti poliziotti, che non sono comunque dovuti intervenire.

Repubblica.it – Luis furioso: “Cosa ho fatto per meritare questa me…”

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Finisce come a ottobre. Persino peggio, forse. Una parte della curva Nord, dopo aver abbracciato a distanza Reja, invoca anche il tecnico avversario: “Luis Enrique, Luis Enrique”, è un coro che si ascolta nitidamente, quando sugli spalti ci sono solo i laziali festanti. Inevitabile che il volto dell’asturiano si pieghi in un’espressione da tragedia greca.

La convinzione ripetuta per mesi come un mantra da Luis Enrique, “non parlo degli arbitri”, si scioglie nella delusione da derby. ”Mi piacerebbe giocare un derby in 11. Una volta, non chiedo tanto. Sembra quasi che sia lo stesso giocare in 10 o in 11. Non so cosa ho fatto per meritare questa merda”. Uno sfogo inedito, nonostante il tentativo di retromarcia qualche istante dopo: “Non parlo degli arbitri ma qualche volta vorrei non giocare il derby in inferiorità numerica. È molto difficile parlare di una partita che giochi in inferiorità dal minuto tre, o quattro, o cinque. Sono molto deluso, credevo che avremmo potuto vincere facendo tutto il nostro meglio”.

Eppure, l’asturiano rigetta l’idea di una stagione fallimentare: “Credo di aver meritato di finire la stagione solo per quello che ho fatto fino a ora. Ma per me è importante quello che pensa la società e i tifosi, non voglio essere un allenatore che non piace a queste due componenti. Il risultato è uno schifo, ma ho visto cose interessanti e non ho nulla da rimproverare alla mia squadra”. La stagione della Roma, però, a 10 punti dal terzo posto è virtualmente finita. Ma non ditelo a Luis: “Dobbiamo rialzarci di nuovo, vedere che succede in queste 12 partite e vedere dove saremo arrivati a fine stagione. Questa partita poteva inserirci nuovamente tra i candidati al terzo posto, ora è difficile. Ma finché possiamo dobbiamo provarci”.

Se Luis Enrique prova a salvare il salvabile, De Rossi non trova motivi per sorridere. Anzi: l’amarezza per il secondo derby perso in fila (non succedeva da 14 anni), esplode in una critica durissima al “progetto” estivo della Roma americana. “Bisognerà buttare dentro qualche campione per far crescere il livello di esperienza di questa squadra”. Un chiaro riferimento alla campagna acquisti improntata sui giovani di Baldini e Sabatini. Duro, De Rossi. Perché se conferma di aver firmato “a prescindere dal progetto”, Daniele vorrebbe una Roma capace di vincere da subito: “Basta guardare quello che ha fatto ieri il Milan. Ma non dico che si debba comprare Ibra”. Neanche José Angel, verrebbe da dire. Ma la delusione di De Rossi ha forza e voce: “Deludente perdere due derby e anche trovarsi a 10 punti dal terzo posto. Arbitro? Se vuole si farà sentire la società. Nella stagione del 2008, in cui ho visto cose vergognose, oggi l’arbitro può aver sbagliato su Biava, ma non mi è sembrato a quel, livello”. poi, la chiosa più dolorosa: “La Lazio è più squadra di noi”. Il campo, non mente.
Repubblica.it – Matteo Pinci 

Problema ai flessori per Pjanic, distorsione al ginocchio per Juan

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Miralem Pjanic è uscito al 57esimo minuto della partita Roma-Lazio per un infortunio muscolare. Per il centrocampista si dovrebbe trattare di un problema ai flessori della gamba sinistra. Nelle prossime ore saranno verificate le condizione del bosniaco e l’entità del suo infortunio. Distorsione al ginocchio per Juan dopo uno scontro con Klose. Nella giornata di oggi verranno effettuati ulteriori esami strumentali

Roma-Lazio, le pagelle

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di Lorenzo Pompili

Stekelenburg s.v.: Gioca 5 minuti facendo solo un’intervento abbastanza facile su Matuzalem. Viene espulso per il fallo su Klose che causa il rigore del vantaggio laziale. 

Taddei 4,5: La sua partita è pessima, sbaglia una marea di passaggi e spesso anche la copertura senza mai provare ad andare sul fondo.

Juan 5,5: Macchia una partita splendida con un errore gravissimo che, alla fine della partita, costa il derby alla Roma. Esce dopo un pestone subito da Klose e l’ennesimo esempio di ignoranza dei tifosi avversari che gli hanno dedicati ululati e cori razzisti. Dal 77′ Bojan 6: Chi in settimana aveva assicurato che l’attaccante spagnolo era in splendida forma ha avuto la conferma nei dieci minuti in cui è stato impiegato. Ha sempre saltato il primo avversario e si è beccato un cartellino giallo per aver subito fallo. Forse senza l’inferiorità numerica avrebbe potuto giocare qualche minuto in più.

Heinze 5: Conferma quanto di brutto visto a Bergamo, soffre tantissimo gli attaccanti della Lazio e non riesce a conquistare nemmeno un duello aereo.

Josè Angel 5: E’ la mossa a sorpresa di Luis Enrique e nel primo tempo riesce anche spesso a dare fastidio alla difesa laziale. Sempre preciso ed elegante quando deve stoppare il pallone, ma spesso non sa cosa farci. Inspiegabile, se non per la stanchezza, il lancione sballato a fine partita.

Simplicio 5,5: Lotta tanto, ma alla fine combina poco. Nel secondo tempo, probabilmente accusando molto la stanchezza sbaglia qualche passaggio di troppo, ma resta in campo fino alla fine nonostante i crampi.

De Rossi 6: Si dice che non senta più il derby come una volta, ma l’esultanza al gol di Borini sembra dimostrare il contrario. Gioca la solita partita davanti alla difesa prendendo tantissimi calci, ma senza mai andare in difficoltà. Quando c’è, si sente.

Pjanic 5,5: In Bosnia con la sua Nazionale gioca 80 minuti, nel derby nemmeno 60. Affaticato per i tanti impegni e il poco riposo continua a vivere un periodo di appannamento. Dal 57′ Marquinho 5,5: La velocità non sarà sicuramente la sua caratteristica fondamentale, ma è da apprezzare il fatto che tenti sempre la giocata e cerchi spesso la profondità. Interessanti un paio di cross con il sinistro.

Lamela s.v.: Gioca poco meno di 10 minuti, Luis Enrique decide di togliere lui per far entrare il secondo portiere. Dal 9′ Lobont 6: Incolpevole sul gol subito, è più impiegato con i piedi che con le mani.

Totti 6: Ha il compito difficilissimo di unica punta tra i due centrali laziali vista l’inferiorità numerica. Subisce tanti falli, ma non riesce ad incidere come vorrebbe. Sfortunatissimo quando a pochi minuti dalla fine il suo colpo di testa termina a pochi centimetri da palo di Marchetti (che non ci sarebbe mai arrivato).

Borini 7: Rappresenta tutto quello che i tifosi della Roma vogliono in un calciatore: ha grinta, voglia e capacità tecniche per diventare un idolo della Curva Sud. Corre come un indemoniato dal primo all’ultimo minuto e trova anche il gol del momentaneo 1-1 (il terzo consecutivo, l’ottavo in campionato, il nono nella sua stagione). 6 degli ultimi 10 gol della Roma portano la sua firma.

Luis Enrique 5,5: Non si può giudicare il suo lavoro in settimana quando dopo 10 minuti si trova in inferiorità numerica, per giunta togliendo dal campo il portiere e dovendo rinunciare ad un giocatore di movimento. La squadra si impegna senza dubbio, ma per ambire a qualcosa di più importante c’è ancora bisogno di tanto lavoro. Dimostra di accusare la tensione di questi mesi romani rispondendo a muso duro in conferenza stampa.

Roma-Lazio: tutte le interviste. Luis Enrique: “Vorrei finire un derby in 11”. Juan: “Siamo forti, non è ancora finita”. De Rossi: “Servono i campioni”

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Roma-Lazio, ecco tutte le dichiarazioni dei protagonisti al termine della gara:

Luis Enrique a Sky Sport:
“Stato d’animo? Mancano 12 partire. Il nostro lavoro è continuare fino alla fine della stagione. Mi piacerebbe finire i derby in 11. Non parlo di arbitri, ma mi piacerebbe giocare con tutti gli uomini fino alla fine. Tanto cuore? Abbiamo commesso degli errori infantili, come in occasione del primo gol, ma non posso dire niente di male dei miei calciatori perché hanno provato fino alla fine a pareggiare. Ho visto che i nostri tifosi avevano una voglia incredibile di aiutarci. Non so cosa ho fatto per meritarmi questo ma ripeto, mi piacerebbe giocare un derby in parità numerica. Subiamo con i calci piazzati? Sono d’accordo, però tutta la settimana abbiamo preparato una partita diversa. Quando c’è un errore penso che sia giusto che l’allenatore dia delle spiegazioni. Il rigore? Non voglio parlare degli arbitri, non voglio dare giudizi in merito. Pensavo di poter vincere la partita, ma al minuto 5 abbiamo dovuto buttare tutto via. Le mie idee? Io sono sempre convinto del lavoro che devo fare con la mia squadra”.

Luis Enrique a Mediaset:
“Una partita come questa che diventa importantissima per noi, aver perso complica le cose. Succede l’impensabile, va via ogni possibilità di riuscire, la seconda sconfitta di seguito e oltretutto il secondo derby. Mi dispiace tantissimo. Abbiamo fatto tutto quello che può fare una squadra in 10, molto gioco a palla ferma, forse troppo. Non ho critiche o lamentele verso la squadra, il derby è partito male. In 5 partite abbiamo avuto importanti espulsioni. Oggi è stata un’espulsione che ci può stare perchè è stata impressione dell’arbitro. Noi non siamo una squadra aggressiva e più di tutto siamo concentrati a giocare a pallone, non a colpire l’avversario. Non parlo male oggi dei miei calciatori, anche solo per il cuore che hanno messo in campo non posso che parlare bene. Calci d’angolo e punizioni devono essere piazzati bene, il secondo gol di oggi è stata una disattenzione. Tutte le squadra soffrono i nostri gol su calci piazzati. Noi difendiamo in un modo le punizioni, in un altro i calci d’angolo. Ho parlato con i miei calciatori a fine primo tempo perchè giocare in 10 è tutt’altro modo, l’atmosfera e l’ambiente incredibile sono bellissimi e tutti erano affamati di fare una bella partita. Li ho spronat a fare il nostro gioco perchè mancava solo una punta ed ho apportato delle modifiche sul piano difensivo. Per il risultato non buono sono io il primo responsabile. Ho dovuto purtroppo sostituire Lamela, sono stato costretto. La performance di Bojan è stata molto buona. A fine stagione trarremo le nostre conclusioni, sono solo 7 mesi che sto in Italia e sto facendo del mio meglio. Un mio obiettivo e desiderio sarebbe di riuscire a giocare un derby in 11″.

Luis Enrique a Rai Sport:
“Non so cosa ho fatto per meritare questo schifo, per giocare un derby in dieci. Avevamo preparato bene la partita. Non uso parlare degli arbitri, ma giocare in undici sarebbe stato meglio… Mi dispiace, la vita è fatta di cose belle e di cose brutte, purtroppo per ora sono arrivate soprattutto cose negative, spero che il futuro ce ne riservi di migliori. Adesso mi interessa recuperare per la partita del Palermo, lavorare sulla mente della squadra che sarà triste, però ora pensiamo alla prossima partita con il Palermo, le somme le tireremo a fine stagione. Con chi me la prendo oggi? Certo non con i giocatori, avrei preferito non giocare in dieci dal quinti minuto, sappiamo che è una partita particolare”.

Luis Enrique in conferenza stampa:
“Dobbiamo preparare le 12 partite che mancano e rialzarci di nuovo. Domani sarà più difficile, ma dovremo farlo. Tra 12 partite vedremo dove saremo. Oggi era una partita che poteva rilanciarci per la corsa al terzo posto, abbiamo perso, ma finchè c’è speranza dobbiamo crederci. Per me è molto importante ciò che pensa la società, ma ovviamente anche ai tifosi, io non voglio essere un allenatore che non piace ai dirigenti o ai tifosi, io penso di essermi guadagnato la conferma fino al termine della stagione. Dobbiamo rialzarci e ai ragazzi dico che per diventare grandi manca ancora tanto, oggi nonostante il risultato, che è schifoso, ho visto alcune cose interessanti. Non ho niente da rimproverare alla mia squadra, l’atteggiamento è quello giusto. Una squadra che ha il possesso di palla e che cerca di giocare è inevitabile che faccia degli errori, il primo gol è stato preso per un errore nostro. Il mio rammarico è quello di non poter giocare mai un derby in 11, io non parlo mai degli arbitri, ma vorrei vedere un derby senza giocare in 10 dal terzo minuto. La squadra ha fatto tutto quello che poteva per non perdere la partita. La Roma sa cambiare atteggiamento. Quando noi lavoriamo per fare questo tipo di gioco diventa pure difficile da capire, ho visto la squadra fare delle ottime cose in alcune partite, e potrebbe farlo anche più spesso. Oggi abbiamo fatto un errore terribile, ma non devo rimprovarare niente ai miei giocatori, hanno faticato tanto. Se mi sento accettato? Per quel che riguarda la società, i giocatori e i tifosi sì, assolutamente. Io penso che questa squadra possa vincere le 12 partite che restano, alla fine della stagione il massimo responsabile, nel bene  o nel male, sarò io. Non so cosa ha detto Taddei, ma è normale che dopo una partita come questa siano delusi. Io non piangerò mai per le decisioni dell’arbitro, credo che sia sbagliato farlo. Io controllo quello che posso controllare e  dico ai ragazzi di fare la propria partita e vedere ciò che possono fare con le loro forze. Io non devo dire niente ai tifosi hanno avuto fiducia nei nostri confronti, credo che l’avvicinamento allo stadio di oggi sia stato il migliore sia da calciatore che da allenatore. Se si dovesse bloccare la partita ogni volta che c’è un coro razzista non si giocherebbe mai. Il razzismo c’è ovunque, ma dobbiamo combatterlo. Non so qual’è la soluzione, nè se ce n’è una”.

Luis Enrique a Roma Channel:
“Io non parlo degli arbitri, prima di tutto inizi a piangere come alcuni, e non dobbiamo farlo. Dobbiamo migliorare ciò che possiamo migliorare noi, non è facile fare l’arbitro. Non pensavo dopo il derby d’andata di giocare nuovamente in 10, ma oggi è successo all’inizio della partita. Dopo il pareggio eravamo lì con l’opportunità di fare qualcosa di più, nei calci piazzati abbiamo sbagliato, non si dovrebbe sentire l’inferiorità numerica, ma è stato così. Poi abbiamo anche avuto delle occasioni per pareggiare. Non credo che sia stata una disattenzione, è stato un errore, è difficile parlare per un allenatore di un errore del singolo. No siamo responsabili di ciò che succede in campo, ogni tanto l’avversario vince perchè è più bravo di te, ma spesso loro vincono per nostri errori. Se giochi tanto tempo nella metà campo avversari loro fanno tanta densità e poi possono ripartire in velocità. La Lazio è una squadra forte, da tutto il campionato stanno in alto in classifica, sono esperti, ma noi lo sapevamo che era difficile, e nonostante tutto non mi sembra che siamo stati inferiori sul campo nelle due gare. Il nostro obbligo è quello di rialzarsi, pensare che mancano 12 partite, che siamo lontani dal terzo posto, ma dobbiamo crederci fino alla fine della stagione”.

Juan a Sky Sport:
“Non avevo mai subito “buu” razzisti, neanche in Germania o in Brasile. Pensare che eravamo entrati con le maglie contro il razzismo. Mi dispiace più per questi tifosi, io ho la mia personalità.  Mi hanno abbracciato i miei compagni, ma anche gli avversari. Era un derby molto sentito. L’infortunio al ginocchio? Ho fatto una scivolata su Klose, domani facciamo la risonanza, speriamo non sia nulla di grave. Spero di tornare al più presto. Come si è comportato Bergonzi? Non so come si è comportato l’arbitro, ho parlato un po’ con Mauri. Mi dispiace per il gesto subito dai tifosi della Lazio. Abbiamo giocato e vinto tanti derby ma abbiamo sempre portato rispetto ai tifosi avversari. Gli errori nell’uno contro uno? Ci alleniamo tutta la settimana per aiutarci a vicenda. Quando ripartiamo possiamo rischiare di più, ma dobbiamo stare attenti a non perdere il pallone e non subire il contropiede. Cerchiamo di lavorare e andare avanti. Siamo forti non è ancora finita”.

Juan in mixed zone:
“Abbiamo lottato, come si doveva in ogni derby. Ha condizionato l’espulsione? Sicuramente. Giocare in 10 dal primo tempo e difficile, dopo aver subito un gol è ancora più difficile. Siamo stati forti, abbiamo pareggiato, dopo hanno fatto un gol, sicuramente ci dispiace. Dobbiamo vincere, cercheremo di farlo a Palermo, non facciamo punti da 2 giornate. Gli ululati razzisti? No, non voglio dire niente. Durante la partita ho parlato con alcuni giocatori della Lazio che mi hanno detto di stare tranquillo. Il mio gesto non era una mancanza di rispetto, solo perché erano rivolti verso di me. Giusti rigore ed espulsione? La regola va interpretata, la palla sicuramente l’attaccante la prendeva dopo aver saltato Stekelenburg. Dopo non so cosa ha pensato l’arbitro, se era ultimo uomo o meno. Ma adesso non possiamo farci nulla”.

Juan a Roma Channel:
“Sicuramente ci piacerebbe giocare in 11, in entrambi i derby abbiamo preso rigore ed espulsione e gol subito. Dobbiamo continuare a lottare e cercare di vincere, l’anno prossimo proveremo anche a vincere. QUello che più dispace è prendere gol da palla inattiva, ma purtroppo è andata così, cerchiamo di rialzarci Perdere una partita come il derby non è facile, ma dobbiamo andare a Palermo per vincere. Quando si gioca in inferiorità numerica  ti stanchi molto più dell’avversario. Le decisioni dipendono dall’interpretazione dell’arbitro. E’ un derby sempre bellissimo, ma se continuano con i cori razzisti dovrebbero proibirgli di andare allo stadio, facendo peggiorare lo spettacolo”.

De Rossi a Roma Channel:
“Quest’anno non ci gira bene per quel che riguarda gli episodi e ci mettiamo del nostro. Siamo molto dispiaciuti, io in particolare. Dell’arbitro ne ho parlato per una vita, ma non cambia niente non è produttivo, lo lascio stare. Non credo abbia fatto cose clamorose, giocando una partita in 10 per 90′ non è una partita, devi rinunciare a Lamela che è nu giocatore importante, rinunciare a qualcosa ed è frustrante giocare una partta così. La fatica era sul volto di tutti, ma se all’ultimo la butti in area la prendono loro, sono più alti di no, cercavamo di trovare gli spazi, quegli spazi che ci hanno permesso di risolvere le partite. Stiamo qua a parlare di una partita maledetta, è un annata in cui le cose non vanno bene. Giochi in 10 e se c’era una squadra che doveva vincere era la Lazio, ma alla fine hai preso gol su un calcio piazzato. Io posso lavorare per migliorare i miei errori, io ho vissuto una stagione (nel 2008) in cui ho visto cose vergognose e l’ho detto, ma non è questo il caso, ora è un po’ diverso. Quando perdi uno scudetto come abbiamo perso noi, gli arbitraggi di adesso sembrano quadi perfetti. Loro quest’anno sono un po’ più squadra di noi quest’anno, e non puoi concedergli un uomo. Prendere gol di testa ci può stare, ma così no, ci mancava poco che rimbalzasse per terra. E’ un errore grave, la fatica si faceva sentire, non dovrebbe avvenire, ma è così. Si riparte come sempre, come abbiamo fatto all’andata, non è una stagione esaltante, ma io vedo che ci sono tante cose che ci girano contro. Quando un pizzico di fortuna ci aiuterà le cose andranno in modo diverso. Ripartiremo martedì e cercheremo di allenarci ancora più seriamente”.

De Rossi a Mediaset:
 “Oltre ad essere una sconfitta grande il derby ci allontana anche dalla zona Champions, molto ambizioso sì ma ci puntavamo. Ora non dobbiamo fare altro che lavorare più duramente per non abbandonare del tutto l’Europa. Dobbiamo lavorare, essere più smaliziati. La partita è cambiata tra il 7′ e il 9′ minuto. Poi ci siamo impegnati per rimetterla in piedi. Io credo molto nel progetto, non è una partita che cambia la fiducia nel progetto e nell’allenatore. Ovviamente si parla del derby, la stracittadina è sempre importante ma il mio rapporto con lui non cambia, nonostante le polemiche. Diventa difficile vedere tutto il resto che di buono c’è. Oggi la partita è stata molto alterata dal rimanere in 10. Il problema non è solamente o soprattutto difensiva anche perchè la maggior parte dei gol che prendiamo sono quando abbiamo noi la palla e la perdiamo. Le squadre che vincono solo quelle con esperienza e personlità. Quando si fa un progetto di una casa però, ci vuole tempo, non si parla di progetto e il giorno dopo la casa è pronta, c’è tutto un lavoro dietro. L’attenzione, l’esperienza e la personalità non si trovano di più nella primavera. la qualità di gioco è alta e non lo dico solo perchè l’allenatore è mio padre. Bisognerà buttare dentro qualche campione, in generale e senza sostituire definitivamente nessuno però ci vogliono giocatori con esperienza. I campionati li vinci con un a rosa superiore. Non dico che bisognerebbe comprare Ibra -sarebbe un bel sogno- però servono campioni. Oltretutto Luis Enrique inserisce spesso i giovani della Primavera, e questo per loro è molto stimolante. Non voglio essere ruffiano e patetico ma l’emozione che sento ogni volta che aspetto una partita è forte, sono rimasto aldilà del progetto, è la passione che mi lega alla mia squadra, non c’è bisogno di comprare 10 fuoriclasse, bisogna assestare la squadra e renderla da bella e intrigante a vincente. La pressione positiva c’è, i tifosi non sono scemi che accettano di perdere le partite, la squadra oggi ha dato il massimo, tutto quello che aveva da fare e solitamente i nostri tifosi apprezzano questo”.

De Rossi a Sky Sport:
“Qualcosa che non va ci sta ma il bilancio non si fa adesso, semmai a maggio. La squadra ha avuto una grossa crescita, poi un piccolo arresto di risultati. Le prestazioni sono stati altalenati. La squadra è giovane, forse questo influisce. E’ sicuramente deludente perdere due derby in un anno. Deludente è il terzo posto a 10 punti, per noi e per i nostri tifosi. Però non possiamo piangerci addosso. Gli ululati razzisti contro Juan? Lui è stato bravo a rimanere tranquillo, ci sarà qualcuno che valuterà per quanto accaduto. Non è il caso di accanirsi solo contro i tifosi della Lazio perché in mezza Serie A succede quello che è accaduto oggi”.

 

Baldini a Sky Sport:
“Dubbi sul presente? Non ne abbiamo. Siamo molto poco felici, ma anche orgogliosi dell’atteggiamento della squadra, di come il mister prepara le partite. Poi non l’abbiamo potuta giocare come volevamo per il cartellino rosso a Stekelenburg. Eravamo riusciti a pareggiare e ce la siamo giocata pur avendo un uomo in meno per tutta la gara. Non parliamo mai delle decisioni degli arbitri? E’ un investimento che tutti dovremmo fare. Non c’è un’idea di fare i professorini con questi atteggiamenti, ma vogliamo rendere l’arbitro superficiale rispetto alla partita. Noi non possiamo lavorare sugli arbitri. Possiamo solo lavorare sui calciatori. Il rigore ci poteva stare, è stato bravo e scaltro Klose, ma ritengo l’espulsione eccessiva”.

Baldini a Mediaset:
“Non è vero che non c’è mai stato nessun bisogno di spostare Kjaer in tribuna, non come conseguenza dell’esclusione di De Rossi, in studio da voi sono state dette delle stupidaggini, vanno bene le indiscrezioni giornalistiche ma tenete presente le smentite, Kjaer è stata piazzato dove era stato previsto fin dall’inizio per quanto riguarda la formazione contro l’Atalanta. Ai tifosi dico che è nei programmi intraprende un percorso, una strada precise, le sconfitte fanno molto male ma non abbiamo nessun tipo di ripensamento nè reticenze, dobbiamo intervenire sulla preparazione dei giocatori ma siamo complessivamente contenti del lavoro svolto finora. Ci manca e ci penalizza la poca continuità. L’occasione da gol di Klose dopo 7 minuti si può commentare, come anche l’espulsione non è stata per carenza difensiva, la strada fatta però è tanta, come mentalità atteggiamento e proposizione del gioco. La gente può manifestare gioia o disappunto nella maniera che ritiene più opportuna però noi ci impegnamo nonostante i commenti, non temiamo nulla e abbiamo intrapreso con coscienza un percorso, non siamo nemmeno a metà di dove abbiamo programmato di essere. Di cosa parliamo? Di una società che altrimenti non ci sarebbe stata per niente. E’ stato cercato un acquirente da una dirigenza che ha dovuto vendere per non fallire e noi qui stiamo cercando di portarla avanti al meglio ma in caso non dovesse essere ne prenderemo atto. La nostra tranquillità non è una condizione per essere lascivi, la nostra piazza di tifo non è difficile o peggiore di altre, anzi abbiamo una tifoseria matura. Quando si parla di qualità ci sono tanti tipi di qualità, di persone, di giocatori, di mentalità, non solo tecnica. Stiamo cercando di ottenere il meglio di quello che possiamo avere dai giocatori, quest’anno denunciamo alcune carenze, ci lavoreremo”.

Baldini a Roma Channel:
“Quando parliamo di non cercare scuse nell’arbitraggio è perchè pensiamo che sono cose che non possiamo migliorare. Parlare degli arbitri è spesso un alibi, quello che vorremmo è renderli il più sereno possibile per aiutarli ad arbitrare meglio. Lo scopo è quello di cercare di fargli commettere il minor numero possibile di errori. Oggi avremmo fatto di tutto per vincere, ma anche se si vede a più largo tratto, nel medio lungo periodo qualcosa che può portare miglioramenti bisogna crederci. La squadra ha lottato, è stata in partita per tutta la gara, nonostante abbiamo giocato 90 minuti in 10 contro 11. E’ una partita er la quale ci si può ritenere soddisfatti, anche se il risultato dice il contrario. Bisogna lavorare per cercare di vincere tutte le partite con il nostro calcio propositivo, dopo due tre partite vinte ci si illude che si possa competere per alti livelli, ma l’idea iniziale per questa stagione era cercare di costruire una squadra con un identità ben precisa e renderla attrattiva, e devo dire che il lavoro del nostro allenatore ci sta portando verso questa direzione, c’è chi non lo vede, ma io sì. Nessuno si aspettava che con questa squadra si potesse competere a livelli molto più alti di questi che stiamo raggiungendo, per avere una progressione negli anni successivi con alcuni innesti”.

Taddei a Roma Channel:
“Rammarico per aver perso la partita, il derby. Abbiamo lottato fino alla fine ma non è stato possibile. Dopo un pò è normale che i tifosi si lamentino. Qualche palla in più dentro l’area potevamo metterla. Cercavamo di giocare per non buttare palle a caso dentro l’area. Cercavamo di arrivare per vie laterali ma abbiamo fatto meno di quello che potevamo. Prima dobbiamo essere arrabbiati con noi, ripeto a 6 minuti perdere un uomo con il rigore rende tutto più difficile. Siamo risuciti a pareggiare, ma poi gli episodi sempre a sfavore non ci hanno aiutato. Abbiamo cercato di giocare ma non è stato possibile. Ci dispiace soprattutto per i nostri tifosi. Bojan ha preso tanti calci ed è stato ammonito. Non sapevamo quale regolamento stesse seguendo l’arbitro. Non è una scusa, ma è così. Fuori campo vedo tutte le squadre che quando finisce la partita lo massacrano. Siamo solo noi che siamo troppo buoni. Questo deve cambiare, sta diventando una cosa monotona e triste. Per arrivare in Champions dobbiamo cambiare marcia, sappiamo cosa possiamo fare ma questo dipende solo da noi. Abbiamo tanto bisogno dei nostri tifosi ora”.

 

Trigoria, martedì alle 14 la ripresa degli allenamenti

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Dopo la sconfitta per 2-1 nel derby con la Lazio Luis Enrique ha concesso ai suoi uomini un giorno di riposo. La squadra tornerà ad allenarsi sui campi del “Fulvio Bernardini” martedì prossimo. L’appuntamento a Trigoria è fissato per le ore 14.00, in vista del prossimo impegno ufficiale contro il Palermo.