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Il Romanista – De Rossi-Borini riposo, domani si riparte

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L’Italia di Cesare Prandelli si è svegliata ieri mattina con ancora nella testa il 3-0 incassato dalla Russia, che a soli 7 giorni dal debutto agli Europei del 10 giugno contro la Spagna, ha minato quelle poche sicurezze che gli azzurri avevano. Lo scandalo scommesse ha sicuramente influito sullo stato psicologico dei calciatori che contro i Russi hanno offerto una prova a dir poco deludente. La Nazionale è rientrata ieri mattina a Coverciano dopo il volo aereo che l’ha riportata a Firenze da Zurigo. Prandelli prima di concedere un paio di giorni di riposo ha fatto svolgere un leggero allenamento in mattinata.

I giocatori si ritroveranno a Coverciano alle 12 di lunedì. I giallorossi Borini e De Rossi ne hanno approfittato per tornare a casa. Il centrocampista passerà il week end nella capitale mentre l’attaccante andrà in Emilia, per stare vicino alla sua famiglia. Mentre gli azzurri riposeranno, il ct Prandelli avrà tanto a cui pensare.

La netta sconfitta contro la Russia ha messo in luce tutti i limiti difensivi di questa squadra. Al termine della partita di Zurigo Prandelli ha ammesso di pensare ad alcuni cambiamenti. L’ipotesi più accreditata sarebbe il passaggio alla difesa a tre. Con il trio tutto bianconero Barzagli-Bonucci-Chiellini a protezione di Buffon. Un modulo che il ct in due anni non ha mai provato. I sette giorni che separano la Nazionale dalla sfida con i campioni in carica della Spagna sembrano non essere sufficienti per approntare un cambio così radicale. Ma, vista l’Italia di Zurigo, qualcosa va cambiato.

Sicuramente non in attacco. «In questo momento la squadra non si può permettere le tre punte» ha chiarito Prandelli a Zurigo. Per il ct la sicurezza si chiama Gigi Buffon, nonostante il leggero infortunio accusato contro la Russia. «Mi sono fatto male cadendo su una spalla. Non è niente di grave, sono uscito per precauzione» ha spiegato il portiere della Juve, che assicura di sentirsi «concentrato» e di «non risentire delle voci di questi giorni». Proprio mentre Buffon difendeva i pali della Nazionale a Zurigo, a Parma veniva perquisita la tabaccheria-ricevitoria il cui titolare Massimo Alfieri è stato indicato dalla Guardia di Finanza come colui che avrebbe ricevuto gli assegni per un importo totale di 1.585.000 euro da Gigi Buffon. «Con i miei soldi posso comprare orologi, terreni, oppure darli a un amico. Ci faccio ciò che voglio anche se sembra che in Italia non sia così» ha commentato uno stizzito Buffon. Un’Italia, quella che partirà martedì alla volta della Polonia, che dovrà ritrovarsi, fare quadrato, scacciando via i dubbi sui coinvolgimenti nel calcioscommesse e dimenticando in fretta le incertezze mostrate a Zurigo. Una Nazionale che in Polonia avrà un tifoso speciale. Ieri il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha annunciato che sarà presente a Danzica per assistere a Italia-Spagna.

Il Romanista – P. A. Coletti 

Corriere dello Sport – Roma, il rebus attaccanti

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La Roma ragiona sugli attaccanti. Bojan è in prestito dal Barcellona e nella sua prima stagione italiana non è mai sembrato completamente padrone del nuovo mondo, Borini ha fatto scintille concentrate nell’inizio del 2012 ma è in comproprietà con il Parma, Osvaldo ha confermato la sua classe cristallina ma anche un carattere difficile da gestire, Borriello rientra dal prestito alla Juventus e ha uno stipendio da quasi quattro milioni per altri tre anni. Sicuri di restare sono solo il primo e l’ultimo in ordine anagrafico, Totti e Lamela. Dunque Baldini e Sabatini, seguendo le indicazioni di Zeman, devono pianificare le strategie. Chi è indispensabile nel nuovo 4-3-3? Quale dei giocatori può essere utilizzato con più facilità in uno scambio?

OSVALDO – La situazione più intrigante e intricata riguarda Osvaldo, che lo scorso anno è stato comprato dall’Espanyol per 15 milioni più bonus. Per essere ceduto senza provocare minusvalenze, deve portare alla Roma un bonifico non molto inferiore alla cifra dell’acquisto. Ma in questo momento non ci sono offerte così destabilizzanti. Si parla di un interessamento del Napoli e di un generico gradimento del Real Madrid. «Ho saputo dai giornali di essere seguito – ha detto ieri Osvaldo a Espn – però è vero che in un recente evento di beneficenza Zinedine Zidane ha detto che vorrebbe vedermi giocare nel Real» . Osvaldo piace a Zeman. Ed è una stima ricambiata. Tutti e due parlano sempre bene l’uno dell’altro. Ma sarà il mercato a stabilire se il rapporto tra Osvaldo e la Roma continuerà. Di sicuro, la Roma non parlerà di Osvaldo in uno scambio con Gago, per il quale l’opzione di riscatto (a 7 milioni) è scaduta.

BORINI – Più o meno simile è l’incertezza legata a Fabio Borini, ora concentrato sull’Europeo. Gli sono piovute telefonate dall’Inter, dalla Juve, anche da Ancelotti che gli ha insegnato la Premier League al Chelsea e lo riprenderebbe volentieri al Psg. Borini sarebbe contento di rimanere alla Roma, che però sta valutando quanto convenga svenarsi per riscattare la seconda metà dal Parma. Non a caso, nell’ottica di una possibile sostituzione, Sabatini aveva chiesto Palacio al Genoa e negli ultimi giorni è entrato nella fila degli estimatori di Destro (possibile) e Insigne (quasi impossibile). L’affare Borini si sbloccherà entro il 22 giugno, giorno in cui devono essere risolte le comproprietà evitando il ricorso alle buste.

BO-BO – Gli altri due, Bojan e Borriello, si sono abituati alla vita in prestito. Uno è arrivato, l’altro è andato via. Uno è ancora di proprietà del Barcellona, dove potrebbe tornare tra un anno, l’altro spera di rilanciarsi dopo sei mesi altalenanti alla Juve. Si incroceranno di nuovo in ritiro a Riscone, sempre che non intervenga qualcuno a separarli prima. Bojan potrebbe restare proponendosi a Zeman come attaccante esterno, Borriello chissà. Magari, nella ricerca di un centravanti, la Roma scopre che l’ultimo della lista non ha smesso di essere utile.

Corriere dello Sport – Roberto Maida

Gazzetta dello Sport – Zeman: “La Roma, il mio ultimo treno. Non è un tradimento”

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«E’ l’ultima occasione di allenare una big e spero di rifare a Roma quello che ho fatto a Pescara». Il che, tradotto, vuol dire poi vincere. Zeman si ripresenta così alla Roma e lo fa nel giorno del Memorial Franco Mancini, del suo addio a Pescara, «dove sono stato bene come da nessun’altra parte». Anche se qualcuno ci è rimasto male. «Ma avevo il contratto di un anno – dice uno Zeman al limite della commozione – è continuità professionale. Pescara mi resterà nel cuore, ma non ho tradito».

Missione giallorossa Zeman torna alla Roma, dunque, la prossima settimana ci sarà l’ufficialità. «Torno perché prima non sono riuscito a fare quello che dovevo fare. Il contratto? Preferisco sempre firmare annuali, per non pesare sul club. Vedremo…». A Roma, ritroverà Totti, che ieri lo ha definito ancora «un grande, ma questo non lo scopro certo io». Il boemo ringrazia: «Ma con Francesco non abbiamo mai smesso di vederci». Come lui, tra le sue ex squadre, non ha mai smesso di preferire la Roma alla Lazio. «Per il progetto e per il modo di fare calcio. Alla Lazio non mi ci vedo. Vivo a Roma da 18 anni e in tanti mi chiedevano di tornare. Spero continuino a farlo…». E alla fine si convincerà anche Stekelenburg. «Zeman lo conosco solo di nome – ha detto l’olandese – Sono sorpreso dall’addio di Luis Enrique, ero venuto a Roma anche per lui».

Pescara nel cuore Nelle ultime 7 gare (vinte), il Pescara ha segnato 24 gol (subendone 3). Tra la gente biancazzurra c’è paura. Di non vedere più tanta bellezza. «Ho provato a convincere il mister a fare una “carrambata” fino ad un minuto fa», ha detto il presidente Sebastiani. «Io spero di vedere il Pescara ad alti livelli – ribatte Zeman – Ricordo ancora la presentazione, con i tifosi che gridavano “Serie A” senza che ce ne fossero i presupposti. Sono contento di avergliela regalata». E quando gli chiedono se, all’uscita dei calendari, si segnerà la sfida con la Juve, ribatte. «Per me tutte le squadre sono uguali, tranne il Pescara per cui provo grande affetto». Lascia dopo aver regalato la vetrina a tanti giovani, Verratti e Insigne su tutti. «Sono ragazzi di qualità, che hanno fatto un grande campionato e spero facciano carriera. Se ruberò qualche gioiello? Non credo. Poi se qualcuno non serve e può servire a me… (ride, ndr)». Ma Verratti ha le idee chiare: «Resto a Pescara. Zeman? Magari un giorno ci rincontreremo».

 

Il calcio di oggi Dall’altra parte, però, c’è anche il calcio delle scommesse e degli scandali. «Non bastavano problemi economici e terremoti. Con i processi speravo in pene pesanti per chi ha sbagliato, purtroppo non sta succedendo, sono preoccupato che questa situazione possa continuare, il calcio di oggi ha grosse difficoltà morali. Fermarsi? Ci sono stati momenti più brutti e lì forse era anche giusto fermarsi per un anno. Oggi no». Ed allora speriamo che la prossima Serie A sia più bella. «L’Italia soffre calcisticamente, anche in Europa. Mancano le idee, i giocatori non sono più quelli di una volta. Ma la qualità generale resta grande, è la mentalità delle squadre che forse non lo è». Bentornato Zeman. In Serie A. Ed a Roma.

Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese

Il Tempo – “Il boemo? Lo conosco poco”

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«L’addio di Luis Enrique è stata una sorpresa, non me lo aspettavo». Marteen Stekelenburg torna a parlare del passato, nel giorno in cui Zeman si insedia (quasi) ufficialmente sulla panchina della Roma. Il benvenuto al nuovo tecnico è freddo quasi quanto lui: «Lo conosco soltanto di nome». Direttamente dal ritiro della nazionale, il numero uno romanista prova ad analizzare alcuni lati oscuri della sua prima stagione italiana: «Non credo che i miei interventi fossero da espulsione. Sono sicuro che in Olanda non sarei stato sanzionato con il cartellino rosso. Forse certe situazioni andrebbero valutate meglio».

Con un finale di campionato falcidiato dall’infortunio alla spalla, e la paura di non poter essere pronto in vista degli Europei, le polemiche non sono mancate: «Ora è facile dire che avrei dovuto fermarmi prima, ma non ho rimpianti. Mi sono fatto male prima di Natale, ma ho continuato a giocare anche se sentivo dolore. Dopo una settimana di cure in Olanda stavo già meglio, adesso non ho più problemi».

Il Tempo – Adriano Serafini 

Gazzetta dello Sport – Corsa, salti, fatica. Il boemo non cambia tirate fuori i gradoni

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Il pretendente sconfitto per la panchina della Roma, Vincenzo Montella, aveva introdotto la telemetria per controllare movimenti e distanze dei suoi giocatori. Quello che fece arrivare l’Aeroplanino a Trigoria senza mai riuscire ad allenarlo, Zdenek Zeman, misura le prestazioni dei suoi sfruttando delle cellule fotoelettriche posizionate su dei cavalletti. È il tocco moderno del laboratorio artigiano boemo, dove il marchio di fabbrica è lo stesso di sempre, la fatica e il lavoro, che è più o meno la traduzione del trabajo y sudor che andava tanto di moda una decina di mesi fa con Luis Enrique. I famigerati gradoni da saltare a piedi uniti a Trigoria non sono più utilizzabili, sono stati ricoperti dai sedili in plastica gialla e rossa del campo ora dedicato ad Agostino Di Bartolomei. Il boemo li aveva trovati e sfruttati persino a Foggia e a Pescara, per allenare i muscoli a forza di balzi. Sono tecniche di allenamento che si ricollegano alle ricerche del professor Bosco, luminare italiano emigrato in Finlandia: per i pallavolisti è quasi routine, per i giocatori di calcio l’equivalente dei lavori forzati, per il nuovo allenatore della Roma una certezza. Si troverà un posto adeguato, a costo di smontare una parte di quei sedili piazzati non più di tre mesi fa.

Salto triplo Ma i calciatori che lavorano con lui devono saper saltare anche in lungo: per vedere chi se la cava meglio, a Pescara il tecnico legava una fettuccia al palo, e la stendeva per dieci metri, vinceva chi arrivava in porta col minor numero di balzi. Nella prima serie ci si poteva fermare, nella seconda no, la distanza raddoppiava, e oltre al numero di salti contava anche il tempo. Roba da salto triplo, e dopo quello la gimkana, una corsa dribblando una fila di birilli: l’ultima volta il più veloce è stato Caprari, prendendosi l’applauso dei compagni. Ieri, il baby Talento ha riconosciuto: «Con Zeman sono cresciuto molto. Il mio futuro? Ancora non lo so». Quando uno arriva ultimo, flessioni, davanti a tutta la squadra. Sulle ripetute da mezzofondo si sa tutto: in ritiro le faceva sui 5.000.

 

Alta intensità Quest’anno a Pescara due doppie sedute a settimana, il martedì e il venerdì se si giocava la domenica, il giovedì nel caso delle gare al sabato. Sedute non più lunghe della media, ma molto intense, che coinvolgono anche i portieri, chiamati a correre come i giocatori di movimento. «Io mi divertivo, era stimolante», disse anni dopo averlo avuto alla Lazio Luca Marchegiani, ma forse era l’unico. «Ma tu ce l’hai avuto?», è stato chiesto a Peruzzi nel ritiro dell’under 21. «Mica ce l’avrei fatta, ad arrivare a 37 anni. I gradoni li avrei fatti tranquillamente, persino la dieta. Ma tutti quei giri di campo…».

Gazzetta dello Sport – Francesco Oddi 

Gazzetta dello Sport – I baby giallorossi senza freni. Varese travolto, ora il derby

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La «poule scudetto Primavera» si regala anche il derby della capitale, difficile prevedere se stasera sbucherà anche quello di Milano. Roma e Lazio stropicciano Varese e Torino (la Juventus è altra pasta), la logica conseguenza è contendersi l’accesso alla finalissima. Due gare per la gioia di Zeman, Donadoni e Lotito: il boemo trova un mancino cileno dai piedi fatati, l’ex c.t. un portierino coi fiocchi, il presidente un nigeriano che, dopo capriole alla Martins, firma gol pesanti.

Il coniglio dal cilindro Troppo forte la Roma, troppo morbido il Varese lontano parente di quello che giocò la finalissima l’anno scorso. In soli 21′ Ricci (stupenda sassata da 25 metri) e Ciciretti (piazza di piatto in rete dopo un’incursione da sinistra di Piscitella) regolano la pratica. Dopo il riposo strappa applausi Pigliacelli (pronto a salutare per andare al Parma): quattro paratone su Turlan e Zamble (prende anche una traversa) per negare la gioia del gol. Il Varese non sfrutta il calo romanista, Nico Lopez entra e firma il gol più bello chiudendo i giochi: finta, dribbling fulmineo, corto, chiuso dal rasoterra del 3-0. Ma firma anche l’assist-gol per Frediani. Il «coniglio» (è il soprannome di Lopez, per i denti sporgenti), ha realizzato 17 gol in 13 gare, la maggior parte iniziate in panchina. Mancino, scoperto dal d.s. Sabatini, il divorzio dal Nacional Montevideo gestito in modo indolore. Zeman gli aveva tolto Caprari davanti prendendolo a Pescara. Ora lo trova a Trigoria per svezzarlo.

 

Emmanuel contro tutti Il Toro è infilzato, a spingerlo fuori dall’arena ci pensa un torero nigeriano, Sani Emmanuel, portato a Formello da Taribo West e che nel Mondiale Under 17 del 2009 fu eletto miglior giocatore. Più che Torino-Lazio, il primo tempo sembra Emmanuel contro tutti. Sblocca la gara dopo 4′ (stupenda finta, da ubriacare i centrali e infilare il rasoterra che manda la palla dove è imprendibile); la chiude con una zampata, colpendo al volo davanti Gomis a margine d’una azione corale. Bravo Emmanuel, bene la Lazio di Bollini che sta in campo come una squadra di grandi. Possesso palla pulito, nessuno strappo nella manovra, eleganza e pragmatismo. Il Torino gioca solo a sprazzi, ballerino in difesa e con un tridente spuntato. Solo Pinelli regala un guizzo deviando sotto porta, ma quando è troppo tardi. Emmanuel aveva già deciso tutto, e non ha festeggiato col doppio salto mortale alla Martins come fece nel derby di campionato due mesi fa. Vuoi vedere che ha conservato il guizzo per martedì sera a Gubbio?

Gazzetta dello Sport – G. Imparato

Il Messaggero – Osvaldo: mi vuole il Real. Insigne e Destro gli obiettivi

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Daniel Pablo Osvaldo conferma. «Ho letto le voci sul Real Madrid e il suo interesse nei miei confronti. Ma non ho sentito nulla, né ho ricevuto un’offerta. Però è vero che in un recente evento di beneficenza Zinedine Zidane ha detto che vorrebbe vedermi giocare per Madrid», le sue parole a Espn. Il futuro di Osvaldo dipenderà da Zeman, certo, ma sarà determinante anche il parere della dirigenza, il dg Baldini su tutti. I nomi individuati per la sostituzione dell’italo-argentino sono quelli di Insigne e Destro, entrambi in questi giorni con l’Under 21. Non costano poco, ma la Roma ci sta provando.

Il ds Walter Sabatini non ha voluto esercitare il diritto di riscatto, scaduto giovedì scorso, di Fernando Gago che torna al Real Madrid (ma il suo futuro sembra al Boca Juniors): la Roma non se l’è sentita di sborsare 7 milioni di euro per il suo cartellino e così l’avventura di Gago a Roma si è definitivamente chiusa.

Dal ritiro dell’Olanda, dove sta preparando gli Europei che prenderanno, Maarten Stekelenburg ha parlato della sua esperienza a Roma. «Oltre a scegliere la Roma perché è un grande club, e perché Roma è una città magnifica c’è stata anche la presenza di Luis Enrique. Lui voleva giocare all’attacco, senza trascurare la fase difensiva. Un’idea di calcio alla quale ero già abituato con l’Ajax e con l’Olanda. Per me il suo addio è stata una sorpresa, non me lo aspettavo. Zeman? Lo conosco solo di nome. Avrò modo di conoscerlo quando tornerò a Roma, una volta che saranno finiti gli Europei e le mie vacanze». E sulle espulsioni del passato campionato. «Non credo che i miei interventi fossero da rosso. Sono sicuro che in Olanda non sarei stato sanzionato con l’espulsione. Forse certe situazioni andrebbero valutate meglio. La spalla? Poco prima della pausa invernale sono uscito per un infortunio. Il dolore è stato molto intenso. Ho cercato di continuare a giocare, usando degli antidolorifici. Non volevo mollare così, già al mio primo anno. Oltretutto anche Lobont non era al meglio. Alla fine, però, le mie prestazioni ne hanno risentito. Ora è facile dire che avrei dovuto fermarmi prima, ma non ho rimpianti».

Il Pescara, attraverso la voce del ds Delli Carri, ha tolto Marco Verratti dal mercato. Il giovane centrocampista resterà per un altro anno in riva all’Adriatico. Ma non si sa mai… Diverso, invece, il discorso che riguarda Lorenzo Insigne, che è di proprietà del Napoli: Zeman lo vorrebbe con sé a Trigoria e i dirigenti romanisti si sono già attivati con il club campano per tentare di accontentare il boemo, che ufficialmente ha fatto sapere di non voler togliere giocatori al Pescara.

Il Messaggero – Stefano Carina

Il Messaggero – “Roma, torno da te”

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Zdenek Zeman, al fianco di Daniele Sebastiani, il presidente del Pescara, nella caldissima e affollata sala-stampa dell’Adriatico spiega i motivi che l’hanno spinto a lasciare l’Abruzzo e a tornare a casa. Il boemo, però, non si limita a parlare del proprio futuro ma prende posizione anche su argomenti che non riguardano direttamente la sua nuova (vecchia) destinazione, mollando un paio di bordate all’intero mondo del calcio, «che ha perso credibilità».

Uno Zeman dialetticamente in grande forma. «Con la Roma siamo d’accordo che sarò l’allenatore per la prossima stagione e non c’è nulla che possa cambiare questa situazione. Ho scelto la Roma perché ci sono già stato e l’ho lasciata senza aver potuto fare, purtroppo, quello che avrei voluto. Ora mi si dà di nuovo l’opportunità di allenare una squadra di grandi ambizioni e di valore: non sono più un ragazzino, è l’ultima possibilità che ho…», il suo virgolettato. Vorrebbe parlare poco di Roma, Zdenek, ma fa fatica a tirarsi indietro di fronte alle domande che riguardano la squadra giallorossa. «Quando ci sono stati i primi contatti con la Roma? Non me lo ricordo, non mi segno le date per queste cose… Ho parlato con Baldini, siamo vicini all’accordo (martedì l’annuncio, mercoledì la presentazione, ndr). Contratto annuale? Solitamente io firmo per una stagione per non pesare sulla società e per avere la possibilità di scegliere. Non mi sento un traditore nei confronti del Pescara. Non ho tradito: do soltanto continuità alla mia professione, ero a fine contratto e ho scelto», la replica decisa a chi, dalle parti del capoluogo abruzzese, lo accusa di essere un voltafaccia. «Con il Pescara abbiamo parlicchiato, poi è subentrata un’altra situazione e abbiamo smesso».

Domande in libertà, dalla foltissima platea. «Torno a Roma dopo tredici anni, ma non sono cambiato. Forse sono un po’ invecchiato, ho perso qualche capello ma la voglia di lavorare e di fare bene è la stessa. Fin quando la salute regge, ci provo… Ritroverò Totti? Ma negli ultimi tredici anni ci è capitato di incontrarci, non è passato tutto quel tempo. E della Roma parlerò la prossima volta». Gli viene chiesto: lei ha dichiarato di esser stato costretto a lasciare Roma per motivi politici, teme di trovare una situazione simile? «Mi auguro di no, anche se oggi il calcio ha grosse difficoltà sul piano morale. Il calcio-scommesse? Mi aspettavo che si arrivasse al punto di punire pesantemente i colpevoli dando così un esempio, invece adesso temo che questa situazione possa continuare. Il calcio ha perso credibilità, lo ripeto: io spero di fargliela recuperare grazie alla Roma».

Altra domanda: ha avuto altri contatti, oltre a quello con la Roma? «Ne ho avuti diversi, ma non direttamente. Vivo nella Capitale da diciotto anni e ogni volta che esco di casa incontro gente, sia tifosi della Roma e che della Lazio, che mi dicono “Torna con noi”. Spero che me lo dicano anche l’anno prossimo». Dall’ultima fila arriva una provocazione: avrebbe accettato un’offerta della Lazio? «Preferisco la Roma per il suo progetto e per i suoi programmi, mentre non mi rivedo in quelli della Lazio. Il derby? Per me è stata e sarà sempre soltanto una partita da tre punti. E quando ci sarà il calendario, guarderò alla sfida contro il Pescara non a quella contro la Juve…».

Chiusura più a carattere generale. «L’Italia oggi calcisticamente soffre e anche in Europa le nostre squadre non hanno fatto molta strada. Penso che mancano le idee, che forse sono cambiate le condizioni economiche, che non ci sono più tanti soldi ma la qualità dei giocatori è grande. La mentalità delle società, però, non è così grande. Il premier Monti vuole chiudere tutto? In passato ci sono stati momenti più brutti e io ero a favore della sospensione per un anno, ma adesso non ce n’è bisogno».

Assicura, il boemo, che non tenterà di portare via da Pescara i due gioielli Verratti e Insigne («Me se qui non servono li prendo io…», anche se è noto che abbia una vera e propria cotta per il minuscolo attaccante napoletano di proprietà del Napoli, «sono due ragazzi che hanno qualità e quindi possibilità di affermarsi a certi livelli». Ecco perché li vorrebbe a Roma.

Il Messaggero – Mimmo Ferretti 

Nazionali, l’Olanda di Stek ne fa 6 all’Irlanda del Nord. Kjaer in campo con la Danimarca

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Proseguono le amichevoli delle nazionali in vista di Euro 2012. Nella giornata di ieri sono scesi in campo due giocatori della Roma: Maarten Stekelenburg e Simon Kjaer. L’estremo difensore dell’Olanda ha mantenuto la porta inviolata contro l’Irlanda del Nord (6-0 il finale). La Danimarca di Kjaer ha battuto 2-0 l’Australia con il difensore centrale impiegato per 45 minuti.

Memorial Mancini, Caprari: “Roma o Pescara? Aspetto una chiamata”. Sebastiani: “Zeman non ha tradito”

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Dopo la conferenza stampa di Zeman, nella quale il tecnico ha annunciato che lascerà Pescara per allenare la Roma, la serata allo stadio “Adriatico” è proseguita con il Memorial Franco Mancini. Gianluca Caprari, attaccante giallorosso in prestito al club abruzzese, è stato intervistato da Sky Sport. Sul suo futuro l’esterno offensivo si è espresso così:

“Zeman mi vuole riportare alla Roma? Per ora non so niente. So che il Pescara vuole riscattarmi: mi piacerebbe restare, così come non avrei problemi a tornare a Roma. Ora mi godo le vacanze e aspetto una chiamata, sia dalla Roma che dal Pescara”.

Dell’addio di Zeman è tornato a parlare Daniele Sebastiani, presidente del Pescara, ai microfoni dell’emittente satellitare:

“Zdenek ci ha dato tanto, purtroppo nel calcio queste cose accadono ma ci lasciamo con tutta serenità e senza alcun problema. Sono dispiaciuto che vada via, ma non lo ritengo un tradimento. Con lui ho parlato sei mesi fa, mi disse che sarebbe andato via solo in caso di un’offerta da parte di una big. Capisco la sua scelta di andare alla Roma, anche se perdiamo un grande tecnico”.

Repubblica.it – Zeman saluta Pescara: “Vado alla Roma, è l’ultima chance”

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Il giorno dei saluti. Zdenek Zeman dice addio al Pescara e parla, per la prima volta, da allenatore della Roma. O quasi, perché almeno verbalmente il tecnico utilizza ancora il condizionale. Una forma di cortesia per la platea abruzzese, e perché l’annuncio dell’accordo – già siglato giovedì sera – con il club giallorosso dovrà attendere ancora: “Ne parliamo la prossima settimana”. Ma la strada è tracciata: “La prossima stagione guiderò la Roma”.

ZEMAN: “TORNO ALLA ROMA, È LA MIA ULTIMA GRANDE OCCASIONE” – Il volto è tirato, segno che per lui il giorno dell’arrivederci a Pescara non può essere uguale a tutti gli altri. Ma il tono della sua voce non si piega all’emozione quando annuncia: “Ho scelto un’altra squadra, con la Roma sono d’accordo che guiderò la prossima stagione la squadra giallorossa”. Un ritorno al passato a distanza di tredici anni che però non spaventa Zeman: “Lì ho già lavorato, purtroppo non ho fatto quello che volevo fare, ora mi si dà l’opportunità di fare qualcosa di importante con la squadra importante. Visto che non sono più un ragazzino è l’ultima possibilità per me di guidare una squadra importante con ambizioni importanti”. Prima, però, il Boemo aveva voluto dare spazio ai tanti grazie del suo anno a Pescara: “Sono qui per ringraziare la società che mi ha dato la possibilità di fare questo grande campionato – ha detto in una sala stampa gremita come mai prima allo stadio Adriaticograzie a tanto entusiasmo e a tanta voglia di fare. E non dimentico i tifosi, non avevo mai visto quello che ho visto dal bus scoperto. Spero che in serie A il Pescara resti per lungo tempo”.

“VORREI RIPETERE A ROMA QUELLO CHE HO FATTO QUI” – Eppure, il tempo per Zeman non sembra passato: “Sono abbastanza uguale a 13 anni fa. Sono invecchiato, qualche capello è caduto, ma come allenatore sono uguale, con la stessa voglia di stare in campo e fin quando la salute tiene ci voglio provare”. Il modello, magari sorprenderà qualcuno, è il più vicino nel tempo: “A Roma come a Pescara? Magari. Spero di riuscire a ripetere quello che ho fatto qui”. A qualcuno, forse, il parallelo tra Roma e Pescara potrebbe far storcere la bocca. Ma il ritorno del Boemo è mosso da ambizioni convinte: “Se mi avesse cercato prima la Lazio. Io preferisco la Roma per il progetto tecnico – spiega – e non mi vedo nei piani della Lazio”. Con cui, dopo l’incubo dei 4 derby persi in un anno, tornerà a confrontarsi nella stracittadina: “Lo ho detto cento volte, lo dico la centunesima: il derby è una partita come le altre, vale sempre tre punti”.

“NON HO TRADITO PESCARA E NON LE TOGLIERÒ I GIOVANI” – E se il futuro di Zeman sarà a Roma, c’è già chi giura che nella capitale siano pronti a seguirlo anche due giovani del Pescara come Verratti e Insigne (di proprietà del Napoli). Un’idea che per il momento l’allenatore respinge: “Verratti e Insigne sono ragazzi con qualità, ma non credo di togliere gioielli al Pescara. Poi se c’è qualcuno che non serve al club e può servire a me non si sa mai. Ma la vedo difficile”, sbuffa nascondendo a fatica un  timido sorriso. Ciò nonostante, a Pescara in tanti si sentiranno traditi dal suo addio. “Per me non è tradimento, ma continuità della mia professione”, spiega Zeman, che aggiunge: “Avevo un contratto di un anno e sono libero di cambiare, poi Pescara mi rimarrà sempre nel cuore. Vorrei che la gente continuasse a venire a divertirsi al campo”. Anche se sul nome di chi dovrà sostituirlo il Boemo glissa: “Non voglio parlarne, spero solo scelgano uno giusto. Un giudizio su Ferrara? Non vi rispondo”.

“SCOMMESSE? SPERAVO IN PENE PESANTI. INVECE…” – Risponde senza tirarsi indietro, invece, quando si parla dei mali del calcio italiano. A partire dallo scandalo scommesse: “L’idea è brutta, siamo in difficoltà tutti. Speravo si potesse arrivare a punire pesantemente chi sbaglia e dare un esempio, poi vedo che non succede neanche quello e sono preoccupato che possa continuare questa situazione”. Meno rilevanti, forse, ma i guai riguardano anche la competitività sportiva delle nostre squadre. E anche in questo caso Zeman ha le idee chiare: “Penso manchino idee. Sicuramente il valore dei giocatori non è quello di una volta, quando l’Italia prendeva i migliori del mondo. Ma la qualità dei calciatori resta grande, forse è la mentalità delle squadre che non è grande”. Chissà che per cambiarla non basti riallacciare quel filo che lo lega alla Roma.

Repubblica.it – Matteo Pinci

Delli Carri (ds Pescara): “La Roma è il sogno di Zeman”

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Salutato Zeman, per il Pescara è già tempo di pensare al nuovo allenatore. Nella lista dei candidati per la panchina abruzzese figura il nome di Gasperini, esonerato dall’Inter nel corso dell’ultima stagione. La conferma arriva direttamente dal d.s. pescarese, Daniele Delli Carri, che ai microfoni di Sky Sport è tornato anche sull’addio del tecnico boemo. Queste le sue dichiarazioni:

“Zeman va a Roma per ragioni di cuore, quello è il suo sogno. Stiamo seguendo diversi allenatori, nessuno è in pole, dobbiamo cercare di proseguire il progetto. Gasperini? C’è anche lui, è importante scegliere un allenatore che sposi la stessa filosofia di Zeman”.

Sebastiani: “Zeman sarebbe rimasto a Pescara… ma è passato il treno Roma”

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Dopo la conferenza stampa di Zdenek Zeman, nella quale il tecnico boemo ha annunciato il suo passaggio alla Roma, a parlare è il presidente del Pescara Daniele Sebastiani:

Prova più amarezza o soddisfazione per l’addio di Zeman?
“A noi dispiace che vada via, ma siamo soddisfatti del fatto che l’anno scorso solo noi lo abbiamo cercato per una società importante. Ci ha messo del suo, come noi sapevamo. Non posso che ringraziarlo per quello che ha fatto a nome di tutta la società. Non è assolutamente un tradimento per me. Col mister avevo parlato 6 mesi fa e mi aveva sempre detto che sarebbe rimasto a Pescara a meno di un treno. Evidentemente questo treno è passato a forte velocità e lui lo ha preso al volo”.

E’ vero che ha offerto a Zeman più soldi di quanti ne guadagnerà nella capitale?
“Il mister ha spiegato bene che non è una questione economica. C’era accordo e sintonia su questo. C’è qualcosa ce va oltre ed è una cosa positiva che nel calcio qualcuno abbia anche un cuore”.

Ferrara per il post-Zeman? Lui sarebbe entusiasta…
Al momento l’allenatore è Zeman. Del prossimo parliamo la prossima settimana“.

Ci avete provato fino alla fine a trattenere Zeman…Ci può dire quando c’è stato l’ultimo tentativo?
Fino a un secondo fa prima di entrare!“.

Conferenza stampa Zeman: “Allenerò la Roma, la mia ultima opportunità di guidare una grande”

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Si è tenuta oggi pomeriggio, alle 18.30, la tanto attesa conferenza stampa di Zdenek Zeman a margine del Memorial Franco Mancini. Nell’incontro con i cronisti, il tecnico boemo ha annunciato il suo addio al Pescara per passare sulla panchina della Roma. Ecco le parole di Zeman“Abbiamo fatto un grande campionato grazie a tanto entusiasmo, grazie a tanta voglia di fare. Non posso dimenticare i tifosi: quello che ho visto dal bus scoperto non lo avevo mai visto, ringrazio tutta la gente di Pescara, che è stata sempre vicina alla suqadra, che ci ha creduto e ci ha portato in serie A, dove spero che il Pescara rimarrà a lungo”.
ROMA – “Ho scelto un’altra squadra: sono d’accordo con la Roma, che guiderò l’anno prossimo. Le motivazioni? A Roma ho lavorato e purtroppo non ho fatto quello che dovevo fare. Ho di nuovo l’opportunità di guidare una squadra importante con una storia importante. Non sono più un ragazzino: tra due, tre anni non potrò andare in una grande, è l’ultima possibilità per me di guidare una squadra di livello e con ambizioni importanti. Quando il primo contatto con la Roma? Non mi ricordo. So solo che siamo molto vicini e niente può cambiare. Sapete che da 18 anni vivo a Roma. E sapete che se esco da casa tanta gente mi chiede ‘Torna con noi’, sia laziali che romanisti. Spero che me lo diranno anche il prossimo anno. Ho contato fino a 100 prima di dire addio al Pescara o ha detto subito si alla Roma? Ho contato più di 100″.
CONTRATTO“Vorrei fare sempre contratti annuali per non pesare alle società se le cose non vanno bene e avere la possibilità di scelta. Però vi prego di farmi domande sul Pescara: questa è la mia ultima conferenza stampa con loro e le altre cose le vedremo dopo”.
CAMBIATO – “Sono invecchiato, ma sono abbastanza uguale. Qualche capello è caduto, ma come allenatore mi sento uguale: ho la stessa vglia di fare e di stare in campo. Finché la salute tiene ci voglio provare”.
MOTIVI POLITICI“Possono darmi altri problemi? Mi auguro di no. Oggi il calcio ha grosse difficoltà sul piano morale, ma spero che tutto si risolva al più presto, per il bene dello sport”.
VERRATTI E INSIGNE – “Sono ragazzi che hanno fatto un grande campionato. Per me sono ragazzi con qualità, di 20 e 21 anni e spero che si affermeranno nel grande calcio facendo una grande carriera”.
PADOVA-PESCARA “Non sono successe cose particolari. Era una partita difficile sulla carta, da rendere facile sul campo. Nel primo tempo i ragazzi hanno fatto grandissimo calcio, poi nel secondo, anche con un po’ di fortuna, siamo riusciti ad arrivare a un grande risultato. Questa squadra da sempre, dalla prima partita in trasferta a Verona, ha dimostrato carattere e voglia di fare risultato con tutti. Ha sempre risposto, non ci sono mai stati problemi né all’interno né all’esterno. Non posso dire altro”.
PESCARA – “Oggi posso dire che mi porto tutto del Pescara, come sono stato qua non sono mai stato da nessuna parte. Sia per quelli con cui ho lavorato sia per quelli che stavano fuori: non ho mai avuto problemi né dentro né fuori dal campo. Sono affezionato al Pescara e spero che potrò vederlo sempre così. Vi ringrazio. Mi ricordo la presentazione e mi ricordo tanta gente. Mi ricordo tanta gente che cantava ‘SERIE A’ senza motivo, perché non c’erano i presupposti in quel momento. Sono contento che gliela abbiamo regalata”.
EREDITA’ – “Spero che sarà facile e che il nucleo dei giocatori rimanga. Loro potranno aiutare il prossimo allenatore ad esprimersi al meglio e a lavorare per la società e la città, come hanno aiutato me. Penso che al contrario di quello che si dice l’allenatore che viene dopo di me dovrebbe essere avvantaggiato”.
TRADIMENTO“Mi spiace che la prendano così, per me non è tradimento, ma continuità della mia professione. Avevo un contratto di un anno e a fine contratto penso di essere libero di fare. Per me Pescara mi rimane sempre nel cuore, non l’ho tradita. Vorrei che la gente continuasse a venire a vedere i ragazzi e a divertirsi. Io so che dopo tanti anni ho pianto, quindi qualcosa dentro ce l’ho”.
MERCATO“Togliere qualche giogliello al Pescara? Non credo, vorrei che il Pescara andasse avanti al meglio. Poi se qualcuno noon gli serve e può servire a me… Però la vedo difficile”.
CALCIOSCOMMESSE“Non voglio parlare del calcioscommesse: siamo tutti in difficoltà nel calcio, non ci bastavano problemi economici e terremoti… Speravo che con i processi saremmo arrivati a punire pesantemente chi aveva sbagliato e dare un esempio, purtroppo vedo che non succede nemmeno questo. Sono preoccupato che questa situazione possa continuare”.
TOTTI – “Ci siamo visti qualche volta, non sono 13 anni che non lo vedo. Poi ripeto per me oggi c’è ancora il Pescara”.
ALTRI CONTATTI – “Ho avuto qualche contatto, ma non direttamente con le società, di diverse squadre”.
RIPETERSI – “Io me lo auguro e farò di tutto per cercare di fare quello che ho fatto qua, quello che ho fatto anche in altre piazze. Sono contento che il Pescara mi abbia dato questa possibilità e mi abbia seguito. Spero che continui così. E’ normale che ci vuole anche l’aiuto dei giornalisti per fare crescere questa squadra e questa società”.
SERIE A – “L’italia soffre calcisticamente. Anche i club che hanno partecipato alle competizioni europee non sono riusciti a fare molta strada. Penso che manchino le idee. I giocatori non sono più come quelli di una volta, quando l’Italia poteva permettersi i migliori del mondo. Oggi forse vanno in altri paesi. Però la qualità dei giocatori qui è grande, è la metnalità delle squadre che forse non è grande”.
LAZIO – “Oggi preferisco la Roma, per progetto e come ha intenzione di fare calcio. Non mi vedo nei progetti della Lazio. Non l’ho detto una volta, ma cento volte e lo ripeto la 101: il derby è bellissimo per passione e per quello che succede prima e dopo, sul campo è sempre una partita da tre punti”.
MONTI – “Nel calcio c’erano periodi più brutti. In quel momento ero convinto che fosse bene fermarsi almeno per un anno, oggi non credo ce ne sia bisogno”. 

 

 

 

Primavera, Roma-Varese 4-0. De Rossi: “Noi bene nonostante le assenze”. Pigliacelli: “Grande gara, siamo un gruppo unito”

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Al termine di Roma-Varese, gara valida per i quarti di finale del campionato Primavera, vinta 4-0 dai giallorossi, il portiere capitolino Mirko Pigliacelli ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Sportitalia. Ecco, di seguito, le parole dell’estremo difensore:

“Abbiamo fatto una grande gara nonostante un caldo atroce. Il Varese nel secondo tempo ha provato a fare la partita,  in alcune occasioni c’è andata bene. Le mie parate? Ho preso quello che dovevo prendere. Siamo un gruppo unito, ci aiutiamo l’uno con l’altro, ci mettiamo a disposizione della squadra. Nel finale abbiamo visto Tallo stanco e l’abbiamo richiamato. Lazio o Torino in semifinale? Non fa differenza, non ho preferenze”.

Anche l’allenatore della Roma, Alberto De Rossi, ha rilasciato un commento dopo la vittoria riportata contro il Varese:

“Abbiamo sofferto un pochino nella seconda parte perché molti ragazzi venivano dalle qualificazioni con le rispettive nazionali. Il gran caldo e un po’ la tensione hanno fatto il resto. Fermo restando che Viviani (convocato con l’ Under21 ndr) lo vogliamo ritrovare alla prossima partita con noi, è chiaro che una squadra di blasone come la Roma non può fermarsi se manca uno, anche se importante per il gruppo come lui. Il gruppo ha risposto bene e di questo sono contento”.

 

Roma-Varese Primavera, M. Ricci: “La partita non è finita”

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L’autore del gol che ha sbloccato la partita della Roma Primavera contro il Varese, nei quarti di finale dei play-off scudetto, Matteo Ricci, parla ai microfoni di Sportitalia della gara al termine del primo tempo. Titolare per l’assenza di Federico Viviani, convocato con la Nazionale italiana Under 21, Ricci ha segnato al sesto minuto grazie ad un tiro molto potente e preciso da fuori area che ha teminato la sua corsa sotto l’incrocio dei pali. Queste le sue parole:

In questa squadra ognuno si sacrifica per il compagno, siamo sul 2-0 ma la partita non è finita“.

Dramma per Toni, figlio nato morto

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Luca Toni è stato colpito da un evento drammatico: il primogenito che aspettava dalla sua compagna Marta è nato morto. Queste le parole rilasciate all’ansa dall’attaccante che ora gioca a Dubai: “Quello che doveva essere il giorno piu’ bello della nostra vita si e’ trasformato nel peggiore. Il nostro bambino ci ha lasciati prima di vedere la luce. Chiediamo a tutti comprensione e silenzio nel grande dolore che deve essere solo mio e di Marta“.

LEGGI LE PAROLE DI FRANCESCO TOTTI

Ag. Brighi: “Pronti a valutare altre offerte se la Roma non vuole Matteo”

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Il centrocampista Matteo Brighi, 32 anni il prossimo febbraio, farà ritorno a Roma dopo una stagione trascorsa in prestito all’Atalanta. Meno certa è la permanenza dell’ex Chievo nella capitale, molto infatti dipenderà dalle valutazioni tattiche di mister Zeman. Vanni Puzzolo, procuratore di Brighi, ha spiegato la situazione contrattuale del suo assistito:

“Dopo il 30 giugno Matteo tornerà alla Roma, in quella data scade il prestito all’Atalanta e non credo sia possibile di rivederlo con gli orobici. Ad oggi non c’è questa possibilità – precisa l’agente a calcionews24.com – poi nel mercato tutto può cambiare in breve tempo. Aspettiamo di parlare con la Roma, per capire quali saranno i programmi della società e quale idea hanno di Matteo: se non rientra nei loro programmi, ci guarderemo intorno. Ci sono molte società interessate”.

Primavera, Roma-Varese 4-0. In semifinale la vincente di Lazio-Torino

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Iniziano oggi le final-eight del campionato Primavera 2011/2012. La Roma di Alberto De Rossi, approdata ai quarti dopo aver chiuso la stagione regolare al primo posto nel proprio girone, incontra alle 16, allo stadio comunale “Enzo Blasone” di Foligno (PG), il Varese. La gara contro i lombardi è la riedizione della finale dello scorso anno, in cui i giallorossi si sono laureati campioni d’Italia. Ecco le formazioni ufficiali di Roma-Varese:

Roma-Varese 4-0
ROMA
: Pigliacelli; Sabelli, Orchi, Barba, Nego; M. Ricci (60′ N. Lopez), Verre; Politano, Ciciretti (38′ Ciciretti), Piscitella (73′ Frediani); Tallo.
A disp.: Proietti Gaffi, Romagnoli, Carboni, Cittadino, Frediani, Leonardi.
All.: A. De Rossi.

VARESE: La Gorga; Fiamozzi, Samba, Minelli (73′ Mancini), Parini; De Feo, Greco, Bassi Borzani, Turlan (68′ Tiboni); Jadilson; Zamble (84′ El Wardi).
A disp.: Bordignon, Truzzi, Bastone, Piccinotti.
All.: Tomasoni.

Arbitro: Verdenelli di Foligno. Assistenti Fraschetti e Bottegoni. IV uomo Tea Spinelli.

Marcatori: 5′ M. Ricci, 20′ Ciciretti, 84′ N. Lopez, 94′ Frediani.
Ammoniti: 17′ Parini, 38′ Bassi Borzani, 67′ Cittadino.
Espulsi:/

Stekelenburg: “Sorpreso dall’addio di Luis Enrique. Zeman? Avrò modo di conoscerlo”

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Maarten Stekelenburg, portiere giallorosso, dal ritiro della nazionale olandese dove sta preparando gli Europei che prenderanno il via tra pochi giorni, ha commentato lo scandalo del calcioscommesse che sta investendo l’Italia e ha parlato della situazione della Roma: “E’ come se si fosse aperto un pozzo nero. Sono situazioni che mettono inquietudine. E’ successo tutto improvvisamenteAddirittura il primo ministro italiano ha detto che il calcio dovrebbe fermarsi per due o tre anni. Ad ogni modo adesso non mi trovo lì, e non posso farci nulla. Preferisco concentrarmi solo sulla nazionale. La Roma? Oltre a scegliere la Roma perché è un grande club, e perché Roma è una città magnifica, c’è stata anche la presenza di Luis Enrique. Lui voleva giocare all’attacco, senza trascurare la fase difensiva. Un’idea di calcio alla quale ero già abituato con l’Ajax e con l’Olanda. Per me il suo addio è stata una sopresa, non me lo aspettavo. Zeman? Lo conosco solo di nomeAvrò modo di conoscerlo quando tornerò a Roma, una volta che saranno finiti gli Europei e le mie vacanze. Roma è una città bellissima, con gente fantastica e molto calorosa. E’ diverso dall’Olanda, dove puoi uscire tranquillamente a fare shopping. A Roma dovrei farlo coperto con cappello ed occhiali da sole, ma con i mie due metri non passo proprio inosservato…Troppe espulsioni? Non credo che i miei interventi fossero da espulsione. Sono sicuro che in Olanda non sarei stato sanzionato con il cartellino rosso. Forse certe situazioni andrebbero valutate meglio. Poco prima della pausa invernale sono uscito per un infortunio alla spalla. Il dolore è stato molto intenso. Ho cercato di continuare a giocare, usando degli antidolorifici. Non volevo mollare così, già al mio primo anno. Oltretutto anche Lobont non era al meglio. Alla fine, però, le mie prestazioni ne hanno risentito. Ora è facile dire che avrei dovuto fermarmi prima, ma non ho rimpianti. Sono andato a curarmi a Zeist e dopo una settimana già c’erano dei miglioramenti. Ora sto molto bene, e non ho quasi più problemi”.