Otto grandi ex di Roma e Lazio: «Di Francesco è il jolly. Super Inzaghi è la sicurezza»

Corriere dello Sport (R.Maida – F.Patania – D.Rindone) – L a parola dell’ex può essere una sentenza ma anche uno show. Che spasso, ragazzi. A pochi giorni da uno dei derby più belli che la storia ricordi, per classifica e per ambizione, per passione e stato di forma delle due squadre, abbiamo invitato in redazione quattro ex di Roma e Lazio a confrontarsi sulla partita più sentita della stagione. Sono state oltre due ore di risate, dibattiti, frecciate: romanisti da una parte del tavolo, laziali dall’altra. Si è partiti dalla Nazionale, dal mondiale mancato, ma poi la testa è andata alla sfida di sabato. E’ un momento duro per il calcio italiano ma questo evento, con l’Olimpico finalmente pieno, può rilanciarne almeno un po’ l’immagine internazionale.

Quanto può pesare l’eliminazione dal Mondiale di De Rossi, Florenzi, Immobile e Parolo? Come si passa dalla notte di San Siro al derby?
NELA: «Niente di più facile. Se in calendario ci fosse stata una partita contro un avversario di basso valore, sia per la Roma che per la Lazio, la delusione te la saresti portata dietro. Nel derby no».

PISCEDDA: «L’impatto emotivo può durare 24 ore. I giocatori sono dei professionisti, devono giocare per i loro club, devono scordarsi dell’Italia e giocare una partita importante».

WILSON: «Il derby è una partita talmente importante che esula da ciò che è successo contro la Svezia. La carica motivazionale è molto forte, non credo assolutamente che ci saranno riscontri negativi né per noi né per loro. Anzi…».

PULICI: «Un minimo strascico lo lascia. A San Siro è accaduto qualcosa di pesante, coinvolge tutta la nazionale e la stessa Federazione, anche sotto il profilo economico. Può capitare di andare in campo nel derby con una tensione maggiore e che si possa sbagliare partita, parlo per entrambe le squadre. Per fortuna non sono stati coinvolti i portieri di Roma e Lazio, i rischi sarebbero stati più elevati».

ODDI: «Il derby è talmente sentito, è sempre la partita dell’anno. Ai giocatori che hanno sfidato la Svezia dentro qualcosa rimarrà per tanto tempo. Ma quando entri in campo al derby non pensi più a ciò che è successo nei giorni precedenti».

SCARCHILLI: «La delusione è stata pesante, non so quanto i calciatori avvertano il contorno. Ma questo campionato e questa classi ca impongono agli azzurri impegnati nel derby di resettare. E’ un derby che può dare un segnale importante al campionato, i due allenatori si giocano una grande chance, hanno idee diverse, stanno facendo bene entrambi».

CANDELA: «Non credo che l’eliminazione dell’Italia possa influire sulle prestazioni nel derby, sono due mondi diversi e nel calcio capita di perdere una partita, sia pure importante, e di rialzarsi nella successiva senza difficoltà».

IMPALLOMENI: «Pulici ha colto nel segno. Non andare al Mondiale dopo 60 anni è stata una cosa vergognosa. Ma è come nel lutto, non te ne rendi conto subito, forse più in là. E sono d’accordo con Nela, nel derby non serve trovare la concentrazione. Per la Roma la gara di sabato sarà ancora più importante, è uno scontro diretto. La Lazio ha vinto contro la Juve, ha tritato il Milan. La Roma sta dietro in classifica perché ne ha persi già due».

Interviene NELA: «Questi ragazzi devono sapere che è finita una partita e adesso ne devono giocare un’altra. Sento parlare di lutto, ma si deve solo ripartire».

Controreplica di IMPALLOMENI:
«La fai facile, ragioni con la tua personalità, non sai quanto l’eliminazione può influire sulle teste degli altri».

NELA: «Non deve influire, semplice».

CANDELA: «Fatemi dire una cosa sull’Italia. A noi francesi è successa la stessa cosa nel 1994, quando fummo eliminati dalla Bulgaria. Allora cambiò tutto da noi, dirigenti, allenatore e giocatori. Mi aspetto che succeda la stessa cosa qui. Noi poi abbiamo vinto Mondiale ed Europeo».

Un episodio come quello di De Rossi, che chiede di non entrare in campo per il bene della squadra e indica Insigne, vi è mai capitato in carriera?
PISCEDDA: «Se l’allenatore ti dice di entrare vuol dire che considera la mossa adatta alla partita e tu devi alzarti e scaldarti. De Rossi, con tutto il rispetto, secondo me non doveva fare quel gesto. E’ stata una sceneggiata. Nel rispetto dei ruoli non deve accadere».

WILSON: «Ha ammesso di aver sbagliato chiedendo scusa».

PULICI: «Ha parlato per interesse collettivo indicando Insigne. Non si può affrontare tutto il secondo tempo facendo cross da 20-30 metri di fronte a giocatori alti due metri».

IMPALLOMENI: «Mai successo. Non mi sembra un fatto così grave».

Basta parlare dell’Italia, parliamo del derby. Pesa di più per la Roma o per la Lazio?
PULICI: «Perché di più?».

IMPALLOMENI: «Non fate gli scaramantici. La Lazio è avanti in classifica, ha vinto gli scontri diretti. E’ un derby che pesa tantissimo, può valere per il terzo-quarto posto. Può determinare la Champions».

WILSON: «E’ un derby diverso già dall’anno scorso. La Roma ha una panchina nuova e questo, a livello psicologico, cambia alcune cose. Se ci fosse stato ancora Spalletti avrei detto che i favoriti sono la Lazio e Inzaghi. Simone ha incartato Spalletti. Le posizioni di classifica sono più o meno le stesse. E’ un derby equilibrato».

ODDI: «E’ molto equilibrato. La Roma non prende gol, è una cosa importantissima».

PULICI: «Si sa già chi è l’arbitro?».

PISCEDDA: «Quest’anno siamo fortunati, c’è il Var…».

NELA: «Questo derby pesa per tutte e due, non vedo una favorita. Conterà molto la personalità dei giocatori. Se riesci a indirizzare la partita subito dalla tua parte sei a metà strada. Per personalità intendo iniziare bene la gara. Ci si può rendere conto se le partite si mettono bene dopo 10 secondi. Come? Se sei in sintonia, se sbagli il primo passaggio. Chi comincerà meglio avrà più possibilità di vincere. Sul piano tecnico le squadre sono lì. Poi ci sono gli episodi».

SCARCHILLI: «Pesa per tutt’e due. Mi pare un derby molto equilibrato. Penso che Di Francesco proverà a fare la partita, aggredendo alto i portatori di palla della Lazio come al solito, mentre Inzaghi cercherà di più la ripartenza in verticale. Sarà un bel duello nel quale la compattezza e l’umiltà saranno decisive».

PISCEDDA: «Non credo che sarà accreditato per la vittoria chi farà la partita, lo dico considerando le caratteristiche delle squadre. Se giocano in contropiede possono vincere, entrambe hanno giocatori bravi in ripartenza. Se la Roma farà la partita la Lazio andrà a nozze».

Negli undici è più forte la Roma o la Lazio?
IMPALLOMENI: «E’ una bella domanda. La Lazio è forte…».

PULICI: «Se ci fosse Felipe Anderson dall’inizio direi che è più forte la Lazio».

WILSON: «In difesa siamo più forti noi».

ODDI: «Ma la Roma non prende gol, vuol dire che la difesa è forte».

PULICI: «Contano i portieri e la Roma ne ha trovato uno ottimo».

NELA: «Quanto conta Alisson? E’ un buon portiere, il discorso non è quanto conti. Io preferisco avere sempre Messi anziché Buffon. Si sta sempre a parlare dei portieri. Ci sono squadre che vincono la Champions con portieri normali perché hanno grandi giocatori davanti, la differenza la fanno loro. Datemi un portiere normale e un grande centravanti».

PULICI: «Un tempo era importante il portiere…».

ODDI: «E’ importante che sappia anche giocare con i piedi».

SCARCHILLI: «Alisson sta dando tantissimo. E’ stato bravo a superare lo scetticismo e la nostalgia per Szczesny dimostrando di essere un ottimo portiere. E’ vero che la Roma non subisce, ma quando è successo lui si è fatto trovare pronto. E’ molto partecipe al gioco».

IMPALLOMENI: «Alisson è cresciuto. Sebino dice che non è importante il portiere, Scarchilli dice di sì. Alisson ha fatto una scatto di qualità, era già forte. L’ha aiutato ancora di più il preparatore Savorani».

PISCEDDA: «Sono cambiati i parameti di misura dei portieri. Preferisco Buffon che dà la palla di piatto sull’esterno e che sappia parare anziché un portiere che sa giocare bene con i piedi e non sa stare in porta. Se hai tutte e due le qualità ancora meglio, ma pochi al mondo sono così».

CANDELA: «Pesa di più per la Roma, la Lazio ha meno pressione».

Torniamo alla domanda di prima. Chi è più forte nei reparti?
IMPALLOMENI: «La Roma, se stanno bene tutti, è più forte nei titolari».

PISCEDDA: «La Lazio, con Felipe Anderson in campo e in forma, è più forte della Roma».

WILSON: «La Lazio è più forte in questo momento».

CANDELA: «La Roma è superiore sul piano tecnico. Tra Dzeko e Immobile, ad esempio, mi prendo sempre Dzeko. In più siamo in un momento di grande euforia».

Cosa manca alla Roma che ha la Lazio e viceversa?
PISCEDDA: «La Lazio interpreta meglio le partite rispetto alla Roma. Di Francesco è un buonissimo allenatore, vuole che la Roma giochi a memoria. La Lazio fa un discorso diverso, ha un gioco compatto, giocatori di qualità che sanno interpretare la partita. In alcuni momenti sa ragionare e giocare da provinciale, sa abbassarsi, ti fa sfogare e ti attende. La Roma tenta di fare gioco, a volte può andare bene, ma negli scontri diretti contro Inter e Napoli non le è andata bene».

WILSON: «Sono d’accordo. Inzaghi sa leggere meglio l’andamento della partita e si comporta di conseguenza».

ODDI: «E’ un peccato che proprio nella settimana del derby si sia messa di mezzo la nazionale. La Lazio era in forma eccezionale, la Roma forse un po’ meno, ma ha comunque sempre fatto risultato. Quando ha vinto non sempre ha giocato belle partite. La Lazio, dopo il Napoli, ha giocato il miglior calcio di tutte e non lo dico da tifoso. L’anno scorso mi piaceva l’Atalanta. La Lazio sta giocando un calcio di contropiede, ma si difende con tutti e quando attacca lo fa con 5 uomini. Immobile è l’unica punta, dietro a lui sono in 4».

PISCEDDA: «Succede perché quando riparte le mezzali vanno dentro l’area avversaria».

ODDI: «Quanti praticano questo calcio?».

PULICI: «La Lazio riesce a ripartire in un settore di campo ristretto perché recupera palla velocemente ed è già pronta».

ODDI: «Do qualche vantaggio alla Lazio».

NELA: «Oddi, non vorrei che rimanessi deluso… Dici che in questo momento la Lazio è la squadra che gioca meglio? Quindi significa che le altre hanno margini di miglioramento. Togliamo questo derby. Di Francesco non è soddisfattissimo, lo sa perfettamente che la Roma ha dei margini. Li ha anche l’Inter e sono clamorosi. La Juventus non è quella degli anni migliori, ma ha una rosa importante ed è lì. Anche Sarri ha detto “possiamo solo migliorare”. Punta sugli stessi undici, ma quando avrà tutti a regime potrà volare. La Lazio, a questo punto, può diventare l’ultima del gruppone».

WILSON: «Perché? Appena rientra Felipe Anderson è garantito il salto di qualità. E’ un indice di miglioramento che non hanno tutti».

ODDI: «La Lazio non può migliorare? Le mancano ancora alcuni giocatori».

NELA: «Se dici così fai intendere che quella attuale è la massima espressione della squadra. Tutti hanno qualche giocatore fuori…».

CANDELA: «Io continuo a credere che la Roma sia un gradino sopra. Di Francesco sta facendo un vero miracolo sfruttando al massimo una rosa che non ha più gente come Salah, Rüdiger e Totti. Alla Lazio toglierei Milinkovic, è il loro giocatore migliore. Ma penso che vinceremo tranquillamente questo derby».

IMPALLOMENI: «Nooo! Vincent, questo non dovevi dirlo! Un campione come te non deve cadere in queste trappole!». (scoppia una risata generale). WILSON: «Grazie, Vincent…!».

ODDI: «Ok, vincete facile!».

NELA: «Vincent si è tenuto, voleva dire 4-0 o 5-0».

IMPALLOMENI: «La Lazio ha il vantaggio di aver lavorato l’anno scorso con Inzaghi. Ma la Roma, con Di Francesco, si sta avvicinando. Eusebio è una persona umile, capace, sta trasferendo le sue qualità alla squadra, lotta e non entra più in campo con l’idea di essere più forte dell’avversario. Sarà così anche nel derby».

CANDELA: «E’ vero, adesso si vede un gruppo compatto, un senso di appartenenza. Sacrificio e umiltà sono lo specchio dell’allenatore».

PISCEDDA: «Il discorso dell’umiltà va bene. Ma la Roma non ha più qualità della Lazio. La Lazio, la sua qualità, la esprime in modo diverso. Facciamo il gioco delle figurine. La Lazio, al completo, non è inferiore».

WILSON: «Dal gioco delle figurine non esce più forte la Roma».

IMPALLOMENI: «La Roma di Di Francesco è nata adesso, la Lazio ha la continuità dell’anno scorso».

CANDELA: «La Lazio non ha pressione, non ha lottato per vincere. Sta lì, non vale il confronto con Roma e Napoli».

SCARCHILLI: «Forse alla Roma manca il cinismo sotto porta, la cattiveria realizzativa. La Lazio attacca la porta con maggiore cattiveria e più uomini, mi sembra più cinica in fase conclusiva. La Roma, rispetto alla Lazio, ha capacità tecniche nella gestione del pallone. Sono due squadre che si riallacciano al modo di fare calcio dei loro allenatori. La Lazio palleggia meno, la Roma gestisce di più».

Prende il comando PULICI: «Faccio una domanda a Candela. Il presidente Pallotta ti dà un budget ricco, ti dice “scegli tu l’allenatore della Roma per affrontare la Lazio sabato”. Che tattica vorresti?».

CANDELA: «Darei continuità al lavoro di Di Francesco».

PULICI: «Ma tu, come allenatore, il derby lo giocheresti con una posizione di attesa o attaccando?».

CANDELA: «Si deve stare attenti a Immobile e al contropiede della Lazio. Giocherei con il 4-3-3, attaccherei la profondità, sfrutterei gli appoggi su Dzeko, senza snaturare il mio gioco». PULICI: «La Lazio nei primi 20 minuti sa essere travolgente, se avrà 2-3 belle occasioni…».

PISCEDDA: «E’ famoso il palleggio della Roma. Se mi fai uscire Fazio con la palla al piede non ho problemi, può arrivare anche a metà campo. La Roma l’anno scorso ha perso i derby perdendo palla a centrocampo. Chi palleggia di più è più forte? Non è così. La Juve di Conte non palleggiava, filtrava e andava in profondità».

CANDELA: «Fazio ha qualità per impostare il gioco, è l’unico là dietro».

NELA: «Non diamo troppa importanza agli allenatori. Mi ha colpito una frase detta da Lucescu in una intervista bellissima. Lui allo Shakhtar giocava con il 4-2-3-1, ad una domanda tattica ha risposto che “gli schemi contano zero”. Lui capisce come giocheranno i suoi uomini appena è iniziata la partita, dal modo in cui si muovono. E’ la cosa più bella che ho letto nel calcio in 50 anni. Il giocatore ti risolve le partite. Non sono gli allenatori a determinarle».

PISCEDDA: «Trionfa chi vince più scontri individuali».

PULICI: «La tattica, gestita nel modo giusto, conta».

CANDELA: «Dipende dall’intelligenza dei giocatori. Nella mia Roma da scudetto vincevamo con Cafu attaccante mentre io facevo il tornante dall’altra parte».

WILSON: «Né la Roma né la Lazio hanno Maradona o Messi».

Chi può essere l’uomo derby?
IMPALLOMENI: «Dzeko perché non segna da cinque giornate».

CANDELA: «Dico Di Francesco perché ha trasferito tranquillità e compattezza alla squadra».

NELA: «Se gioca, Nainggolan».

SCARCHILLI: «Sarebbe facile dire Dzeko o Nainggolan, ma io dico Fazio che sfrutta una palla inattiva».

PISCEDDA: «Milinkovic o Immobile perché nei derby hanno segnato l’anno scorso. E quando ci riesci puoi rifarlo».

WILSON: «Punto su Milinkovic».

ODDI: «Immobile».

PULICI: «Io dico i due portieri».

Può essere un derby scudetto?
ODDI: «Per me no».

PISCEDDA: «Napoli e Juve, al momento, hanno qualcosa in più di Roma e Lazio».

NELA: «Per me sì. Stanno bene tutte e due, vincere questo derby può dare una spinta in più. La Roma deve far vedere ciò di cui è capace. Chi vince si mette in corsa».

CANDELA: «Per la Roma sì, ma credo che la Juve resti la squadra da battere. Per noi sarebbe molto grave perdere. Ma non perderemo…».

IMPALLOMENI: «Non lo so. Di sicuro è un derby da non fallire per la Roma, per il resto sceglierei di ragionare un passo per volta. E’ lo scontro diretto che manca da vincere».

SCARCHILLI: «Non so se sia un derby scudetto. E’ chiaro, chi lo vincerà avrà una spinta in più, acquisirà consapevolezza».

WILSON: «Può dare slancio per sognare, soprattutto per la Lazio».

ODDI: «Se la Lazio vincerà il derby lotterà anche per vincere lo scudetto. Lotterà, dico…».

PULICI: «Io dico per i primi 4 posti, a discorsi di scudetto ci si arriva piano piano. Il derby lo puoi vincere anche giocando una partita di attesa».

E’ il primo derby di Di Francesco, il quarto di Inzaghi. Peserà il debutto del romanista?
IMPALLOMENI: «Mi aspetto che Eusebio si ricordi dei 4 derby persi con Zeman da giocatore. Da quella lezione può imparare la gestione di questa partita aggiungendo quel romanismo che sarà decisivo».

NELA: «Di Francesco è un ragazzo intelligente, ci sa stare in questo mondo. Ho letto sul vostro giornale che al primo derby gli tremavano le gambe, l’ha detto lui. Da allenatore le cose cambiano. Sarà lui a trasferire tranquillità alla squadra».

SCARCHILLI: «Per Di Francesco sarà una grande partita, molto stimolante, un test generale da un punto di vista mentale. Non si snaturerà, crede nelle sue idee, sta convincendo la squadra. Io lo vedo molto motivato. Inzaghi, avendo già affrontato il derby da allenatore, avendolo vinto, ci arriverà più sereno. Entrambi sono stati giocatori a Roma, sanno come va gestito il contorno».

CANDELA: «Di Francesco non avrà problemi perché è un ragazzo tranquillo e preparato. Era così anche da giocatore, sono sicuro che trasmetterà ai suoi uomini quel senso di appartenenza che nei derby fa la differenza».

NELA: «A parte la città di Genova, quando si parla di derby romano, non si dice mai “che accadrà se lo vinceremo?“. Solo a Roma succede il contrario, si dice “che accadrà se lo perderemo?”. Si pensa sempre che possa andare male e questo è un guaio».

PULICI: «Parlare così è fondamentale per il popolo».

ODDI: «Ricordo un derby della nostra epoca. Non è uguale al prossimo, ma più o meno si avvicina. Nel 1972-73 incontrammo la Roma dopo 5 partite di campionato, entrambe avevamo 8 punti. Noi eravamo saliti dalla B, vincemmo 1-0 fuori casa. Tutte e due adesso stanno bene, questo mi fa pensare…».

Per Inzaghi aver vinto gli ultimi derby potrebbe creare qualche pressione in più?
PISCEDDA: «Alla Roma l’umiltà è venuta perché ha perso…».

IMPALLOMENI: «Massimo, non dire così».

WILSON: «Per me Inzaghi non subirà la pressione».

PULICI: «Simone non vuole perdere…».

PISCEDDA: «Inzaghi non deve temere niente. Negli ultimi derby la Lazio è sembrata sempre destinata a vincere. Inzaghi sarà tranquillo e non è una tranquillità dovuta alla presunzione».

WILSON: «Inzaghi è un ambizioso umile, studia bene la partita, lo ha fatto benissimo contro Spalletti. Se avesse dovuto affrontare di nuovo Luciano avrebbe giocato come l’anno scorso. La pressione la subirà Di Francesco».

ODDI: «Inzaghi, avendone già vinti alcuni, potrebbe avere qualche apprensione in più. Uno prima o poi lo perdi, che ne sai se sarà questo? E’ una partitaccia».

PULICI: «Per me non lo perderà. Si metterà nella condizione migliore per affrontare un allenatore che ha già sfidato l’anno scorso contro il Sassuolo, per quanto la Roma sia ovviamente diversa. Inzaghi deve trovare le strategie migliori rispetto alle sfide del passato con Di Francesco».

Quali sono gli errori commessi da Spalletti che Di Francesco non deve ripetere?
IMPALLOMENI: «Spalletti è un ottimo allenatore, ma nel derby ha affrontato Inzaghi sempre alla stessa maniera non capendo come la Lazio potesse fargli male. Ha perseverato in questo errore. Fossi in Di Francesco aspetterei, fiuterei l’aria senza scoprire il fianco».

WILSON: «Spalletti non ci ha mai capito nulla tatticamente».

PULICI: «La Lazio quest’anno, in mezzo al campo, ha qualcosa in più. Attenzione…».

PISCEDDA: «Io, da allenatore, se incontrassi la Lazio, marcherei a uomo Luis Alberto».

IMPALLOMENI: «Con tutto il rispetto avete scoperto Luis Alberto adesso, pensavate non potesse giocare a calcio».

WILSON: «Si pensava fosse un esterno, ha cambiato ruolo ed è diventato determinante».

ODDI: «Sa fare tutto. L’anno scorso dicevo “ma chi hanno preso?“. Giocava a destra, a sinistra. Nelle ultime partite l’ho visto centralmente e regalava giocate, mi sono detto “forse è un buon giocatore”. A calcio gioca chi sa giocare e lui sa giocarci».

PULICI: «Attenzione ai suoi inserimenti, è difficile marcarlo».

SCARCHILLI: «I moduli possono essere tutti validi. L’anno scorso è mancata compattezza, servirà equilibrio tattico».

NELA: «Mi rifiuto di pensare ad una marcatura a uomo. Basta essere organizzati».

PISCEDDA: «Dicendo a uomo intendo che gli chiuderei le traiettorie di passaggio, non che farei attaccare uno alla sua maglia».

Ultimo giro. Qual è il derby della vostra vita? Giocato o vissuto?
NELA: «Sono stati tutti belli, che emozione giocare il derby. Citarne uno è facile, quello in cui ho fatto gol, l’unico. Finì 2-0 per noi, segnai di testa. Del derby mi è sempre piaciuto tutto. Vinci, perdi, pareggi. Comunque bellissimi».

PISCEDDA: «Gol di Di Canio, 1-0, stagione 1988-89. C’ero anche io».

WILSON: «Quello di Nanni, stagione 1972-73, inatteso».

ODDI: «Tutti belli, ha ragione Nela. E lo sono anche quelli di adesso. Mi ricordo di averne giocato uno nei 7 minuti finali, lo abbiamo vinto 1-0, gol di Chinaglia».

PULICI: «Scelgo il derby del 28 novembre 1976, finì 1-0, gol di Giordano. Quella partita l’ho dedicata a Tommaso Maestrelli. Non si sono accorti, giocammo in… 12».

CANDELA: «Anno 2002. Io dico il derby del 5-1, dei quattro gol di Montella e del cucchiaio di Totti».

IMPALLOMENI: «Sì, l’apoteosi».

SCARCHILLI: «Nel 1994 subentrammo io e Totti, per lui fu l’esordio. Giannini sbagliò il rigore dopo il gol iniziale di Signori. Io non arrivai sulla respinta di Marchegiani. Fu lo stesso una grande esperienza».

La settimana del derby come si vive?
WILSON: «E’ la più bella a livello emotivo, non te ne accorgi nemmeno e sei già in campo».

ODDI: «Per lui… Io non potevo uscire di casa».

CANDELA: «C’era emozione, ma alla fine entravo in campo tranquillo perché sapevo di avere la coscienza a posto e di essermi preparato al massimo».

NELA: «Per noi era difficile, abbiamo passato anni complicati… I romani non ci facevano dormire la sera prima, dovevano sempre giocare a carte. Erano i più tesi. Giannini, Bruno Conti e Desideri erano fuori di testa, ci coinvolgevano tutti. Infatti erano derby bruttissimi, pareggiavamo sempre per la paura».

SCARCHILLI: «Da romano non è facile, sei super marcato dai tifosi. Ti chiedono di dare qualcosa in più, il rischio è che la tensione ti stritoli facendoti arrivare scarico alla partita».

IMPALLOMENI: «Io sono un intruso, sono cresciuto da piccolo con Liedholm. Venni convocato e ricordo la frase del Barone “ragazzi, attenti a D’Amico”. Tutti pensammo “ma che dice questo?“. Eravamo la Roma più forte di tutti i tempi. Aveva ragione, quella partita finì 2-2, era la stagione 1983-84».

PISCEDDA: «Porto nei ricordi il derby del 1989 giocato con Di Canio, c’erano sei romani nelle formazioni titolari. Io, Fiori e Di Canio stesso. Nella Roma giocavano Policano, Desideri e Giannini. Un record»

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti