Forse l’unico a non uscire dal campo col sorriso è Osvaldo: un gol del genere sotto la Curva Sud annullato per un fuorigioco inesistente è un’ingiustizia difficile da digerire. Si rifarà, anche se replicare una rovesciata così non sarà facile e bastava vedere il suo volto quando è uscito dal campo per capire che se c’è uno che lo sa bene è proprio lui. Delusione di Osvaldo a parte, la Roma batte il Lecce 2-1 e questa è la cosa più importante. Perché ti consente di essere quinto in classifica da solo, a cinque punti dal primo posto. Perché è il secondo successo di fila e ti dà tanta fiducia alla vigilia di un ciclo terribile. Perché mette in mostra una squadra che soffre sì, ma se impara pure a buttarla dentro (tanti, troppi i gol divorati davanti la porta) può davvero diventare irresistibile grazie a un gioco che, partita dopo partita, diventa sempre più importante. Con gli uomini giusti: su tutti ieri sera nel freddo dell’Olimpico Gago, Pjanic e Taddei.
Proprio dai suoi piedi parte la prima azione della Roma al 13’: Taddei, dopo uno scambio con Osvaldo, mette in mezzo un pallone teso per Pjanic che in corsa ci arriva ma col sinistro struscia appena. Lo schema funziona, presa in velocità la difesa del Lecce va in difficoltà tanto che dopo 7 minuti ancora Taddei mette in metto ma Bojan non ci arriva di un soffio. Il gol è nell’aria perché al 25’ l’azione si ripropone: cross teso di Taddei, Pjanic anticipa tutti e segna il primo gol della sua storia romanista. La Roma sembra essersi sbloccata, prima Osvaldo e poi Bojan entrano in area ma i loro tiri vengono bloccati dalla difesa del Lecce. La fascia destra della squadra di Di Francesco è una prateria per la Roma: Lamela si libera benissimo di Cuadrado, mette ancora una volta in mezzo per Bojan che, a porta spalancata, si fa passare il pallone sotto le gambe e si divora un gol incredibile. Lo spagnolo prova a riscattarsi poco dopo con una splendida apertura per Osvaldo che però si fa anticipare fuori area da Julio Sergio. L’iniziativa della Roma si esaurisce, il Lecce prova a spingere un po’ ma non crea particolari pericoli dalle parti di Stekelenburg. Si va al riposo con un solo gol di vantaggio e le mani nei capelli di Bojan che ancora recrimina per il gol divorato soprattutto perché il 69% di possesso palla avrebbe meritato almeno un altro paio di reti. Il raddoppio comunque arriva all’8’ del secondo tempo con Gago, che da 25 metri defilato sulla destra lascia partire un tiro che rimbalza davanti a Julio Sergio e si infila in rete sotto la Sud. La Roma macina gioco, Taddei serve per Lamela che, solo davanti al portiere del Lecce, decide di piazzare e si divora il 3-0. La faccia di Luis Enrique in panchina è tutta un programma. La Roma continua a mangiarsi gol: Gago serve Osvaldo in area, stavolta è bravo Julio Sergio ad opporsi, poi Bojan solo davanti al portiere tenta il tocco sotto e manda alto.
Il Lecce, fino a quel momento evanescente, riapre la partita con un pallonetto di Bertolacci tenuto in gioco da Kjaer. Il giocatore, di proprietà della Roma, sembra quasi scusarsi, la Roma accusa il colpo visto che un minuto più tardi Cuadrado da buona posizione non trova lo specchio. Luis Enrique è imbufalito, chiama Totti che si spoglia per entrare, nel frattempo, per gradire, Bojan sbaglia l’ennesimo gol e se la prende con se stesso. E’ proprio lui a lasciare il posto al Capitano, accolto da un’ovazione della sua gente. Al 25’ il Lecce sfiora il raddoppio, ancora con Cuadrado, e Luis Enrique cambia ancora: dentro Greco e fuori un esausto Pjanic. Alla mezzora succede l’incredibile: tocco morbido di Gago, Osvaldo segna in rovesciata un gol strepitoso (bellissimo De Rossi a centrocampo che corre con le mani in testa) e l’arbitro annulla su segnalazione dell’assistente Carrer. La posizione dell’attaccante era regolarissima, lui si copre il volto con la maglia, incredulo. Come la panchina e come tutto l’Olimpico. Persino il tabellone dello stadio si rifiuta di crederci, visto che per qualche minuto continua a segnalare il 3-1 per la Roma. Così non è e bisogna continuare a soffrire. Gli ultimi minuti sembrano non passare mai, Gago uomo ovunque corre per tutto il campo, De Rossi incita i compagni “dai dai”, l’ultima azione del Lecce vede Corvia buttarsi in area davanti a Heinze per conquistare un rigore improbabile. Brighi lo ammonisce e via. Finisce così, quinti in classifica e Grazie Roma finale. Guardando a Udinese, Fiorentina, Napoli e Juventus con più fiducia.
Il Romanista – Chiara Zucchelli