La Repubblica (M. Pinci) – Quasi duecento pagine per riscrivere la storia del calciomercato. “Plusvalenze fittizie“, da ieri esiste un documento ufficiale, firmato dalla Procura Federale della Federcalcio, che mette nero su bianco l’espressione nei suoi deferimenti nei confronti di 11 società professionistiche e 61 dirigenti.
I club interessati dovranno difendersi dall’accusa di aver scambiato giocatori a un valore superiore a quello reale per alterare i risultati economici dei club. Il deferimento ha colpito Juventus, Napoli, Genoa, Sampdoria ed Empoli in Serie A e per tutte il rischio più concreto è una multa con diffida. Rischiano di più Pisa e Parma, che secondo l’accusa senza quelle cifre gonfiate non avrebbero ottenuto l’iscrizione al campionato e rischiano sanzioni che vanno dalla penalizzazione all’esclusione dal campionato.
Anche i dirigenti rischiano squalifiche: Agnelli, Nedved, Arrivabene, Cherubini e l’ex ds della Juventus Paratici. Così come Aurelio De Laurentiis, con moglie e figlio che compongono il Cda, Ferrero della Samp, Prezio ex Genoa, Corsi dell’Empoli. La domanda è: quanto valgono davvero i giocatori scambiati? Da qui è partita l’indagine della Procura federale: Osimhen non doveva valere 71 milioni ma 52, Rovella 6 e non 18, Portanova 2 e non 10, Audero 13 e non 20.
È il primo tentativo di determinare la valutazione corretta di un giocatore. Il procuratore della Federcalcio Giuseppe Chinè e i suoi uomini hanno provato a riscrivere interi bilanci. Nel deferimento si parla di “plusvalenze fittizie” da oltre 60 milioni per la Juve e più di 19 per il Napoli.
In tutta la Serie A sarebbero stati gonfiati valori per ottenere più di 111 milioni di plusvalenze. Chinè ha spiegato nell’atto: “si è reso necessario sottoporre i valori dei calciatori compravenduti ad una verifica di congruità e coerenza”” sviluppando una “metodologia per eseguire la verifica di valore”.
Per esempio, la Juventus ha valutato Rovella quanto ha speso per McKennie, nonostante “una carriera decisamente importante“, come i baby del Napoli inseriti nell’affare con il Lille, valutati più di Tonelli nonostante uno “storico sportivo ed economico decisamente inferiore“. Entro un mese il Tribunale federale determinerà se il prezzo sia stato giusto o meno.