Daniele Orsato, ex arbitro, è stato ospite al Festival dello Sport, evento organizzato a Trento da La Gazzetta dello Sport, e ha parlato riguardo al ruolo del direttore di gara oltre che ad aver ripercorso la sua carriera. Queste le sue dichiarazioni:
Nostalgia per non scendere più in campo?
“Il campo mi manca tanto, mi manca tutto il gruppo della Can, i raduni. Mi manca la possibilità di dare consigli, era una cosa che mi piaceva tanto. Forse la designazione è il momento che mi manca di più, credo che sia così un po’ per tutti gli arbitri. In quel momento arrivava la telefonata e il segretario ci diceva la partita: quello era il momento più bello”.
Stefano Farina?
“Stefano Farina è stato uno dei grandi maestri e mi disse ‘Non potrai mai sapere cosa vuol dire essere un arbitro di calcio senza aver mai arbitrato’. La presi come una sfida e andai al corso per arbitri a Schio. Il presidente ci spiegò tutte le procedure. Il mio obiettivo era arrivare in Serie A in 16 anni”.
Come si può ambire al successo?
“Non ho mai vissuto di invidia nella mia vita, ho trovato tanti maestri che mi hanno insegnato molto. Cerco di insegnare agli arbitri di andare a vedere i direttori di gara di categorie superiori. La cosa fondamentale è la passione. Non voglio che gli arbitri copino qualcuno, devono essere loro stessi. Continuo a insegnare ai più piccoli di scommettere sulle proprie capacità e di sbagliare con la propria testa. L’offesa più grande che si possa fare ad un arbitro? Dirgli che sia scarso”.
Foto: [Francesco Pecoraro] via [Getty Images].