Il Tempo (M.Vitelli) – Era solo questione di tempo. E di opportunità. Perché nemmeno il più ingenuo dei tifosi avrebbe mai potuto credere che il calcio, con il suo giro di migliaia di milioni di euro, fosse esente da evasioni fiscali, paradisi off-shore e conti correnti intestati a prestanome. Ad aprire il «black book» è stato il setti manale tedesco «Der Spiegel» che, ricevuti da un mittente anonimo centinaia di documenti racchiusi in un file delle dimensioni di 1,9 terabyte, ha deciso di condividerli con altre dodici testate giornalistiche internazionali. Ed è scoppiata la bufera. A finire in prima pagina, manager, calciatori e squadre di club importanti. «José Mourinho e il forziere nascosto in Nuova Zelanda» potrebbe essere il titolo di un film d’ avventura. É invece uno dei fascicoli al centro dell’inchiesta che sta svolgendo l’European Investigative Collaborations, una rete composta da oltre sessanta giornalisti di tutta Europa. La «mappa del tesoro» tracciata dall’EIC riguardo il portoghese conduce fino alle Isole Vergini Britanniche, uno dei paradisi fiscali dei Caraibi. Qui, dal 2004 (anno del suo ingaggio al Chelsea), Mourinho ha trasferito i diritti d’immagine affidandoli alla società Koper Services. Nelle casse della quale sono così finiti oltre due milioni di euro. Nel 2008 lo Special One ha poi deciso di costituire in Nuova Zelanda il Kaitaia Trust, una fondazione di cui sono beneficiari i figli e la moglie. Nella nuova cassaforte sono andati quindi altri otto milioni, proventi incassati dall’ allenatore nel periodo al Real Madrid. Totale, circa dieci milioni di euro sui quali risulta che lo Special One abbia pagato solo il 6% di tasse. Secondo il pool dell’European Investigative Collaborations, dietro il piano finanziario atto ad aggirare i versamenti dovuti, ci sarebbe Jorge Mendes, il procuratore di calciatori più importante del mondo. Mendes sarebbe anche l’uomo al quale Cristiano Ronaldo avrebbe affidato la gestione delle sue ricchezze. Per il denaro di CR7, stesso giochino: diritti d’immagine affidati ad una società con sede nelle Isole Vergini Britanniche e tanti saluti al fisco.
Circa settanta milioni di euro intascati quasi esentasse dal portoghese grazie all’intermediazione di due società irlandesi, la Mim e la Polaris, che hanno agevolato il trasferimento dei proventi versati dagli sponsor dalla Spagna ai Caraibi. La Polaris sarebbe riconducibile a Mendes e nei contratti di sponsorizzazione di Ronaldo è lui ad essere indicato come beneficiario. Ebbene, ecco quello che mancava: altri settantaquattro milioni di euro per i diritti d’immagine di Ronaldo sono finiti due anni fa nelle tasche del portoghese attraverso un conto svizzero. L’operazione è stata gestita dalla Mint Capital, società d’investimento e gestioni patrimoniali con sede a Mosca e legata a Peter Lim, businessman di Singapore e patron del Valencia. E Lim è da anni in affari con Mendes. Football Leaks sta facendo tremare anche alcuni club italiani. Nel file sui business di casa nostra ci sarebbero riferimenti a Juventus, Milan, Inter, Napoli, Torino e Roma. La società di Pallotta, interrogata dal settimanale L’Espresso, ha fatto sapere che «i pagamenti effettuati alle controparti sono quelli previsti nei contratti sottoscritti e sono stati sempre conformi alla normativa sportiva. Gli eventuali successivi trasferimenti di denaro effettuati dalle società controparti ad altre società non ci sono noti. Tra l’altro riteniamo anche che questi ultimi non debbano essere neanche di nostro interesse».