La Gazzetta dello Sport (A. Catapano/V. Piccioni) – Uno spettro si aggira negli uffici della Procura federale diretta da Stefano Palazzi. Ha il nome di una squadra: l’Atalanta. Già trascinata nel 2011 dal suo capitano Cristiano Doni per la combine con il Piacenza, ora torna negli atti del pm Di Martino con due partite, sempre del 2011, contro Crotone e Ascoli. Quest’ultima, citata nella richiesta di rinvio a giudizio di Marilungo, già coinvolto e assolto per Padova-Atalanta. Mentre la partita con il Crotone è un inedito assoluto, mai giudicata. Ecco perché l’Atalanta nel faldone delle richieste dei rinvii a giudizio firmati dal pm Di Martino a Cremona, è uno dei capitoli che scotta di più. Il coinvolgimento dell’Atalanta non sarebbe diretto, ma per «responsabilità oggettiva», come già accaduto nel 2011. Doni, stavolta, avrebbe tirato dentro anche Stefano Colantuono, ex tecnico nerazzurro oggi sulla panchina dell’Udinese: pure per lui chiesto il rinvio a giudizio, che invece ha risparmiato l’ex d.s. Zamagna. Colantuono, che anche ieri ha dichiarato la sua estraneità e la disponibilità a chiarire al più presto la sua posizione, verrebbe chiamato in causa da Doni in una chat, pur senza essere nominato. Fatto sta che l’Atalanta resta un caso scottante per un motivo evidente: rischia di allargare alla Serie A l’estate dei processi, che potrebbero anche coinvolgere il Chievo tirato dentro da Pellissier, riavvicinando a quel punto lo spettro del commissariamento evocato da Malagò.
IL CAGLIARI SPERA – Palazzi ha già le carte e le sta studiando. Non tutte. Quelle relative ai rinvii a giudizio dovrebbe ottenerle già oggi. Ci sono tante variabili che rendono faticosa qualsiasi illazione: c’è da verificare il numero e il ruolo dei tesserati coinvolti, la natura dell’illecito (se «tentato» o «consumato»). Quattro anni fa, l’Atalanta pagò caro (6 punti di penalizzazione nel campionato successivo). Usando lo stesso metro di giudizio, la società bergamasca rischierebbe parecchio perché ha chiuso il campionato a più 3 sul Cagliari retrocesso (e la pena deve essere afflittiva). Ma è una storia tutta da verificare. Il problema è che c’è da farlo in fretta. Negli ultimi anni, la responsabilità oggettiva si è piano piano alleggerita. Per dire, Samp e Torino pagarono con un -1 le condanne di Guberti e Pellicori. Ma l’atmosfera negli ultimi mesi è diventata più giustizialista.
E LA LAZIO… – Un discorso a parte meritano Mauri e la Lazio, già giudicati da Palazzi, ma per omessa denuncia. Nelle nuove carte in viaggio verso il procuratore ci sono anche le rivelazioni di Ilievski, che fanno ipotizzare a Di Martino per Mauri addirittura l’associazione a delinquere. Trasferita sul piano sportivo, in teoria la Lazio potrebbe rischiare la A e l’Europa. Ma per fatti già giudicati quando troverà il tempo Palazzi?