TuttoSport (F.Riva) – Quando dici, il destino… E lui, Massimiliano Allegri, probabilmente lo dice. Ripensa – anzi meglio: ripenserà, sabato sera – a quella mini telenovela andata in onda nella primavera-estate del 2013, il cui finale scritto e annunciato sembrava dover essere il passaggio del tecnico livornese alla Roma. Fu Silvio Berlusconi ad uscire allo scoperto per primo, a maggio, annunciando sibillino che Allegri l’anno successivo avrebbe guidato i giallorossi. Svelando, di fatto, le trattative che avevano avviato i capitolini con l’intento appunto di ottenere la rescissione del contratto di Max con il Diavolo. Sulle sponde del Tevere il trasferimento cominciava gradualmente a diventare un cosa praticamente assodata e nel Conte Max erano riposte le speranze di una rinascita in grande stile. Alla fine, però, Allegri decise che non era cosa, e non era il caso. Con Galliani gran tessitore, la sua permanenza al Milan venne sancita a margine di una cena ad Arcore nella quale Berlusconi puntava a rompere definitivamente, ma nella quale in realtà venne convinto a proseguire («Con Galliani e Allegri abbiamo avuto una franca e cordiale discussione in cui si è rivisitata e analizzata la stagione passata e c’è stato un chiarimento su alcune cose. Il rapporto con l’allenatore, che non si è mai interrotto, continua con fiducia e in assoluta e reciproca stima», il comunicato ufficiale del Milan).
ESONERO PROPEDEUTICO – Orbene, la stima e la fiducia scemarano entro pochi mesi e a gennaio 2014 Allegri venne esonerato. Pure questo avvenimento, in fin dei conti, s’è rivelato propedeutico e propizio. Perché semmai c’è stato qualche ripensamento all’insegna del “maledetta quella cena che m’ha fatto rifiutare la Roma”, ben presto s’è tramutato in un“benedetto quell’esonero che mi ha poi permesso di accasarmi alla Juventus”, nel luglio del 2014. Una vera e propria svolta per Allegri, che da quel momento ha aggiunto altri due scudetti nella bacheca personale e ora punta ad entrare in pianta stabile nella storia del calcio diventando il tecnico che ha permesso alla Juventus di vincere il suo sesto campionato consecutivo. Impresa mai riuscita in Italia e nemmanco nelle altre leghe più importanti d’Europa.
IL BILANCIO – Vien da sé che i suoi scudetti, Allegri, li abbia vinti anche – e a volte soprattutto – ai danni proprio di quella Roma diventata cornuta e mazziata. Allegri ha sconfitto i giallorossi nel primo faccia a faccia da bianconero (3-2 il 5 ottobre 2014) e ha pareggiato (1-1) nella sfida di ritorno. Mentre lo scorso anno ha sì perso 2-1 il 30 agosto nella prima, nefasta, fase dell’annata ma poi il 24 gennaio ha vinto 2-1 mettendo un altro mattoncino fondamentale verso la maxi rimonta poi valsa una delle imprese più rocambolesche della storia del calcio italiano.
INFIERIRE – Vien da sé che sabato, allo Stadium, Allegri possa e voglia continuare a… infierire. Nulla di personale, per carità, ma sa bene che questa sfida può risultare fondamentale per consolidare il primato e sgambettare quella che, classifica alla mano, sembra essere l’unica squadra in grado di impensierire i bianconeri e Allegri, lanciati verso la storia. Anche per merito, appunto, di quel… no grazie, Roma, che tanto bene ha fatto al Conte Max e tanto è nuociuto ai giallorossi.