Il Tempo (G.Giubilo) – La vigilia regala una gustosa entrée a una domenica che chiude il girone di andata con motivi di richiamo cronologicamente ben scanditi. Dal mezzogiorno dell’Inter, per blindare il titolo d’inverno, a San Siro cliente scomodo il Sassuolo. Notturna per la Juventus che vuole suonare la nona sinfonia dopo otto vittorie a seguire. Ci sarà anche il Napoli che gioca a Frosinone.
Del quartetto di testa soltanto la Fiorentina anticipa al tardo pomeriggio di oggi. A Franchi sale la Lazio, reduce da una prova inguardabile, che ha consentito al Carpi di dedicare un sonoro sberleffo a Lotito. Ma la pattuglia di Pioli sa anche trovare sussulti improvvisi, come sa bene l’Inter, ma l’attenzione di questa vigilia la reclama una classica, rovinosamente scaduta soprattutto per colpa del Milan, ma neanche la Roma sta mantenendo le promesse della prima fase di stagione. È tornato lo spettro di quella «pareggite» che l’aveva penalizzata nell’ultima stagione. Si è parlato di ultima spiaggia per i due tecnici, in realtà il verdetto su Garcia è rimandato a fine stagione, ma soltanto perché la Roma non ha alternative in questo momento. E se il tecnico non ha le idee chiare, è in buona compagnia: se è vero che si invoca una riserva per Digne, il più affidabile dei titolari.
A Trigoria non c’è un omologo di Sua Emittenza che il futuro di Sinisa può deciderlo con un schiocco di dita, senza neanche scomodare l’elicottero per congedarsi dall’allenatore. In ogni caso la prospettiva di una sconfitta è terrificante non soltanto per Mihajlovic, che sente il fiato sul collo dei candidati alla successione, il collaudatissimo Lippi e il giovane Brocchi, mentre per Garcia questa fiducia a tempo sembra soltanto figlia di contingenze occasionali. Probabile che a giugno si intraprenda per l’ennesima volta una nuova rotta con un altro timoniere ai comandi. Non è un caso che per uno scudetto a Roma non bastano venti anni di sogni e delusioni.