Corriere dello Sport (R. Maida) – Se crediamo appena un po’ alle parole di Mourinho, Paulo Dybala a Budapest andrà in panchina. Giocherà un pezzetto di finale, magari quello decisivo, ma non si presenterà in formazione quando le squadre entreranno in campo per il cerimoniale iniziale nello stadio intitolato a Ferenc Puskas.
E allora i dubbi della Roma per la partita della vita sembrano ridursi a tre ballottaggi. In difesa la sensazione è che Diego Llorente, spagnolo contro gli spagnoli, abbia recuperato una buona condizione e che quindi possa scavalcare Ibañez nelle gerarchie, così come era successo prima dell’infortunio muscolare di Bergamo. Llorente deve mettere altri minuti nelle gambe oggi a Firenze per essere competitivo.
Un’altra questione aperta riguarda la fascia sinistra. Mentre a destra il reprobo Celik ha ormai recuperato la fiducia di Mourinho ed è destinato a giocare la finale, sull’altro lato sono due se non tre a contendersi un posto. Se fosse l’inizio della stagione, Mourinho non esiterebbe e punterebbe su Spinazzola, che per esperienza e struttura fisica considera il giocatore più adatto al ruolo, soprattutto nell’ottica di una difesa a cinque.
Ma Spinazzola non sta bene, si è fermato nella semifinale di ritorno a Leverkusen e non ha ancora ripreso gli allenamenti normali. Dovrebbe farcela per Budapest. Ma poi sarà Mourinho a valutare se meriti di entrare nella formazione titolare. In fondo Nicola Zalewski, ormai adattato stabilmente alla posizione di “quinto”, lo scorso anno giocò a Tirana con una buona autorevolezza.
Inoltre dietro alla coppia spinge forte El Shaaarwy, tornato in forma dopo l’infortunio di Monza: con 7 gol nel 2023, due dei quali pesantissimi proprio in Europa League contro Real Sociedad e Feyenoord, è un candidato credibile per la finale.