La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – Il primo a uscire allo scoperto, poco più di un mese fa, era stato il ministro dello Sport, Andrea Abodi. “Il nuovo stadio della Roma si deve fare. Succederà perché sono convinto che se dimostreremo affidabilità con un dossier valido, ci assegneranno gli Europei 2032. Abbiamo pochi mesi per mettere in campo un progetto su cui saremo valutati“.
Poche settimane dopo, esattamente due giorni, anche il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini, ha benedetto il progetto dei Friedkin. “Basta con i nodi – ha tuonato -. C’è bisogno di dire sì anche nel Lazio. A Roma c’è bisogno di un nuovo stadio? Certamente“.
Quanto basta perché si possa ipotizzare una sorta di “santa alleanza” con il Comune, che per parte sua ha un eccellente rapporto con la società giallorossa. D’altra parte, l’interlocuzione fra le parti è costante, e lo dimostra il fatto che allunga lettera di specifiche richiesta dall’amministrazione, la società ha risposto in fretta, anche se un nodo va sciolto del tutto: la mobilità.