Il Messaggero (A. Angeloni) – La classifica, oggi, è sempre più malinconica e, per certi versi, drammatica: la Roma ha soli due punti più del Como, terz’ultimo, che affronterà il 15 in trasferta. Resta la prestazione, per un’ora pure confortante, contro una macchina da gol come l’Atalanta, che stavolta ha faticato a segnare, ma si capiva che prima o dopo ci sarebbe riuscita. Il gol della svolta è quello di De Roon, che indirizza la partita e abbatte il piano tattico dei giallorossi, fino a quel momento molto compatti e conservativi; ne realizza un altro, nel finale, con Zaniolo, il peggior nemico, alla sua prima rete in campionato (non segnava in A da Verona-Roma, ottobre 2022), che condanna Ranieri forse più del dovuto.

La magra consolazione? Sta nella prestazione, quantomeno diligente, anche se poco efficace in zona d’attacco: nello specchio, un solo tiro, contro i sette dell’Atalanta. Con Dovbyk piantato in area, con l’attimo giusto sempre sfuggente. Il piatto dei punti continua a piangere, e non si vede luce, nonostante i buoni propositi ranieriani: sono sei le sconfitte nelle ultime sette partite (quattro di fila), ruolino da retrocessione, e la prossima è contro il Lecce, abituata a stare nel fango della zona calda. E se in Coppa, la squadra è riuscita a rialzare la testa, in campionato serve una sterzata. Ma la squadra ha limiti strutturali evidenti, fatica a segnare, questo è il problema più grosso.

Ranieri ripropone l’undici di Londra, con Cristante al posto di El Shaarawy. La squadra non è spumeggiante, non c’è il tiro al bersaglio, la Roma mostra una compattezza che prima non aveva. Manca l’uomo della giocata, quello che trasformi la palla sporca in un’azione da gol: manca il vero Pellegrini, che Ranieri tiene ancora in panchina, in attesa del reset. La giocata, a inizio ripresa, la inventa Dybala, per Dovbyk, che cade davanti a Carnesecchi, come nel primo tempo. L’ucraino gioca di sponda, ma nessuno lo segue. Ranieri infatti – al minuto 16 della ripresa – inserisce Shomurodov, proprio per attaccare la profondità, ma non si decolla. E l’Atalanta prende campo.

L’ingresso di Zaniolo è accolto da fischi dell’Olimpico, ma sarà proprio Nik a condannare la sua ex squadra. L’equilibrio lo rompe De Roon che sfrutta un rimpallo e dal limite calcia verso la porta di Svilar, la schiena di Celik devia il tiro, che finisce all’angolino. La palla del pari ce l’ha Mancini, che non riesce a calciare in porta. Ederson sfiora il 2-0, che poi realizza Zaniolo, complice la deviazione di Mancini: si toglie la maglia sfidando freddo e fischi. Esulta davanti ai suoi ex compagni. L’Atalanta si mostra più forte, e la classifica lo dimostra. Lo zero a due, forse è un po’ troppo.