La Repubblica (R. Mercera) – L’arresto di chi ha ferito Federico arriva nel tardo pomeriggio. «Chiudano gli stadi, le partite si vedano a casa. Non è accettabile tutto questo», sostengono Alessandro e Antonella, i genitori di Federico, che non riescono a trovare una ragione per quel che è successo. Ammesso che ce ne sia una.
La vittima del petardo, forse una bomba carta, esplosa durante il lancio di bengala e botti che ha preceduto l’incontro ha 27 anni, lavora per un sito web e si occupa di e-commerce. È romanista e con i suoi quattro amici era andato all’Olimpico per vedere il derby LazioRoma. I genitori aspettano di avere chiarite le idee sulla salute del figlio dai medici del reparto di Medicina di urgenza del Gemelli: «L’assurdità è che la partita non l’ha mai vista perché quel razzo, quel petardo, quella bomba, e non sappiamo ancora bene cosa sia, lo ha colpito in pieno volto poco prima delle 18. Siamo stati avvertiti di quanto accaduto da uno steward. Mi chiedo se sia normale che non siano intervenute subito le forze dell’ordine. Per questo motivo ci siamo affidati a un avvocato». E aggiungono: «Non cerchiamo vendetta ma solo che si fermi questa violenza». Federico è un abbonato, mercoledì è finito nel settore distinti Sud, vicino a uno spicchio-cuscinetto che in teoria sarebbe dovuto servire a distanziare i romanisti dai laziali in tribuna Tevere. «C’erano tre steward a fare da muro a quei tifosi che hanno lanciato qualcosa contro di noi», è la ricostruzione di Alessandro, 26 anni, l’amico che era seduto accanto a Federico e che per primo lo ha soccorso. Si dice fortunato perché è stato soltanto sfiorato all’orecchio sinistro dall’oggetto che è scoppiato accanto ai due amici. «Ciò che ho riportato io è una sciocchezza, ho perso una piccola parte del lobo, il timpano è lesionato ma non perderò l’udito racconta mentre sistema la medicazione all’orecchio, sul viso porta i tagli provocati dallo scoppio – invece Federico è svenuto accanto a me, ho cercato di fermare l’emorragia. Si è creato il vuoto attorno a noi. Io urlavo». L’ambulanza parcheggiata all’interno dell’Olimpico è intervenuta subito.