La Gazzetta dello Sport (C. Zucchelli) – Perché nel calcio di oggi spesso i settori giovanili sembrano perdere la loro stella polare che, invece, Conti ha ben chiara. Si occupa dei ragazzi dall’Under 10 all’Under 14 ed è un ruolo importantissimo perché significa scegliere i bambini di oggi ma, soprattutto, i calciatori di domani. Non sono parole al vento, basti vedere la partita dell’Italia sabato contro la Germania: in panchina c’era Daniele De Rossi, collaboratore di Mancini, che Conti ha portato a Trigoria dopo averlo scovato a Ostia.
In tribuna c’era Gianluca Caprari, oggi al Verona. In campo c’erano invece Matteo Cancellieri, anche lui al Verona, e poi i vari Matteo Politano, Lorenzo Pellegrini (con la maglia numero 10), Gianluca Scamacca, Davide Frattesi e Alessandro Florenzi, il capitano: tutta gente cresciuta nel vivaio di Trigoria.
C’è chi la prima squadra l’ha solo sfiorata, come Frattesi, chi ha vissuto situazioni surreali come Politano (sfumato all’ultimo lo scambio con Spinazzola con tanto di foto a Fiumicino con la sciarpa), c’è chi ne è stato il capitano, Florenzi, e chi invece dieci giorni fa, con la fascia al braccio, ha alzato la Conference League a Tirana. Storie diverse, diversissime, ma che hanno tutte un comune denominatore: sono partite dal Fulvio Bernardini di Trigoria.
Inutile dire che la storia più importante è quella di chi gli scarpini non li indossa più: Daniele De Rossi è una parte fondamentale della storia della Roma e se sabato sera, in azzurro, c’erano in campo sei figli di Trigoria il merito è anche di suo padre Alberto.