La Gazzetta dello Sporto (A. Vocalelli) – Dove sarebbe la Roma se, al posto di De Rossi, fosse arrivato subito Ranieri? Nel calcio che tutto discute, esistono ancora alcuni dati oggettivi. E quello che è successo, sta succedendo, dall’arrivo di Claudio Ranieri, è sotto gli occhi di tutti. Un ritmo da Champions, e non è un modo di dire, perché solo Napoli, Inter e Atalanta sono riusciti a fare poco di più. Senza contare le difficoltà con cui ha dovuto fare i conti all’inizio. In meno di 100 giorni, Ranieri è riuscito a trasferire la sua credibilità a un ambiente che faticava terribilmente a riconoscersi.

Con lui si è rivisto Hummels, Angelino ha ripreso il suo ruolo, è stato rilanciato Paredes, Dybala ha cominciato a giocare con una continuità sconosciuta e a Parma – per venire all’attualità – anche Soulé si è finalmente mostrato per quello che è. Ranieri ha messo tutta la sua credibilità, tutte le sue conoscenze, al servizio della sua Roma. Perché nel mondo delle catene, delle ripartenze, delle linee di passaggio, quello che conta realmente si può riassumere in tre concetti fondamentali: occupazione e copertura degli spazi, velocità di pensiero e capacità di ragionare in verticale.