La Repubblica (M. Juric) – Tra l’emergenza infortuni e una squadra piena zeppa di “bambini” Mourinho torna da Bologna soddisfatto del pareggio conquistato al Dall’Ara: “Sono orgoglioso dei miei ragazzi. Anche se gioca un ragazzino under 15 o se arriva una ragazza del femminile, la squadra non cambia la sua natura, la sua empatia, il suo cuore. Può cambiare la qualità ovviamente, a seconda degli interpreti, ma non cambiano i principi di base della squadra“.
Tanti big lasciati a casa, tante riserve e diversi giovani in campo: “Missori e Svilar erano alla prima partita, Tahirovic era all’esordio da titolare. Abbiamo fatto una buona prestazione contro un’ottima squadra. Non ho davvero nulla da dire ai miei“. Pareggio senza gol che a guardare la classifica fa perdere ancora terreno ai giallorossi dal quarto posto, a meno sei punti dalla Lazio. Ma l’asterisco accanto alla Juventus incombe e nell’attesa della giustizia sportiva, anche la corsa al quinto posto potrebbe avere un suo valore “da Champions”. E allora un punto guadagnato sul Milan, ora ad una sola vittoria di distanza (-2 punti).
Ma Mourinho non ci pensa: “I tifosi mi devono ascoltare. Quando eravamo secondi o terzi per tanto tempo ho sempre detto che questa squadra poteva pensare solo alla gara seguente, perché non avevamo il potenziale per arrivare in fondo a due competizioni. Non abbiamo mai scelto, ma solo pensato o alla prossima sfida. Sono 2-3 mesi che dico che non siamo da Champions League“. Ma l’Europa dei grandi dista solo 180’. Le due vittorie in Europa League, oltre al trofeo, regalerebbero anche l’accesso dalla porta principale.
Giovedì in Germania passa tutta la stagione della Roma, che da Bologna torna con l’ansia Celik, uscito dolorante alla coscia sinistra. Oggi gli accertamenti per scongiurare un nuovo infortunio: “Wijnaldum è recuperato. Celik è in dubbio. Dybala? Lui è un grande dubbio“.