La Gazzetta dello Sport (F.M.Ricci) – Senza Antoine Griezmann difficilmente il party offensivo dell’Atletico funziona. Ieri a Mestalla l’ennesima riprova. Col francese squalificato, Simeone ha provato inizialmente con la coppia argentina Correa–Vietto e ha chiuso con Torres–Gameiro. È finita 0-0 perché si sa che difensivamente l’Atletico difficilmente tradisce. Oblak non ha dovuto fare nemmeno una parata, nonostante il generosissimo impegno di Simone Zaza che si è consumato per 90 minuti in un’infinita serie di duelli corpo a corpo contro chiunque si trovasse sulla sua strada. All’Olimpico di Roma, in Champions, martedì sera Griezmann ci sarà.
TRASFORMAZIONE – Il Valencia è stato trasformato da Marcelino. Lo scorso anno con Pako Ayestaran era partito con 4 sconfitte consecutive, quest’anno in 3 partite è imbattuto e ha fatto 5 punti fermando prima il Madrid e poi l’Atletico. Trasformato anche Kondogbia, che dopo la grande prestazione del Bernabeu ieri ha recuperato 14 palloni e mostrato di nuovo le qualità appena intraviste all’Inter. Benissimo Parejo e occhio alla crescita costante del canterano Carlos Soler, la progressione sembra inarrestabile. L’Atletico ha sofferto a tratti la vitalità del rinato avversario ma ha meritato la vittoria. Non ha creato un gran numero di opportunità ma ha avuto tre belle occasioni sprecate da Correa, Vietto e Gaitan. Con Gimenez e Godin tornati tardi e stanchi dal Sudamerica il «Cholo» ha usato un’inedita coppia di centrali: Savic e Lucas. Ha retto bene, anche perché è stata protetta a dovere dalla linea mediana.
OTTIMO PARTEY – In panchina Gabi, ormai sta diventando un’abitudine: con Augusto Fernandez acciaccato le chiavi difensive del centrocampo colchonero sono state affidate a Thomas Partey, che, dopo i quattro gol nelle due sfide al Congo col Ghana nelle qualificazioni mondiali, è tornato ancora più sicuro delle proprie possibilità. Il giocatore africano sembra aver raggiunto la maturazione per diventare il pivote che vuole il Cholo, il pilone attorno al quale ruotano Koke, Saul e Carrasco. «Carrasco poteva essere determinante ma non ha fatto la prestazione di cui avevamo bisogno – ha detto Simeone – Pareggio giusto, tra due squadre che cercano di giocare in modo simile. Abbiamo creato ma non abbiamo segnato. Il Valencia veniva da un’ottima prova al Bernabeu. Marcelino è un ottimo tecnico e il gioco che applica ha caratteristiche simili al nostro. Personalmente, mi identifico con l’idea di Marcelino, del suo gioco e di quello che chiede al Valencia. Si chiudono bene, i giocatori attaccano bene gli spazi, gli attaccanti lavorano con intensità». Ora la Roma, poi l’atteso debutto nel nuovo stadio, sabato prossimo col Malaga.