Il Tempo (E. Zotti) – La Roma rinuncia all’ennesima battaglia contro il sistema. Dopo giorni di riflessioni – tra consulti con i legali e confronti interni alla dirigenza – il club ha deciso di non presentare ricorso per le squalifiche di Mourinho, Tiago Pinto e dei due membri dello staff tecnico Rapetti e Nuno Santos.
La società ha scelto di non inasprire una situazione già tesa dopo il finale bollente di Roma–Verona, acceso dall’espulsione dello Special One – accompagnata dall’ormai celebre gesto della cornetta telefonica e da un pallone scaraventato in tribuna – e dal confronto andato in scena nel tunnel dell’Olimpico tra l’arbitro Pairetto e il general manager romanista.
Con la rinuncia ad un reclamo l’intento della Roma è quello di lanciare un segnale distensivo ad Aia e Figc dopo aver alzato i toni, pur non condividendo gran parte delle motivazioni riportate sul referto del giudice sportivo: molte delle frasi attribuite a Mourinho, Pinto e Nuno Santos per il club risultano distorte e alcune non sarebbero mai state pronunciate.
L’intenzione della società è quella di andare a fondo alla questione cercando di comprendere i criteri di compilazione dei referti federali, che in più di un’occasione non sarebbero apparsi del tutto fedeli ai fatti. Ad infastidire Pinto – che prima del match con lo Spezia si era lamentato pubblicamente – erano state anche le frasi che sarebbero state pronunciate nei confronti del direttore di gara lontano dalle telecamere e riportate nel referto degli ispettori federali.