Corriere dello Sport (R. Maida) – È diventato un caso di diplomazia internazionale. Mile Svilar ha detto no alla convocazione della nazionale serba dopo essere stato preallertato dal Belgio, il Paese in cui è nato e cresciuto. L’obiettivo era chiaro: giocare l’Europeo con Lukaku, dal momento che il portiere-totem Courtois è infortunato. Ieri però il ct Domenico Tedesco, che aveva già parlato al giocatore, ha deciso di fare un passo indietro. “Seguiamo da tempo Svilar ma non può più far parte della nostra squadra” ha sentenziato.
Il problema di interpretazione regolamentare, assolutamente inedita, è stato sollevato dopo un confronto con la Fifa: Svilar aveva esordito nelle selezioni giovanili belghe per poi cambiare, come capita a tanti, e debuttare nella Serbia A in un’amichevole del 2021 contro il Qatar. Glielo permetteva il doppio passaporto: suo padre Ratko, che pure è stato un portiere, ha raccolto 9 presenze nella Jugoslavia negli Anni 70. A quanto pare il dietrofront non è consentito: si può modificare soltanto una volta la nazionalità.
Resta da capire adesso cosa succederà perché il ct serbo Stojkovic, che lo aveva inserito nella lista dei preconvocati per le amichevoli di fine marzo, potrebbe decidere di non chiamarlo più. A calmare un po’ le acque ci ha pensato il presidente della federcalcio serba, Stevan Stojanovic che ha riaperto alla possibilità nei giorni scorsi: “Mile è ancora giovane, forse ha reagito all’emozione del momento e deciderà di giocare con noi. Noi crediamo in lui”.