La Repubblica (F. Ferrazza) – La spedizione spagnola di una Roma rigenerata in campionato, ha addosso i segni del tribolato cammino stagionale in Champions League, fatto di figuracce e valanghe di gol subìti. Oggi la partenza per Madrid, domani la partita, con le speranze dei romanisti ridotte all’osso. Ancora nelle orecchie di Pallotta (in volo oggi con la squadra) risuonano i fischi dell’Olimpico alla prestazione contro il Bate Borisov che consentì comunque alla squadra di superare il girone, approdando agli ottavi di finale. Prestazione che invece è stata stra applaudita, nella sfida d’andata, con il Real Madrid, terminata con una sconfitta (0-2) ma termometro di come le cose in casa giallorossa fossero sulla strada della guarigione. Su questo, oltre che su infinite e continue sedute tattiche, sta lavorando Spalletti, consapevole che i fantasmi del recente passato rischiano sempre di restare in agguato, pronti a colpire non appena la tensione cala. E se nel campionato italiano la Roma ormai giganteggia, in Europa ha troppe zavorre da scrollarsi di dosso. Le zavorre del periodo di Garcia.
«Peccato che non siamo stati fortunati nella partita d’andata- il commento del tecnico toscano- se avessimo avuto più fortuna avremmo avuto un po’ la vita facilitata. Diciamo che siamo più preoccupati noi di loro». E invece la partenza della squadra oggi somiglia molto a una gita in cui divertirsi dimostrando di saper tener testa al Real, ma con le speranze di superare il turno ridotte a un lumicino piuttosto flebile. Ma non impossibile visti i metodi di lavoro svelati dal Wall Street Journal, secondo il quale la Roma utilizzerebbe un software creato da una startup californiana. In pratica un sistema computerizzato per analizzare i dati delle squadre avversarie, in uso allo staff di Spalletti. Un sistema analitico “Tag.bio” creato a San Francisco da due giocatori dilettanti, sostenuti nel lancio della piattaforma proprio dalla Raptor di Pallotta, con un investimento iniziale di 250mila dollari. Chissà quanto delle sette vittorie di Spalletti sia anche il frutto di questo complesso e maniacale studio di dati, capace di individuare movimenti o scelte ricorrenti delle squadre, passando attraverso l’ultima interpretazione degli stessi, quella decisiva dell’allenatore.