La Repubblica (S. De Ricardis e F. Vanni) – Un paio di striscioni affettuosi della curva nord, tanti cori dai suoi ex tifosi, un cartellino giallo per proteste e un ceffone per tempo, il primo di Dzeko, il secondo di Sanchez. Questo porta a casa José Mourinho da San Siro, dove è tornato da avversario dell’Inter 4293 giorni dopo i trionfi in nerazzurro.
Battendo la Roma, l’Inter ha raggiunto la semifinale di Coppa Italia dove sfiderà la vincente fra Milan e Lazio, e alla Pinetina sperano tutti che gli avversari saranno i rossoneri. Inzaghi ha vinto in coppa pensando al campionato. In vista della partita di sabato a Napoli, dove da allenatore non ha mai vinto, nella formazione di partenza ha risparmiato Lautaro, Calhanoglu, Dumfries e De Vrij. Mourinho ha invece schierato il miglior undici possibile, preferendo Veretout e Viña a Cristante e Maitland–Niles.
Al via l’Inter è partita fortissimo. A Dzeko sono bastati 113 secondi per trasformare in gol, di piatto destro al volo, un cross di Perisic. All’1-0 del bosniaco, che da ex romanista non ha esultato, sono seguiti una traversa di Barella e un paio di belle occasioni su palle alte. La Roma ha impiegato un quarto d’ora a capire che la partita era cominciata. La prima fiammata giallorossa si è avuta dopo 18 minuti, con Handanovic che di piedi ha salvato su Zaniolo. In finale di tempo ha lasciato il campo zoppicante Alessandro Bastoni, per una distorsione alla caviglia destra.
Il racconto della ripresa si limita a una parata di Handanovic su un tiro di Sergio Oliveira, una gran botta da fuori di Barella, un salvataggio sulla linea di testa di Skriniar su un bel tiro da fuori di Zaniolo partito in fuorigioco. Poi, il missile all’incrocio di Sanchez che ha chiuso la partita con venti minuti di anticipo.