La Repubblica (A. Di Carlo) – Un ricordo indelebile che custodirà per sempre, l’emozione indescrivibile di vivere da vicino un Olimpico stracolmo di passione, nonostante un risultato spietato e duro da mandar giù. Ma la debacle giallorossa della Roma di José Mourinho con l’Inter di Inzaghi ha rappresentato il primo minuscolo ma importante tassello nel calcio dei grandi per Maissa Codou Ndiaye.
Difensore classe 2002 della Roma Primavera di Alberto De Rossi, per lui è arrivata la prima convocazione in Prima Squadra. Premio per una crescita costante che il ragazzo senegalese ha mostrato negli ultimi anni con la maglia giallorossa. Notato nel settembre del 2018 mentre palleggiava per strada da un osservatore dell’Afro Napoli, club multietnico dilettantistico di Napoli (città in cui il ragazzo, da solo, si era trasferito ed era ospitato in un centro di accoglienza per minori), è arrivato a Trigoria qualche mese dopo, riuscendo ad essere tesserato dal club giallorosso solo nell’ottobre del 2019.
Forte fisicamente, è un difensore centrale in grado di giocare sia in una linea a tre sia a quattro: grazie alla sua velocità, reattività e forza esplosiva, eccelle nel duello individuale aereo e nella difesa a campo aperto (qualcuno lo paragonò a Koulibaly), ma anche in fase d’impostazione se la cava egregiamente, mostrando una buona visione di gioco e la capacità di scegliere sempre la giocata più utile.
Dove può e deve migliorare è sicuramente nell’uno contro uno, dove mostra ancora qualche incertezza, ma i miglioramenti degli ultimi tempi sono stati tangibili ed evidenti. Ndiaye è un leader positivo della Primavera giallorossa, ben voluto dai compagni ed esempio di professionalità e impegno settimanale. Titolarissimo per De Rossi, ora è arrivata la chiamata di Mourinho: a Trigoria sono certi sia solo l’inizio.