Nati il 7 giugno – Sono consapevole del fatto che sarebbe opportuno cimentarsi solo su terreni noti, lasciando i conoscitori della materia a disquisire su indagini o sentenze. Visto, però, che il nostro è diventato un paese di tuttologi, dico la mia, tanto se posso parlare di calcio, posso fare altrettanto in altri campi a me sconosciuti. Il quotidiano “Il Tempo” di qualche giorno fa, a firma di Filippo Biafora, ha pubblicato il messaggio che Petrachi avrebbe inviato a suo tempo all’ex Presidente James Pallotta. Il testo pare fosse: “Buonasera Presidente, mi dispiace constatare che lei è un piccolo uomo (omissis) Ora le conviene mandarmi via perché dopo quello che ha voluto fare in maniera vile non le potrò più essere d’aiuto”. Orbene, fatto salvo il congiuntivo questo sconosciuto, il Giudice del lavoro ha ritenuto che tale messaggio non comportasse, come conseguenza, un licenziamento per giusta causa. Non è mia intenzione criticare chi, a differenza mia, sa di codici e pandette, però, mi piacerebbe sapere cosa accadrebbe se, l’estensore di quella sentenza, inviasse identico messaggio al Presidente della Sezione Lavoro. Forse, ma forse, il CSM un qualche provvedimento disciplinare lo adotterebbe. Ripeto, si tratta del parere da uomo della strada, pertanto, certamente fallace.
Del pari, non dovrei avventurarmi ad analizzare le contraddittorie indagini della creativa Procura Federale. Pur con tutta l’antipatia per entrambi i soggetti interessati, fare rientrare nella violazione dell’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva (dovere di lealtà, correttezza e probità), meritevoli d’indagine, le frasi rivolte dalla Tribuna dal Presidente Agnelli al mister Conte captate dai microfoni, o, per contro, l’esposizione del dito medio sfuggito alla quaterna ed alla prova televisiva, vuol dire ingolfare un ufficio già oberato di lavoro, solo per seguire l’onda emotiva agitata dalla pressione mediatica.
Da un argomento sconosciuto ad un altro. Non più tardi di domenica mattina, al solito, Paulo Fonseca veniva aspramente criticato per avere osato prendersela con i giornalisti a causa delle reiterate, noiose e destabilizzanti domande su Edin Dzeko. Poi, la Maggica si rende protagonista di una gara strepitosa contro l’Udinese, reduce da una serie di risultati positivi, e molti, costretti a prenderne atto, arrivano ad equiparare i 43/44 punti in classifica attuali, con i 47 del campionato 2016/17. Errore che pare commesso in concorso da una sorta di cartello; ma tanto, chi se ne accorge? Hanno sempre ragione loro.
Una cattiva notizia la devo dare. Non crediate che la Roma abbia conquistato tre punti in classifica contro i friulani. I criteri di assegnazione sono cambiati. Quando si vince contro le squadre che ti stanno dietro in classifica conquisti solo 1 punto, mentre contro le prime ti vengono assegnati sei punti in caso di vittoria e due in caso di pareggio.
Sono impazzito? Confermo, lo sono; ma confesso di essere stanco di leggere, dopo ogni vittoria, che non vinciamo contro le squadre della parte sinistra della classifica. Se si vincessero tutte le gare contro le seconde tredici, si conquisterebbero 78 punti, con cui il traguardo Champions sarebbe garantito. Ora, nessuno si permetta di dire che la Champions non rappresenti un obiettivo, perché qualcuno è diventato grandissimo arrivando quarto, mentre per noi non aveva alcun valore il secondo posto; ma questo rientra nelle stesse elucubrazioni di chi ti massacra se perdi in nove contro undici, dopo che il tuo centravanti si è divorato tre reti, mentre è tollerante con chi perde in undici contro undici senza tirare mai in porta. D’altro canto, se la squadra e l’allenatore vengono esposti al pubblico ludibrio da chi li dovrebbe difendere, chiunque si sente autorizzato al tiro al bersaglio.
P.S. Un amico, uno dei miei 14 lettori, mi ha portato a conoscenza di una curiosità. Nelle nove occasioni in cui il Milan non è riuscito a vincere, tra campionato e coppe varie, non ha usufruito di alcun calcio di rigore. Se tre indizi fanno una prova, nove rappresentano la certezza del fatto che gli aiutini facciano la differenza.