Pagine Romaniste (R. Gentili) – Di misura, in casa di una delle due candidate allo scudetto. La Roma perde 1-0 contro il Napoli al Maradona. Il primo tempo è incoraggiante: gli azzurri di Conte corrono, spingono e spuntano da ogni dove. I giallorossi, fitti e concentrati più a non concedere spazi che a crearli, resistono. La pausa, però, ne spezza la concentrazione. Al rientro dagli spogliatoi, Ranieri cambia: dentro Hummels e Baldanzi.
Doppio cambio che sortisce l’effetto contrario. Il tedesco è il protagonista – o antagonista – della rete con cui i partenopei volano di nuovo verso la vetta della classifica. Angelino, bersaglio delle trame napoletane, è troppo fuori posizione quando la palla taglia il campo e giunge a Di Lorenzo, libero – troppo – di crossare per Lukaku: lì ci sarebbe proprio Hummels. Il tedesco, memore dell’autogol di Firenze, non allunga la gamba sul pallone che gli passa lì vicino e finisce sul piede di Big Rom. Pochi minuti dopo, poi, lo stesso terzino spagnolo porta sui piedi di Baldanzi il possibile pareggio, mal indirizzato e spedito in alto.
LE PAGELLE
Svilar 6 – Subito chiamato ad essere costantemente sull’attenti. Resta sulle giuste frequenze del match, mettendoci mani e piedi sul primo palo, poi anche la testa come nell’uscita sui piedi di Lukaku. La prima, però, poiché nella copia dell’azione alla ripresa è il belga ad arrivare prima e batterlo. La presenza di Hummels, di nuovo fuoco amico, non aiuta nella lettura.
Celik 6 – Gioca con la testa, tatticamente e fisicamente: respinge i diversi lanci a campanili così. Quelle volte in cui non era esattamente in posizione, è bravo a recuperare lo spazio alle spalle. Ed il pestone di Lukaku andava punito con il giallo.
Mancini 6 – Chiude su un paio di angoli, con El Shaarawy ci mette un po’ a trovare la sincronia per contenere le solite ma sempre efficaci finte di Kvaratskhelia. (Dall’88’ Dybala sv – Ricomincia da tre. Minuti, però. Entra sul finire di primo tempo, alimentando ancor di più quello che sembrava essere un caso più ipotetico che reale).
Ndicka 6,5 – Conte fa affidamento sulla potenza fisica di Lukaku per riprendere la corsa scudetto. Non considera, però, che tra le pedine difensive giallorosse ci fosse Evan: l’ex compagno è contenuto, e neppure senza grandi affanni al netto di quel che potrebbe sembrare per il giallo, arrivato solo per una trattenuta. Si concede finanche coperture acrobatiche.
Angelino 5 – Le magliette azzurre che sfrecciano davanti diventano incontenibili. Il Napoli trova facile accesso sulla corsia dello spagnolo, arrivando a dama ad inizio ripresa col cross di Di Lorenzo girato in porta da Lukaku. Cercando di scuotersi di dosso il senso di colpa, in pochi minuti confeziona due assist per Baldanzi, che manda alto, e Dovbyk, andato sulla traversa.
Pisilli 6 – Anche Ranieri non rinuncia alla giovanile esuberanza. Lo porta a sbagliare qualche appoggio, vero, ma anche ad avere la personalità necessaria a calciare da fuori area nell’unico tiro giallorosso registrato nelle statistiche. Aggiunge anche il giallo che lo esclude dalla partita con l’Atalanta.
Koné 6,5 – Koné o Kanté? Magari se lo sarà chiesto Ranieri, che potrebbe aver rivisto nel francese il formidabile recupera palloni del suo Leicester. Manu, come il connazionale, occupa ogni zona di campo. In qualsiasi modo. All’ineccepibile lavoro di copertura, aggiunge quello di tessitura, soprattutto per El Shaarawy.
Cristante 6 – Richiama la squadra a reagire, nel pre e durante il passare degli impegnativi minuti del Maradona. Appena avviato, il cronometro rischia di bloccarsi quando la deviazione dell’angolo si trasforma in assist per Lukaku, fortunatamente poco freddo – almeno in quel frangente – quand’era il momento di concludere.
Pellegrini 5 – “Introverso per essere romano. Deve reagire e lo saprà fare”. Ranieri lo ha un po’ punzecchiato, comunque senza rinunciare ad una carezza. Le idee sono però cupe, nulle. Si fa realmente vivo solo alla mezz’ora, nel contrasto con Kvaratskhelia da cui recupera una palla catapultata per Dovbyk. A fine primo tempo, però, è lui ad essere catapultato in panchina. (Dal 46’ Baldanzi 5 – Anguissa ed il suo fisico gli danno subito il benvenuto. Si adatta, creandosi man mano il suo spazio. Dopo il vantaggio, ha la possibile palla del pareggio: il sinistro la porta però alta).
El Shaarawy 5,5 – Meglio dietro che in avanti. Scelto per contenere Kvara, dopo una prima fase di adattamento riesce a prenderne i tempi. Gli importanti recuperi, anche sulla linea laterale, non lo privano di servire Dovbyk. Lo fa perfettamente attorno al quarto d’ora, ma l’ucraino non ha l’immediato istinto di girare verso Meret. (Dal 46’ Hummels 5 – Secondo timbro con la Roma, seconda firma su un subìto. Sempre in una città d’arte, che non lo riesce evidentemente ad ispirare. Bizzarra questa combinazione. A Firenze l’autogol, il cui fantasma lo porta a non allungare la gamba sul cross che invece Lukaku spinge dietro Svilar).
Dovbyk 5,5 – Con Ranieri il compito di abbassarsi per ricevere ed attaccare lo spazio è semplificato. Esso davanti alla porta da El Shaarawy, Artem perde il tempo di gioco che richiedeva il tiro verso Meret. Ci pensa dunque Angelino a regalargli la seconda chance, fermata dalla traversa colpita di testa in corsa. La medesima che per abbassarsi, l’input è normale che un po’ ci sia, gli impedisce di curare diversi inviti.
Ranieri 6 – Il primo tempo non lo soddisfa. I cambi – Hummels e Baldanzi – portano però alla rete di Lukaku. L’acclamata ricerca del bambino va continuata. Oggi, se c’era, si è un po’ rintanato. Altro tasto su cui ha battuto, la compattezza e l’essere squadra, dovrebbe essere stato toccato.