Il Messaggero (A. Angeloni) – Radja Nainggolan ha sempre un pezzo di cuore qui, ieri è stato a Trigoria a salutare qualche amico. “Roma mi è rimasta dentro, sono tornato per alcuni impegni personali, un saluto veloce e ora torno in Belgio“.
Non vedrà la partita di Conference?
Vediamo, se riesco, torno volentieri.
La Roma è a un passo dalla finale.
Sono contento, non si vince da tanti anni. La piazza, i tifosi, meritano un successo. Senza stare a guardare se si tratti di Champions, Conference o altro. Bisogna tornare a vincere in qualche modo. E basta.
Lei non c’è riuscito.
È il mio grande rimpianto. La mia Roma era fantastica, una squadra con le palle, con grande qualità. Peccato essere andato via e senza vincere.
La notte con il Barcellona vi ha dato la sensazione di poter arrivare al traguardo?
Solo quella squadra poteva ribaltare un risultato negativo come quello di Barcellona.
Quando avete capito che si poteva fare?
Durante la settimana c’erano sensazioni positive, le abbiamo cavalcate ed è venuta fuori quella grande partita. In squadra c’era grande personalità, uomini veri.
Il Liverpool ha rovinato tutto.
Ecco, quella è una partita che mi piacerebbe rigiocare. Con il Var, chissà, magari l’avremmo vinta e saremmo andati in finale. Bastava vedere il mani di Alexander Arnold e sarebbe cambiato tutto.
Lei sbagliò un passaggio a inizio match e tutto si complicò.
Un retropassaggio leggero, peccato. Poi ho anche segnato, ma ormai era tardi. Ma io penso una cosa.
Dica.
Oggi, quella squadra, vincerebbe lo scudetto. In questo campionato può succedere di tutto, le prime della classe sono inferiori alla Juve dell’epoca e noi eravamo lì.
Che partita prevede domani?
La Roma non deve pensare a difendere. Ha bisogno di equilibrio. Non deve fare un’impresa. Se passa questa, il più è fatto: la Roma è più forte di Feyenoord e Marsiglia.
Chi può spostare gli equilibri?
Purtroppo non ci sarà: Mkhitaryan. Uno che ha strappi determinanti, ha la giocata, la qualità, ha forza. Devastante. Peccato non averlo a disposizione.
E Pellegrini?
Lui è forte, ha la giocata decisiva negli ultimi metri. E in più sa tirare i calci di punizione, gli angoli. Il gol può arrivare da lì.
Per il modo in cui si è inserito e per il rapporto con i tifosi, Abraham ricorda molto lei.
Pure lui è un lottatore. A volte troppo e perde lucidità, ma è molto forte.
E Zaniolo?
È un grande giocatore, devastante, ma la sua forza deve essere la forza di tutti. Spesso si perde nell’ultima giocata. Ma è una questione di età, dovrà crescere.
Di Mourinho che pensa?
Mi piace la sua sincerità, anche se a volte può avere effetti negativi sulla squadra. Però è un grande.
Chi regalerebbe della sua Roma a Mou?
Sono ancora legato a quel gruppo, non ne scelgo uno. Dico tutti.
Come va ad Anversa?
Bene, bene. Siamo una squadra giovanissima, io sono il più vecchio e certe volte devo mettere in riga qualcuno.
In Belgio fanno le pulci alla sua vita privata?
La mia vita è la mia vita. Mi devono lasciare in pace e guardare quello che faccio in campo. E finché sto così giocherò.