Il Messaggero (S.Carina) – Gira che ti rigira, il mercato della Roma è sempre legato ad una questione di conti. Lo scorso anno il club, nell’ambito delle sanzioni ricevute per il Fair Play finanziario, si è impegnato a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2017-18 e altresì a non superare un deficit aggregato di 30 milioni per gli anni finanziari 2015 e 2016 (esempio: 25+5, 15+15, 10+20…). Avendo chiuso l’esercizio della passata stagione con un rosso di 41,2 milioni (dai quali tuttavia vanno detratte alcune voci, come ad esempio le spese investite nel vivaio, per un totale di 12-13 milioni), vien da sé che per rispettare i parametri imposti dalla Uefa, la Roma (alle prese anche con diversi riscatti da esercitare entro giugno) dovrebbe chiudere i conti in pareggio o leggermente in attivo. Al momento ci sono due calciatori in rosa che garantiscono di farlo: Nainggolan e Pjanic.
L’INDECISIONE – La Roma preferirebbe cedere il bosniaco per 2 motivi: 1) La plusvalenza sarebbe maggiore 2) In virtù della clausola rescissoria (38 milioni) incasserebbe immediatamente il cash. Il ‘problema’ è che nonostante i rumors, almeno per ora società disposte a mettere sul piatto quei soldi per il bosniaco non si sono palesate. Per intenderci, l’interesse c’è ma non a 38 milioni. Sono due i calciatori per i quali a Trigoria fanno la fila: Manolas e Nainggolan. Il difensore, però, non si può cedere perché sino al 1 settembre è in comproprietà con l’Olympiacos e dunque un’eventuale cessione andrebbe divisa con la società greca. Rimane Radja. Il Chelsea, nonostante le indiscrezioni giunte ieri dall’Inghilterra che davano la trattativa per conclusa, resta fermo sull’offerta di 30 milioni più bonus. La Roma ne vuole 40 (United e Psg restano alla finestra). Per i parametri Uefa, contando il risultato economico e non finanziario, anche la cessione di Nainggolan potrebbe essere inserita a bilancio entro il 30 giugno, seppur poi ufficializzata dopo il 1 luglio. Accadde la stessa cosa con Holebas (al Watford) lo scorso anno. Soltanto dopo il 30 giugno partirà la seconda fase del mercato. Che potrà variare sensibilmente se la Roma dovesse arrivare seconda (con la certezza della Champions) o terza.
IL SOGNO ICARDI – Quello che appare chiaro è che difficilmente a Trigoria potranno abbinare la cessione di due big al mancato rinnovo di Totti. Il reparto da rifare è la difesa. Pressing sullo svincolato Caceres. Lo juventino è il prototipo del difensore richiesto da Spalletti: forte fisicamente, capace di giocare il pallone e di ricoprire più ruoli. Sull’altra fascia, considerando le difficoltà per Digne, fari puntati su Ansaldi (l’alternativa è Masuaku, difficile arrivare a Gaya: costa 20 milioni). In porta la volontà è di affiancare ad Alisson un altro elemento. Piace Zieler dell’Hannover ma intanto sono stati offerti 5 anni di contratto a Rulli della Real Sociedad. Nell’allestimento della rosa bisognerà comunque tener conto anche del numero degli italiani. Spalletti è stato chiaro: con Castan in partenza, vuole un centrale mancino. In quest’ottica Acerbi è in pole. A centrocampo monitorati gli under 21 Rabiot e Zielinski. In avanti il centravanti caratterialmente giusto sarebbe Icardi, il preferito da sempre di Sabatini. E che stuzzica non poco Lucio. Parlarne ora, però, è prematuro.