Il centrocampista più presente della rosa è anche l’unico che non è mai rimasto fuori per motivi fisici. Vai a vedere che, in fondo, Radja Nainggolan deve ringraziare il c.t. del Belgio Wilmots che non lo ha voluto al Mondiale e gli ha consentito di fare una preparazione senza problemi? D’altronde, è pura cronaca (e Nainggolan può essere libero di fare tutti gli scongiuri del caso): Pjanic e De Rossi, che in Brasile ci sono andati, hanno avuto una stagione tormentata, di Strootman neanche a parlarne, Keita ha dovuto giocare la Coppa d’Africa e a 35 anni ha risentito del super impiego. Il guerriero belga, invece, smaltita la delusione per l’assenza mondiale, si è rimesso in riga, ha lavorato e non solo è diventato il centrocampista della Roma con più minuti in campionato (27 presenze, come Pjanic, ma 2093’ contro 2071’), ma è anche diventato un punto fermo della nazionale, giocando le ultime due partite, contro Cipro e Israele, come «numero 6» davanti alla difesa. Ruolo che, Keita permettendo, potrebbe ricoprire anche oggi contro l’Atalanta, unica certezza in mezzo al campo di una squadra che di certezze, negli ultimi mesi, ne ha avute sempre meno. Ma che oggi può riprendersi il secondo posto con un controsorpasso.
PREZIOSO Senza di lui la Roma in campionato ha vinto una sola volta, a Udine, quando è rimasto in panchina per scelta tecnica. Squalificato, Nainggolan ha invece saltato le due partite contro Palermo (col finale di 1-1) e Sampdoria (0-2 all’Olimpico). Che sia prezioso, per Garcia, è storia nota, che lo sia diventato anche per Wilmots, nonostante due caratteri non semplici da far convivere, è invece storia recente. Il c.t. lo ha messo a protezione della difesa per lasciare più spazio a Fellaini e avanzare De Bruyne. E Radja lo ha ripagato con due prestazioni (quasi) da migliore in campo, in cui ha potuto esprimere al meglio il suo essere «box to box»: pressare, recuperare palla e ripartire, corsa, fiato, polmoni e passaggi precisi, come da giovane aveva fatto nell’Under21 del suo paese.
RUOLO PREFERITO Sembra che giocare «alla De Rossi» sia quello che preferisce, nella Roma sa che Daniele, quando sta bene, è uno dei migliori interpreti del ruolo. Se oggi dovesse toccargli, Nainggolan comunque è pronto. Dopo le partite col Belgio, infatti, si è sbilanciato: «Già da giovane avevo giocato così, è un ruolo che mi piace e penso che potrei giocarci di nuovo. Mi piace essere aggressivo, mettere pressione all’avversario perché è un aspetto chiave del mio gioco». Un altro aspetto chiave è quello di non guardare in faccia nessuno in campo, neanche gli amici più stretti, ma oggi non ci saranno problemi visto che Pinilla, il fratello cagliaritano ora all’Atalanta, è squalificato.
IL CONTRATTO Problemi, in teoria, non dovrebbero esserci neanche per il contratto di Nainggolan. Il suo procuratore ha parlato e parla ancora con il d.s. Walter Sabatini per trovare l’accordo sull’adeguamento economico che dovrebbe arrivare (2,5 milioni di euro a stagione), adesso però va trovato quello con il Cagliari per il riscatto. E non sarà facile, visto che ci sono parecchi club, soprattutto inglesi, sulle sue tracce.
Gazzetta dello Sport (C. Zucchelli)