Nainggolan: “A Roma ho sentito le emozioni più forti, è stato pesante andare via”

Radja Nainggolan ha rilasciato un’intervista a Fanpage. L’ex centrocampista della Roma ha affrontato diversi temi. Di seguito le sue parole.

Sull’esperienza a Roma

A Roma c’è stata la luce più splendente della mia carriera. È lì che ho sentito le emozioni più forti. A livello umano è stato pesante andar via perché ero molto affezionato alla piazza. Nella vita vanno fatte delle scelte, anche se col senno di poi penso sia stata la scelta sbagliata perché avevo costruito un gran rapporto con Roma. All’Inter è iniziata bene ma finita male, ma non sono uno che racconta ca**ate, e se in quel momento mi andava di dire qualcosa l’ho detto perché intendevo farlo.

In nerazzurro sei passato da Spalletti, con il quale a Roma avevi avuto un rendimento da centrocampista top europeo, a Conte, con il quale non è andata bene.

Con Conte non ho avuto alcun problema. Ho lavorato cercando di ricavarmi il mio spazio e lui ha fatto altre scelte, che rispetto. È facile dire ‘Non gioco, l’allenatore non è bravo’. Per me Conte è un allenatore importante, e non per niente ha riportato lo Scudetto a Milano. Io poi ho fatto una scelta tornando a Cagliari, dove mi sono sempre sentito a casa. E dopo il mio ritorno alla fine del girone d’andata eravamo terzi, anche se poi non abbiamo retto.

Allegri, Spalletti, Rudi Garcia, Conte. Hai avuto molti allenatori importanti.

Per me ogni allenatore ti dà qualcosa. Ho avuto anche Pioli e Iachini, che per me preparava benissimo le partite, forse un po’ all’antica… Di base credo che finché tu impari qualcosa di nuovo ogni allenatore è importante.

Nell’ultimo match di cartello si sono sfidate il Napoli del ‘tuo’ Spalletti e la tua Roma.

Credo che la Roma abbia meritato il pareggio. È stata una partita giocata alla pari dove il Napoli è andato in vantaggio per un rigore un po’ stupido, visto che non credo che Lozano potesse far gol da lì, ma nella quale poi la Roma si è ripresa e ha portato a casa il suo punto in maniera meritata.

Vincere a Napoli è difficile come a Roma?

Sono due piazze molto simili, due piazze talmente passionali dove le aspettative sono enormi e dovrebbero sognare in silenzio. Servirebbe un maggiore equilibrio. Perché poi la passione è troppo pesante. Poi io ad esempio accettavo le battute e ridevo, ma altri giocatori invece no.

Nel 2014 preferisti la Roma al Napoli per una questione meramente economica?

Non solo per una questione economica. Sai come funziona, quando sei molto legato a una piazza ovviamente qualcosa ti condiziona. Parliamoci chiaro, sia Napoli sia Roma sono due piazze bellissime, sono le più importanti a livello di tifo in Italia. Ho pensato fosse più giusto andare alla Roma per rispetto ai tifosi del Cagliari.

Alla Roma con Spalletti hai vissuto la miglior stagione della tua vita a livello realizzativo giocando praticamente dietro la punta.

Sì, diciamo che Spalletti era abituato a giocare con un trequartista alla Totti, mentre oggi lo fa con Zielinski, che ha molta più qualità di me. Con me era diverso perché in quel caso ero il primo a fare pressing insieme al centravanti. Quell’anno abbiamo registrato il miglior punteggio della Roma  in Serie A, quindi male non è andata….

In quel periodo ti sei sentito il centrocampista più forte del campionato?

Avevo una concorrenza importante. C’erano giocatori come Pjanic, Hamsik, e gli stessi De Rossi e Strootman, che giocavano con me. Poi per i gol Hamsik era impressionante, faceva 15 gol a stagione, si inseriva meglio di me e batteva anche i rigori. Io con Totti e De Rossi quando li battevo? (Ride). Io ho sempre detto di essere un giocatore diverso perché facevo giocare meglio gli altri, lavoro per far uscire il meglio dagli altri. Per me la cosa più importante è sempre la squadra

Incredibile che quella Roma non abbia vinto nulla…

Se quella Roma lì avesse rivaleggiato contro la Juve di oggi ce la saremmo potuta anche giocare. Ma in quegli anni la Juve era imbattibile. Oggi è ancora forte, ma in quegli anni era devastante.

Una delle tue migliori qualità era il tiro. Hai mai fatto a gara con Totti in allenamento?

(Ride). Qualche volta potevi anche vincerne qualcuna, ma poi alla fine il gol più bello lo faceva sempre lui. Francesco ha una tecnica di tiro che ancora oggi fa impressione, come vediamo in alcuni video di quando gioca a calciotto, tira certe mine da metà campo… Il tiro gli rimarrà sempre. La differenza tra me e lui è che lui aveva un talento innato per la conclusione, io ho sviluppato il mio talentino col tempo.

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