La Repubblica (P. Torri) – Eppure De Rossi un errore lo ha fatto. Quattro partite di troppo con Rui Patricio titolare in porta. Ovvero le prime quattro sulla panchina dei suoi sogni: Verona, Salernitana, Cagliari e Inter, prima di dare fiducia a Mile Svilar. Non era facile, ce ne rendiamo conto: pronti via e mettere in panchina un portiere come Rui Patricio al quale in Portogallo hanno dedicato una statua e fiumi d’inchiostro. Peraltro di quelle quattro partite di troppo, La Roma, del Sedici ne ha vinte tre (nonostante un paperone di Patricio contro il Verona), perdendo soltanto contro l’Inter. Partita in cui il portoghese ne ha presi quattro, ingigantendo i dubbi sul suo rendimento che poi hanno portato De Rossi a dire, alzati Svilar, tocca a te, para e facci vedere chi sei. Lo sta facendo vedere. Ultima rappresentazione a Napoli. Dove il belga-serbo è stato protagonista a più riprese, mettendo la sua firma su un pareggio che potrebbe voler dire molto in chiave qualificazione Champions che vale una sessantina di milioni.

Ma adesso nasce un problema. Se nel prossimo mercato si dovesse presentare qualche club, soprattutto inglese, con un’offerta indecente, in grado di garantire buona parte di quelle plusvalenze obbligatorie entro il 30 giugno, che fare? La risposta ce la dovrebbe dare il direttore sportivo. Solo che a oggi, il ds La Roma non ce l’ha. Perché le settimane di tempo per annunciarlo sono diventate mesi. E non ci sono segnali di novità. Non sarà il caso di accelerare i tempi? Il rischio di essere in ritardo, è già concreto. E il lavoro da fare è enorme. Puntando a tenere Svilar.