La Gazzetta dello Sport (C. D.) – L’esempio a cui la maggior parte del calcio guarda quando pensa alle multiproprietà è il City Group, col Manchester City vertice della piramide di un impero di 13 squadre e di 5 continenti diversi, compreso il Palermo. I vantaggi: a livello calcistico, usare la piramide della proprietà per far crescere i calciatori: partono dai campionati meno impegnativi per arrivare alla squadra al vertice della piramide. A livello economico si ammortizzano i rischi di investimento e si punta a far crescere il brand dei vari club. Le regole sono state introdotte per evitare conflitti di interesse prima di tutto a livello sportivo. Come due club dello stesso gruppo che si trovano contro nelle coppe (successe a Salisburgo e Lipsia, entrambe nell’universo Red Bull).

La Figc ha deciso di vietare le multiproprietà a partire dalla stagione 2028-29. Sarà possibile quindi per un soggetto o un gruppo avere un club in Italia e altri all’estero. L’Uefa nella sua nuova normativa parla di “controllo o influenza decisiva” come caso per cui due squadre non possono partecipare alla stessa competizione. Possibile avere club diversi in coppe diverse o, come nel caso di City e Girona in Champions, che un sistema di multiproprietà abbia nella stessa competizione un club che controlla e uno in cui ha una partecipazione “non decisiva”.