Corriere della Sera (M. Ferretti) – Adesso viene il facile. O il difficile, chissà. Questo perché resta da stabilire se sia più semplice (o più complicato, fate voi) acquistare oppure vendere. La Roma in giugno ha venduto bene, ma ora che si è fatto luglio deve acquistare meglio. La lista della spesa presentata da José Mourinho a Tiago Pinto è nota: il gm deve ancora ingaggiare un centrocampista con spiccate attitudini offensive e, soprattutto, un centravanti che non soffra e che non faccia soffrire la squadra di mal di gol.
Vietato giocare con il numero 9, insomma. Che non significa andare in campo senza un centravanti, ma semplicemente che è proibito non azzeccare il nome giusto. Niente scherzi: là davanti serve un attaccante forte, collaudato. Un uomo garanzia. Per quel ruolo è rischioso affidarsi a giovani di prospettiva, a prospetti altalenanti: no, serve un top player. Serve uno che sia sinonimo di qualità. Cioè di gol, il problema principale dell’ultima Roma.
Se due centravanti chiudono il campionato con 8 reti complessive, come è possibile pensare in grande? Ogni riferimento alla coppia Abraham-Belotti è puramente voluto. I top player, si sa, costano; la Roma, però, non può permettersi di star lì a contare i soldi per un ruolo così determinante. Servono acquisti da mercato vero, non (più) da mercatino. Sennò, chi lo sente Mourinho.