Il Messaggero (A. Angeloni) – Non c’è niente da fare, il fascino di José Mourinho è eterno e planetario. Qui e altrove. A Roma, sono già tutti pazzi per lo Special; a Newcastle, vorrebbero “impazzire” il prima possibile. Già, perché il nome che si fa nel nord d’Inghilterra dopo l’acquisto del club da parte dei ricchissimi sauditi, è proprio (e solo) quello dello Special.
Qui ha conquistato una città in poco tempo, con le parole (sempre puntuali, sia quando gioca in difesa sia quando deve attaccare) e con i fatti (a parte due evitabili cadute, derby compreso). Ormai, è una specie di totem, e ombrello protettivo: ogni partita, ogni trappola, ogni difficoltà è superabile perché c’è lui, questo il pensiero romanista.
Una sorta di magnetismo, che coinvolge, trascina, dà speranza. In Italia ha strappato il cuore agli interisti, ora la missione si ripete nella Capitale. Ovunque vada, ruba un cuore. La terra dell’amore, però, è l’Inghilterra, quella Premier che ha conquistato e dalla quale si è fatto sedurre
Roma è la città eterna, come il suo fascino: al giallorosso si è legato per tre anni, un progetto finalizzato a portare a casa qualche risultato, eccome se da queste parti se ne sente il bisogno. E questo bisogno, Mou, ce l’ha dentro da sempre. Eterno anche quello.
Mou ha dato la parola ai Friedkin e ora non pensa a nulla, se non alla Roma. Concentrato su una partita che non è proprio insignificante, né per lui né per il suo club né per i suoi tifosi. La Juve aspetta, o risale o resta sotto le sabbie mobili, la Roma vuole volare, pur sapendo – come ricorda sempre José – che la rosa quest’anno non proprio è all’altezza.