Il Messaggero (S. Carina) – Se ve lo aspettate sulle barricate, pronto alla battaglia per il mancato arrivo del centravanti, stavolta avete sbagliato. Sarà perché mancano ancora una decina di giorni alla fine del mercato, perché “la proprietà e Pinto mi hanno assicurato che arriverà” o perché “il mio pensiero è alla Salernitana”, José Mourinho si avvicina al debutto in campionato con la consapevolezza che oggi, buttare benzina sul fuoco sarebbe controproducente.
Ne rimarca chiaramente l’assenza, “Siamo in ritardo, è dal 4 giugno che Abraham si è fatto male”, ma è capace anche di regalare una carezza alla società per gli arrivi a centrocampo: “Quando è andato via il signor Matic, sono arrivati Paredes e Renato Sanches, non Tonino e Peppino. Hanno bisogno di tempo ma l’argentino mi piace tanto e Renato è un giocatore top”.
ll signor Matic, è un nervo scoperto: “Chiedete a lui i motivi dell’addio ma dopo aver ascoltato il ds del Rennes che ha detto come fosse un mese che parlavano, c’è poco da dire”. C’è rimasto male, anche perché Nemanja era uno dei pilastri della famiglia. Che oggi avrà bisogno più che mai dell’apporto del pubblico, al 35° sold out: “Ai nostri tifosi chiedo ancora una volta di giocare da attaccanti. Leggo che la gente potrebbe entrare dieci minuti dopo per protestare contro il divieto di portare le bandiere. A loro dico che noi abbiamo bisogno di loro dal primo minuto”. Il capofamiglia chiama tutti a raccolta.
E poco importa se sarà per l’ultima stagione. Pur non volendo entrare nel merito dell’incontro tra lui e i Friedkin andato in scena in Portogallo (“Chi sono io per parlarne, se ci siamo visti a Lisbona o a casa mia a Setubal, sono un dipendente, loro i proprietari amanti della privacy”), José dà l’idea di aver sotterrato l’ascia di guerra. Anche con il mondo arbitrale: “Chiedo solo di essere trattato come gli altri”. Ha poca voglia di stilettate. Ma se Sousa vede la Roma competitiva per lo scudetto, lo Special replica lanciando la Salernitana: “Può pensare all’Europa”.
Oggi si fa sul serio: per dimostrarlo, ieri la squadra è rimasta in ritiro. Il tempo degli esperimenti è finito. Ed è per questo motivo che Llorente sarà preferito a Ndicka che “deve ancora imparare a giocare con noi”. Mou è uno specialista delle prime giornate di campionato. In carriera ha perso soltanto una volta, con il Tottenham nel 2020. Per il resto 13 vittorie e 7 pareggi. In giallorosso en-plein: 2 successi su 2. Oggi si siederà in tribuna, per la prima delle due giornate di squalifica. In panchina, l’icona Conti: “È un onore, lui è la storia”. La stessa che vorrebbe scrivere nel suo terzo anno nella Capitale.
Per riuscirci dovrà essere accontentato sull’attaccante. Con il capitolo Marcos Leonardo che ora è chiuso e rinviato a gennaio – nei prossimi giorni la Roma conta di chiudere un pre-accordo in vista della sessione invernale – rimane viva la pista che porta a Zapata. Nonostante il ko di El Bilal Touré (4 mesi di stop) l’Atalanta, se la Roma garantirà i 10 milioni della valutazione, è pronta a chiudere l’affare. Un appuntamento tra i club è fissato per lunedì. Pinto conta di regalare il colombiano a José per Verona. Non resta che attendere.