Corriere dello Sport – La mimica e il sorriso riflettono alla perfezione l’umore:”Ci siamo fatti un…coso tanto per arrivare fin qui, ora non vediamo l’ora di giocare questa finale“. E con le mani José Mourinho disegna lo “sforzo” che ha compiuto la Roma per raggiungere Budapest: “Questa non è la rosa più forte che io abbia allenato ma è tra le più belle dal punto di vista umano. Meritiamo una grande soddisfazione“.
È lui l’attrazione del media-day, l’evento Uefa dedicato alle finaliste delle tre competizioni internazionali. Ci sono giornalisti inglesi e non solo nella sala conferenze di Trigoria. Mourinho si cala nel ruolo con garbo respingendo domande sul futuro: “Non è merito mio se siamo a questo punto. È merito dei ragazzi. In questo momento non penso a cosa succederebbe all’indomani della finale. Se saremo in Champions, se saremo in un’altra coppa. Il mio focus è tutto su questa partita. E anche un minimo su quella precedente di Firenze, che sarebbe stato meglio non giocare“.
Lo incalzano, gli osservatori stranieri, domandandogli la ragione di un rapporto così simbiotico con i tifosi della Roma: “Credo che la gente mi riconosca la voglia di dare sempre tutto per il club. Si può vincere o meno ma l’atteggiamento è sempre lo stesso. E sarà duro il giorno in cui me ne andrò da qui. Ma io ho sempre amato tanto le mie squadre: Porto, Chelsea, Inter, Real Madrid, Man United e ora Roma. I tifosi dei club in cui ho lavorato me lo riconoscono ancora, quando li incrocio per le strade”.