Il Tempo (L. Pes) – Se non è abbondanza, poco ci manca. Con la premessa d’obbligo di escludere dal discorso il reparto difensivo, che pur ritrovando Kumbulla, è orfano di Smalling da tre mesi, la Roma ora può contare su una rosa decisamente più ampia rispetto alle ultime settimane. E il primo a sorridere, ovviamente, è Mourinho. Il tecnico è stato chiaro dopo Roma-Udinese: adesso può cambiare le cose in corsa attingendo dalla panchina e soprattutto (salvo imprevisti) può programmare le rotazioni in maniera più equilibrata. Mai ne gli ultimi mesi il portoghese era stato così generoso di sorrisi e di elogi all’ampiezza della sua rosa.
A inizio stagione aveva parlato di una Roma virtuale che poteva lottare per i primi quattro posti, che però poteva esistere soltanto senza imprevisti che però in questi mesi hanno tormentato Trigoria. Per questo la Roma virtuale è stata e continua ad essere distante da quella reale. Oggi Mou può certamente lavorare più serenamente anche con gli impegni ravvicinati ma deve ancora accontentarsi visto che Sanches è un calciatore ancora da proteggere e Smalling ha bisogno di tempo. La difesa resta corta, ma almeno il centrocampo, la batteria degli esterni e il reparto offensivo possono godere di maggior scelta.
Partendo da due cambi Mou ne potrebbe fare almeno altri tre con Svilar, Celik e Zalewski per far riposare Rui Patricio, Karsdorp e Spinazzola. In mezzo al campo l’ex Lione potrebbe fare staffetta con Pellegrini e davanti Dybala lascerebbe il posto a Belotti, difficile pensare a una panchina per Lukaku come è però complicato immaginare El Shaarawy escluso dall’undici anti Servette. Dubbi perciò sulla coppia d’attacco, anche se Mourinho è restio al turnover massiccio e immaginare più di mezza squadra diversa rispetto a domenica stona. Obbligatorio vincere e cercare di segnare parecchio per riprendersi il primo posto nel girone.