Corriere della Sera (G. Piacentini) – “È sempre doloroso essere eliminati, poi nel derby ancora di più». È amareggiato, José Mourinho: sulla panchina della Roma ha perso il quarto derby su 6 in totale disputati, e deve abbandonare prima del tempo la Coppa Italia.
“Nelle ultime settimane abbiamo affrontato quattro sfide contro Napoli, Juventus, Atalanta e Lazio – le sue parole – Una l’abbiamo vinta, nelle altre due meritavamo di più, con la Lazio abbiamo perso per un rigore del calcio moderno, un rigore da Var. Non voglio dire che non fosse rigore, ma fuori area non sarebbe stato fischiato nemmeno il fallo, e infatti Orsato non lo aveva dato, ha deciso Irrati da lontano. Un giocatore di 20 anni fa non si sarebbe mai buttato in area per un contatto del genere”.
Secondo Mou c’è stato un momento preciso in cui la partita è cambiata. “Nel primo tempo avevamo il controllo del gioco. È stata dura perdere Dybala, ho sentito subito che senza di lui avevamo perso l’anima e la fiducia: non dico che abbiamo subito gol per questo, ma poi abbiamo faticato a sviluppare gioco. Senza Paulo per noi cambia la partita, senza di lui c’è meno qualità e connessione di gioco. Ha accusato il solito problema muscolare al flessore, aveva giocato 80 minuti contro l’Atalanta, noi avevamo bisogno di lui e lui voleva esserci. Mancini è al limite, ma continua a scendere in campo nonostante non si alleni da un mese e prende antinfiammatori per giocare, ma ha una struttura fisica diversa. Neanche Pellegrini è al top”.
Huijsen è stato protagonista, in negativo, dell’episodio che ha portato al rigore. “È un bambino top dal punto di vista umano e calcistico, però è un rigore di un ragazzino che ha 55 minuti di serie A. Il vero errore c’è stato nell’azione precedente: da un fallo laterale nostro è partita l’azione che ha portato prima al calcio d’angolo e poi al rigore. In queste partite chi segna prima è avvantaggiato, poi sono spariti i palloni. La squadra che segna con Orsato sa che poi la partita finisce lì perché lui, che è un arbitro intelligentissimo, non ti lascia più giocare”.