Mourinho: “Ranieri? Il suo titolo vinto in Premier è il più speciale di tutti. È un momento duro ma anche di grande motivazione”

Pagine Romaniste – Josè Mourinho è intervenuto nella conferenza stampa alla vigilia del match contro il Leicester valido per l’andata delle semifinali di Conference League. Queste le sue parole:

Claudio Ranieri ha vinto con il Leicester un campionato storico…

Siamo amici, dico da tanti anni che tanti tecnici in Premier League hanno vinto tanti titoli tipo Ferguson, Wenger, io, Klopp, Guardiola. Quello che ha vinto Ranieri, però, è quello più speciale di tutti. Ho giocato quel campionato lì e lo ricordo come un momento importante. Anche se Claudio non è qui, hai fatto bene a ricordarlo, per lui sarà sicuramente una partita speciale.

Ho sentito dire che lei e Rodgers non avete la stessa idea di calcio. Che differenza c’è?

Non lo so. Siamo stati insieme nel Chelsea, ci siamo divertiti tanto. Abbiamo un rapporto di amicizia, anche se ovviamente il calcio ti porta in direzioni diverse. Se non giochiamo contro voglio il meglio per lui, ha fatto un bel percorso, è un grande allenatore, ha grandi capacità e un futuro davanti. Gli auguro il meglio. Sono club diversi, giocatori diversi. L’importante alla fine è che io ho vinto tanto. La sua carriera è più corta della mia, ha vinto in Scozia dove doveva vincere e li ha vinti qui, dove non è facile vincere, in una realtà con grandi squadre. Ha fatto un gran lavoro.

Siamo arrivati in semifinale, a questo punto non si può parlare di coppa che vale poco. Che sensazioni ha nel giocare una coppa così e nel tornare in Inghilterra?

Domani giochiamo la partita numero 13 in Conference League. Abbiamo iniziato contro una squadra che ho subito detto che avrebbe vinto il campionato turco. Nei play-off abbiamo subito avuto un avversario difficile. Adesso è un momento chiave, contro un avversario che non è di Conference, ma di Europa League. Nella Premier per giocare l’Europa League devi essere forte. Ma questa non è la loro competizione, è la nostra. Abbiamo pagato in Serie A con i punti il fatto di giocare giovedì e domenica e meritiamo. Abbiamo due possibilità di giocare l’Europa League la prossima stagione, vincere questa competizione o il piazzamento in campionato, ma abbiamo pressioni e dubbi, anche con le partite di Serie A. Il Leicester non deve preoccuparsi del campionato, noi sì, possiamo finire dal quinto all’ottavo posto. E’ un momento duro ma anche di grande motivazione.

Tra la quinta del campionato italiano e la decima del campionato inglese che differenza c’è? C’è una favorita?

Io ho raggiunto molte semifinali e quando ci arrivo, al di là di nomi e potenziali io dico sempre che le possibilità hanno 50 e 50 come possibilità di arrivare in fondo. 50% per noi e per loro, 25% di vincere la competizione perché siamo in 4. Sono due partite, è una semifinale. Il calcio ha tanto lavoro e tanto potenziale economico, con il lavoro c’è un limite che solo i soldi possono colmare. La differenza tra Serie A e Premier League è questa, in modo obiettivo e chiaro. Noi siamo una squadra e miglioriamo, qualche mese fa abbiamo perso 2-0 con l’Inter, adesso 3-1 ma con una differenza tremenda dell’approccio alla partita e della stabilità della squadra. Al di là del piazzamento in campionato e in Conference, il nostro percorso mi piace.

L’ultima Roma di coppa è una squadra abbastanza offensiva con Zaniolo e Abraham. Domani sarà così?

Capisco la domanda ma non voglio rispondere. Abbiamo vinto 3-0 contro la Lazio con una formazione meno offensiva, poi abbiamo vinto 4-0 con il Bodo con questa formazione che dici tu. Per me è buono perché sono tutti disponibili, questo è importante perché ci dà la possibilità di giocare come diciamo noi e abbiamo molte soluzioni in panchina. L’obiettivo domani è giocare la gara per vincere, se perdiamo come abbiamo perso a Bodo poi vediamo nel ritorno. Magari sarà il Leicester a portarci a pensare ad un risultato diverso nella prossima partita. L’obiettivo domani non è un risultato positivo solo per il ritorno.

Quando le italiane giocano contro un’inglese si dice che il problema sia il ritmo delle squadre di Premier. E’ vero? In Italia si fischia di più…

E’ il bello delle competizioni europee. Quando ho iniziato ero un assistente e la bellezza sta proprio nel confronto culturale delle squadre. Ci sono principi culturali e anche l’arbitro può influenzare. Per me la differenza la fanno i giocatori. In Italia adesso ci sono poche squadre che possono avere i giocatori a livello Premier. Se guardiamo i giocatori più offensivi del Leicester, chi sono e quanti sono, 7-8, tanti e di tanta qualità. Ed è il Leicester, non il Liverpool o il City. Culturalmente anche noi possiamo fare delle cose che tatticamente possono mettere in difficoltà una squadra con più potenzialità economico e calcistico. E’ il bello del calcio.

Tra poco sarà l’anniversario del suo annuncio alla Roma. Se un anno fa le avessero detto che si sarebbe trovato qui, avrebbe firmato?

Certo. Io ho detto dal primo giorno che questa era la mia competizione, io gioco la Conference. Magari il Leicester pensa che la loro competizione sia l’Europa League, ma questa è la nostra. Ad agosto giocavamo i play-off, oggi siamo qui a giocare la 13esima partita. Questa competizione la sento mia. L’abbiamo pagata con i punti in campionato questa competizione. La Fiorentina oggi ha giocato durante la settimana e ha perso. Questo si paga con i punti. Le squadre che hanno 30 giocatori dello stesso livello non pagano con i punti, noi sì. Noi siamo qui pur avendo lasciato punti importanti per strada. Dobbiamo prendere questa semifinale e lottare fino alla fine.

E’ la terza semifinale europea della Roma negli ultimi 5 anni. Che significa?

Prima di tutto è merito degli allenatori, della società, dei giocatori. Arrivare in semifinale è sempre importante. Se guardi alla possibilità di una futura Champions dove può arrivare una squadra per coefficiente uefa, la Roma potrebbe esserci. Come dico sempre quando arrivi in semifinale poi se non arrivi in finale però significa poco.

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