Corriere dello Sport (R. Maida) – C’era anche una meteora a celebrare la vittoria della Roma. Non è una mica metafora, è la cronaca. Un bolide luminoso si è affacciato davvero, avvistato da tanti nella capitale e anche allo stadio Olimpico, guarda caso subito dopo la fine della partita con l’Atalanta. Agli amanti delle simbologie è piaciuto pensare che il corpo celeste salutasse il definitivo insediamento di José Mourinho, allontanando quel senso di incertezza che aveva riempito i primi mesi della nuova gestione.
D’altra parte la meteora era lassù, non certo nello stanzino che l’allenatore squalificato aveva scelto per osservare la sfida. Mourinho alla Roma non si sente di passaggio: ha promesso ai tifosi di piantare radici solide, capaci di sostenere l’albero delle vittorie, radunando attorno a sé un consenso popolare plebiscitario.
Le sette partite consecutive senza perdere, e soprattutto gli ultimi due 1-0 firmati Abraham, trasmettono l’idea di una squadra che finalmente ha raggiunto un suo equilibrio. Un livello che può bastare per l’Europa, da conquistare attraverso il piazzamento e anche da onorare nella Conference che riparte giovedì contro il Vitesse.